Le statistiche degli spostapoveri
Dice la leggenda che per un ritardo – uno solo - dello Shinkansen, il treno ad alta velocità delle ferrovie giapponesi, chieda scusa perfino il ministro e offrano le loro dimissioni macchinista, capotreno e catena di comando da lì in su. Poi ci sono le ferrovie nostrane, da ieri per i 6abiellesi parte del sistema di spostapoveri, per le quali è il caso di sentirsi sollevati se i ritardi sono stati solo per il 6 per cento dei treni in circolazione. A tenere metodicamente il conto è il comitato dei pendolari biellesi che, ogni bimestre, spedisce le statistiche in giro, soprattutto a Torino dove sta di casa l’Agenzia regionale della mobilità e (ovviamente) l’assessorato ai Trasporti. Il 93,97% di arrivi in orario sulla tratta tra Biella e Santhià è salutato con gioia anche perché, come osserva Paolo Forno, portavoce dei pendolari, alcuni dei ritardi in direzione di Biella sono causa diretta di quelli sulla Torino-Milano: Trenitalia e Rete ferroviaria italiana hanno adottato «maggiore e apprezzabile flessibilità nelle coincidenze», rendendo possibile «un miglioramento rispetto al passato per quanto riguarda i flussi di passeggeri, andando così ad evitare lunghe attese nelle stazioni di interscambio». Attese dovute al fatto che, se il Santhià-Biella fosse partito con puntualità, i passeggeri avrebbero dovuto sedersi al binario aspettando quello dell’ora dopo. Ma niente illusioni: se una delle tratte ha risultati accettabili, sulle altre si zoppica eccome. I quattro diretti Biella-Torino per esempio hanno un indice di puntualità del 77,27% (uno su quattro in ritardo, in soldoni) spinto verso il basso dal +300% di ritardi rispetto al bimestre precedente del primo treno della mattina in direzione del capoluogo. C’è anche una settimana nerissima, quella tra il 14 e il 21, in cui si è arrivati in orario meno di una volta su due. Poi c’è il Biella-Novara: 72,83% dei treni puntuali, quindi più di uno su quattro no, e trenta soppressi in due mesi. Il rapporto dei pendolari lo definisce un risultato «insufficiente». Non basta? C’è un fenomeno che si sta riscontrando sul regionale veloce Torino-Milano: treni con meno vagoni e quindi in cui è impossibile trovare posto e, a volte, riuscire a scendere o salire. Due sono le ragioni possibili, ma sono solo supposizioni: una campagna di manutenzione del materiale rotabile o meno personale che obbliga a ridurre la capienza per restare nei parametri di un certo numero di addetti a bordo rispetto a quello massimo possibile di passeggeri. In passato è accaduto che, per questa ragione, i vagoni viaggiassero ma chiusi mentre sugli altri ci si accalcava come sardine in scatola. Un treno strapieno accumula ritardo perché le operazioni in ogni stazione di fermata diventano più lunghe: più lenta la discesa, più difficoltosa la salita di chi viaggia. E i disagi per chi ha già sopportato le magagne degli spostapoveri biellesi, si accumulano.
Ipse dixit
“Sarò forse anche infantile, un po’ fanciullesco, ma l’idea di vedere sfilare questo potente mezzo che dà il prestigio, con il gruppo operativo mobile sopra, di far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, credo sia una gioia… è sicuramente per il sottoscritto una intima gioia”
(Dal discorso di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, alla presentazione di un nuovo veicolo a disposizione della polizia penitenziaria per il trasferimento dei detenuti sottoposti alla misura del carcere duro)“Questa frase l’ha detta pochi giorni dopo l’ottantesimo suicidio in carcere, di quei detenuti di cui Delmastro dovrebbe occuparsi. Qui non me ne frega niente della destra o della sinistra. Sulle carceri hanno fatto schifo tutti, se ne fottono tutti. Ma c’è un livello di disumanità che fa paura in questo caso, tanto che mi viene da pensare una roba ridicola: vorrei che lunedì non andasse in onda questo episodio perché vorrei che lunedì Delmastro non fosse più al suo posto. Vorrei che a un certo punto qualcuno dicesse qualcosa su questa disumanità. Lo so che non sarà così, lo so che sarà ancora lì. Però mi piacerebbe non andare in onda con questa puntata perché sarebbe un tocco di umanità in questa merda di disumanità”
(Luca Bizzarri, attore, scrittore e comico, preannunciando su Instagram il contenuto dedicato alla frase di Delmastro della puntata di lunedì del suo podcast quotidiano “Non hanno un amico”)
Finalmente quel bus
Parte a gennaio la linea di bus che collega la stazione ferroviaria a Città Studi, come scrive La Stampa citando l’assessore ai Trasporti di Biella Edoardo Maiolatesi (Forza Italia). La promessa-garanzia che ogni singolo candidato sindaco aveva fatto in primavera in campagna elettorale ci ha messo qualche mese a diventare realtà, anche perché attuarla costa: Atap amplia il servizio solo in presenza di investimenti, leggi contributi diretti, da parte degli enti locali. Biella ha evidentemente trovato i soldi sui capitoli di spesa dell’anno nuovo: le corse saranno sette al giorno da piazza San Paolo verso il polo scolastico e universitario e otto in direzione opposta. La tratta che modificherà il suo tragitto è quella in partenza da Chiavazza, catturando così un po’ di utenza che invece non deve raggiungere Città Studi. «Il Comune» ha annunciato Maiolatesi al quotidiano «metterà le risorse per la corsa sperimentale che sarà da gennaio a giugno con quattro viaggi al mattino e tre al pomeriggio e otto corse al ritorno verso il centro città. Il servizio potrà poi diventare effettivo dal settembre prossimo». La richiesta di avere un collegamento non riguardava solo il mondo dell’università ma anche quello delle scuole superiori che sempre più hanno a Città Studi la valvola di sfogo a problemi di spazio delle loro sedi centrali. Tocca per esempio al liceo scientifico come rimarca, sempre su La Stampa, Tommaso Lovisetto della Consulta provinciale giovanile: «Molti dei miei compagni sono costretti a farsi accompagnare perché il viaggio in bus è un miraggio».
