Numeri e vetrine
Biella esulta, Cossato aspetta, i numeri non tornano e dalle periferie arrivano segnali di allarme: capire qualcosa sulla situazione del commercio in provincia non è facile nemmeno con i dati diffusi dai Comuni e per questo non è facile nemmeno andare oltre il luogo comune che immagina più vetrine chiuse che illuminate. Andando per ordine, La Stampa di mercoledì ha ripreso le cifre già diffuse dall’assessora al Commercio Barbara Greggio già qualche giorno fa: i 1.794 esercizi commerciali nel territorio cittadino sono 28 in più, secondo lo sportello unico delle attività produttive del municipio, rispetto al 31 dicembre del 2022. La differenza è tra le 56 nuove imprese e le 28 che hanno abbandonato. Il dato è ancora incompleto perché c’è tempo fino al 31 gennaio per comunicare aperture e chiusure di dicembre. Il numero è spinto in alto da bar e ristoranti, 28 sulle 56 nuove attività: «Il dato positivo» ha esultato su La Stampa Barbara Greggio «è legato anche ai nuovi flussi turistici». Più prudente Confesercenti per bocca del suo presidente Angelo Sacco: «È bello sapere che il saldo è +28, e se così rimanesse Biella sarebbe davvero in controtendenza rispetto ai dati regionali, perché in generale c’è una diminuzione dei negozi di vicinato, ma se a fronte di aperture di attività piccole sono state chiuse attività grandi il discorso cambia». Confrontando i numeri del Comune con quelli del cruscotto regionale delle imprese di Sistema Piemonte, le cifre cambiano: al 31 dicembre le aziende aperte nel settore commercio a Biella città risultano 1.767, 27 in meno rispetto al numero del Comune. Al 31 dicembre 2022 erano 1.821. Quindi, in base a queste cifre, ci sarebbe un calo. Come spiegare la discrepanza? Non ci sono abbastanza elementi per dirlo: probabilmente sono diversi i tempi di aggiornamento dei dati e quelli del Comune potrebbero essere più vicini alla situazione attuale. Va poi considerato che nella categoria del commercio, almeno sul portale regionale, sono inserite anche attività non necessariamente di vendita, come le officine per la riparazione delle auto e i servizi di trasporto e magazzino. Andrebbe poi conosciuta più a fondo la dinamica di chiusure e aperture: un esempio su tutti è quello di Marville, il negozio di abbigliamento in stile canadese che ha lasciato via Italia per approdare a Gli Orsi. Nella statistica comunale vale zero (un’apertura che controbilancia una chiusura) ma in quella del centro storico è un altro pesante meno uno. Cossato intanto incassa una perdita di due esercizi commerciali che sono diventati 189 in totale: «Il dato» ha detto a La Stampa l’assessora Sonia Borin «è figlio di una tendenza fisiologica registrata ormai da almeno una decina di anni dalle associazioni di categoria. Lo spostamento degli acquisti dalle sedi fisse a quelle online interessa ormai anche i supermercati e queste dinamiche sono le stesse ovunque». Tornando al capoluogo, è Newsbiella a parlare di un altro segnale negativo: riguarda i negozi di collina che, a partire dal 2017, sono considerati meritevoli di tutela e ricevono un contributo per il loro ruolo di presidio sociale in quartieri dove la popolazione anziana faticherebbe a raggiungere il cuore della città o i centri commerciali. Al bando del 2023 hanno fatto richiesta di sostegno in otto contro i quattordici della prima edizione. «Purtroppo è accertata la difficoltà di tenere una vetrina con la serranda aperta cercando di dare un servizio alle zone decentrate» ha detto a Newsbiella Giorgio Graziano, uno di quelli che resistono con il suo emporio di alimentari nel rione Vaglio. «Forse bisogna studiare nuove soluzioni, se l’intenzione è quella di evitare la desertificazione. Quotidianamente si devono fare i conti con i continui aumenti dei costi di gestione e conseguentemente l’inesorabile erosione dei margini di guadagno. Quando una serranda si abbassa non si alza più».
