Le nomine delle feste
Sono stati giorni di nomine in alcune istituzioni di peso biellesi, come l’Azienda sanitaria locale e il santuario di Oropa. Nel primo caso decideva la Regione e ha optato per la continuità: la guida resta a Mario Sanò, arrivato nel giugno del 2021 per prendere il posto del commissario Diego Poggio, in carica per due anni e mezzo dopo aver rimpiazzato in corsa Gianni Bonelli che aveva scelto un incarico in Lombardia lasciando la sanità pubblica piemontese. Di Sanò si era detto essere stata una scelta di compromesso, in mezzo a un biellesissimo braccio di ferro tra due assessore regionali della prima giunta-Cirio, Elena Chiorino (Fratelli d’Italia) e Chiara Caucino (Lega). A tre anni e mezzo di distanza invece non sembrano esserci stati dubbi, anche con i rapporti di forza cambiati in seno al centrodestra. Sanò ringrazia e promette impegno sui punti stabiliti dalla Regione stessa: «Riduzione delle liste d’attesa, introduzione di turni serali e festivi e l’avvio di progetti per il pronto soccorso anche nell’ambito dell’umanizzazione e particolare attenzione troverà la ricerca clinica e scientifica» sono state le sue parole a Il Biellese. Insieme è arrivata la promessa di istituire la figura di un direttore socio sanitario «che operi con i sindaci sul territorio per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità e per collegare il servizio sociale a quello sanitario». È un tema particolarmente caldo in un periodo in cui uno dei problemi più scottanti è la carenza di medici di base che obbliga a soluzioni in cui i dottori sono condivisi per non lasciare nessuno senza assistenza. Sempre nei giorni scorsi è arrivata la decisione del sindaco di Biella Marzio Olivero a cui spetta la nomina di metà, quella di parte laica, dell’amministrazione del santuario di Oropa, caso pressoché unico di istituzione religiosa a guida mista, in cui la parte ecclesiastica si mischia a quella dell’ente pubblico. Anche in questo caso per l’incarico più importante c’è stata una riconferma, quella di Giancarlo Macchetto ad amministratore delegato: 78 anni, ex manager nel mondo della grande distribuzione, è al terzo mandato a Oropa dal 2010 in poi. Restò fuori solo nella tornata di nomine dell’unica giunta di centrosinistra dal 2009 a oggi. Accanto a Macchetto ci saranno solo volti nuovi, alcumi dei quali con una matrice politica indiscutibile. Se Stefano Garbaccio Zanat è un avvocato senza esperienze amministrative, Alessio Ercoli è stato capogruppo della Lega nella passata legislatura a Biella, per poi non essere rieletto. Luca Motto, membro supplente del consiglio, è invece un militante di Forza Italia.
Ipse dixit
“Oropa esiste perché c’è la Madonna. Qui palpita un’aura mistica alla quale tutto quello che si fa è riferito. Questo è il nodo centrale del nostro lavoro. La gente sente quest’aura, la vive. Mentre le chiese sono purtroppo sempre più vuote, a Oropa le Messe richiamano sempre tantissimi fedeli. La pulizia del volto della Vergine è avvenuta davanti a 600 persone. Si sentiva il calore della gente. Si dovrà continuare a sentirlo”
(Giancarlo Macchetto, riconfermato amministratore delegato di parte laica del santuario di Oropa, intervistato da La Provincia di Biella)
Le pagelle delle feste
È arrivato il momento di quelle pagine che tutti fingono di ignorare ma che poi si finiscono per sfogliare con ansia. Le pubblica La Provincia di Biella nell’ultimo numero di ogni anno con le pagelle dei promossi e dei bocciati tra i personaggi pubblici dei dodici mesi che si avviano a terminare. Proprio loro, i protagonisti più in vista della vita della città, aspettano di vedere come sono andati, salvo poi fare spallucce se hanno finito l’anno con un’insufficienza. Il bisettimanale però non ha scelto tra politica, sport o spettacolo per eleggere i biellesi dell’anno: sono due, i genitori di Erika Preti, la giovane donna uccisa dal fidanzato mentre erano in vacanza in Sardegna. L’uomo è stato condannato a trent’anni per omicidio ma dall’autunno scorso sconta la pena agli arresti domiciliari per le precarie condizioni di salute, giudicate incompatibili con il carcere. La misura alternativa doveva essere provvisoria e rivalutata dopo un anno ma a novembre, alla scadenza dei termini, non era ancora nemmeno stata fissata l’udienza, una situazione che non si sbloccherà prima dell’anno nuovo. Nel frattempo il comprensibile e umano sfogo dei genitori è finito spesso sui giornali, per averlo spesso incontrato per strada in città. L’uomo ha il permesso di uscire per poche ore al giorno, principalmente per