La mecca
Se fossero state reazioni politiche e basta, si sarebbe trattato in fondo del solito gioco delle parti tra chi governa e chi fa opposizione. Ma le parole pronunciate alla vigilia di ferragosto da Andrea Delmastro, sottosegretario biellese alla Giustizia e dirigente di Fratelli d’Italia, hanno provocato la richiesta di dimissioni anche dai presidenti attuale e passato dell’Unione camere penali italiana, ovvero l’associazione degli avvocati penalisti, categoria a cui lo stesso Delmastro, a margine ormai dell’attività politica, appartiene. Il caso è scoppiato dopo una visita del sottosegretario al carcere di Taranto: «Ho incontrato gli agenti di polizia penitenziaria» ha detto ai microfoni dei cronisti. «Non sono abituato a entrare negli istituti penitenziari per recarmi alla mecca che è il detenuto». A diffondere il video con la dichiarazione è stata, via social, la giornalista Annarita Di Giorgio. Nel frattempo Delmastro era già finito sotto gli occhi della polizia di internet per un suo post, con una foto scattata mentre è abbracciato a un agente ancora all’interno di una delle carceri che sta visitando in questi giorni (probabilmente di vacanza attiva) in Puglia: aveva una sigaretta tra le dita e un metro alle sue spalle il cartello “vietato fumare”. Il post è stato nel frattempo rimosso, ma è l’altro caso a essere diventato sempre più grande. Quelle parole sono arrivate negli stessi giorni in cui le carceri italiane stanno raggiungendo livelli di tensione mai visti: proteste, suicidi tra i detenuti, scontri con gli agenti di polizia penitenziaria che provano a mantenere l’ordine (e, tramite alcune delle loro sigle sindacali, chiedono più strumenti per reprimere) e, sullo sfondo, il sovraffollamento delle prigioni che il Governo spera di risolvere con un decreto appena approvato che però non prevede sconti di pena o misure alternative alla detenzione per alleggerire la pressione sulle case circondariali troppo piene. Lo stesso Delmastro ha rivendicato a più riprese via social di aver opposto resistenza a qualsiasi proposta “svuotacarceri”. Ma a far arrabbiare i colleghi avvocati è stato il suo modo di dividere così nettamente detenuti e polizia penitenziaria. «Le parole del sottosegretario alla Giustizia sono di una gravità definitiva» ha scritto su X Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali fino al 2023. «E faccio fatica a comprendere come sia possibile che nessuno dei soggetti politici così attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo. Il sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti, siano essi i peggiori criminali o innocenti in attesa di giudizio, sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e specificatamente al ministero che egli indegnamente rappresenta. Se va in carcere e parla solo con la polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione tra buoni e cattivi ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità». Altrettanto dure sono state le parole del successore di Caiazza, intervenuto sul quotidiano Il Foglio, Francesco Petrelli: «Scegliere una via provocatoria nella gestione di una materia così delicata, farlo in un giorno carico di valore simbolico, quale è - per chi si occupi di cose di carcere - il giorno di ferragosto, investendo in tal modo l’intero indirizzo politico del Governo, in un momento di profonda crisi di quell’intero settore, appare del tutto irresponsabile. Il sottosegretario di Stato è appunto un servitore dello Stato, non un uomo di partito che possa spendere simili esternazioni al di fuori dei limiti connaturati alla sua funzione». Nel frattempo con una lettera al presidente della Repubblica le detenute del carcere femminile di Torino hanno annunciato lo sciopero della fame a staffetta «affinché venga concessa la liberazione anticipata speciale o qualsiasi misura che riduca il sovraffollamento e riporti respiro a tutta la comunità penitenziaria. Il decreto carceri a cosa serve? A nulla. Cosa deve accadere ancora? La responsabilità politica è diffusa, il sistema dovrebbe essere riformato da zero».