Ipse dixit
“Ritengo inutile un investimento cosi importante per realizzare un minimo tratto di strada che impegnerà economicamente due enti per tre decenni: la Provincia con la sottoscrizione di un mutuo trentennale e il comune di Gaglianico per 22mila euro ogni anno per trent’anni, senza neanche la realizzazione dei marciapiedi”
(Barbara Cozzi, consigliera comunale di minoranza di Gaglianico e militante della Lega, nella spiegazione a La Stampa del suo voto contrario al progetto di raddoppio della strada Trossi nel tratto fino alla rotonda del viadotto ferroviario. I consiglieri di centrodestra in Provincia hanno dato via libera al progetto fortemente voluto dal presidente Emanuele Ramella Pralungo)
I media e Rosazza
Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo non ha più il porto d’armi (e ci mancherebbe, viene da dire), dopo che dalla sua pistola è partito il colpo che ha ferito un uomo a una festa di capodanno a Rosazza e in attesa di capire chi avesse la rivoltella in pugno al momento dell’incidente. La notizia è uscita sui giornali di mercoledì insieme a uno stralcio delle motivazioni (severe) per le quali la prefettura ha deciso la revoca. La nota a firma del prefetto Silvana D’Agostino rimarca il «comportamento incauto tenuto dal deputato durante i festeggiamenti, improntato a leggerezza e sottovalutazione della pericolosità delle armi» e aggiunge che il parlamentare non avrebbe fatto nulla per evitare episodi «anche accidentali e sinistri involontari». La notizia è apparsa sui media mercoledì. Ieri è stato il primo giorno, dopo sedici consecutivi, in cui La Stampa non ha dedicato nemmeno uno spazio sulla vicenda, sintomo del fatto che non ci siano novità a sufficienza per giustificare la super-copertura mediatica che fino al giorno prima era fatta di un articolo nelle cronache nazionali e uno sulle pagine locali. Oggi verosimilmente tornerà con la notizia del primo, brevissimo passaggio in Procura di Pozzolo che ha preferito non rispondere alle domande dei magistrati. Di Andrea Delmastro, l’altro deputato presente alla festa, si continua a parlare ma per la sua attività di sottosegretario, chiamato a rispondere in Parlamento ai quesiti sulla contro-riforma della giustizia. È il segno che per lui la tempesta della prima notte dell’anno è per ora più lontana. La scelta di non spegnere per così tanto tempo la luce sulla vicenda è stata certamente ponderata: i media hanno un sistema a portata di mano per capire quali notizie interessino i lettori, il numero di visualizzazioni delle pagine web. Si può supporre che quelle dedicate allo sparo di capodanno abbiano avuto particolari attenzioni su La Stampa (che ha anche la primogenitura della notizia, nel pomeriggio del 1 gennaio) e, ovviamente in presenza di novità da raccontare, il giornale ha proseguito nella narrazione. Martedì, tornando ai media locali, è stato anche il primo numero de Il Biellese in cui non comparivano aggiornamenti sulla vicenda che invece continua ad avere spazio su La Provincia di Biella ed Eco di Biella. Si segnala invece un irrituale attacco diretto di un giornale a un altro, in un mondo (nazionale e locale) in cui capita di scrivere cose diverse ma raramente di puntare il dito contro il collega che ha scritto quella che si ritiene sbagliata. Eco di Biella lunedì ha titolato: «Il “no al porto d’armi” era una bufala». Il riferimento è alle cronache del giorno prima de La Stampa che aveva parlato del parere negativo dei carabinieri alla richiesta di Pozzolo di ottenere il diritto di avere una pistola per difesa personale da unire al porto d’armi per uso sportivo di cui era già in possesso: «Come da prassi» aveva scritto il quotidiano «era stato richiesto il parere dei carabinieri. E qui salta fuori la novità. Il parere era stato negativo. Le forze dell’ordine non ravvedevano rischi così gravi per la sicurezza del deputato da concedergli di girare armato». La decisione, secondo questa ricostruzione, sarebbe stata presa quindi dalla prefettura. Poche ore dopo i carabinieri avevano inviato una nota di precisazione, quella che ha convinto Eco di Biella a usare il termine “bufala”. Sulla nota il comando di Biella ha dichiarato di «non essere in possesso di elementi utili di valutazione in ordine alle esigenze rappresentate dallo stesso Pozzolo al fine del rilascio dell'autorizzazione». Non un parere negativo, formalmente, ma nemmeno uno positivo e la decisione è stata dunque davvero presa dalla prefettura.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 al Piazzo palazzo Ferrero e palazzo Gromo Losa aprono le loro porte per la mostra “Banksy, Jago, TvBoy” per una delle giornate di apertura straordinaria. Le opere di arte contemporanea e da strada saranno a disposizione fino alle 24 e non fino alle 18 come nei venerdì ordinari. Ingresso a 13 euro, ridotto a 10
