Le due velocità
L’ospedale di Biella è, formalmente, un corpo unico. Ma dentro le mura di via dei Ponderanesi convivono realtà estremamente differenti: ci sono reparti come ostetricia che hanno fatto registrare nel 2023 il record di nuovi nati in città o come urologia che, con medici sapienti e tecnologie all’avanguardia, attirano pazienti anche da fuori provincia. Poi ce ne sono altri come gastroenterologia, protagonista della crisi che è finita sulle pagine dei giornali in questi giorni. Le novità più recenti si sono sviluppate nel giro di 24 ore in un giorno di festa. Prima c’è stata la fotografia della situazione di Eco di Biella: tre medici in meno nel giro di sei mesi, una sola rimasta in organico e, dal 20 maggio, tutte le prenotazioni per visite ed esami che risultano sospese. Non solo: a pagarne le conseguenze sarebbe stato anche il programma di screening Prevenzione Serena per la diagnosi precoce dei tumori al colon retto che, in provincia, è condotto insieme al Fondo Edo Tempia: senza medici che effettuano e leggono i test, il rischio sarebbe stato di un brusco stop, a pochi mesi dalla decisione della Regione di ampliare ai maggiori di 50 anni (e non di 57 come in precedenza) l’accesso all’esame gratuito. Il tempo di riporre il giornale appena letto e su Newsbiella ecco la buona sorpresa: sarà attivata una convenzione con l’azienda sanitaria di Torino che, dal 29 aprile (cioè lunedì) al 7 giugno manderà due volte la settimana i suoi specialisti dagli ospedali San Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Martini per effettuare le colonscopie ambulatoriali. Nel frattempo l’Asl di Biella proverà a rimpiazzare i medici che hanno lasciato il posto. Ancora due velocità? L’ospedale si è dotato di un robot chirurgico con il contributo del terzo settore e beneficerà allo stesso modo di una sala ibrida per cui è partita una raccolta fondi lavora per essere al passo con i tempi della medicina e collabora, con il progetto della clinicizzazione (finanziato a sua volta in parte con fondi del terzo settore, con l’aiuto di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondo Edo Tempia), con l’ateneo di Torino concedendo la guida universitaria per alcuni reparti. Lo stesso ospedale rischia di dover chiudere un reparto perché non trova specialisti in una condizione di lavoro difficile rivelata da una lettera di un ex medico proprio di gastroenterologia, Alberto Azzoni che ne è stato primario e ora è in pensione, pubblicata da La Provincia di Biella. Narra del messaggio ricevuto da uno dei medici che hanno abbandonato: «Proveniva da un collega con cui ho condiviso il mio lavoro negli ultimi anni. Triste e rassegnato, mi ha confermato ciò che già sapevo da tempo: lascia a causa di condizioni di lavoro non più accettabili, a causa di turni pesantissimi, impacci organizzativi ingiustificabili, mancanza di prospettiva di qualificazione e arricchimento personale». Secondo Azzoni, i numeri confermano la scarsa appetibilità di un posto a Biella: «Si faranno i concorsi, ma con quali speranze se all’ultimo recente bando i medici presentatisi sono stati addirittura uno? La giustificazione della direzione sarà che purtroppo non c’è nulla da fare. Peccato che a un analogo recente bando nella vicina Ivrea i candidati siano stati invece molti di più. Perché? La risposta la danno i giovani specializzandi dell’area torinese che dicono, all’incirca: ma che veniamo a fare a Biella dove ci opprimerebbero solo in turni di massacrante routine e non impareremmo nulla?».
Ipse dixit
“Basilicata: stravince il centrodestra. Non ci hanno visti arrivare perché impegnati a rileggere il famoso monologo”
(Meme condiviso su Facebook da Davide Zappalà, assessore ai Lavori pubblici di Fratelli d’Italia, il 24 aprile)
Pezzetti di storia persi
Per i biellesi con più anni e più memoria ci sono due cartelli “vendesi” appiccicati a vetrine spoglie e buie che lasciano una sensazione di vuoto, come un pezzo di panorama a cui si è abituati e che sta cambiando senza rimedio. Da qualche lustro via Cottolengo, quasi all’angolo con piazza Adua (quando ancora si chiamava “la rotonda” perché era l’unica della città), è la casa della foto-ottica Fighera. Sergio ne fu lo storico fondatore, oltre che l’uomo che attraverso il suo obiettivo ha documentato i fatti grandi e minuti della città, dall’assassinio terrorista del vicequestore Francesco Cusano agli eventi sportivi, fino ai matrimoni e alle prime comunioni. Fuori dal negozio, appese ai muri lungo il marciapiede, c’erano le bacheche che in primavera si tappezzavano di “provini” di foto di gruppo di cresime e prime comunioni. Per scattare le immagini dei gruppi più grossi, Sergio Fighera aveva sempre con sé, nel bagagliaio dell’auto, una scala pieghevole per poter avere un punto di vista più in alto. Sergio venne affiancato nel tempo dal figlio Giuliano, scomparso nel febbraio dell’anno scorso a 62 anni. Ai funerali il padre ha mostrato tutta la fatica e il peso degli anni, insieme al dolore, così come la moglie Verena a lungo dietro il bancone del negozio mentre marito e figlio erano al lavoro a scattare foto in mezzo Biellese. Ora sul negozio c’è il cartello “vendesi”. Le bacheche lungo via Cottolengo sono già state rimosse.
