L'ennesima inversione a U sulla Trossi
Per essere un lunghissimo rettilineo, la Trossi sembra essere una strada piena di curve e strettoie almeno dal punto di vista amministrativo. Sembrava trovato l’accordo tra maggioranza 1 (il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo del Partito Democratico) e maggioranza 2 (i consiglieri che hanno più del 50 per cento dei voti, che sono di centrodestra) per il raddoppio del tratto fino alla rotonda al bivio verso Candelo e Sandigliano. È di lunedì su Eco di Biella la notizia che i consiglieri di centrodestra hanno di nuovo cambiato idea. «Ci pare di assistere a un’operazione architettata da Brighella» è la frase più passivo-aggressiva del comunicato diffuso ai media che affronta punto per punto i dettagli critici del progetto: scarsa comunicazione con i proprietari delle attività industriali e commerciali lungo la strada («La preservazione delle attività attualmente funzionanti deve essere una priorità»), ruoli e compiti non ben definiti tra Biella e Gaglianico che nel frattempo aveva approvato per la sua parte il progetto con il voto contrario della consigliera vicina alla Lega Barbara Cozzi (che è anche consigliera provinciale), l’assenza di un progetto di ampio respiro per arrivare a una strada a doppio senso di marcia fino a Villanova (dove è prevista la realizzazione di una nuova rotonda, con un contributo regionale): «Ci viene richiesto di indebitare gli abitanti della provincia per trent’anni per un progetto che non si sa se velocizzerà i collegamenti per Vercelli, Torino e Milano. Questa visione a breve raggio nell’amministrare non ci appartiene». Quindi i consiglieri di centrodestra voteranno contro alla variazione di bilancio che libererebbe le risorse per il progetto da 6,7 milioni nel consiglio di lunedì 29. Il tutto, ovviamente, salvo ulteriori inversioni a u: il centrodestra si era già opposto una volta, con la palla buttata in tribuna da Emanuele Ramella Pralungo che aveva rinviato il voto in consiglio in attesa di chiarimenti. Era dicembre e pochi giorni dopo, era mercoledì 27, una riunione alle 8 del mattino sembrò aver trovato un’intesa. «Grazie al lavoro di tutti ora pensiamo ai fatti» disse Ramella Pralungo. «Non siamo mai stati contrari ma abbiamo sottoscritto il verbale solo oggi perché abbiamo visto una vera apertura nel recepire tutte le nostre proposte» aggiunse Edoardo Maiolatesi (Forza Italia), portavoce del centrodestra. In meno di un mese è cambiato tutto e chissà se cambierà ancora. Il presidente della Provincia non è stato prodigo di dichiarazioni: «Ho letto dai giornali» ha detto a Il Biellese «e non ho ricevuto comunicazioni ufficiali».
Ipse dixit
“Oggi c’è un ambito cruciale dell’economia che si occupa di rendere concreta, economica e conveniente la sostenibilità. Vedo l’opportunità di trovare noi molte di quelle soluzioni, quei brevetti e quelle produzioni che sono più efficienti e meno inquinanti e che saranno i prodotti vincenti del futuro. Abbiamo sia il potenziale, penso alle università sul territorio, sia buone capacità, sia l’infrastruttura produttiva. Si tratta di reinterpretare culturalmente e socialmente gli elementi che già guidano la società. Nel Nord Ovest c’è questa capacità”
(Pietro Sella, amministratore delegato del gruppo Sella, in un’intervista a La Stampa)
I guai delle autostrade qui intorno
Una minaccia è scampata, quella della chiusura della Torino-Aosta per un viadotto nuovo non collaudato, ma una resta: i camion e gli autobus che non possono percorrere il tratto Ivrea-Santhià per colpa di un altro viadotto si riversano sulla strada provinciale che attraversa Viverone e Cavaglià. E la situazione di traffico moltiplicato e di mezzi pesanti nel centro dei paesi resterà fino all’estate. I sindaci dei due Comuni si sono sfogati con La Stampa. «Sono molto preoccupato» dice Renzo Carisio dal municipio di Viverone «per la sicurezza stradale degli automobilisti e dei cittadini». Aggiunge Mosè Brizi da quello di Cavaglià: «La situazione in centro paese è insostenibile». Il viadotto che rischiava di bloccare la Torino-Aosta era stato ricostruito da poco ma tra società che gestisce l’autostrada e ministero delle Infrastrutture c’era una discussione su chi aveva effettuato il collaudo e se era la procedura corretta. A sbloccare la situazione a 24 ore dalla chiusura ci ha pensato un incontro in Prefettura a Torino, per il sollievo del presidente della Regione Alberto Cirio (Forza Italia). Il viadotto della Camolesa della bretella Santhià-Ivrea invece resta transitabile solo alle auto e ai camion più leggeri. I tir devono uscire dall’autostrada a Ivrea e rientrare a Santhià o viceversa. Il percorso alternativo è quello che costeggia il lago e attraversa Viverone e Cavaglià. Se nel primo caso c’è allarme per il traffico maggiore che arriverà nella bella stagione insieme ai turisti («Ci provocherà non pochi disagi nei prossimi mesi» ha detto Carisio), è l’imbuto di via Rondolino a preoccupare Cavaglià. Qui c’è anche un restringimento in corrispondenza dello stabile che ospitava la casa di riposo, ora in disuso: «Quel caseggiato ormai fatiscente» dice Brizi «è considerato dalla Soprintendenza un bene storico da proteggere. Se ci fosse stato concesso di abbatterlo, come era in progetto, il problema della viabilità di Cavaglià sarebbe stato risolto».
