La grande mostra
«Ci vediamo a Biella» scrive TvBoy su Instagram e qualcuno tra i suoi 900mila seguaci su Instagram si scatena: «Vengo di sicuro» scrivono. Potrebbe bastare a immaginare l’impatto della mostra (o, come si usa dire in questi casi, la grande mostra) intitolata “Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente” che vivrà oggi la sua inaugurazione tra palazzo Ferrero e palazzo Gromo Losa e che da domani sarà aperta al pubblico. TvBoy, nome d’arte (da strada) del siciliano Salvatore Benintende, è tra gli autori delle opere che saranno esposte. Probabilmente lo conosce anche chi non ricorda il nome. Un esempio? Gli hanno già cancellato, finendo sui media, murales che raffiguravano Renzi, Meloni, il Papa, Salvini, papa Francesco. Con lui c’è un altro nome d’arte nel titolo della mostra: l’identità di Banksy però è tuttora sconosciuta. Se TvBoy ha ben presente di essere tra i protagonisti della rassegna, quelli a Banksy sono omaggi che non vedono la collaborazione dell’artista («Non è coinvolto o associato a nessuna delle mostre che presentano i suoi lavori» scrive la sua agenzia sul web). Anche lui è re dell’arte da strada e delle provocazioni, come la sua opera battuta all’asta per un prezzo record e distrutta da un meccanismo automatico azionato a distanza un secondo dopo l’assegnazione. Jago, il terzo citato nel titolo della mostra, è uno scultore, italiano come TvBoy, all’anagrafe Jacopo Cardillo, che ha debuttato a 24 anni alla Biennale di Venezia e ha fatto accompagnare una sua opera nello spazio dall’astronauta Luca Parmitano. Le opere in esposizione saranno novanta, circa un terzo in più di quelle che hanno visto i 126mila visitatori della mostra con lo stesso titolo rimasta fino a maggio a palazzo Albergati a Bologna. La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, “ideologa” dell’arrivo di questa rassegna del contemporaneo in città, se ne aspetta almeno 30mila come ha dichiarato il suo presidente Michele Colombo a Eco di Biella. L’allestimento è di Arthemisia, probabilmente la più importante società organizzatrice di mostre in Italia che, in contemporanea, sta portando in giro monografie su Escher, Mucha, Ligabue, Van Gogh e Artemisia Gentileschi. Da domani, gli orari andranno dalle 10 alle 19 il venerdì, sabato e domenica e dalle 16 alle 19 il mercoledì e il giovedì. La mostra resterà al Piazzo fino al 1 aprile. I biglietti costano 13 euro, ridotti a 10 per chi ha meno di 25 anni o più di 65. Entrano gratis i bambini con meno di sei anni ma anche i possessori dell’abbonamento musei per Piemonte e Valle d’Aosta.
Ipse dixit
“Il messaggio che vorrei che passasse è che questo è un progetto per tutti e di tutti in grado di generare flussi che portano sviluppo territoriale collettivo: tutti possiamo esserne coinvolti anche solo dando le indicazioni a un turista in cerca di una meta. E facciamolo con un bel sorriso accogliente”
(Michele Colombo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, intervistato da Eco di Biella sulla mostra che si apre domani al Piazzo)
Per chi ha voglia di una buona notizia
Ugo Mosca è un commercialista appassionato di storia biellese che ha raccontato in libri frutto delle sue ricerche. Un’altra sua caratteristica è la generosità, come hanno sottolineato negli ultimi giorni alla Domus Laetitiae di Sagliano. L’ormai storica struttura che fa da residenza e centro di riferimento per le persone con disabilità accompagnandole la maggior forma possibile di autonomia è già stata nel passato recente beneficiaria delle donazioni del personaggio biellese. C’è un furgoncino che si chiama, appunto, “Ugo” che dal 2018 porta avanti e indietro per la provincia gli ospiti del centro diurno che devono recarsi altrove per le loro attività quotidiane. Quest’estate, mentre era in vacanza, ha avuto un’altra idea: «Ci ha chiamato» ha raccontato ai media locali il presidente della Domus Claudio Medda «e ci ha detto che stava riflettendo su quanto abbia ricevuto nella sua vita. Diceva: “Sono qui davanti al mare e mi chiedo perché io sì, mentre altri non hanno questa fortuna”. Pensando alle nostre famiglie e alle loro difficoltà ha deciso di coprire i costi di affitto di una struttura attrezzata per venticinque nostri ospiti per una intera settimana». Così quest’estate un gruppo di ospiti della Domus Laetitiae ha lasciato Sagliano per raggiungere le spiagge di Loano. Il suo contributo è stato sufficiente anche per rimettere in sesto un “bagno sensoriale”, luogo ideale per il relax, nella sede centrale. «Siamo rimasti molto colpiti e commossi» ha chiuso Claudio Medda «dalla generosità di una persona che ha a cuore tutti coloro che vivono e frequentano la nostra casa e i nostri servizi sul territorio. Ogni volta che viene a trovarci il suo sguardo si illumina e ci fa capire quanto sia prezioso il nostro lavoro».
