Non trovare lavoratori
Andrea Amalberto, neopresidente di Confindustria Piemonte, ha evitato gli eufemismi nello spiegare le difficoltà delle imprese a trovare dipendenti, una crisi del lavoro al contrario dopo quella che aveva il marchio della disoccupazione o delle fabbriche che si ridimensionano, esperienze che il Biellese ha provato sulla sua pelle. «La verità» ha dichiarato a La Stampa «è che sta diminuendo il numero di persone che cerca lavoro o che è in condizione di lavorare. Si chiama calo demografico e non è certo una novità. Ma purtroppo sarà sempre peggio. Se proseguiamo così, senza cambiare niente, fra quindici anni non troveremo più lavoratori». Secondo il rapporto periodico di Unioncamere, sono più della metà i posti a disposizione nei prossimi tre mesi in Piemonte per i quali ci saranno difficoltà a reperire i candidati giusti, con picchi dell’85,4% per meccanici, montatori e manutentori e per gli operai edili e, tra i laureati, del 79,8% nel settore chimico e farmaceutico e del 76,7% in quello sanitario e paramedico. Mancheranno anche insegnanti, con il 72% dei posti che sarà difficile coprire. Amalberto individua numerose responsabilità nel problema, non legato solo al calo demografico. Parla di immigrazione difficile, per esempio: «È tempo di vedere i migranti come una risorsa e non un problema» dice, usando una parola per la quale da anni l’ex presidente della Camera Laura Boldrini viene attaccata senza troppa pietà dai “cattivisti”. «Tra loro» prosegue Amalberto «ci sono persone capaci, tecnici e ingegneri. Mettiamo subito i ragazzi nei centri di accoglienza in condizione di lavorare partendo dalla formazione di base, dalla lingua». È un tema che ha sollevato, su La Provincia di Biella, anche il presidente dell’associazione di artigiani Cna Gionata Pirali. «Partecipiamo a tutti i tavoli territoriali legati all’inserimento di lavoratori stranieri. I numeri però non bastano». Sono discorsi, tornando alla politica, che per anni sono risultati quasi impronunciabili salvo essere tacciati come favoreggiatori della sedicente “sostituzione etnica” o dell’altrettanto sedicente invasione. Ma ora sono stati fatti propri dal sistema economico. Il presidente di Confindustria Piemonte ne ha anche per le scuole: «Dovremmo indirizzare le fanmiglie verso scelte orientate al futuro lavorativo dei ragazzi, potenziare le borse di studio e investire su chi non ha competenze con corsi di reskilling». Ovvero di ri-professionalizzazione, cosa che accade con la Academy voluta dall’assessora al Lavoro, la biellese Elena Chiorino, il cui impatto però sembrerebbe ancora marginale o Amalberto ne avrebbe fatto menzione come una strada da seguire. Ce n’è anche per le imprese: «I dipendenti devono essere capaci e felici. Sono i lavoratori a scegliere, le aziende imparino a essere attrattive». Tralasciando il tema, pur di grande attualità, della ricerca della migliore conciliazione tra lavoro e vita, c’è una delle più consolidate leggi economiche, quella della domanda e dell’offerta, che dice che in caso di squilibrio tra le due è il prezzo a regolarsi di conseguenza. Quindi forse tra le politiche industriali per attirare dipendenti serve anche garantire salari più alti, mentre in Italia come da statistiche stra-citate, quelli reali sono scesi rispetto al passato, in assoluta controtendenza con il resto d’Europa. E, per fare un esempio biellese, il contratto dei tessili ha visto una trattativa iniziare in primavera e non essere ancora arrivata alla sigla di un accordo, in un settore in cui la paga minima è inferiore a quei 9 euro all’ora considerata quella da salario minimo da una proposta di legge presto accantonata anche su desiderio del mondo imprenditoriale italiano.
