Per ora niente made in Italy
Stando alle schede delle scuole superiori della provincia, già presenti sul portale nazionale per le preiscrizioni alle prime classi del nuovo ciclo di studi, nel Biellese non ci sarà nessun liceo del made in Italy. Il nuovo indirizzo per le scuole superiori, annunciato non senza enfasi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in autunno, sembra stia faticando a prendere il via in tutta Italia e il nostro territorio non fa eccezione. Evoluzione dell’indirizzo economico sociale, a Biella e dintorni avrebbe potuto essere avviato da due istituti: il liceo Avogadro nel capoluogo e quello del Cossatese. Sono le sole due scuole ad avere un “economico sociale” nel loro piano di studi ed è quello a comparire sia sui loro documenti per l’orientamento, destinati a studentesse e studenti di terza media e alle loro famiglie, sia sul portale web in cui si potranno, da domani (ma per il “made in Italy” si parte il 23), caricare i documenti per l’iscrizione alla nuova scuola. A spiegare le difficoltà nel far partire l’indirizzo studiato dal ministro erano stati, nei giorni scorsi, numerosi presidi intervistati. Per esempio la legge che lo istituisce è entrata in vigore l’11 gennaio, data dalla quale decorrono i novanta giorni di tempo per consentire ai funzionari di stilare regolamenti e piani di studi. Significa che per ora esistono gli orari solo per i primi due anni, compilati con un decreto provvisorio: rispetto all’indirizzo che dovrebbe sostituire, il liceo del made in Italy scorpora gli insegnamenti di diritto ed economia, che diventano due materie a sé, e inserisce la storia dell’arte, sottraendo ore alla seconda lingua straniera. Per tutte le altre materie il numero di ore resta identico. Tra i dirigenti scolastici italiani c’è chi ha definito l’idea buona ma con poco tempo per metterla in pratica e chi ha lamentato la carenza di indicazioni, per esempio sui libri di testo da adottare. Anche per questo la maggior parte delle scuole sembra aver rinunciato a metterlo in pratica: il termine ultimo per presentare domanda era lunedì. Non si tratterebbe del primo caso in cui un indirizzo nuovo non trova applicazione nella realtà: esiste da anni, in teoria, il liceo coreutico che dovrebbe dedicare particolare attenzione alle discipline artistiche come danza, musica e teatro. A Biella non c’è mai stata domanda a sufficienza. Il più vicino è il Lagrangia di Vercelli. Così l’unica novità dell’anno scolastico è rappresentata dal liceo tessile, orientamento collaterale dell’indirizzo “scienze applicate” al liceo del Cossatese. Le preiscrizioni dei prossimi giorni decreteranno il suo successo, dopo una presentazione altrettanto enfatica che ha mostrato la stretta collaborazione con numerose aziende del territorio per la costruzione del piano di studi. In un’intervista a La Stampa il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si definisce soddisfatto per il liceo del made in Italy: «I numeri per ora sono incoraggianti. I tempi sono stati molto stretti, eppure vi è stata una risposta che dimostra una grande progettualità e voglia di innovazione».
Ipse dixit
“I genitori di Erika hanno già fatto passi enormi, da soli, lavorando su loro stessi […] Dopo tante porte chiuse in faccia e nonostante un’opinione pubblica che li sostiene, a fatica stanno accettando che il condannato sia ai domiciliari per motivi di salute, una salute peraltro compromessa dal sistema giudiziario che lo deteneva che gli ha permesso di ingrassare e di fumare. Sopportano con sofferenza e frustrazione il saperlo ben sistemato in una casa amorevole dove troverà la minestrina la sera e il caffelatte la mattina ma, a giudicare dalle interviste rilasciate dal padre, non un contesto culturale che lo aiuti a elaborare e prendere coscienza del crimine commesso e dunque l’inizio di un percorso riabilitativo […] Non so quanto Dimitri possa vivere con il suo senso di colpa ammesso che ce l’abbia. Ma so per certo che non è giusto, anzi è indecente portarlo a bere un caffè in centro. I genitori di Erika avrebbero evitato di andare in televisione forzando la loro natura timida e riservata e noi di fare manifestazioni a loro sostegno. L’avremmo evitato se solo qualcuno, chi di dovere, chi aveva e ha il potere di farlo avesse trovato tutto ciò inaudito e fosse intervenuto. Subito! Così non è stato ma spero che qualcosa si muova e lo si faccia adesso”
(Raffaella Molino, sindaca di Pralungo, in un intervento su Il Biellese sul caso di Dimitri Fricano, condannato per l’omicidio della fidanzata Erika Preti e ora agli arresti domiciliari con tre ore di permesso al giorno per motivi di salute. Molino era stata la promotrice della manifestazione per chiedere “giustizia per Erika” legata al corteo della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne)
L’ora di religione
