Le scuole di serie A
Non ha molto senso definire graduatoria, almeno nel Biellese, quella stilata da Eduscopio, il rapporto sullo studio e il mondo della scuola in Italia stilato ogni anno dalla Fondazione Agnelli. Quando, per esempio, il liceo Sella risulta il miglior classico della provincia, è perché alle spalle non ha un avversario sul territorio. Meglio provare a guardare i due dati principali che l’analisi mette sul piatto osservando quello che accade ai diplomati una volta lasciati gli istituti superiori: quanti entrano nel mondo del lavoro e quanti si iscrivono all’università. Quanto al primo parametro, si conferma alta la percentuale degli ex allievi dell’Ipsia Galileo Ferraris che in due anni hanno ottenuto un impiego: il 69%, più di due su tre. Ma nel 2021 erano il 77%, tre su quattro. Seguono con il 60% (stabile) l’istituto alberghiero Zegna, istituto Bona e Iti Quintino Sella affiancati al 55% con il primo che ha guadagnato un punto percentuale mentre il secondo ne ha perso uno. Sono sotto il 50% l’istituto Sella di Mosso (46% ma a +6 rispetto al 2021) e il Vaglio Rubens (44%, +1), ora inglobato nel Gae Aulenti, con i suoi indirizzi per geometri e agrario. Quanto all’università, la scuola biellese che vede il maggior numero di studenti immatricolati dopo il diploma è il liceo scientifico Avogadro e non è una sorpresa dato il numero alto di iscritti. Il linguistico del liceo cossatese batte quello del Sella di via Addis Abeba, così come lo scientifico tecnologico dello stesso istituto supera quello dell’Iti. Non esiste un dato provinciale, ma quello nazionale dice che cresce il numero di studentesse e studenti che al primo anno di facoltà non riescono a superare nemmeno un esame. Sono saliti del 4,2%, un disagio che secondo il presidente della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto potrebbe avere cause negli anni difficili appena trascorsi: «L’emergenza sanitaria e le drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020 potrebbero avere indotto a iscriversi all’università chi in altre situazioni non lo avrebbe fatto» è la sua dichiarazione riportata da La Stampa. «Una volta superata la fase più critica, in molti hanno rinunciato. Questi dati offrono comunque ulteriori indizi e segnali d’allarme a proposito delle fragilità emotive causa pandemia».
Ipse dixit
“Se in tribunale viene deciso che tu che hai assassinato la tua compagna con cinquantasette coltellate dopo sei anni puoi aver diritto di tornare a casa per curarti, allora è il caso di chiedersi se è il luogo idoneo, se la tua famiglia è in grado di aiutarti o se è meglio una struttura riabilitativa che ti supporti e ti aiuti nell’elaborare quanto hai commesso. E, ancora più fondamentale, un supporto a quella famiglia che ritiene che l’assassino ha commesso una ragazzata”
(Alessandra Musicò, referente della sezione femminile del Partito Democratico biellese, in un intervento su La Provincia di Biella)
Gli scolari di serie B
In provincia di Biella gli studenti stranieri delle scuole di ogni ordine e grado nel 2021/2022 erano 1.584, pari all’8,09% del totale di chi è iscritto a un istituto dall’asilo alle superiori. Il numero è in leggero calo, più come valore assoluto che come percentuale, rispetto al recente passato, sintomo che, come dicono altri dati, l’immigrazione sta rallentando ma anche della possibilità che qualcuno nel corso del ciclo di studi abbia acquisito la cittadinanza per diritto di famiglia perché hanno completato l’iter complicato i loro genitori. Lo status di “straniero” è quello che li definisce secondo la legge, ma molti di loro sono nati in Italia o ci sono arrivati da così piccoli da poter dire che non hanno conosciuto nessuna cultura e nessun sistema scolastico diverso dal quello del nostro Paese. È un tema che il sindaco di Torino Stefano Lo Russo (Partito Democratico) ha proposto con forza in un’intervista pubblicata ieri su La Stampa: «Nelle scuole primarie della nostra città ci sono 25 mila bambini italiani e quasi 9 mila stranieri. Ma di questi alunni senza cittadinanza, quasi l’80% è nato sul nostro territorio. Stesso discorso per le medie. Parliamo di bambini