Quella di via Bertodano non è la sua sede storica, ma il marchio, che è anche un cognome, sì che lo è. Mersi è stata una delle storiche cartolerie del centro: Giacomo Mersi era il capostipite che diede il nome all’attività commerciale. Nella rete degli archivi biellesi è conservata una sua carta intestata del 1886. Più o meno da allora, è stata una vetrina del centro al servizio di scolari e degli uffici. Quando era in via XX Settembre, rivaleggiava in storia e clientela con Bonda, che invece era più su in via Italia. Poi arrivò in via San Filippo la modaiola Briglia, con i quaderni di Snoopy e gli zainetti Naj Oleari. Nessuna delle tre è là dove era un tempo. Bonda, dalla sede accanto a Gli Orsi, ha fatto posto a Gardenville e oggi è a Gaglianico. Mersi era in via Bertodano da qualche anno. Oggi anche sulle sue ex vetrine c’è scritto “vendesi”.
Cosa succede in città
Oggi alle 10,30 a Oropa c’è un’anteprima dell’apertura stagionale del giardino botanico con una visita guidata “on demand” che comprenderà anche le tre nuove aree allestite per quest’anno, con l’aiuola degli impollinatori per attirare gli insetti che spargono il polline in natura, la valletta delle acidofile e la nuova ala del roseto. Dal 1 maggio il giardino accanto alla stazione di valle della funivia aprirà ogni sabato e domenica calle 10 alle 18
Oggi alle 19 a Biella comincia allo spazio Hydro di via Cernaia la serata dedicata alla festa della Liberazione. L’appuntamento più atteso è alle 21,30 con il monologo di Max Collini, già voce degli Offlaga Disco Pax, tratto dal suo libro “Storie di antifascismo senza retorica”. Prima e dopo spazio alla musica con, alle 19, Le Primule Rosse e, alla fine dello spettacolo di Collini, con i Cleptocantautorao. Ingresso con tessera Arci o Anpi, entrambe rinnovabili a 10 euro
Oggi alle 20,30 a Biella torna in campo la serie A femminile di calcio con la partita tra Juventus e Inter valida per il girone-scudetto. Allo stadio La Marmora-Pozzo si entra gratis: biglietti a disposizione a questo link
Oggi alle 21 a Valdilana la rassegna “CineFood” al cinema teatro Giletti porta gli spettatori a Helsinki, dove si svolge la storia di “Foglie al vento”, film del 2023 del regista finlandese Aki Kaurismaki. La proiezione sarà accompagnata dal commento dell’esperto di cinema Fabio Cancelliere. Biglietti a 8 euro, ridotti a 6
Il 25 aprile e la par condicio
Nacque, la par condicio, quando c’era un candidato alle elezioni politiche che aveva anche tre canali televisivi e sembrò opportuno trovare un modo per limitarne lo strapotere mediatico. Gli anni, numerosi, di Silvio Berlusconi al potere o nelle sue immediate vicinanze dicono che non è cambiato granché per via della norma. In compenso, in nome della parità di accesso al mondo della comunicazione in campagna elettorale, sono state introdotte pratiche un po’ cervellotiche che, se applicate alla lettera, darebbero vita a situazioni curiose. Un esempio? Il 25 aprile è una di quelle ricorrenze civili dove è normale vedere in prima fila persone con la fascia tricolore, nel loro ruolo istituzionale di sindaci, a rappresentare la cittadinanza come è nel loro ruolo. Ma da quando scatta la par condicio, la loro presenza anche a una manifestazione squisitamente istituzionale come una festa nazionale diventa una questione da dibattere. Si narra (ma non ne esistono conferme ufficiali) che la Prefettura abbia sollevato dubbi sulla possibilità di far intervenire o meno Claudio Corradino, sindaco di Biella, alla commemorazione del 24 aprile. Come sia andato il presunto braccio di ferro, sta nelle fotografie, nei video e nelle testimonianze dei presenti: Corradino ha preso posto sul palco degli oratori e ha rivolto un breve saluto alle persone radunatesi ai giardini Zumaglini prima di cedere la parola agli altri interventi. È come se avesse aperto la strada ai suoi colleghi primi cittadini della provincia: tutti coloro che avevano una commemorazione in programma sul loro territorio hanno partecipato con tanto di fascia e sono intervenuti, che avessero in mente di candidarsi alla prossima tornata elettorale oppure no. Lo stesso Corradino in realtà non si ripresenterà per la poltrona più importante di palazzo Oropa ma dovrebbe far parte della lista del suo partito, la Lega, il che forse avrebbe reso comunque rilevante l’applicazione della par condicio. Alla manifestazione di mercoledì erano presenti almeno due dei pretendenti al suo posto, Marta Bruschi del centrosinistra e Andrea Foglio Bonda dei civici centristi di Buongiorno Biella. C’erano anche l’assessora regionale leghista Chiara Caucino e il consigliere regionale e compagno di partito Michele Mosca. Non c’era Marzio Olivero, il candidato di centrodestra storico militante di Fratelli d’Italia, così come nessun altro componente del suo partito. Nel 2023 si era visto, accompagnato dalla scorta, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.