Più acqua, meno cubetti, più liti
Ci sono gesti e decisioni, per un amministratore della cosa pubblica, che diventano come bollini sulla fronte: sembra che non si veda né si ricordi altro e diventano una specie di epiteto, come quelli che Omero, una manciata di secoli fa, appiccicava ai guerrieri dell’Iliade. Per Marco Cavicchioli c’è la funicolare, per Lucia Azzolina i banchi con le rotelle, per Dino Gentile il costume da orso con cui accolse in municipio le maschere della città in occasione di un’apertura del carnevale. Per Claudio Corradino forse ce n’è più di uno: l’inchino a Salvini, il caso della cittadinanza a Segre e Greggio, la Panda della Protezione civile adagiata su un fianco lungo il Tracciolino innevato. E poi c’è la pavimentazione amica dei tacchi delle donne: Corradino coniò questa locuzione in campagna elettorale, quando parlò della sua idea di sostituire i cubetti di porfido di via Italia con una pavimentazione in lastricato, perché così le signore biellesi intente a far compere non si sarebbero più incastrate con il tacco tra un sampietrino e l’altro. Dalla primavera 2019 all’autunno 2023 ci sono tutti i mesi necessari, in un Comune, per trasformare un’idea in un progetto pronto a essere realizzato. O meglio, quasi pronto: la giunta ha approvato lunedì l’accettazione del finanziamento da tre milioni di euro del Pnrr che darà le risorse necessarie per l’intervento. I soldi arrivano per la “transizione ecologica” che all’apparenza non ha a che vedere con via Italia se non che i lavori servono soprattutto a mettere in sicurezza la roggia del Gorgomoro che passa da decenni sotto la strada. Sistemata la parte idraulica si penserà all’estetica con una nuova pavimentazione («Sicuramente saranno eliminati i cubetti» ha detto il vicesindaco Giacomo Moscarola, Lega, a La Stampa) e con “finestre” per mostrare la roggia che scorre: «Vorrei che in certi punti, ad esempio in prossimità di piazza Santa Marta o piazza Fiume, il corso d’acqua venisse reso visibile attraverso una copertura trasparente, anche solo per pochi metri». Sarebbe stato facile aspettarsi che le prime lamentele sarebbero state dei commercianti del centro, che dovranno convivere con un cantiere lungo e impattante e già non sono dell’umore giusto dopo la presentazione dell’altro progetto di centro commerciale con cinema multisala al confine con Gaglianico. Invece – e verrebbe da chiedersi come si svolgono le giunte da cui si esce sempre sorridenti e unanimi – la nuova via Italia deve sopportare il fuoco amico dell’assessore ai Lavori pubblici Davide Zappalà: «Via Italia ha già attualmente una bella lastricatura in porfido, da essa dobbiamo partire e lavorare per migliorarla, non per stravolgerla» dice, stroncando la pavimentazione amica dei tacchi alti. Zappalà ha dubbi anche su costi e risorse in caso di posa di lastroni di pietra: «Un milione di euro non sarà sufficiente per la realizzazione della nuova piazza Vittorio Veneto, che verrà pavimentata in pietra di luserna esclusivamente nella parte centrale». E poi, sulle finestre per mostrare la roggia a vista: «In certe stagioni rischieremmo di avere una roggia completamente secca e in una roggia dove non passa l’acqua corrono i topi». Il tutto ieri su La Stampa, con tanto di replica di Moscarola che risponde anche ai dubbi sull’apparente unanimità che si era respirata durante e subito dopo la giunta: «C’è un assessore che si occupa di bandi, considerata anche la quantità di denari che il sottoscritto ha saputo portare a casa da quando ha assunto tale delega. In secondo luogo è da un anno che si parla di questo progetto, più volte avevo dichiarato alla stampa quale sarebbe stata la mia idea e non mi pare che qualcuno in giunta abbia fatto rilievi».
Ipse dixit
“Le vie cubettate del centro non meritano di essere violentate e stuprate, deturpate e abbruttite dalla mancanza di pensiero e di progettazione strategica. Le vie cubettate come via Garibaldi, via La Marmora, via Italia, via Pietro Micca, via Gramsci, sono il salotto buono della città, il cubettato è l’elemento distintivo della delimitazione del centro storico”
(Andrea Delmastro, allora consigliere comunale e oggi sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, in un intervento pubblico del 2015 in difesa dei cubetti in replica a una dichiarazione dell’assessora ai Lavori pubblici dell’epoca Valeria Varnero che aveva parlato dei maggiori costi di manutenzione per le strade in porfido rispetto a quelle in asfalto)
Chi è Paola Cardullo

È come se Gigi Buffon decidesse di venire ad allenare i portieri della Biellese in Eccellenza: forse serve un paragone calcistico per rendere più nazionalpopolare la percezione dell’impatto che avrà l’arrivo di Paola Cardullo alla Virtus Biella di pallavolo. Non è più una giocatrice, proprio come il portiere campione del mondo con l’Italia del 2006. Ma ha una bacheca di trofei che qualsiasi pallavolista può invidiare: ha conquistato titoli in Italia e Francia a livello di club e, con la Nazionale, un Mondiale e due Europei, oltre al titolo di miglior giocatrice del suo ruolo in un Mondiale, due Europei e un’Olimpiade. Il tutto è successo con un fisico che non ha nulla a che fare con lo stereotipo della pallavolista: è ufficialmente alta 162 centimetri (contro, per esempio, i 193 dell’attuale stella tricolore Paola Egonu). Probabilmente sarebbe diventata una palleggiatrice nei campionati regionali se una riforma dei regolamenti non avesse inventato il ruolo del libero a cui sono vietate le schiacciate ma che è specialista della ricezione (il colpo di chi riceve una battuta avversaria) e della difesa delle schiacciate altrui per i quali sono fondamentali istinto e agilità. Lei, che balzava da un lato all’altro del campo come una pallina, era diventata “Pally” e, soprattutto, la migliore d’Italia e spesso del pianeta nella sua posizione. Oggi ha 41 anni, vive ancora in Piemonte (la sua città è Omegna) e dalla pallavolo giocata è passata a quella insegnata. È quello che farà anche a Biella, al PalaSarselli di Chiavazza. L’accordo trovato con la Virtus, il club cittadino che si è auto-declassato in estate dalla serie B alla C per non sforare il budget, prevede per ora un passaggio settimanale in cui lei sarà consulente tecnica specializzata per tutte le squadre, senior e giovanili, con cui condurrà allenamenti specifici per migliorare proprio sui fondamentali della difesa. Per le ragazze è un’occasione unica. Per Biella, sportivamente parlando, anche.