Oggi alle 18,30 a Biella viene inaugurata, allo Spazio cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (via Gramsci angolo via Garibaldi) la mostra “Strade parallele” dell’artista Shamsia Hassani, artista di strada nata nel 1988 a Kabul. Proprio sulle strade dell’Afghanistan le sue opere, di cui a Biella saranno esposte le riprodizioni fotografiche, hanno lanciato un messaggio per i diritti delle donne in pericolo. La mostra, co-organizzata dall’associazione Mafalda-Vocididonne, sarà aperta fino al 25 febbraio dal lunedì al venerdì dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 17,30 e il sabato e la domenica dalle 16 alle 19. L’ingresso è libero
Oggi alle 18,30 al Piazzo il cartellone dell’Accademia Perosi propone il concerto delle due pianiste Angelica Hope Roblin e Virginia Benini. Suoneranno nella sala al primo piano di palazzo Gromo Losa in corso del Piazzo. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Olly, sostenitrice dei giovani talenti dell’accademia. Biglietti a 3 euro
Oggi alle 21 a Biella nella sala convegni della Provincia in piazza Unità d’Italia è in programma un incontro sul radon, il gas la cui presenza aumenta il rischio di ammalarsi di tumore. Organizzano Regione e Arpa e saranno distribuiti dosimetri per misurare il livello di radon nella propria abitazione con priorità per le zone considerate più sensibili: Andorno, Campiglia Cervo, Candelo, Gaglianico, Gifflenga, Rosazza e Vigliano
Oggi alle 21 a Cossato verrà commemorata la figura di Ezio Abate, storico sindaco della seconda città della provincia, nel cinquantesimo anniversario della sua morte. L’appuntamento è alla sala Pizzaguerra di villa Ranzoni. Intervengono il sindaco attuale Enrico Moggio, l’ex assessora provinciale Maria Teresa Guido, il figlio Marco Abate, Marco Albeltaro e l’ex parlamentare Wilmer Ronzani. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Biella va in scena il primo spettacolo del circo Peppino Medini, finito sui giornali nei giorni scorsi per l’accusa di avere attrazioni con gli animali mentre lo spettacolo non ne prevede. Biglietti da 20 a 15 euro per gli adulti e da 18 a 10 euro per i bambini
Oggi alle 21 a Valdilana prosegue la rassegna “Cinefood” al cinema teatro Giletti di piazza XXV Aprile a Ponzone. La pellicola del giorno è “Miracolo a Le Havre”, girata nel 2011 dal regista finlandese Aki Kaurismäki, presentata con il commento critico di Fabio Cancelliere, del Museo del cinema di Torino. Ingresso a 8 euro, soci e ridotti a 6
Oggi alle 22 a Biella Hydro torna ad aprire le sue porte per la serata ribattezzata “Spazio” in cui gli ospiti possono portare un libro da leggere, le carte per una partita, un disco da ascoltare e far ascoltare alle altre persone presenti. L’ingresso è libero con tessera Arci
La disfida del torcetto
Sono numerosi i figli e i figliastri di Masterchef, la trasmissione di Sky che ha portato in tv il concetto di competizione in una cucina. Uno di questi si chiama Il forno delle meraviglie e mette una contro l’altra le panetterie di una determinata città: la trasmette Real Time (canale 31 del digitale terrestre) e qualche giorno fa ha mostrato un biscotto croccante di forma tondeggiante coperto da uno strato leggero di zucchero. Dallo schermo non si sentiva il profumo ma chi l’ha visto potrebbe scommettere sull’aroma invitante di burro, specie se quel dolce non gli sembrava nuovo. La panetteria era in Lazio, ma quello sembrava proprio un torcetto biellese. Anzi, di Sala Biellese perché a riconoscerlo è stata una dipendente della pasticceria Massera, appena nominata azienda storica del Piemonte con i suoi oltre cento anni di storia. «Sono cresciuta in mezzo ai nostri biscotti e li riconoscerei tra mille» ha raccontato a La Stampa Stefania Massera, erede della tradizione di famiglia. «Quella panetteria assicurava di realizzare personalmente non solo i nostri torcetti al burro ma anche i baci di dama, le coccole, le tegole al cioccolato, le lingue di gatto e i masserini». In pratica la concorrente avrebbe riempito la vetrina di prodotti realizzati altrove, cosa possibile secondo Stefania Massera perché «molti rivenditori comprano i nostri prodotti sfusi dai grossisti e li imbustano con un’altra etichetta. Non possiamo fare nulla, ma la tristezza è grande». Poi è anche una questione di campanile: torcetti, paste di meliga e canestrelli sono tra i dolci biellesi che hanno superato i confini della provincia. Li si trova in tutta Italia e non solo, se si pensa che l’altra pasticceria biellese De Mori rifornisce gli scaffali dei negozi Eataly in tutto il mondo. A smascherare la panettiera è stata anche la sua descrizione del modo in cui ha preparato i torcetti: «Ha detto» come ha raccontato Massera «che vengono realizzati con il miele e lavorati con la sac à poche: mai sentito nulla di più assurdo». A mettere in dubbio la “produzione propria” di quei biscotti è stata, durante la trasmissione, un’altra concorrente che è stata ripagata da una valanga di insulti via internet. «L’ho contattata e ringraziata personalmente per il suo sostegno» dice la titolare dell’azienda di Sala «ma la cattiveria che corre sui social è disarmante».