Il Natale di ieri
Due chili di riso a testa e in più cento grammi di olio di semi raffinato e cinquanta grammi di formaggio duro: nella settimana di Natale del 1945 a Biella le armi finalmente tacevano dopo cinque anni di guerra, due dei quali con lo stivale dell’occupazione nazifascista a schiacciare la città. Ma le conseguenze del lungo conflitto erano ancora ben presenti nella vita quotidiana, come nella distribuzione dei beni di prima necessità che ancora dipendevano dalle tessere annonarie. Gli ultimi giorni di dicembre, raccontavano i giornali dell’epoca, erano quelli della consegna delle razioni. Sopravvivere era la prima urgenza, e nel frattempo ricordare e tendere la mano a chi aveva più bisogno: «Il Natale della Liberazione deve essere felice per tutti a Biella!» fu lo slogan dell’appello del comitato “Settimana natalizia”. Il giorno 22 un piccolo corteo di camion passò lungo le strade della città per raccogliere le donazioni per i bambini «che non hanno la felicità di una famiglia». Giocattoli usati, capi di abbigliamento, denaro erano tutti bene accetti: «Dimostrate che anche a Biella ci sono i papà e le mamme che sanno donare. Il bimbo povero avrà un po’ di gioia a Natale e voi quella di avergliela donata». Negli stessi giorni l’Unione donne italiane lanciò un appello simile: «Le preghiere dei bimbi e le benedizioni dei vecchi, ai quali noi in questo primo Natale di Liberazione porteremo il vostro dono, entreranno nelle vostre case apportatrici di felicità».
L’ombra della guerra era difficile da cancellare in così poco tempo. Il Biellese chiese in prestito le parole di Emilio Mello, ufficiale degli Alpini e autore di un libro di memorie della sua prigionia in Polonia, per raccontare quello che era successo solo due Natali prima. Mello era rinchiuso nel campo di Deblin, lo “Stalag 307” che fu tomba per almeno 120mila prigionieri di guerra, almeno seimila dei quali italiani. «Avevamo risparmiato, giorno per giorno, sulle patate e sulla poca carne. Noi ufficiali di complemento del battaglione Aosta ci raccogliemmo a un tavolo per consumare il rancio. Fu quella la prima volta, da che eravamo prigionieri, che tornammo a cantare le nostre canzoni alpine. Non vi era vino ma non di questo sentimmo la mancanza. Pensavamo con accorata nostalgia ai nostri cari dei quali non avevamo ancora avuto notizia e ci chiedevamo se fossero giunte a loro le nostre, a tranquillizzare delle molte voci per il mese di vita sbandata in montagna, dall’armistizio alla cattura». Il Corriere Biellese, di ispirazione socialista, diede invece spazio ai ricordi di Irma Bianco Angiono, che era stata deportata in Germania e narrò del suo arrivo in una Berlino rasa al suolo dai bombardamenti: «Verso di noi, poveri deportati, i tedeschi mantenevano sempre il loro contegno arrogante e bestiale. Talvolta l’insulto era accompagnato da uno sputo, da una spinta con una solita frase volgare: luz macaroni, cioè svelti macaroni». Irma Bianco Angiono fu costretta a scavare tra i resti delle case bombardate: «Il lavoro era penoso, pietoso e ripugnante poiché con i calcinacci si ritrovavano pure cadaveri maciullati che erano sepolti sovente da parecchi giorni sotto le macerie».
La memoria portò in quei giorni per la prima volta la città nella piazza di San Cassiano, per ricordare il giorno di due anni prima in cui vennero fucilati in sei e un settimo, il partigiano “Evaso” si salvò nonostante un proiettile in pancia, mentre un’altra vittima venne falciata dai mitra nazisti davanti al bar Porto di Savona tra via Pietro Micca e via Amendola. «Fu veramente una grandiosa e commovente rievocazione» scrisse Il Biellese. «La vita cittadina riprende il suo ritmo e si guarda fidenti all’avvenire del nostro Biellese» aggiunse dalle sue colonne la cronaca de Il Corriere Biellese. «Colla sicura fede nei destini della patria, è in noi tutti un severo monito: vendicare i nostri morti con le opere di bene e di ricostruzione nazionale».
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Callabiana apre le sue porte il grande presepe meccanico realizzato su una superficie di 80 metri quadrati e ispirato agli scenari delle montagne biellesi. Si trova all’oratorio di San Carlo e l’ingresso è a offerta libera. Gli orari di apertura nei giorni festivi sono dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18
Oggi alle 10 a Valdilana è visitabile il presepe gigante di Marchetto, allestito lungo un tragitto di un chilometro circa nel centro di Mosso. Sarà aperto fino alle 22
Natale al cinema
Odeon (Biella)
Prendi il volo (animazione, Francia 2023) di Benjamin Renner. Spettacolo unico alle 17
Aquaman e il regno perduto (avventura, Usa 2023) di James Wan. Con Jason Momoa, Nicole Kidman. Spettacoli alle 19,45 e 22,15
Mazzini sala 1 (Biella)
Santocielo (commedia, Italia 2023) di Francesco Amato. Con Ficarra e Picone. Spettacoli alle 17, 19,45 e 22,15
Mazzini sala 2 (Biella)
Wish (animazione, Usa 2023) di Chris Buck e Fawn Veerasunthorn. Spettacoli alle 16,30 e 18,30
Adagio (drammatico, Italia 2023) di Stefano Sollima. Con Pierfrancesco Favino e Toni Servillo. Spettacolo unico alle 21,30
Mazzini sala 3 (Biella)
Wonka (fantastico, Usa 2023) di Paul King. Con Timothée Chalamet e Olivia Colman. Spettacoli alle 17, 19,45 e 22,15
Impero (Biella)
Ferrari (drammatico, Usa 2023) di Michael Mann. Con Adam Driver e Penelope Cruz. Spettacoli alle 17 e 21,30
Verdi (Candelo)
Sala 1
Foglie al vento (commedia, Finlandia 2023) di Aki Kaurismaki. Con Alma Pöysti e Jussi Vatanen. Spettacoli alle 15,30 e alle 19,45
One life (drammatico, Usa 2023) di James Hawes. Con Anthony Hopkins ed Helena Bonham Carter. Spettacoli alle 17,30 e alle 21,30
Sala 2
Tutti a parte mio marito (commedia, Francia 2023) di Caroline Vignal. Con Laure Calamy e Vincent Elbaz. Spettacoli alle 15,15 e alle 19,30
C’è ancora domani (drammatico, Italia 2023) di e con Paola Cortellesi. Spettacolo unico alle 17,15
Un colpo di fortuna (commedia, Francia-Gran Bretagna 2023) di Woody Allen. Spettacolo unico alle 21,30