La vecchia lite tra Delmastro e Olivero
Probabilmente resterà patrimonio di pochi la conoscenza di quello che è realmente successo alla cena pre-elettorale di Fratelli d’Italia, finita su tutti i giornali nazionali per la presunta lite tra il deputato e sottosegretario Andrea Delmastro e il candidato sindaco Marzio Olivero. Le versioni sono almeno tre, quasi come nel dopo-capodanno di Rosazza: una discussione accesa ma per scherzo, come dice Delmastro e conferma Olivero che però ammette l’intervento della scorta del deputato, preoccupata che facessero sul serio, oppure un confronto a muso duro come dalle indiscrezioni pubblicate da Repubblica che cita almeno due testimoni, ovviamente anonimi. «Son tutte balle giornalistiche» è stata la chiosa social di Luca Castagnetti, oggi nel consiglio di amministrazione di Atap, l’azienda multiprovinciale dei trasporti, un tempo assessore provinciale e in passato tra i protagonisti di una lite vera all’interno del partito che vedeva su fronti contrapposti Delmastro e Olivero. Entrambi, a dire la verità, erano un passo indietro nel 1999, quando si creò una spaccatura vistosa nella ancora giovane Alleanza Nazionale, il partito creato dall’allora segretario Gianfranco Fini per mettere in soffitta il Movimento Sociale Italiano e le sue posizioni più nostalgiche. In prima linea c’era da una parte Sandro Delmastro, il padre di Andrea e all’epoca guida pratica e morale della destra biellese, e dall’altra lo fronteggiava Livia Caldesi, altra figura più che storica del partito (o meglio dei partiti) spalleggiata da Marzio Olivero. C’era appena stata una tornata elettorale simile a quella attuale con Europee, Regionali e amministrative tutte insieme. Alleanza Nazionale non andò benissimo, con Forza Italia socia di maggioranza della coalizione che espresse anche il presidente della Provincia Orazio Scanzio. Proprio sul suo nome si aprì una fetta della contesa: Livia Caldesi, parte della delegazione alle riunioni pre-elettorali, aveva scelto di restare fedele agli accordi e di non mettere i bastoni fra le ruote a Scanzio, anche se An avrebbe preferito candidare Nicola Pastorello, ex liberale entrato nel partito dopo la svolta di Fiuggi e l’allontanamento dalle nostalgie più destrorse. Fu comunque vicepresidente e si trattò della prima volta della destra biellese nei palazzi del potere. Alle trattative per spartirsi gli assessorati Caldesi venne lasciata fuori dalla porta, con conseguente litigata, questa sì malcelata. «Livia ha una concezione più movimentista da vecchio Msi» disse a Il Biellese Luca Castagnetti «mentre per noi la politica necessita di maggiore pragmatismo». Lei replicò accusando la strategia della segreteria, guidata all’epoca proprio da Castagnetti: «Forse nella scelta delle candidature non ha premiato quella che è stata interpretata come una mancanza di coerenza». Intervenne anche Nicola Pastorello, rispondendo qualche giorno dopo a una dichiarazione di Caldesi su An e l’antifascismo: «Dice che non ha rinnegato il fascismo? Se così fosse, io non starei nel partito». Pastorello fu anche il primo esponente del movimento erede dei missini a partecipare a una cerimonia del 25 aprile, venendo attaccato a muso duro dall’allora portavoce dei partigiani Anello Poma. L’anno scorso Andrea Delmastro era in prima fila alla commemorazione. Furono mesi di guerra fredda: il gruppo fedele a Sandro Delmastro da una parte e Livia Caldesi con Marzio Olivero e qualche altro militante dall’altra. Fu anche un periodo doloroso per i protagonisti che si erano praticamente levati il saluto, mettendo in discussione legami anche umani, sempre forti in quel partito, maturati in anni di militanza comune. «L’ultimo atto compiuto» svelò Caldesi a Il Biellese nel marzo 2000 «è stato quello di sostituire senza preavviso la serratura della sede. Siamo di fronte a un quadro molto triste». La lite in qualche modo si spense, dando ragione alla profezia di Sandro Delmastro che aveva provato a sdrammatizzare dicendo che «grandi amori portano anche a grandi litigi». Alleanza Nazionale è diventata Fratelli d’Italia, passando per i tre anni, dal 2009 al 2011, nel partito unico di centrodestra “Il popolo delle libertà”. Oggi detiene il potere a Roma e a Biella, usando i voti per ottenere posti importanti, dal sottosegretariato di Delmastro all’assessorato regionale di Elena Chiorino fino alla recente presa di possesso della candidatura a sindaco di Biella. E, almeno secondo le versioni ufficiali di partito, senza litigare.