Ipse dixit
“Un nostro associato da circa dieci anni cerca un apprendista muratore da avviare alla sua professione e non lo trova. Così ha deciso di ridimensionare l’attività, diminuendo il numero di appalti e di incarichi di lavoro”
(Gionata Pirali, presidente dell’associazione artigiana Cna, a La Provincia di Biella)
Il giovane biellese che fa le Lamborghini
È una delle storie con più “mi piace” social della pagina Facebook de Il Biellese quella di Kevin Loscalzo, giovane biellese che oggi lavora in Emilia alla Lamborghini, dopo essere passato anche dalla fabbrica della Ferrari e, prima ancora, essersi diplomato al Cnos Fap, la scuola professionale dei Salesiani di Vigliano che vanta un’altissima percentuale di studenti che entrano subito nel mondo del lavoro: «Il fatto che i ragazzi trovino subito un impiego dimostra che hanno un ottimo livello di competenza» aveva detto l’insegnante (ed ex sindaco di Bioglio) Stefano Ceffa a La Stampa. Loscalzo è tra questi: aveva completato gli studi nel 2020 e aveva scelto di proseguire con un anno in più di specializzazione per diventare esperto di conduzione e manutenzione di impianti automatizzati. Le prime esperienze sono state in aziende biellesi, poi sono arrivate le chiamate dall’Emilia: «Ho provato a cercare altre opportunità» ha raccontato il giovane a Il Biellese, «inviando curriculum ad aziende e agenzie. All’improvviso, una di loro mi chiamò perché alla ricerca di giovani talenti del settore meccanico da inserire in Ferrari. La prima reazione è stata di stupore, quasi incredulità, poi ho provato orgoglio per essere stato scelto da un marchio così prestigioso nel mondo». L’emozione di varcare le soglie di Maranello è un ricordo ancora vivo: «Il primo colloquio in Ferrari è stato da pelle d’oca. Realizzavo sospensioni, tiranti di sterzo, pedali di acceleratore e freno e anche parte del telaio delle vetture di Formula 1. Sembrava un sogno, ma era tutto vero». Poi la stessa agenzia lo ha ricontattato: c’era bisogno di uno come lui in un’altra casa automobilistica emiliana sinonimo di prestigio e storia, la Lamborghini: «Ai giovani che oggi frequentano il Cnos Fap» è il messaggio di Kevin Loscalzo «dico: siete nel posto giusto, seguiti da persone che possono aiutarvi a realizzare i vostri sogni, ma ancor di più che a diventare uomini, insegnandovi a rapportarvi con le persone. Il passo più grande dovete farlo voi».
Cosa succede in città
Oggi alle 11 a Biella l’ultimo laboratorio della settimana alla biblioteca dei ragazzi Rosalia Aglietta Anderi di piazza La Marmora è dedicato alla musica: con lo staff di “Tessiture sonore” si propone “Acchiappasuoni” con voce e strumenti protagonisti. L’ingresso è libero e suggerito a chi ha compiuto almeno 4 anni. Per informazioni e prenotazioni basta chiamare lo 015.3507651
Oggi alle 18 a Biella Luciano Angeleri e la moglie Kris saranno ospiti da Cigna Dischi per firmare le copie dei vinili di “Pink coloured”, un extended play (un 45 giri in versione “allungata” con più di un brano) che contiene anche “Un’estate di sesso”, suo pezzo del 1983 tornato in voga grazie a versioni remix e alla sua presenza nelle playlist delle serate più nostalgiche da discoteca
Oggi alle 20 a Candelo va in scena l’ultimo appuntamento con la rassegna del Biella Jazz Club al ristorante Il Torchio, dentro le mura del Ricetto: suonerà per i clienti del locale Lara Ferrari che proporrà lo spettacolo “Singin’ Ella”. Prenotazioni allo 015.2499028
Storia di una band biellese
Sono passati dieci anni dal luglio in cui i Pagliaccio, band biellese con musica indie-pop e testi da cantautori, si esibirono a Rock in Roma, in apertura del concerto dei Lumineers. Quel palco fu un premio per la vittoria di “Rock in Roma factory”, concorso che si proponeva di valorizzare talenti ancora nascosti della musica italiana. All’epoca avevano all’attivo già un disco, “Eroironico”, e stavano preparando il secondo, “Spaghetti bolognaise”. La loro discografia è ancora ben presente su Spotify (tre album, l’ultimo nel 2015) e la pagina Facebook c’è ancora, a spargere qualche ricordo di quegli anni in cui si sognava un po’ più in grande, con tanto di raccolta fondi tra i fans per autofinanziare il terzo album. Ma il gruppo praticamente non esiste più. C’è una vecchia intervista ad Alessandro Chiorino, chitarra e voce del terzetto, che spiega quanto sia complicato, pur con un talento indiscusso da mettere sul piatto, diventare persone che si guadagnano da vivere con la musica: «Non ce la facciamo ma almeno le entrate coprono le spese. Dopo il primo album abbiamo smesso di lavorare per riuscire a suonare il più possibile, ma abbiamo dovuto riprendere tutti. Io sono uno psicologo del lavoro, mi sono laureato all’Università di Torino. Marco Sgaggero si occupa di accoglienza in un centro per richiedenti asilo a Biella, mentre Marco Massa è un artigiano. Vorremmo vivere di musica, ma non è facile. Abbiamo avuto la fortuna di suonare al Rock in Roma, un evento pazzesco: ricorderemo quel palco per sempre». Per conoscerli meglio, tra ironia e temi serissimi, ecco due consigli di ascolto: “Crociera” e “Portiere volante”.