Le vere spostapoveri sono le auto
Come Isfort, l’agenzia governativa che censisce le abitudini degli italiani sui trasporti, sia entrata nel dibattito sui servizi pubblici a Biella è facile da ricordare: l’ha citata Alessandra Guarini, avvocata e consigliera comunale di Fratelli d’Italia, in un controverso dibattito in cui si parlava di programmazione delle opere e delle finanze cittadine, ma si era finito per parlare di bus e treni. Guarini aveva raccontato di aver letto con attenzione il rapporto Isfort pubblicato nel 2023 e, citandolo, aveva rimarcato come la popolazione in progressivo invecchiamento fosse più abituata a usare l’auto rispetto ai mezzi pubblici. Il rapporto diceva anche altro, e cioè che la carenza dei servizi era una delle ragioni che spingevano la gente a salire in macchina e la timidezza delle politiche pubbliche per favorire gli spostamenti più ecologici (isole pedonali, piste ciclabili) aveva fatto il resto. Nel frattempo però è uscito il rapporto del 2024, anticipato da Il Sole 24 Ore, che ribadisce il concetto aggiungendo un ingrediente in più: si pensa che il trasporto pubblico sia un servizio per i meno abbienti invece, così come è strutturato adesso in Italia, sono la fascia di popolazione che è quasi costretta a servirsi dell’auto. L’economista Carlo Carminucci, coordinatore della ricerca, parla di «una tendenza legata al reddito, un aspetto clamoroso e inedito che inchioda le fasce di reddito più basse all’uso dell’auto privata. Può sembrare un paradosso ma in realtà è un campanello d’allarme che segnala una carenza preoccupante di servizi nelle periferie che costringe le persone a spostarsi con mezzi propri». Sostituire il termine “periferie” con “zone interne” fotografa la situazione del Biellese, dove sono state ridotte da poco le corse dei bus tagliando quelle con la media passeggeri più bassa e dove quelle dei treni non sono mai tornate, specie nei fine settimana ai livelli di prima della pandemia. Il Sole 24 Ore cita anche le cifre nazionali, insieme alle parole del ricercatore: il 72% di chi dichiara meno di 15mila euro di reddito annui usa l’auto, quota che scende al 60% tra chi invece guadagna più di 25mila euro. Allo stesso modo nelle periferie gli utenti che dichiarano di spostarsi di preferenza con i mezzi pubblici crollano al 5%. Insieme ci sono anche le prospettive legate al calo demografico: meno utenti ci sono, e meno utenti giovani in età in cui è necessario spostarsi per recarsi al lavoro, meno domanda di mezzi pubblici ci sarà. Se le cifre nude e crude sembrano un invito al disimpegno (ammesso che non stia già accadendo, date le risorse da centellinare per una voce di spesa costosa), Carlo Carminucci a Il Sole 24 Ore non vede i dati come una buona notizia, così come non promuove le scelte di politica ed enti locali: «Il tema centrale è la programmazione, le politiche dei trasporti urbani che purtroppo sono ancora molto carenti. Senza una strategia convintamente alternativa agli spostamenti più tradizionali e inquinanti si riesce a spostare poco».
Ipse dixit
“Mentre a Biella Fratelli d’Italia spiega che i trasporti ferroviari non servono, perché si deve usare l’automobile privata, la Regione inaugura il diretto Asti-aeroporto di Caselle. Un altro passo avanti per gli altri, mentre a Biella ci governano le Marie Antoniette alle quali devi solo dire che va tutto bene se no siamo disfattisti. Grazie alla Regione per la chiarezza con la quale dimostra che ci sono figli e figliastri”
(Paolo Furia, consigliere comunale del Pd, sul suo profilo Facebook)
Intanto, sui treni
Il giovedì della nevicata è stato complicato anche per chi viaggiava sui treni, con una pagina in più da aggiungere al libro dei disagi che magari qualcuno poserà sul tavolo oggi alle 16,30 quando in Provincia si riunirà il cosiddetto “tavolo treni” alla presenza dell’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi (Forza Italia). Già la mattina, per esempio, quando ancora non era caduto nemmeno un fiocco, si sono guastati in rapida successione due dei (troppi) passaggi a livelli della Biella-Novara. L’ovvia conseguenza è stata dover sopportare ritardi e cancellazioni per almeno tre ore, praticamente l’intera fascia della mattina. Poi è arrivato il pomeriggio, con le nuvole grigie in cielo e il manto bianco per terra. Qui i guai si sono verificati sulla Biella-Santhià, a smentire l’antica leggenda che, quando nevica, i treni sì che sono sicuri e puntuali, non come le auto. Chissà come fanno in Norvegia, ma potrebbero spiegare all’Italia il segreto per riuscire a far circolare dei normalissimi regionali anche quando è inverno in zona quasi alpina. Sta di fatto che la tratta ha fatto registrare qualche soppressione in fascia serale che ha