recarsi in ospedale per le terapie che dovrebbero aiutarlo a risolvere i suoi problemi di salute: obesità, insufficienza cardiaca, quasi impossibilità a muoversi se non con una sedia a rotelle. Al dolore dei genitori della vittima, si abbina il desiderio di inflessibilità dell’opinione pubblica che, senza mezzi termini, rivorrebbe l’omicida in carcere. Giova ricordare che non è libero, ma agli arresti domiciliari e che, stando alle perizie, restare in cella per lui avrebbe significato faticare a sopravvivere. Quello che è indiscutibilmente doloroso è il ritardo con cui il sistema giudiziario sta facendo attendere per rivalutare la sua situazione: in un Paese che, quando si parla di carcere, ama fissare il principio della certezza della pena, sarebbe doveroso avere certezze anche nei tempi di udienze e ricorsi. Quanto agli altri promossi, i voti più alti sono andati a Stefania Massera, imprenditrice nella pasticceria di famiglia e da giugno sindaca di Sala, Marisol Castellanos, la ballerina vicecampionessa di Amici, Vittorio Musso per i successi del Biella Rugby, Marta Florio per quelli della rassegna di birre artigianali BollediMalto e Claudio Negro, storico volto del soccorso alpino. Sono soprattutto politici invece i bocciati, guidati dall’ex sindaco del capoluogo Claudio Corradino. Dietro la lavagna con lui la vicepresidente della Regione Elena Chiorino, la guida della Provincia Emanuele Ramella Pralungo, l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, gli sconfitti delle amministrative Marta Bruschi e Tony Filoni. Ma si prende un bel 3 un “non-personaggio”: la funicolare del Piazzo con i suoi guai irrisolti. C’è un “non classificato” per Andrea Delmastro, osannato dai suoi sostenitori e attaccato dai detrattori, in entrambi i casi senza mezze misure. Il giornale così si chiama fuori: «Lasciamo ai lettori il giudizio».
Cosa succede in città
Oggi alle 11 a Oropa tornano le visite guidate al santuario con un itinerario che comprende la basilica antica, gli appartamenti reali e il museo dei tesori. Si parte dai cancelli dell’ingresso La partecipazione costa 8 euro a persona
Oggi alle 16,30 a Biella è tempo di cinema allo spazio Hydro di via Cernaia: sarà proiettato “Dilili a Parigi”, film d’animazione del 2018 diretto da Michel Ocelot. L’ingresso è gratis. Per chi ha più di 14 anni è necessaria la tessera Arci
Oggi alle 17 a Piedicavallo viene replicato lo spettacolo che Teatrando ha dedicato a Guglielmo Marconi nei 150 anni dalla sua nascita. L’appuntamento, a ingresso libero fino a esaurimento posti, è al teatro Regina Margherita. Alle scene recitate si alternerà la voce narrante dello storico Danilo Craveia
Riaccesa
Non è durato a lungo l’inconveniente (tecnico o per mano umana, chissà…) alla scritta della discordia di piazza La Marmora. Ettore Macchieraldo, il presidente del circolo ambientalista Tavo Burat, aveva notato e reso noto per primo lo spegnimento della metà delle polemiche, quel “Xmas” che vuol dire Natale in inglese e “Decima Mas” per chi ha nostalgie del corpo militare fedele al fascismo e alleato del nazismo fino al 1945. Poi è ripassato da piazza La Marmora, per documentare con un’altra fotografia social che il guasto era stato riparato e che la luminaria era tornata a brillare nella sua interezza davanti a villa Schneider, luogo simbolo della violenza di occupazione e dittatura visto che lì aveva sede la polizia politica tedesca e lì venivano condotti per interrogatori e torture i partigiani catturati. «Perseverare è diabolico e a volte ritornano» è stato il commento di Macchieraldo che, insieme al circolo Tavo Burat, è stato tra i primi critici per la decisione di non spostare la luminaria da quella piazza. Nel frattempo è arrivata una manifestazione di solidarietà al sindaco Marzio Olivero dopo le contestazioni di domenica scorsa alla commemorazione dell’eccidio di Riva dove era stato accolto (anche) da cartelli e striscioni e dalla voce di Gabriele Urban del Partito marxista leninista che gli ha rinfacciato la presenza sul suo profilo Facebook dell’immagine «di Almirante fucilatore di partigiani». «Abbiamo trovato fuori posto, per il luogo e il momento, la rumorosa contestazione al sindaco» è il testo del comunicato firmato da Giuseppe Paschetto, coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle, e da Karim El Motarajji, neoconsigliere comunale dello stesso partito. «La sacralità del luogo e del momento, anche se di sacralità laica si trattava, avrebbe dovuto suggerire di soprassedere». Paschetto ed El Motarajji erano presenti entrambi alla commemorazione.