La Soprintendenza, la "signora no"
La Soprintendenza, lo dice la parola stessa, soprintende. Ovvero controlla che lavori pubblici e interventi che mutano il paesaggio urbano e non siano coerenti con la storia dei luoghi e con la tutela dell’ambiente. Il suo nome completo, infatti, è “Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio”. A volte sembra farlo seguendo due principi: la massima prudenza (ovvero meglio non fare che sbagliare) e il concetto estremamente esteso di bene da tutelare. È degli ultimi giorni il via libera, annunciato dall’assessore Davide Zappalà (Fratelli d’Italia) al progetto di rifacimento di piazza Vittorio Veneto. Che ci azzecca un parere della Soprintendenza con uno spazio che, a colpo d’occhio, sembra di realizzazione assai recente? Semplice: è contiguo ai giardini Zumaglini, che sono bene protetto. Quindi occorre il suo parere. Anche in questo contesto, spesso, è stato restrittivo. Un esempio su tutti: qualche anno fa un’azienda agricola si sistemò con un chioschetto in legno sul lato di fronte al centro commerciale I Giardini, per vendere frittelle di mele e altri prodotti artigianali. Arrivò il diktat per farlo rimuovere: non era una struttura mobile (come un camioncino dei torroni o uno stand di caldarroste) e turbava l’equilibrio del bene storico. Uno storico diniego che Biella incassa periodicamente riguarda il muro di cinta del terreno incolto dietro il Museo del Territorio, sul fronte di via Pietro Micca. Il Comune ha cercato a più riprese il via libera per demolirlo e iniziare una riqualificazione dell’area. Ma dagli uffici di Novara (che si occupano anche di Biellese e Verbano-Cusio-Ossola) è sempre arrivato un “niet”.
A volte, insieme ai no, pesano silenzi e ritardi. Lo aveva denunciato il consigliere regionale Michele Mosca (Lega) a marzo, parlando della mancanza di un parere per il vecchio ospedale di Biella, che frenava l’assegnazione dell’incarico al Comune per occuparsi dell’area. Senza il giudizio della Soprintendenza, su qualsiasi progetto sull’area peserebbe il dubbio di una mancata approvazione. Lo stesso vale per l’ex macello di via Ivrea, dove esiste un progetto per trasferire la sede del Serd, il servizio dipendenze dell’Asl. Il progetto c’è, i fondi sono pronti. Ma manca un via libera.
Ipse dixit
“Giletti ha fatto sei anni e 194 puntate su La7, potendo lavorare in piena autonomia. Va detto che nell’ultimo biennio i costi della trasmissione erano diventati insostenibili. Lui si era impuntato di passare dalla domenica al mercoledì, un’operazione che gli ha fatto perdere quasi due punti di share mai recuperati nonostante poi sia tornato alla domenica”.
(L’editore di La7 Urbano Cairo parlando al festival della televisione di Dogliani della chiusura della trasmissione “Non è l’arena” del biellese Massimo Giletti)
Un biellese a La Scala (finalmente)
Davide Dato raccontò nel 2017 al Corriere della Sera di essere stato scartato a un provino del corpo di ballo del teatro La Scala perché giudicato troppo basso di statura. Suona come una specie di rivincita la sua chiamata come superospite al secondo galà dedicato a Carla Fracci che andrà in scena nel teatro milanese mercoledì 7 giugno. Trentadue anni, il biellese oggi è primo ballerino del balletto di Stato di Vienna, la città che lo ha accolto nel 2008 quando aveva appena diciotto anni. Il grande pubblico lo ha visto esibirsi in televisione in occasione di qualche edizione del Concerto di Capodanno viennese. A dicembre fu costretto a rimandare uno spettacolo in cartellone a Buenos Aires perché coincise con la giornata in cui l’Argentina vinse i Mondiali di calcio: il suo albergo era di fronte al teatro ma la folla in festa era tale che non gli fu possibile nemmeno attraversare la strada. Alla Scala si esibirà accanto ad Alessandra Ferri, Jacopo Tissi e a un altro piemontese come Roberto Bolle, nato nella vicina Trino. La sua maestra a Biella era Marina Vinciguerra ad Art’è Danza, la scuola dell’Opificiodellarte, da cui è uscito anche l’altro biellese oggi a Vienna al Teatro dell’Opera, il diciannovenne Kevin Hena.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Candelo apre i battenti il mercato della terra, un’iniziativa di Slow Food per portare in piazza (in questo caso quella del Ricetto) prodotti stagionali, freschi e locali. Alle 10,30 ci sarà anche una tavola rotonda sul tema “Acqua” che terminerà con una degustazione di birre artigianali a cura di Bolledimalto.
Oggi alle 10 in trenta differenti sedi in provincia si apre la stagione della rete museale biellese, il sistema di ecomusei, musei, palazzi, aree naturalistiche, siti di interesse e delle realtà che li animano. L’elenco dei luoghi e gli orari sono a questo link.
Oggi alle 16,30 a Sordevolo s’inaugura la mostra “Ciò che è sparso” dell’artista contemporaneo genovese Mauro Panichella. L’appuntamento è a Villa Cernigliaro dove la mostra sarà visitabile fino al 30 giugno dal mercoledì alla domenica dalle 16 alle 19.
Oggi alle 18 a Pettinengo la rassegna “Villa Piazzo in musica” presenta un concerto dedicato all’America e alle musiche di Gershwin, Bernstein e Copland. Suona il duo composto da Maurizio D’Alessandro al clarinetto e Massimiliano Caporale al pianoforte.
La domenica sportiva
Oggi alle 16 a Domodossola il Valdilana Biogliese di calcio maschile affronta la Virtus Villadossola nel primo turno del girone di playoff di Prima categoria. Passano in Promozione le prime due di un girone a quattro che comprende anche Cafasse Balangero e Cenisia.
Oggi alle 16,45 a Treviglio l’InSport Dynamic Biella di pallanuoto va a caccia della vittoria che potrebbe valere la promozione in serie B. La squadra biellese salirebbe di categoria se ottenesse lo stesso risultato (o, ovviamente, uno migliore) del Team Lombardia Rho impegnato ad Arese, a patto di mantenere il vantaggio nella differenza reti che ora dice +6 per la Dynamic e +1 per i lombardi.
Perché le fontanelle aperte non sono uno spreco
Ci si chiede spesso perché, anche in periodi di siccità, ci siano in città e non solo fontanelle a getto continuo, senza un rubinetto che possa interrompere il flusso d’acqua. Sembrano uno spreco inutile ma hanno una funzione precisa. Lo ha spiegato Luca Sala, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl, in una breve intervista a La Provincia di Biella di mercoledì scorso: «Permettere all’acqua potabile di scorrere in modo continuo aumenta la qualità dei caratteri organolettici dell’acqua stessa proprio perché viene assicurato un lieve e continuo spurgo che aiuta l’efficienza e la pulizia della rete acquedottistica in questione». Nel territorio cittadino le fontane pubbliche censite dal Cordar sono 67. La più celebre è forse quella accanto alla chiesa di San Sebastiano, meta di cittadini che la considerano migliore di quella dei rubinetti di casa e che la usano per riempire scorte di bottiglie.