Le idee dei sindaci
Ci sono due casi in pochi giorni in cui i sindaci del territorio sembrano decisi ad avere voce in capitolo, o almeno a provarci. Il primo riguarda il raddoppio della strada Trossi, progetto che sembrava pronto al via ma che si è incagliato nel dissidio tra il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo (Partito Democratico) e la maggioranza dei consiglieri, espressione del centrodestra. Hanno vinto per ora i secondi che hanno fermato la variazione di bilancio che avrebbe messo a disposizione i 6,7 milioni di fondi per portare a due corsie per senso di marcia il tratto dai confini con Biella alla rotonda con le strade che portano a Candelo e Sandigliano, poco prima del ponte ferroviario della tratta con Santhià. Proprio Ramella Pralungo ha chiamato in assemblea i sindaci (anche suoi colleghi dato che è primo cittadino di Occhieppo Superiore) per chiedere manforte. Sembra che l’abbia ottenuta stando alle cronache de La Stampa che ha riportato le reazioni di alcuni di loro. «Il consiglio» ha detto Gianfranco Bosso di Pettinengo «ha bocciato tutto e annullato la volontà dei rappresentanti del territorio». «Sono dispiaciuto del fatto che le elezioni amministrative influenzino gli umori» ha aggiunto Roberto Blotto di Sala. Così Anna Maria Zerbola, di Cerrione: «Questo passo indietro ci coinvolge tutti, io non ho partiti alle spalle e liberamente dico che questo modo di fare propaganda non mi piace». E così Katia Giordani di Quaregna-Cerreto: «Lasciamo da parte le appartenenze politiche e non cestiniamo quanto fatto fino a oggi». Le cronache narrano anche di una mezza sollevazione quando Claudio Corradino, sindaco leghista di Biella, ha difeso la scelta dei consiglieri di centrodestra definendo la Trossi una strada «non ad alto impatto». Per ora, in verità, si resta al duello verbale: la sostanza non cambia e il progetto è ancora nel cassetto. Dovrebbe esserne ormai uscito quello del museo del tessile, l’altro tema su cui i sindaci del territorio si sono fatti vivi. Anche in questo caso sono stati coinvolti dai diretti interessati con il direttore dell’Unione industriale Pier Francesco Corcione che li incontrò alla precedente assemblea dei primi cittadini: in quell’occasione illustrò il progetto che vede come padri Uib, Fondazione Cassa di risparmio di Biella e Fondazione Pistoletto e che ha ricevuto un contributo ministeriale di due milioni. L’obiettivo era chiedere ai municipi di partecipare alla gestione ordinaria del museo, che ha un fabbisogno di 370mila euro annui una volta aperta la sede in via Cernaia, in uno stabile del complesso di Cittadellarte accanto allo spazio Hydro. L’assemblea storse il naso, guidata da Corradino che scoprì, all’epoca, dell’iniziativa solo dai media nonostante fosse sul territorio della sua città. Nel frattempo però Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza e militante di Fratelli d’Italia come il fratello sottosegretario, si è fatta avanti per partecipare a un tavolo di confronto a cui vorrebbe portare una proposta alternativa: «E' un progetto bellissimo, che io però immagino a Palazzo Cisterna, nel cuore del quartiere medievale della città, e non alla Fondazione Pistoletto. Abbiamo una storia che merita di essere ricordata ed è giusto che sia l'Unione industriale a celebrarla, insieme alle Fondazioni». Ma l’ipotesi sembra complicata per almeno due ragioni: Cittadellarte è partner del patto che sta alla base del nuovo museo e mette a disposizione non solo la sede ma anche sostegno economico che probabilmente non garantirebbe se la casa della storia tessile fosse altrove. Palazzo Cisterna invece è già stato promesso come polo di formazione e lavoro da Elena Chiorino, assessora regionale (l’edificio storico appartiene proprio alla Regione) e compagna di partito di Francesca Delmastro. La convivenza non sembra compatibile. Ci sarebbe anche una ragione più pratica: la Fondazione Pistoletto è certamente uno dei poli d’attrazione della città per un pubblico non biellese e spesso non italiano. Allontanare da lì il nuovo museo vorrebbe dire tarpargli già un poco le ali pensando al numero di potenziali visitatori.