Il 27,96% delle allieve e degli allievi delle scuole della provincia di Biella non frequenta l’ora di religione: lo dice una statistica compilata con i dati di tutta Italia dall’Uaar, l’Unione degli atei e agnostici razionalisti spesso protagonista di campagne per la laicità dello Stato e contro la Chiesa cattolica. Il dato biellese è il più alto del Piemonte (il più basso è il 16,35% di Cuneo, la vicina Vercelli è a 23,97%) ed è superiore in modo netto alla media nazionale che si attesta al 15,5%, in crescita rispetto al 14,07% di due anni fa quando la statistica venne pubblicata la prima volta. Per fare i calcoli l’Uaar si è affidata a una richiesta di accesso agli atti al ministero dell’Istruzione. Le cifre sono così dettagliate che vengono presentate istituto per istituto. Si scopre così che la quota di chi sceglie l’attività alternativa cresce man mano che si alza l’età: dei 5.081 studenti che non frequentano le lezioni di religione la stragrande maggioranza ha quindi tra i 14 e i 19 anni. Si va dal 26,2% dell’agrario al 63,4% dell’Iti Quintino Sella, la scuola con la percentuale più alta anche se lontana da quella di Ivrea che ha il primato nazionale, il 90,53% dell’istituto professionale Olivetti, ma su un numero di studenti ben inferiore rispetto ai mille su 1600 che hanno rinunciato all’ora di religione all’Iti. Sono sopra il 50% anche Ipsia (61,6%), professionale Zegna di Mosso (61,5%) e Bona (51,1%). Tutte le scuole superiori cittadine sono sopra la media nazionale. Il dato non sembra risentire del numero di studenti stranieri: secondo il rapporto di Osservabiella sono l’8,09% gli iscritti alle scuole di ogni ordine e grado a non essere italiani, con la percentuale che cala ulteriormente proprio alle superiori. Tra gli istituti di grado inferiore spicca il 100 per cento di allievi che frequentano anche l’ora di religione alla primaria (le vecchie elementari) Eugenio Bona di Sordevolo (su 55 allievi, un buon numero) ma anche il 51,3% di rinunce alla Gromo Cridis di Biella. L’intera statistica provinciale è a questo link.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Cossato si parla di storia nell’appuntamento con gli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca. Nella sede di via della Libertà 14 Antonella De Matto terrà una conferenza su Anna Bolena “la regina dei mille giorni”. L’ingresso è libero
Oggi alle 17 a Biella le ostetriche dell’ospedale di Biella guideranno un incontro dal titolo “Una bussola per nascere”, dedicato alle persone che stanno aspettando un bambino, che lo desiderano o che lo hanno appena visto entrare nelle loro vite. L’appuntamento è a Cascina Oremo
Oggi alle 18 al Piazzo, in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, si ripete il rito della benedizione degli animali che saranno ammessi nella chiesa di San Giacomo e riceveranno la benedizione di don Gianni Panigoni
Oggi alle 21 al Piazzo Carlo Bevilacqua sarà ospite del Biella Fotoclub: nella sala convegni di palazzo Ferrero il fotografo e regista milanese presenterà una selezione dei suoi lavori. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti
Oggi alle 21 a Cossato va in scena al teatro comunale “Scritto sul mio corpo”, spettacolo della compagnia EgriBiancoDanza scritto e coreografato da Raphael Bianco. Biglietti da 10 a 15 euro
Oggi alle 21 a Biella l’auditorium di Città Studi ospita una serata dedicata alla montagna con il racconto della salita alla Cordillera Huayhuash, sulle Ande peruviane. Hanno partecipato alla spedizione, che racconteranno al pubblico, Donatella Barbera, Gian Luca Cavalli, Anna Fiorina, Enrico Rosso, Marcello Sanguineti e Cesar Rosales Chinchay. L’ingresso è libero
La bella storia di un giovane ciclista
Luca Maggia compirà diciannove anni il 24 giugno. La sua passione è il ciclismo, la stessa del padre Paolo, fedelissimo cicloamatore (ha pedalato fino a Barcellona e in Slovenia per due differenti iniziative benefiche a favore del Fondo Edo Tempia) e sindaco di Gaglianico. Da domenica il giovane Luca è in Spagna per il ritiro prestagione della Biesse Carrera, la sua squadra Under 23 categoria Continental, il terzo livello delle compagini ciclistiche mondiali. Per lui è la prima stagione in categoria, ma è molto, molto di più. Fino a novembre la sua salita ripidissima si chiamava linfoma di Burkitt, un tumore che colpisce il sistema linfatico. Gli era stato diagnosticato a luglio, quando un dolore all’addome era diventato troppo forte da sopportare. Alla clinica Humanitas di Rozzano è entrato pochi giorni dopo la diagnosi, una degenza fatta di attesa, ansia e chemioterapia: «La bicicletta» ha raccontato a Il Biellese «mi ha aiutato perché in qualche modo a soffrire ero abituato anche se naturalmente tutto quanto mi è successo non è paragonabile a una qualsiasi normale sofferenza. Però in cuor mio so che con la mia famiglia e i medici a salvarmi è stata la bicicletta». Se l’era fatta portare in ospedale, con i rulli per pedalare anche nel chiuso di una stanza sterile dove chi andava a trovarlo doveva entrare con la mascherina. «Nei giorni in cui le forze erano poche» ha raccontato «mi spostavo e stavo lì anche solo a guardarla quella bici. Con un obiettivo, quello di essere pronto a gennaio per andare in ritiro con la squadra». La Biesse Carrera, sede a Brescia, non lo ha mai lasciato solo: a settembre i direttori sportivi si presentarono all’Humanitas con la maglia per la nuova stagione, trovandolo senza capelli e debilitato, ma portandogli una ragione in più per non vedere l’ora di uscire da quell’ospedale. La buona notizia è arrivata il 28 novembre: «Non scorderò mai il dottore con l’esito della Tac tra le mani. E le sue parole: “Sei guarito al 100 per cento. Tra qualche giorno puoi lasciare l’ospedale”. Ce l’avevo fatta».