che vivono gomito a gomito insieme con i loro coetanei, giocano con loro, studiano con loro la nostra storia, la nostra letteratura, imparano a coniugare correttamente i verbi della lingua italiana. Ma sanno di non essere italiani. A questi bambini voltiamo le spalle». Ogni tentativo di mutare la legge con lo ius soli (diritto di cittadinanza automatico per chi è nato qui) o lo ius scholae (cittadinanza per ragazze e ragazzi che hanno completato gli studi in Italia) per ora si è arenato di fronte alle polemiche politiche, con la sinistra a provarci e la destra a frenare. Dice un rapporto di Save the Children che il 60 per cento degli studenti ancora stranieri è al Nord e, sul totale, otto su dieci sono nati in Italia. Nel Biellese dal 2019/2020 al 2021/2022 ragazze e ragazzi non italiani sono diventati 123 in meno, ma il totale della popolazione scolastica è crollata da 21.024 a 19.577. Si fa notare anche un altro dato, questa volta positivo: l’unico indirizzo scolastico in cui il numero di stranieri cresce è quello delle superiori, 41 in più gli iscritti in un anno. Se scuola significa integrazione, frequentarla più a lungo vuol dire entrare più a fondo nel tessuto del territorio, ma anche “farsi i muscoli” per guadagnare posizioni lungo la scala sociale rispetto alla generazione precedente, come avevano fatto i figli degli immigrati del Sud tanti anni fa.
Cosa succede in città
Oggi alle 17,15 a Vigliano è in programma l’ultimo incontro del ciclo “Travolgenti passioni”, dedicato ai film prodotti e realizzati nei decenni passati dai cineamatori biellesi. L’appuntamento è dedicato ad “Anatomia di una città”, girato con scarsi mezzi e tanto entusiasmo dal Biella Cineclub nel 1963. Conduce Maurizio Pellegrini. L’ingresso alla biblioteca Aldo Sola è libero
Oggi alle 18,30 a Biella il saggista Paolo Vites presenta il suo libro “Rock ‘n roll suicide”, in dialogo con Barbara Volpi. Il testo racconta le storie tragiche delle stelle della musica travolte dalla depressione. L’appuntamento è alla libreria Giovannacci di via Italia e porta anche la firma di Hope Club, il gruppo giovane diocesano
Oggi alle 21 a Candelo il cinema Verdi diventa anche un punto di raccolta per l’altra iniziativa di Hope Club, la colletta di cd da portare in carcere intitolata “La mia ora di libertà” che vuole creare un’audioteca nella struttura di via dei Tigli. Oltre a consegnare i dischi, si potrà assistere alla proiezione del film “Alta fedeltà” (Usa, 2000) di Stephen Frears, tratto da un romanzo di Nick Hornby e ambientato in un negozio di dischi indipendente. Dopo il film ci sarà un intervento del saggista Paolo Vites. Ingresso a 6 euro
Oggi alle 21 a Biella un teatro Odeon completamente esaurito ospiterà “Il poeta che non sa parlare”, lo show del cantante napoletano Nino D’Angelo
Numb3rs
Sono state 174 nel 2022 le richieste di aiuto arrivate agli sportelli della rete di sostegno alle donne vittime di violenza in provincia. Il dato, riportato ieri da La Stampa, contiene anche un segnale d’allarme preoccupante nell’aumento di quelle nella fascia di età più giovane. Nel dettaglio, 92 su 174 donne sono di nazionalità italiana, 79 hanno figli minorenni. Insieme al centro antiviolenza, hanno raccolto le segnalazioni e fornito assistenza l’ospedale e i servizi sociali del territorio. Sono state nove le donne accolte nella casa-rifugio che nel Biellese ha un indirizzo segreto per far sentire al sicuro le ospiti, certe che i loro persecutori non possano trovarle. Sette di loro sono entrate nella casa protetta con i loro bambini. Secondo Ilaria Sala, consigliera di parità della Provincia, è necessario cambiare rotta su molti fronti, dalla responsabilità personale all’educazione, ma c’è anche il problema della giustizia: «In molti tribunali non si riconoscono le dinamiche della violenza e questo influenza le decisioni relative all’affidamento dei minori, che non vengono tutelati. Va meglio dal punto di vista penale ma con la giustizia civile devi risolvere la vita pratica delle persone. Se concedi un affidamento congiunto e uno dei genitori è violento, non fai altro che aumentare le sue occasioni per praticarla».