Le elezioni per cui non votiamo
Il termine tecnico è “elezioni di secondo grado” perché sono chiamati a votare non tutti i cittadini ma i loro rappresentanti. Nel Biellese l’appuntamento per il rinnovo del consiglio provinciale (ma non del presidente che resterà il sindaco in quota Pd di Occhieppo Superiore Emanuele Ramella Pralungo) è per domenica 29, un passaggio quanto mai necessario perché dalle ultime amministrative molte cose sono cambiate: alcuni consiglieri comunali, requisito minimo per essere eletti anche all’assemblea ristretta di via Quintino Sella, non lo sono più. Un esempio su tutti è Federico Maio, entrato in quota liste civiche centriste nella precedente tornata, ma prima rimasto fuori dagli ultimi giochi elettorali dopo la scelta del suo leader Dino Gentile di rientrare nel centrodestra e poi, a quanto narrano i soliti bene informati, disposto alla “desistenza” in cambio della presenza nelle liste di Forza Italia di persone di sua fiducia, entrambe (Françoise Fiorenzo e Filippo Monteleone) elette a palazzo Oropa. Altri invece hanno mutato schieramento: lo stesso gruppo caro a Gentile era più vicino al centrosinistra mentre oggi è organico al fronte opposto. L’esito delle urne di maggio infine ha mutato gli equilibri: dal momento che a votare sono i consiglieri comunali dell’intera provincia, uno in più di uno schieramento e uno in meno di quello avversario pesano eccome. L’ultimo non irrilevante dettaglio è che il voto è ponderato: uno non vale uno ma porta in dote il peso delle persone che rappresenta. Il consigliere comunale di Biella, in soldoni, pesa assai di più di quello di Gifflenga. Gli schieramenti nel Biellese sono votati al più rigoroso bipolarismo: di qui il centrodestra compatto e con la lista civica di Dino Gentile, che si è candidato, di là un campo largo che mette insieme centrosinistra, Movimento 5 Stelle e Buongiorno Biella, raggruppamento che esiste solo nel capoluogo ma che, per il peso dei voti dei suoi tre consiglieri, vale un bel po’. Ecco i nomi: per il centrodestra il già citato Gentile sarà accompagnato da un altro ex preside come Pier Ercole Colombo, consigliere a Cossato, dal sindaco di Cavaglià Mosè Brizi, dall’assessore di Sagliano Matteo Russo e dalla componente femminile, con Elisa Pollero prima cittadina di Gifflenga, le consigliere di Zumaglia e Callabiana Beatrice Ronco e Arianna Zanola e la vicesindaca di Mongrando, oltre che candidata non eletta alle Regionali per Fratelli d’Italia, Simona Coda. Dall’altra parte ci sono ben quattro sindaci: Mario Carli di Valdilana, Roberto Locca di Ponderano, Riccardo Lunardon di Sordevolo e Raffaella Molino di Pralungo. Arrivano dal consiglio di Biella Riccardo Bresciani e Paolo Rizzo, colui che più da vicino ha seguito l’annosa partita della pedemontana. Debora Ferrero è vicesindaca di Ronco e su di lei dovrebbero convergere i voti dei tre civici di opposizione a Biella città. Sono in consiglio comunale a Strona Alessandro Bardone, a Cossato Barbara Bancheri e a Cavaglià Savina Fariello, attiva quest’ultima nel Movimento Valledora e nelle sue battaglie legali contro l’inceneritore all’ex Zincocelere. Ne saranno eletti dieci. Per il rinnovo del presidente, invece, bisognerà attendere la fine del 2025, al termine dei quattro anni di mandato di Emanuele Ramella Pralungo. Anche in questo caso voteranno i consiglieri comunali.