Cosa succede in città
Oggi alle 9,30 a Biella con i saluti istituzionali si apre a Città Studi il forum delle città creative Unesco dedicato al tema dell’acqua. Tra gli interventi della mattina si segnalano quelli dei docenti universitari Georg Kaser Kaser (ateneo di Innsbruck) e Fabrizio Erbetta (Università del Piemonte Orientale) e nel pomeriggio spicca l’arrivo dell’alpinista Reinhold Messner. Per partecipare ci si iscrive compilando il modulo digitale a questo link
Oggi alle 16 al Piazzo si apre la mostra del museo storico della Brigata Sassari, un’iniziativa del circolo sardo Su Nuraghe in collaborazione con Palazzo La Marmora che la ospiterà nel salone dei Galliari. Il primo appuntamento sarà una conferenza del tenente colonnello Pasquale Orecchioni sulla storia del nucleo militare. Alle 18 si taglierà il nastro. La mostra sarà visitabile gratis dalle 17 alle 19 dal lunedì al giovedì e dalle 10 alle 19 il venerdì, sabato e domenica
Oggi alle 18 a Biella la Fondazione Sella aderisce ad “Archivi aperti”, manifestazione promossa da Rete Fotografia, con una visita guidata al lanificio Sella lungo il Cervo e un approfondimento sull’opera e gli studi di Venanzio Sella, pioniere dell’arte fotografica italiana con il suo trattato pubblicato nel 1856. Per partecipare è necessario prenotarsi a info@fondazionesella.org
Oggi alle 18 a Biella c’è spazio per la presentazione di un libro molto biellese alla libreria Giovannacci di via Italia 14: Massimo Boggio Togna parlerà del suo lavoro “Il canto antico del torrente Oropa”. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 ad Andorno la biblioteca Vietti ospita una serata dedicata al genere del giallo. Ne parlerà la scrittrice Manuela Labardi. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Biella il teatro Odeon ospita la sfilata di moda “I tessuti della sostenibilità”, evento legato al forum delle città creative Unesco in calendario oggi e domani. Partecipano il presidente nazionale dell’accademia nazionale dei sartori Gaetano Aloisio, lo stilista Parmar Prakash in arrivo da Dubai e la biellese Angela Maltese. L’ingresso è libero
Oggi è l’ultimo giorno utile per prenotare una visita guidata gratuita per Apritimoda, la rassegna nazionale che vuole aprire per un fine settimana le porte delle case in cui nasce il made in Italy. A Biella aderiscono quattro fabbriche (Piacenza e Cerruti che hanno già esaurito i posti a disposizione, il Cappellificio Cervo di Sagliano e la Guabello di Mongrando), la Fondazione Fila Museum e Casa Zegna, a sua volta al completo, e Cittadellarte. Le visite saranno tra domani e domenica e si possono riservare a questo link
Metti faccina triste e scrivi condoglianze
Su 6aBiella il tema dei necrologi è un po’ un chiodo fisso. Nell’edizione del 24 aprile si era narrato come i giornali locali stessero lentamente adeguandosi alle abitudini dei lettori su questo fronte. Se un tempo lo sfoglio del bisettimanale di turno, dopo una sbirciatina fugace alla copertina, partiva dalla penultima pagina, quella degli annunci funebri, per vedere “chi è morto”, oggi quella pagina è semideserta, con l’eccezione parziale de La Provincia di Biella, unico tra i media del territorio a pubblicare i necrologi gratis. Dedicare uno spazio sui siti web alla versione digitale degli annunci mortuari è diventato quasi obbligatorio: ora che l’era digitale ha contagiato tutte le fasce di età, specialmente la fascia di pubblico meno giovane ha sostituito lo sfoglio al contrario del giornale di carta con un clic all’elenco dei defunti che Il Biellese, La Provincia di Biella e Newsbiella hanno in bella evidenza con un canale dedicato dove i “tilët”, i manifesti di annuncio funebre che si trovano lungo le strade, hanno una loro versione digitale. L’edizione internet di Eco di Biella, Prima Biella, più dei concorrenti, dedica quasi sistematicamente una piccola notizia sul web quasi a ogni defunto di cui viene a conoscenza. Altrettanto sistematicamente, pubblica il link alla notizia sulla sua pagina Facebook. La ragione? Semplice: funziona dal punto di vista del social network, ovvero attira reazioni e commenti. E più le faccine tristi e i messaggi di cordoglio crescono di numero, più anche gli altri post della pagina acquistano la possibilità di essere visualizzati. Qualche esempio di ieri sera? Le previsioni meteo del fine settimana hanno raggranellato tre “mi piace”, altrettanti i due biellesi premiati da Mattarella (più un commento, un insulto al presidente che, a spanne, risulterebbe punibile in base all’articolo 278 del codice penale). Un lutto a Cossato sale a 28 reazioni e 15 commenti, uno a Vigliano 46 più 21, quello di un giornalista di Settimo Torinese dello stesso gruppo editoriale di Eco di Biella ne ha 111 più 48 (ma qui entrano in campo anche i “nessunacorrelazionisti” no vax ad alzare il quorum). Il format del commento medio è altrettanto semplice: si scrive “condoglianze”, si aggiunge l’emoji delle mani giunte (vorrebbe dire “grazie” nel gergo digitale ma qui passa a significare la preghiera) e si chiude con l’acronimo “R.i.p”, riposi in pace. A volte compare anche la gif di un fiore. A Facebook il contenuto importa poco: vale come una reazione e significa, per il suo algoritmo un po’ rigido, che il post piace e funziona. Al giornale di turno piace per la stessa ragione. Quanto al pensiero dei familiari nessuno per ora sembra essersi espresso. Forse, in fondo, tutti quei commenti sono una sorta di versione da terzo millennio dei bigliettini di partecipazione al lutto lasciati all’ingresso della chiesa il giorno del funerale. Sono un po’ tutti uguali, è vero. Ma anche nei telegrammi raramente si andava oltre la formula base “sentite condoglianze”. E non c’era nemmeno l’iconcina delle mani giunte.