L'altra faccia del turismo a Oropa
Oropa, dicono le cifre, è il principale polo di attrazione turistica della provincia e come tale (vedi 6aBiella di ieri) ha un senso che riceva contributi statali per migliorare immagine e strutture e conservare il patrimonio artistico e culturale. Ma i numeri svelano un altro dettaglio: se è vero (cifre diffuse dall’amministrazione del santuario) che tra la Madonna nera e le montagne arrivano 500mila persone ogni anno, la percentuale dei visitatori che ci passa almeno una notte è del 2,4%, la quota che corrisponde ai 12.089 arrivi registrati nel 2023 nelle camere attorno alle due basiliche. Sono molto pochi e indicano che per oltre il 97% di chi sale a Oropa la visita è la classica “mordi e fuggi”: dura dalla mattina alla sera e si conclude con il ritorno a casa, o in un altro luogo in cui continuare il viaggio. Un luogo che si trova alla fine di una strada, con la città più vicina undici chilometri più a valle, non può che scontare i limiti legati alla posizione. Ma quanti dei 500mila pellegrini e turisti del santuario percepiscono che ci potrebbe essere altro da fare nel Biellese? Cioè fanno evolvere il loro interesse per il polo di attrazione principale in un vero e proprio soggiorno articolato che tocchi anche Oasi Zegna, Candelo, Piazzo, le mostre temporanee e permanenti, la natura, la storia e l’enogastronomia del territorio? In mancanza di uno studio (e forse un approfondimento tecnico da parte di chi si occupa di turismo sarebbe necessario), si può solo supporre che siano pochi. E questo è un nodo da sciogliere, meglio se dopo la di cui sopra analisi: ha tutto il senso del mondo finanziare a Oropa uno spazio per l’accoglienza dei visitatori ben attrezzato e in grado di fornire assistenza e informazioni. Ma avrebbe ancora più senso se diventasse una sorta di ufficio turistico parallelo a quello dei giardini Zumaglini, con il vantaggio di poter intercettare molte più persone, una buona parte di quelle 500mila che salgono ogni anno. In questo modo davvero il contributo del ministero della Cultura diventerebbe un investimento per l’intero territorio. Perché accada, ognuno deve aprire un pochino la recinzione del proprio orticello: dovrebbe farlo il santuario per concedere di offrire in un suo spazio attrezzato indicazioni sul patrimonio culturale e naturale dell’intera provincia, rendendo così fino in fondo un contributo al bene pubblico quell’assegno arrivato da Roma. Deve farlo il resto del territorio nella consapevolezza che, se la gente arriva nel Biellese per fare turismo, è nella maggior parte dei casi merito di Oropa.
(E grazie a coloro, tra i lettori di 6aBiella, che ieri con le loro riflessioni sul tema hanno dato spunti preziosi per questo approfondimento)
Ipse dixit
“Ho dato quindici anni e, bene o male, al di là dei risultati su cui potremmo parlare a lungo, l’impegno non si può certo discutere. Sono arrivato un po’ stanco, non lo nascondo”
(Claudio Corradino, sindaco ormai uscente del capoluogo, a Il Biellese)
La parola (davvero) ai giovani?