Ipse dixit
“Quando mandi i tuoi figli a scuola non c’è nessuna possibilità che tornino da te di un genere differente. Ma c’è certamente la possibilità che non tornino per nulla. Nonostante questo, alcuni tra voi sono molto preoccupati per la prima eventualità mentre se ne infischiano della seconda”
(Dal post social di Mike Hall, statunitense, ex giocatore di Pallacanestro Biella oggi residente a New York e padre di un ragazzino)
Il primo giorno in via Carso
Il traffico che dalle 8 del mattino va un po’ più piano per una buona mezz’ora, le auto non sempre posteggiate a regola d’arte a bordo strada, perfino un vigile a mantenere ordine tra strisce pedonali e uno dei principali accessi a Biella, specie nell’ora di punta: via Carso ha vissuto ieri il suo debutto come sede di una scuola in più. Adesso nel raggio di pochi metri ci sono l’elementare Collodi (in via Zara), la media Salvemini e la De Amicis, nella sede provvisoria degli ex uffici Biverbanca che avevano già ospitato nei mesi della pandemia il centro vaccinale. Qui arriverà entro la fine del mese anche l’asilo Cerruti, sfrattato dalla sua sede originaria giudicata inagibile. E qui, ha promesso il Comune ai genitori preoccupati, troverà spazio anche un semaforo pedonale a chiamata per rendere più sicuri gli attraversamenti ora che si prevede un viavai di bambini e famiglie nelle ore di inizio e di fine lezione. Per il primo giorno ci ha pensato un agente della polizia municipale che ha fermato a braccia spalancate le auto impazienti quando dovevano passare alunne e alunni a piedi. La coda, più che sopportabile, si è allungata fino quasi alla rotonda della stazione. Il primo messaggio è, per chi transita di lì la mattina, di muoversi con un po’ di anticipo. Il secondo è di rispettare rigorosamente i limiti di velocità che, sul rettilineo di via Carso, si tendono a sforare. Le classi della De Amicis torneranno nella loro casa di via Orfanotrofio alla fine dei lavori di risistemazione dell’edificio, un cantiere visitato anche dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara nei mesi passati, a ridosso delle elezioni. Quelli della Cerruti, che troveranno spazio una volta adeguato il primo piano dell’ex Biverbanca, sopra la sede di quello che era il centro vaccinale, dovranno aspettare più a lungo per una soluzione definitiva. Il Comune punta a demolire la scuola pericolante e a ricostruirla nello stesso posto con i soldi che erano già stati stanziati per il rifacimento del polo scolastico del Thes, progetto accantonato in fretta. Ma è una scelta che prevede tempi non esattamente rapidi. Nel frattempo il Comune spenderà 2mila euro al mese, più le spese a suo carico per l’adeguamento, per l’affitto dello spazio di via Carso.
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 a Vigliano l’Oropa Music Festival fa tappa al castello di Montecavallo con un evento intitolato “Concerto DiVino”. Suoneranno i violinisti Lora Markova e Pietro Genova Gaia, i violisti Cassia Drake e Paul Zientara, e la violoncellista Stéphanie Huang e, aggiungendo 10 euro al prezzo del biglietto (15 euro ridotti a 10 per gli under 30) si potrà aggiungere una degustazione dei vini del castello. Prenotazioni a questo link
Oggi alle 19 a Chiavazza tornano i caffè letterari di Vocididonne. Il primo appuntamento è all’aperto, all’ombra della grande sequoia di strada del Bottegone e con Enrico De Luca che presenterà letture dal libro “Pane del bosco” di Chandra Candiani. Ci si prenota al 338.1473720
Due perle dalla capitale del crimine
È vero, la rubrica settimanale di questa newsletter esce sabato, ma ci sono due notizie apparse sui bisettimanali locali che catturano l’attenzione al punto che è impossibile aspettare due giorni in più. “Musica e schiamazzi” recita la prima riga del titolo de Il Biellese di martedì, lasciando immaginare una delle solite storie che finiscono con la telefonata ai carabinieri, la preghiera di abbassare il volume e buonanotte (letteralmente) ai suonatori. Ma poi il titolo va avanti così: «Ma la festa è in Comune». Era, scrive il cronista, la festa di fine estate della Pro loco di Borriana organizzata nel cortile del municipio. Ed è quello che hanno constatato le forze dell’ordine trovandosi davanti la sindaca, i consiglieri e soprattutto il permesso che consentiva di fare festa fino alle 2 del mattino, ora in cui in effetti si sono spenti gli altoparlanti, per la gioia degli anonimi vicini lamentosi. Il titolo di ieri de La Provincia di Biella iniziava invece così: “Sparito da agosto”. Sembra un caso da “Chi l’ha visto?” e in effetti lo ha pensato anche la proprietaria dell’alloggio di Ponderano che, non vedendo da tempo il suo inquilino, ha fatto una segnalazione ai carabinieri. Le prime ricerche non avevano dato esito: perfino il datore di lavoro non lo vedeva dal giorno in cui era scaduto il contratto e non era più suo dipendente. Poi ecco la sorpresa: «Al termine di altri accertamenti» scrive il bisettimanale «i militari sono riusciti a sapere che l’uomo era in realtà stato arrestato dalla polizia per un residuo di pena che dovrà finire di scontare in carcere». Non è sparito, in sintesi, ma è in prigione.