Ipse dixit
“In un mercato del lavoro in continua evoluzione credo che il concetto di formazione si debba declinare sempre più in termini di occupabilità”
(Giuseppe Distefano, neodirettore di Città Studi, a Il Biellese)“Andrete all’università e il mio consiglio è di fare quello che vi detta il cuore, un lavoro lo troverete: può non essere facile e non rendervi ricchi ma non credete a chi vi dice che finirete disoccupati”
(Alessandro Barbero, storico e docente universitario in congedo, a studentesse e studenti del liceo Alfieri di Torino, frase riportata da La Stampa)
Dopo il maltempo
Le grafiche buffe fanno ridere e forse aiutano a tenere a bada la rabbia, quella che il cittadino medio munito di profilo social riversa in forma di commento iracondo sotto ogni post possibile, criticando investimenti pubblici e dicendo che sarebbe meglio spendere soldi per la manutenzione delle strade. Ma il problema è annoso e non è un’esclusiva biellese: l’ultima settimana (finalmente) piovosa ha lasciato il segno sulle strade di mezzo nord-ovest. Basta una rapidissima occhiata ai siti web dei giornali locali per scoprire che nuove e pericolose buche si sono formate sulle vie di città e paesi in Piemonte ma anche oltre-Ticino da Como a Varese, dalla Brianza a Lodi. Nulla di sorprendente insomma e, purtroppo, nulla che sia semplice risolvere perché, per farlo in modo radicale senza rattoppi provvisori, serve innanzitutto aspettare la bella stagione (il bitume è come una colla e ha bisogno di clima secco e caldo per aderire) e poi servono tanti soldi e tempi incompatibili con le esigenze di una città, che sia Biella o qualsiasi altra, legata a doppio e triplo filo al trasporto su gomma per qualsiasi attività quotidiana. C’è un’intervista che l’edizione milanese del Corriere della Sera fece più di dieci anni fa a Maurizio Crispino, docente universitario esperto in costruzioni di strade: «La manutenzione, ormai, tocca solo gli strati superficiali, con spessori sempre più esigui: le risorse pubbliche, del resto, sono sempre meno» disse Crispino. «L’effetto combinato della pioggia, col passaggio dei mezzi, è una bomba. Si creano sovrappressioni che “sputano” fuori terra dal basso». E ancora: «È difficile “quadrare” le buche in profondità, sanarle dov’è il danno. Da una parte c’è una obiettiva carenza di fondi. Dall'altra, i tempi più lunghi dei cantieri sarebbero incompatibili con le condizioni di traffico: provocherebbero code enormi, paralizzerebbero la circolazione». È difficile quindi anche prendersela con il sindaco o il presidente della Provincia di turno, anche se non è una bella immagine quella del panorama dei coni stradali o delle segnalazioni provvisorie a indicare le buche più profonde e pericolose in via Carso, via per Candelo, corso Europa e lungo le provinciali. La perturbazione è passata e il massimo che potranno fare tecnici comunali e provinciali sarà mettere rattoppi provvisori appena l’asfalto si sarà asciugato. Piuttosto, meglio sottolineare anche l’efficacia che per una volta ha avuto il meccanismo di prevenzione. Domenica la provincia era in allerta arancione, il secondo grado di pericolosità per fenomeni idrogeologici. Già da sabato si sapeva che le due strade di accesso a Bielmonte sarebbero rimaste chiuse per l’allarme che l’Arpa Piemonte aveva diffuso per il rischio di valanghe. L’onda di maltempo è quindi passata facendo male soprattutto alle strade ma non provocando disagi seri (se non forse la chiusura per smottamenti dalla collina della Mongrando-Settimo