Cosa succede in città
Oggi alle 17 a Sandigliano un incontro del gruppo di imprenditori “Club Oltre” ha invitato a Biella l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli e il presidente di The European House Ambrosetti Marco Grazioli. L’evento, durante il quale si parlerà di dinamiche geopolitiche globali e dei cambiamenti nel mondo del lavoro, si svolgerà a Cascina Era e sarà riservato agli imprenditori che si sono prenotati in anticipo
Oggi alle 18 a Guardabosone un incontro con la giornalista Giuliana Sgrena apre le giornate dedicate al tema “Donne e polis”, rassegna curata dal Comune che vedrà alle 16 l’apertura delle due mostre “Donne verso l’infinito” alla sala parrocchiale e “Madri costituenti” all’ex scuola elementare. Seguirà un concerto del duo Reflejos e un flash mob di Teatrando con la sfilata degli uomini con le scarpe rosse, un segno di vicinanza alle donne vittime di violenza. L’incontro con Giuliana Sgrena sarà al salone parrocchiale
Oggi alle 19,30 a Biella lo chef stellato Sergio Vineis del ristorante Il Patio di Pollone affiancherà studentesse e studenti dell’indirizzo alberghiero dell’Iis Gae Aulenti per preparare una cena con ingredienti legati al Piemonte e al Biellese, dalla paletta di Coggiola alla birra Menabrea fino al ratafià. La serata fa parte dell’iniziativa “Eccellenze del Piemonte in vetrina”. Per sedersi a tavola serve un contributo di 60 euro (che finanzierà le attività didattiche della scuola) e la prenotazione compilando questo modulo digitale
Oggi alle 21 a Candelo cinema e impegno sociale si intrecciano nella prima serata dedicata, al cinema Verdi, ai “Job film days”, pellicole che parlano di lavoro e parità tra i generi. Stasera sarà proiettato “Full time” (Francia, 2021) di Eric Gravel. L’ingresso è libero. Collabora all’appuntamento il centro di documentazione Adriano Massazza Gal della Cgil
Numb3rs
Sono state 6.500 le porzioni di polenta concia servite ai tavoli dei 33 ristoranti di Ben Cuncià tra la cena di venerdì e quella di domenica, per un totale di cinque pasti. Nelle tre giornate è stato necessario mettere in pentola 1600 chili di polenta, 325 di formaggio, il tutto condito con 140 chili di burro. La manifestazione della Pro Loco di Biella e Valle Oropa ha messo in moto collaborazioni con i bed and breakfast della sezione provinciale di Aigo, l’associazione delle strutture ricettive non alberghiere, e con la mostra “Banksy, Jago, TvBoy” del Piazzo, per la quale su ogni tovaglietta c’era un tagliando da consegnare all’ingresso per ricevere un biglietto omaggio per ogni biglietto acquistato. Sono stati 6.500 anche gli accessori-ricordo della manifestazione, un cucchiaio di legno e un grembiule da cucina (fatto in Cina, ma con tessuto tutt’altro che pregiato, quindi lo si può perdonare). Sono numeri importanti ma impallidiscono di fronte a chi ha fatto di accoglienza e turismo la sua missione da molto più tempo: la fiera del tartufo bianco di Alba, in corso di svolgimento, ha fatto registrare nel 2022 1,2 milioni di presenze con poco meno di centomila ingressi nei fine settimana da ottobre a dicembre in cui è aperta. Ad Alba qualche ristorante, come ha scritto la locale edizione de La Stampa, ha anche deciso di aggiungere giorni di riposo settimanali perché è sempre più faticoso seguire i numerosi clienti mantenendo una buona qualità. Lo chiamano “overtourism”, eccesso di turismo: tantissima gente, ma con minore disponibilità media di spesa e ristoranti che, con il maggior numero di dipendenti necessario e i clienti che mangiano un po’ meno per risparmiare, rischiano di non veder premiati investimenti e fatica. Servirebbe, insomma, una sana via di mezzo.