tagliato le gambe anche a chi, vista la condizione delle strade e i ritardi dei bus di linea, stava cercando di raggiungere casa con un mezzo alternativo al trasporto su gomma. È il caso, per esempio, di chi studia da pendolare all’Università del Piemonte Orientale a Vercelli, città vicina ma notoriamente più facile da raggiungere con i mezzi dell’Atap che con quelli di Trenitalia che costringe a un cambio a Santhià o Novara. Il bus di fine lezioni, quello del tardo pomeriggio, è rimasto impantanato nella nevicata costringendo a un’attesa lunga e inutile chi ci voleva salire. Qualcuno ha scarpinato fino alla stazione ferroviaria in cerca dell’alternativa per scoprire che la via più breve, quella in direzione di Santhià, era altamente sconsigliata per le soppressioni di cui sopra. Quindi tutti in viaggio verso Novara e da lì in direzione di Biella. Peccato che, una volta saliti sulla propria auto o su quella dei congiunti arrivati a dare un passaggio, proprio la stazione San Paolo era lungo la direttrice corso Europa-via Carso, una di quelle su cui si procedeva a passo d’uomo per l’ingorgo gigante post-nevicata. «Ormai sistematicamente ogni settimana siamo davanti a disagi continui con ritardi importanti, ma anche soppressioni» è stato il commento amaro di Paolo Forno, portavoce dei pendolari biellesi, a La Stampa. «Viaggiare in questo modo non attrae di certo nuovi utenti. Sono ormai anni che insistiamo su questo aspetto, ma il servizio continua a rimanere con i soliti problemi». Oggi ci sarà modo di ripeterlo anche davanti alla Regione, sperando che lamentarsi abbia qualche conseguenza.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Cossato sarà proiettato nella sala conferenze di Villa Ranzoni il film “C’è ancora domani”, opera prima del 2023 di Paola Cortellesi che ne è anche protagonista. L’appuntamento fa parte delle manifestazioni legate alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne
Oggi alle 18,30 a Biella si parla di donne e alpinismo alla biblioteca Frassati di piazza Curiel con la guida Anna Torretta e lo scrittore e giornalista Enrico Camanni. L’ingresso è libero
Oggi alle 18,30 a Biella si celebra al circolo Sociale di piazza Martiri il centenario della morte di Giacomo Puccini con il concerto della soprano Ivanna Speranza, accompagnata dal pianista Michele Nurchis. L’organizzazione è dell’Accademia Perosi
Oggi alle 21 a Biella si presenta il libro dedicato al “Cristo della domenica”, affresco custodito nella Sala delle corporazioni del Duomo, che ospiterà anche i due autori Luca Bertinotti e Margherita Melani. La serata fa parte del progetto Sia Luce, della Diocesi e della galleria d’arte Bi-Box
Oggi alle 21 a Biella si torna a parlare della fotografa palermitana Letizia Battaglia allo spazio Hydro di via Cernaia, sul cui palcoscenico sarà rappresentato lo spettacolo teatrale “Battaglia in bianco e nero, raccontare Letizia”, scritto e diretto da Pietra Salva. Biglietti a 10 euro
Oggi alle 21 a Biella Antonio Albanese porta il suo spettacolo e i suoi numerosi personaggi al teatro Odeon, per uno degli appuntamenti fuori abbonamento della stagione teatrale. A ieri sera restavano a disposizione solo due biglietti, per poltrone non una accanto all’altra, in galleria acquistabili a 34,50 l’uno a questo link
Oggi alle 21,15 a Biella l’auditorium di Città Studi ospita la proiezione di fotografie di “L’angolo dell’avventura” scattate in un viaggio in Myanmar da Dario Giombelli. L’ingresso è libero
Numb3rs
Sono 5,2 i milioni di euro che la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella mette a disposizione del territorio nel 2025, una cifra che verrà divisa nei tre capitoli di attività principali: educazione e ricerca (il 33% della somma), arte e cultura (il 36%) e salute pubblica e territorio per il restante 31%. Per ogni erogazione e ogni bando ci sarà una finalità di fondo, come ha spiegato il presidente Michele Colombo a La Stampa: «Ogni singolo progetto verrà verificato e filtrato anche in funzione della sua efficacia rispetto al tema demografico». La Fondazione, in sintesi, investirà con lo scopo di attrarre abitanti: «Se pensiamo alla Biella del futuro non vogliamo nuovi biellesi per creare una città dormitorio ma una comunità che cresce. È una nostra responsabilità». Una responsabilità che però, secondo Colombo, deve restare delimitata negli ambiti propri di ogni realtà, posto che sarà necessario lavorare tutti insieme per fermare «il masso che sta rotolando» del calo della popolazione: «Sul tema della cultura la Fondazione si sta prendendo il compito di fare da capofila. Sarebbe insensato se decidesse di farlo sui treni che pure sono un altro settore strategico. La Provincia è deputata ad affrontarlo e noi la supporteremo».