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Cossato gli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca propongono una conferenza du Fulvio Conti sulle origini della storiografia nella Grecia antica. L’ingresso nella sede di via Martiri della Libertà 14 è libero
Oggi alle 18,30 a Biella cominciano le manifestazioni legate alla Giornata della memoria, la ricorrenza che ricorda le vittime dell’Olocausto. Simone Ghelli terrà una lezione alla libreria Giovannacci su Primo Levi, lo scrittore che sopravvisse ai campi di concentramento, tratta dal suo saggio “La vita è ingiusta”. L’ingresso, che fa parte del calendario fuori stagione della rassegna letteraria Fuoriluogo, è libero
Oggi alle 21 a Candelo al cinema Verdi si proietta “Kissing Gorbaciov”, documentario di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alfiè sul doppio concerto prima in Salento e poi in Unione Sovietica che mise insieme gruppi rock di oltrecortina e musica indipendente italiana, tra cui i Cccp che rendono l’appuntamento imperdibile per i fans della band di Giovanni Lindo Ferretti. L’ingresso è a 6 euro, l’organizzazione è curata dal gruppo giovanile diocesano Hope Club
Gigi Riva e la partita che non giocò mai a Biella
Il libro-ricordo che fu dedicato alla vittoria dello scudetto del 1970 fu intitolato “Cagliari, squadra simpatia”. Probabilmente in almeno la metà delle fotografie pubblicate c’era il protagonista di quel piccolo miracolo sportivo che in fondo piacque anche a chi tifava una rivale. Era Gigi Riva, scomparso lunedì sera nella città dove era rimasto per tutta la carriera di calciatore e per il resto della sua vita. Aveva 79 anni e proprio nel 1970 il pubblico di Biella, tra cui tutti i numerosi sardi che avevano cercato fortuna emigrando sotto il monte Mucrone, fu a un passo dal vederlo da molto vicino allo stadio La Marmora. C’era già una data per l’amichevole: mercoledì 2 settembre. I rossoblù si sarebbero presentati con il tricolore sulla maglia per tenere i muscoli caldi tra le due partite di Coppa Italia contro Livorno e Pisa. Ma la prima delle due lasciò il segno: il Cagliari perse inaspettatamente 2-0 e si fecero male sia Riva sia Angelo Domenghini, entrambi eroi non solo dello scudetto ma anche dei Mondiali in Messico, quelli di Italia-Germania 4-3 (dove Riva segnò il 3-2 su assist di Domenghini) e della sconfitta in finale con il Brasile. L’amichevole saltò perché allora non esistevano rose da trenta giocatori e due infortuni diventavano già troppi con il già leggendario numero 11 che da lì a poche settimane avrebbe chiuso la stagione in largo anticipo dopo un Austria-Italia da cui uscì con una gamba rotta. Il Cagliari, in quel settembre, ringraziò la Biellese per l’invito ma declinò. Gigi Riva arrivò comunque a Biella nel 1978: da ormai ex giocatore, con una carriera segnata anche dalle tre fratture alle gambe, era diventato dirigente. Il Cagliari si stava apprestando ad affrontare la serie B e, il 28 settembre, scelse il Biellese per avvicinarsi alla sfida di campionato con il Genoa. I rossoblù si allenarono a Vigliano e scesero in campo al La Marmora contro la Biellese: finì 2-1 per i sardi che segnarono la prima rete su un rigore provocato dall’ex allenatore del Città di Cossato Maurizio Braghin. Prima del match, Gigi Riva fu premiato con una riproduzione del Battistero da Franco Piras ed Ermanno Strobino, il primo giornalista di Radio Biella e presidente del circolo Su Nuraghe quasi appena nato, il secondo industriale cossatese innamoratissimo di tutto ciò che era sardo, che fu presidente onorario di quel circolo.