Ipse dixit
“E dove altro poteva succedere, se non a Biella? A questo punto è lecito pensare che sia colpa di qualche sostanza presente nell'acqua, o forse nella polenta concia. Ci vorrebbe un'inchiesta di Report”
(Paolo Cosseddu, biellese, direttore della rivista Ossigeno, dal suo articolo-commento alla lite-non-lite tra il sottosegretario Andrea Delmastro e il candidato sindaco Marzio Olivero alla cena di raccolta fondi del loro partito, Fratelli d’Italia)
L’aggiornamento sulle candidature
Prima le certezze, poi i pettegolezzi. Guardando verso sinistra il Movimento 5 Stelle ha annunciato il ritiro della candidatura di Domenico Remorini per appoggiare quella di Marta Bruschi, che aveva già alle sue spalle Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa. Accanto al suo nome dovrebbero esserci almeno quattro liste, inclusa una compagine civica, espressione della cosiddetta “società civile”. Nulla cambia al centro, presidiato da Andrea Foglio Bonda e dalla lista civica Buongiorno Biella. Prima di dare un’occhiata a destra bisogna dare conto della candidatura fuori dagli schieramenti di Riccardo Ramella, presidente dell’associazione culturale Nuova Alba e a capo della lista chiamata Nova Bugella. Una sbirciatina ai suoi canali social consente di identificarlo come nemico delle mascherine a scuola, dell’invio di armi all’Ucraina e di Agenda 2023, il complesso di obiettivi europei per la sostenibilità. Una foto di un paio di anni fa lo ritrae a braccia consente e sguardo fiero davanti a una bandiera di ItalExit, il movimento fondato dall’ex vicedirettore di Libero e direttore de La Padania Gianluigi Paragone. A destra c’è spazio per le certezze, come la candidatura di Marzio Olivero per Fratelli d’Italia a scapito del tentativo di riconfermare Claudio Corradino (Lega) dopo la vittoria del 2019. Soprattutto c’è spazio per i pettegolezzi: sulle decisioni di Dino Gentile, Eco di Biella di ieri dice che l’accordo con il centrodestra è quasi fatto con tanto di lista civica a sostegno di Olivero. Sempre “Eco” allontana l’ipotesi che lo stesso Corradino insieme al suo vicesindaco Giacomo Moscarola creino una lista simil-civica: il secondo è indicato tra i candidati a consigliere comunale, forte del suo record di preferenze del 2019. Il primo ancora non si sa.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella va in scena al teatro Odeon “Cyrano”, nella versione portata sul palcoscenico da Stefano Micheletti e dalla compagnia “Teatro viaggiante”. Lo spettacolo ha fini benefici, a favore dell’associazione pescarese “La caramella buona”, impegnata in difesa dei minori vittime di abusi. Biglietti a 20 euro per la rappresentazione pomeridiana e a 27 per la replica della sera alle 21
Oggi alle 16 a Biella la rassegna degli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca presenta una conversazione con Sara Roberto sull’archeologia industriale e la produzione tessile nel Biellese negli ultimi due secoli. La conferenza si svolgerà nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in via Gramsci e sarà a ingresso libero
Oggi alle 21 a Candelo il cinema Verdi ospita la rassegna di cultura al femminile ContemporaneA, con la proiezione del documentario “Il popolo delle donne”, realizzato da Yuri Ancarani nel 2023. Sarà presente il regista
Elettorart attack
Dev’essere una nuova strategia quella di dire pubblicamente che ci si candida senza specificare bene lo schieramento per cui lo si fa. Se nei maxiposter “Marta!” di Marta Bruschi senza simboli di partito, sono le notizie sui media a supplire alla mancanza, chissà quale lista accoglierà Anna Pisani, già aspirante alla poltrona di sindaca di Gaglianico, sconfitta per un voto nel 2014 dall’attuale primo cittadino Paolo Maggia e oggi pronta a mettersi in gioco a Biella. Ma, in attesa di conoscere al servizio di chi metterà a disposizione le sue «scelte visionarie ancorate alla realtà» (come dal testo della mezza pagina di pubblicità qui sopra comparsa su Eco di Biella), è la foto scelta dalla candidata prossima ventura a destare curiosità. Nulla di nuovo, per carità: il “luogo comune” di utilizzare una libreria come sfondo è stato sfruttato per la comunicazione politica a lungo, con attenzioni ai dettagli come quelle dei videomessaggi di Silvio Berlusconi che mescolava ai dorsi dei libri le foto di famiglia. Curiosità vuol dire anche ingrandire l’immagine per guardarla più da vicino: è qui che si scoprono titoli come “Enstitü” di Stephen King o “Foucault sarkaci” di Umberto Eco. Sembrerebbero le versioni in turco di “L’istituto” del maestro del thriller e di “Il pendolo di Foucault” dello scrittore e sociologo nostrano. Eh sì, a un’occhiata rapida tutti i libri su quello scaffale sono in turco. Due sono le possibilità: o la futura candidata ha una passione per le lingue straniere e in particolare per quella che si parla dai Dardanelli in giù, oppure photoshop con la tecnica dello “schemo verde”, sovrapporre la propria immagine a quella di uno sfondo preconfezionato. Nel secondo caso, il consiglio per lei e per altri candidati che dovessero scegliere uno sfondo simile, è di usare la libreria di casa, quella vera. Magari è meno coreografica, ma risulterebbe più credibile.