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Candelo comincia la seconda giornata del Borgo di Babbo Natale al Ricetto. La manifestazione chiuderà le sue porte e le sue postazioni alle 19. L’ingresso costa 8 euro se acquistato all’ingresso e 6 se comprato in anticipo su internet a questo link. Entrano gratis bambine e bambini dai 12 anni in giù
Oggi alle 10 a Sordevolo c’è la seconda domenica del Mercatino degli angeli, la classica manifestazione prenatalizia nel paese della Passione. Resta aperto fino alle 18. Entrare costa 2 euro a persona ed è gratis per i bambini fino a 12 anni e per i residenti
Oggi alle 11 a Oropa tornano le visite guidate al complesso del santuario che toccano la basilica antica, il museo dei tesori e gli appartamenti reali. Partecipare costa 8 euro a persona. Il ritrovo è davanti al cancello del santuario
Oggi alle 17 a Cossato il teatro comunale di piazza Tempia ospita uno degli eventi della staffetta della generosità degli Amici dell’ospedale che guidano la raccolta di fondi per la sala ibrida: sale sul palco il Biella gospel choir. L’ingresso è a offerta libera
La domenica sportiva
Oggi alle 11,15 a San Vittore Olona si disputa la “Cinque mulini”, grande classico del calendario della corsa campestre nazionale e internazionale. Sarà l’ultima gara in carriera della campionessa biellese Valeria Roffino, più volte azzurra su pista, su strada, nei cross e nella corsa in montagna
Oggi alle 12,30 a Biella torna la serie A femminile di calcio: la Juventus attende allo stadio La Marmora-Pozzo il Sassuolo per difendere il suo primo posto. Biglietti da 1 a 10 euro disponibili a questo link
Oggi alle 14,30 a Borgomanero gioca in trasferta la Biellese, leader del campionato di Eccellenza maschile di calcio - Oggi alle 15,30 a Paese ricomincia il campionato di serie A di rugby con una trasferta per il Biella Rugby in casa della capolista, a punteggio pieno dopo le prime quattro giornate
Un golfista in serie A
A una buca dalla fine Gregorio De Leo era fuori dai primi 22 della finale della Qualifying School, una delle due strade di accesso al World Tour, il principale circuito mondiale del golf professionistico. Quella buca era la numero 108 di una gara infinita, durata sei giorni più uno: quello supplementare, all’Infinitum golf di Tarragona in Spagna, era dovuto a un’allerta maltempo, imposta dalle autorità di protezione civile per il timore del ritorno di una tempesta come quella che ha devastato Valencia. Il giorno prima dello stop i giocatori erano stati fermati perché sul percorso c’era la minaccia dei fulmini. Tornando a quell’ultima buca, al biellese del Golf club Le Betulle serviva un miracolo. I miracoli nel suo sport si chiamano “eagle”, ovvero portare a destinazione la pallina con due colpi in meno rispetto a quelli previsti dalla mappa del percorso. Ci è riuscito, guadagnando tre colpi e una quindicina di posizioni in classifica nelle ultime tre buche. L’impresa è di quelle degne dei libri di storia dello sport locale, come si conviene all’epica delle rimonte: solo pochi mesi fa qualcosa di simile era riuscito alla spadista Vittoria Siletti nella semifinale a squadre dei Mondiali, con un ultimo assalto che ha permesso di recuperare undici stoccate al Canada e di dare all’Italia la certezza della medaglia. Per Gregorio De Leo, classe 2000, è un obiettivo raggiunto in tempi assai brevi: due anni fa vinceva l’Alps Tour, il circuito terzo in ordine di importanza. Per due stagioni ha gareggiato nel Challenge Tour, un gradino più su, con l’obiettivo di arrivare al livello più alto. Ci è riuscito da giovanissimo, diventando il secondo sportivo biellese al massimo livello di un circuito professionistico individuale dopo il tennista Stefano Napolitano, che quest’anno ha raggiunto la sua miglior posizione nella classifica mondiale al 121° posto (ora è 171°).