Vittone) né altri danni a persone o cose. Anche qui il commento social su Bielmonte è stato ripetuto più di una volta, sottolineando l’apparente paradosso della stazione sciistica chiusa quando nevica. Domenica seggiovie e skilift sono rimasti fermissimi anche a Pila, Cervinia, Gressoney (dove una valanga gigantesca ha bloccato la strada e isolato la valle), come nella vicina Valsesia. Si chiama prevenzione, quella che quando viene dimenticata ci fa gridare allo scandalo. Almeno stavolta che l’abbiamo vista all’opera, forse, sarebbe meglio fare silenzio.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella il ciclo degli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca propone una conversazione sull’arte: Luciano Quaregna parlerà sul tema “Più di 100 milioni per un quadro, chi li ha spesi e che cosa ha comperato”. Nella sala convegni della Fondazione Cassa di risparmio di Biella di via Gramsci l’ingresso è libero
Oggi alle 17,30 a Biella una doppia conferenza animerà l’appuntamento con il “tè delle donne” al Fondo Edo Tempia. La vicepresidente del Garden club Nicoletta Ramella Pezza racconterà la storia del profumo Chanel N°5 mentre Adriana Paduos, direttore sanitario del Fondo, parlerà di prevenzione dei tumori femminili. Tè e biscotti sono offerti. Tra le partecipanti che contribuiranno ai programmi del Fondo Edo Tempia con una donazione sarà messa in palio una confezione di Chanel N°5
Oggi alle 18,30 a Biella è in programma nelle sale di palazzo Boglietti (via Rosselli angolo via Piacenza) la conferenza spettacolo “Bella la crisi climatica ma non ci vivrei”, di e con l’ingegnere ambientale Giovanni Mori, autore del podcast quotidiano “News dal pianeta Terra” per LifeGate e una delle voci che animano il movimento Fridays for Future ispirato agli scioperi del venerdì di Greta Thunberg. La conferenza sarà replicata domattina all’Itis solo per le scuole
Oggi alle 21 a Biella al cinema Mazzini sarà proiettata la versione restaurata in 4K di “Lupin III, il castello di Cagliostro”, film di animazione diretto da Hayao Miyazaki. Una replica è prevista anche domani alla stessa ora
Oggi alle 21,30 al Piazzo il concerto del martedì del Biella Jazz Club propone il Perelli Trio con Enrico Perelli all’organo Hammond, Massimo Serra alla batteria e Max Carletti alla chitarra
La foto del giorno
Elisa Longo Borghini, campionessa italiana in carica e due volte medaglia di bronzo nella prova in linea alle Olimpiadi, ha tagliato il traguardo in seconda posizione alla “Strade bianche”, la classica di apertura della stagione del ciclismo. Nella foto, scattata poco oltre la linea di arrivo di piazza del Campo a Siena, si scorge anche il biellesissimo logo di Lauretana. L’acqua minerale di Graglia sta iniziando l’ultimo dei suoi tre anni come fornitrice e sponsor di tutte le corse organizzate da Rcs, il gruppo legato a La Gazzetta dello Sport che mette la sua firma anche su Giro d’Italia e Milano-Sanremo, per citare le gare più celebri. Il percorso della San Francesco al Campo-Oropa, seconda tappa del 5 maggio del Giro di quest’anno, sfiorerà soltanto Graglia e lo stabilimento dello sponsor ma non impedirà agli striscioni di comparire in bella vista davanti alle telecamere della tv negli ultimi chilometri di ogni tappa. Elisa Longo Borghini, verbanese di nascita, si è sposata in estate con Jacopo Mosca, pure lui ciclista professionista e piemontese che ai tempi delle categorie giovanili aveva disputato tre stagioni con la maglia rossonera dell’Ucab, l’Unione ciclo alpina biellese.