Ipse dixit
“Allora non c'erano whatsapp, Instagram, Facebook. C'erano già i telefonini, che però in pochi avevano, ma c'era Fabrizio che con la velocità della luce sapeva metterti in comunicazione col mondo. Non c'era numero, foss’anche il Quirinale, a cui lui non riuscisse ad arrivare. Cortese, gioviale, a volte persino confidenziale (ma sapeva quando e con chi esserlo) era una presenza positiva per tutti e il cordoglio unanime che ha suscitato la sua troppo repentina scomparsa lo testimonia. È stato per quasi vent’anni “la voce”, a parte gli strettissimi collaboratori, che ho sentito con più continuità, quella che mi metteva in contatto con tutte le persone con cui dovevo interloquire. E anche dopo (vale a dire in questi ultimi 20 anni) non sono mancate le occasioni per "sfruttare" la sua professionalità”
(Il ricordo di Gianluca Susta, ex sindaco di Biella, di Fabrizio Mosca, centralinista del Comune scomparso a 56 anni)
La ricerca di un lavoro
Il curriculum fotografato e pubblicato su Facebook da Naiz Muhammad Tarakhail dice che nel 2008, nella sua città in Afghanistan, lavorava come chef pasticciere. All'epoca aveva dieci anni. Quando ne aveva compiuti 14, curriculum alla mano, aveva aggiunto un secondo lavoro, quello di giardiniere. Basterebbe questo dettaglio a mostrare la profondità del solco che separa gli angoli diversi di questo mondo e di cui spesso fatichiamo a renderci conto. Naiz Muhammad Tarakhail non vive più in Afghanistan dal 2015: Turchia, Belgio e oggi l'Italia e Biella sono state le sue nuove case in cerca di fortuna. Per provare a trovarla insieme a un po' di stabilità ha chiesto ospitalità al profilo social di un conoscente per cercare un lavoro. L'ultimo è stato a Novara, sei mesi da magazziniere da Amazon. Ora, come scrive, "potresti sapere che se non hai parenti o amici in una città come Biella è troppo difficile trovarne uno". Nel curriculum mostra le certificazioni linguistiche: conosce inglese e italiano grazie ai corsi della cooperativa Pacefuturo, punto di riferimento locale per il sostegno ai migranti. Si dichiara pronto a qualsiasi tipo d'impiego, suggerendo anche "pulizia della casa" e aggiunge: "Ho un permesso di soggiorno". Il suo post ha superato le trenta condivisioni e ha già ottenuto qualche consiglio tra i commenti. Per contattarlo e offrirgli una possibilità ecco l'indirizzo email: niaztarakhel3032@gmail.com
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Cavaglià l’ultimo atto della Festa dei giovani è al bar Palatucci con anche una serata di promozioni al luna park con sconti sulle attrazioni convenzionate
Oggi alle 22 circa a Cossato è la sera dei tradizionali fuochi d'artificio alla festa dell'Assunta. Il luogo per godersi lo spettacolo è il luna park di piazza Croce Rossa
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni sulle prime pagine dei giornali locali
Lunedì 12
Eco di Biella I 220 ristoranti al top nei comuni del Biellese secondo Tripadvisor
Martedì 13
Il Biellese Quasi due truffe online al giorno
La Stampa Biella, la città creativa Unesco passa dall'intelligenza artificiale
Mercoledì 14
La Stampa Biella, il ferragosto del volontariato: chiude anche la mensa della Caritas
La Provincia di Biella non era in edicola
Giovedì 15
La Stampa Biella, una città aperta a ferragosto. Un'estate all'insegna del tutto esaurito
Eco di Biella non era in edicola
Venerdì 16
Il giorno dopo ferragosto i giornali non sono in edicola
Sabato 17
La Stampa Le risaie biellesi restano senz'acqua: "Parte della produzione andrà persa"
La Provincia di Biella non era in edicola
Domenica 18
La Stampa Viverone, inquinamento superato: il lago promosso da Legambiente