Né in stazione né sulla carta
Sarebbe facile ricominciare il periodico aggiornamento sulle brutte notizie legate ai treni e a Biella con l’elenco dei più recenti disservizi: su La Stampa e Il Biellese di ieri, per esempio, si narra dell’ultimo regionale in partenza da Novara che non ha atteso la coincidenza da Milano e si è avviato verso la stazione San Paolo lasciando a piedi sette passeggeri. A completare il disservizio si è aggiunto il personale della stazione novarese che ha promesso assistenza mai arrivata. Invece, archiviato nel libro nero (arrivato probabilmente al trentesimo volume) anche questo fatto, ecco un’altra dimenticanza targata Trenitalia. Nei giorni scorsi, parlando della stagione estiva (e dei relativi nuovi orari) ormai imminente, gli uffici stampa dell’azienda si sono concentrati anche sull’offerta turistica. C’è un’intesa, per esempio, con l’associazione dei Borghi più belli d’Italia per promuovere l’uso del treno per raggiungerli. Biella ne ha due, di pittoreschi centri certificati, Rosazza e Candelo che ha pure una stazione ferroviaria a tiro di passeggiata dal Ricetto. Invece nei 26 itinerari recensiti dal manuale ci sono Vogogna, Orta San Giulio e Mombaldone in Piemonte e Bard in Valle d’Aosta. Candelo no. Non basta: un’altra guida firmata Trenitalia suggerisce le destinazioni legate all’Unesco e al suo patrimonio messo sotto tutela. Il Biellese potrebbe giocare in casa: i sacri monti che comprendono anche Oropa, le palafitte sul lago di Viverone, la città creativa con le sue testimonianze tra arte e industria. Invece ancora niente: tra i 32 siti «da raggiungere comodamente in treno» come redita la guida, ci sono Torino e Ivrea, ancora Orta e le vigne di Langhe, Roero e Monferrato. Biella e dintorni restano fuori. O forse è quell’avverbio, «comodamente», che ha suggerito prudenza agli estensori delle guide, prima di parlare anche di noi.
Ipse dixit
“A Biella si doveva parlare di salute mentale e carcere. Giornalisti, studenti e detenuti, insieme. Là dove è più necessario, in un luogo dove otto persone su dieci assumono psicofarmaci. L’incontro però non si terrà. Lo riporta Altreconomia che era tra gli organizzatori. L’amministrazione penitenziaria forse crede che sia meglio non parlare di certi temi, in certi luoghi, a proposito di censura. Sono curiosa di sapere che ne pensa il ministro Nordio. Intanto voglio fare un appello a tutti i giornalisti e agli educatori. C’è un enorme bisogno di iniziative come queste. Vi metteranno i bastoni fra le ruote, come fanno ogni giorno. Ma dobbiamo insistere perché è fondamentale che i ragazzi sappiano che cosa avviene lì dentro, che ai detenuti sia riconosciuta la loro dignità. Riportiamo l’umanità nelle carceri”
(Ilaria Cucchi, senatrice, attivista per i diritti umani e sorella di Stefano Cucchi, ucciso mentre era in stato di fermo, commentando su Instagram il rinvio dell’incontro previsto per ieri nel carcere di Biella tra studenti, detenuti e il cronista di Altreconomia Luca Rondi)
Dove non te l’aspetti/1
Riccardo Mareschi ha vent’anni, è di Brusnengo e fa il camionista. Anzi, è uno dei più giovani camionisti d’Italia. La sua storia in sintesi è stata raccontata da Il Biellese: prima di affrontare i corsi per imparare a guidare i mezzi pesanti, ha ottenuto attestati di riparatore e conduttore di carrelli elevatori al Cnos Fap, la scuola professionale salesiana, per poi diplomarsi come manutentore meccanico. Ma non si è accontentato di guardare dentro i motori. Il suo sogno era tenere stretto in mano un volante. Così ha affrontato i corsi di scuola guida per i veicoli commerciali, che per una persona della sua età sono più lunghi e complessi: sono richieste 280 ore di test, il doppio rispetto a chi affronta lo stesso percorso da più adulto. Il tempo di mettersi in tasca la patente C ed è stato assunto da un’azienda vercellese che si occupa di trasporti nazionali e internazionali. Il breve racconto del giornale aggiunge che non si tratta di una questione di famiglia ma di una personalissima passione: aveva sempre desiderato fare il camionista.
Cosa succede in città
Oggi alle 20,45 a Occhieppo Superiore è in programma alla biblioteca comunale la presentazione del libro “Dieci giorni alla fine” di Giulio Pavignano. L’autore dialogherà con Laura Zona
Oggi alle 21 a Candelo si apre al cinema Verdi la rassegna “Orizzonti arcobaleno” dedicata ai film che trattano tematiche vicine al mondo Lgbtq+. La pellicola di stasera è “Stranizza d’amuri”, girata nel 2023 da Giuseppe Fiorello. Ingresso a 6 euro
Dove non te l’aspetti/2
Giuliana Cinnirella è un’agente in servizio nel carcere di Biella. Ma è anche una calciatrice della squadra della polizia penitenziaria che in questi giorni, sull’erba in sintetico di San Biagio, sta disputando il torneo degli enti, classica sfida “da dopolavoro” che anima la primavera del pallone amatoriale. La curiosità nasce dal fatto che il torneo è maschile e nella sua squadra, così come nelle altre, è l’unica donna inserita nelle rose dei giocatori tutti maschi. Al gap fisico supplisce con la tecnica, sviluppata in Sicilia, dove è nata e dove ha giocato fino alla serie B con il Catania, e con il Torino femminile. «Ho praticato nuoto fino all’età di 14 anni anche se già da bambina scappavo al campetto per giocare con i miei amici maschi a pallone» ha raccontato a Il Biellese. Il suo ingresso in squadra è arrivato al termine di un lungo corteggiamento da parte dei colleghi uomini: «Da un po’ di tempo mi chiamavano a far parte della rappresentativa ma i molti impegni di questo periodo non mi avevano consentito di accettare». Essere cresciuta contendendo la palla ai maschi nei campetti della Sicilia l’ha aiutata a farsi valere: «Quando c’è da lottare non mi tiro certo indietro. Però devo dire che sono tutti molto bravi con me e magari hanno un pochino più di riguardo nei contrasti». La sua squadra è in lizza con la rappresentativa dei commercialisti per un posto nella finale di domani sera alle 20, dove è già certa di esserci la selezione della polizia.