Eco di Biella, il primo giornale locale a presentare la squadra, li ha ribattezzati i “Crb-boys”. E forse si poteva trovare un nomignolo migliore, se non altro perché la metà di loro sono “girls”, cioè ragazze, in una parità di genere resa perfetta aumentando il numero dei componenti. Il nome vero è “Commissione giovani”: l’ha costituita la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ed è la seconda volta che l’istituto che permea il tessuto sociale della provincia con iniziative e contributi sceglie di dare voce e spazio a chi ha meno di trent’anni. La prima fu in occasione del trentesimo compleanno dell’ente quando fu affidata a un gruppo assai giovane la stesura del “manifesto 2023”, una serie di idee per lo sviluppo del territorio che la Fondazione promise di tenere in debita considerazione per le azioni future. Il problema è farsi ascoltare: quando autrici e autori del manifesto iniziarono a illustrarlo punto per punto, numerose autorità di politica e amministrazione lasciarono in anticipo la sala, facendo arrabbiare l’allora presidente del Gruppo giovani imprenditori dell’Uib Christian Zegna, che non mancò di polemizzare con chi se n’era andato. Adesso i sedici della nuova commissione avranno facoltà di collaborare con la Fondazione per dare contributi sui temi della formazione, della ricerca, dell’educazione, della cultura e del benessere sociale. Spetterà ai vertici di via Garibaldi tenerne in debito conto le idee. I sedici sono stati scelti da una rosa di auto-candidature («Nemmeno gli esperti a cui ci siamo rivolti si aspettavano una così grande vitalità e partecipazione» ha detto a Eco di Biella il presidente della Fondazione Crb Michele Colombo) e hanno “fatto squadra” in un fine settimana trascorso insieme alla Trappa di Sordevolo, con ospite tra gli altri anche il direttore di Città Studi Giuseppe Di Stefano. Sono sedici, otto ragazze e altrettanti ragazzi: la più giovane ha 18 anni, il meno giovane 26. Nell’elenco dei nomi si riconoscono Andrea Camurati, presidente di BiYoung, associazione giovanile con dieci anni di vita, il neo-candidato consigliere comunale a Biella Giovanni Bertoglio, pilota di aerei di linea a 25 anni, il componente di Nientedafare a Biella Guglielmo Sangiorgi. Ecco gli altri componenti: Riccarco Barbieri, Emma Barbonaglia, Arianna Bego, Aurora Celano, Arianna Di Palma, Rachele Ferraro Titin, Stefano Foglia, Elisa Furno, Alberto Giardino, Vanessa Porelli, Ilaria Trenta, Alessandro Zanta e Pietro Zedda. E ora, per cortesia, qualcuno provi ad ascoltarli sul serio senza alzarsi prima che abbiano finito di parlare.
Cosa succede in città
Oggi alle 19 a Torino è in programma la prima del docu-film “Al termine della notte”, girato dal regista biellese Michele Burgay. La proiezione è al cinema Fratelli Marx che ha già fatto registrare il tutto esaurito con i posti messi a disposizione in prenotazione anticipata. La pellicola è stata girata tra Torino e Candelo, nelle sale dal sapore antico di Villa Mares
Oggi alle 21 a Biella l’auditorium del lanificio Maurizio Sella ospita la presentazione dell’edizione italiana del libro “The climbers”, raccolta di immagini del fotografo di montagna Jim Herrington. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Candelo l’associazione Vocididonne e il festival Selvatica sono i promotori della proiezione, al cinema Verdi, del film “C’è un soffio di vita soltanto”, documentario del 2021 di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini che narra la storia di Lucy, 95 anni, la donna transessuale più anziana d’Italia sopravvissuta al lager di Dachau. L’ingresso è libero
Fact checking fotografico
La lodevole iniziativa di Federica Valcauda, che ha promosso una sorta di flash mob davanti alla chiesa della Trinità a Biella nel giorno della festa dell’Unione Europea, è stata raccontata così da lei sui social: «Grazie ad Andrea Foglio Bonda di aver accettato l’invito ed essere intervenuto». Inviti che, come ha spiegato lei stessa nella nota ai media, sono stati trasversali «perché sappiamo l’importanza che ha l’Unione Europea anche per i piccoli Comuni». Nella stessa nota ai media si menziona il passaggio alla postazione improvvisata del candidato sindaco di centrodestra Marzio Olivero. Non si cita invece Emanuela Verzella, in corsa per la Regione sotto il simbolo del Partito Democratico, che pure è in bella vista nella fotografia che la stessa Valcauda ha diffuso, prima a destra nell’immagine. Volendo pensare alla buona fede della militante radicale, può darsi non l’abbia riconosciuta. Oppure la campagna elettorale rende miopi e mostra agli occhi solo le presenze più vicine al proprio schieramento. Oltre che candidata alle Europee con “Siamo europei”, la coalizione nata attorno ad Azione e a Carlo Calenda, Federica Valcauda è anche candidata a consigliera comunale con CostruiAmo Biella, la seconda lista in appoggio a Foglio Bonda, menzionato nella nota. Azione alle elezioni regionali sostiene il centrodestra e il candidato presidente Cirio.