Pnrr: Progetti Non Ritenuti Rilevanti
Non basta al Biellese l’angoscia per i due terzi dei finanziamenti assegnati con il Pnrr che ora sono a rischio, talvolta a progetti approvati o addirittura ad appalti affidati, per il ricalcolo chiesto dall’Italia all’Unione Europea, nel timore di perdere non una fetta ma l’intera torta di contributi. La Stampa ha analizzato quanti dei progetti presentati alla Regione, perché fossero inseriti nella lista di quelli degni di contributo, hanno ricevuto il via libera. La risposta è un elenco di no, che si trattasse di grandi ambizioni o di restauri più modesti. Vale per la fermata a Brianco per l’alta velocità, da sviluppare seguendo i disegni fatti realizzare dall’Unione industriale, un’idea da 80 milioni per avvicinare la provincia alle ferrovie che contano, ma finita in fondo a un cassetto con il timbro delle proposte respinte. Vale anche per il recupero della tramvia Biella-Oropa, un’iniziativa di Atap che però, per bocca del suo presidente Vittorio Ferraris, si è fermata ancora prima di pensare di rendere il sogno realizzabile: «Non siamo nemmeno riusciti a presentarlo» ha dichiarato. «Non saremmo riusciti a cantierarlo entro il 2026 e si tratta di parametri su cui l’Europa è inflessibile». Ma l’idea sembra aver patito altri no. Ancora Ferraris: «È dal al 2015 almeno, che cerco i ventimila euro necessari per avviare il progetto. Fossi riuscito a trovarli forse ce l’avremmo fatta a essere pronti per il 2026. Invece niente, gli unici 5mila euro sono arrivati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, per il resto solo promesse o porte in faccia». Da chi? Unione industriale (a parte l’ex presidente e titolare del lanificio di famiglia Carlo Piacenza), Oropa stessa, a cui si somma la fondazione che si occupa delle funivie. La quale, a sua volta, ha incassato quattro no per altrettanti progetti da oltre 15 milioni totali per l’impianto di risalita, fermo da mesi, per la pista-sentiero della Busancano, per gli altri percorsi alpini da risistemare e per il rifugio Savoia. A Valdilana lo stop è arrivato per sette progetti, i più corposi dei quali riguardavano strade (40 milioni) e capannoni dismessi da restaurare (20 milioni). «Erano tutte idee concrete» ha commentato il sindaco Mario Carli, «il recupero dei capannoni è un problema vero, così non sono utilizzabili». E poi una considerazione più generale: «Non si possono disperdere i soldi senza un senso. I risultati arrivano solo se un territorio si organizza, qui non è successo».
Ipse dixit
“Abbiamo perso, secondo noi, una grande occasione con il Pnrr che avrebbe potuto cambiare il volto della città. Si è invece puntato solamente sulla manutenzione. Scelta che non ci convince del tutto, anzi…”
(Andrea Foglio Bonda, consigliere comunale della lista civica di centro Buongiorno Biella in un’intervista a Eco di Biella)
Un primo bilancio della settimana più ricca
Tanta gente e qualche falla da rattoppare traendo lezione per il futuro: la settimana che ha riunito Fuoriluogo, BollediMalto e l’Oropa Music Festival ha avuto il pregio di convincere a uscire di casa un mare di biellesi e forse non solo. Cominciando dalle cifre consolidate già rese note, il festival letterario della città ha raccolto ottomila persone, disseminate in un mare di iniziative i luoghi medio-piccoli, adatti per parlare di libri, di cultura, di attualità o di economia come nell’evento più partecipato, l’intervista di Maria Cristina Origlia all’economista ed ex senatore Claudio Cottarelli, con 447 presenze al chiostro di San Sebastiano. Si tratta di un migliaio di persone in più rispetto all’edizione 2022. «La cosa più interessante, più dei numeri» ha detto Gianni Crestani, uno degli organizzatori, a Eco di Biella «è stato percepire la vicinanza di un nutrito gruppo di appassionati, anche da fuori Biella, che si organizzava per seguire più eventi possibile e camminava per le vie della città con il programma in mano».
Bisogna attendere ancora per i numeri di BollediMalto, ma la proiezione è quella di un’altra edizione sopra i centomila passaggi in piazza Martiri nei cinque giorni della rassegna delle birre artigianali. Il successo porta anche a scoprire qualche bullone allentato in una macchina che anno dopo anno va sempre più veloce. I primi dubbi per l’edizione 2024 riguarderanno il luogo in cui organizzarla: anche lunedì sera, nonostante il giorno feriale, le persone rimaste fuori dalla piazza (dove gli accessi erano limitati per ragioni di sicurezza) erano quasi tante quante quelle dentro. In più il palco per la musica dal vivo in pieno centro impone volumi così bassi che, soprattutto durante il concerto di Alex Britti di lunedì, hanno fatto storcere il naso ai puristi, con tanto di punzecchiature social a cui lo staff della rassegna ha risposto con un po’ di insofferenza, probabilmente figlia della stanchezza. Tra una risposta e l’altra, la co-fondatrice della manifestazione Marta Florio ha anche svelato un dettaglio: l’anno scorso, proprio per colpa del volume alto, l’organizzazione ha dovuto pagare una multa di 1.100 euro dopo un controllo dei tecnici dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, chiamati da un cittadino arrabbiato.
Sono certamente numeri più contenuti quelli dell’Oropa Music Festival, la rassegna di musica classica portata in città dal giovane pianista biellese Federico Gad Crema. «La partecipazione» ha detto la madre Anna a La Stampa «è andata oltre le nostre aspettative, con spettatori giunti anche da Valle d’Aosta e Lombardia». La stonatura si è vissuta l’ultimo giorno, nella domenica in cui al teatro Sociale Villani era attesa la pianista argentina Martha Argerich, una stella di prima grandezza nel panorama musicale mondiale. Avrebbe dovuto suonare in una prova aperta insieme all’orchestra e a Federico Gad Crema, ma gli spettatori si sono trovati di fronte, al suo posto, il pianista canadese Marc-André Hamelin. Argerich aveva rinunciato per un problema di salute. La prova aperta era un ultimo rodaggio prima del concerto che lei, Crema e la giovane orchestra protagonista del festival, diretta dal brasiliano Ricardo Castro, hanno tenuto lunedì sera all’auditorium Manzoni di Bologna. Concerto che si è regolarmente svolto.
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Biella la rassegna bandistica “Musica in piazza”, organizzata dall’Anbima e inserita nel programma di Biella Estate, propone al chiostro di San Sebastiano il concerto delle bande di Salussola e Viverone. L’ingresso è libero
Numb3rs
In dieci anni Biella ha perso il 6,7% della sua popolazione nella fascia di età tra i 15 e 34 anni: il calcolo arriva da un’elaborazione del centro studi della Cgia di Mestre, riportato da Il Biellese, che ha provato a fotografare l’invecchiamento progressivo in certe zone d’Italia rispetto ad altre in cui i giovani crescono. Il dato della provincia è il secondo peggiore del Piemonte dopo il -7,5% di Vercelli e il 55° in Italia, circa a metà nell’elenco dei comprensori. Quanto a valori assoluti i 32.678 residenti tra i 15 e i 34 anni del 2013 erano diventati 30.756 nel 2019 e 30.491 nel 2022. C’è un altro dato che invece arriva da un’elaborazione de Il Sole 24 Ore: delle 28.419 abitazioni che risultano al catasto a Biella, il 24,8% risulta non utilizzata. Significa una su quattro, uno dei dati peggiori del’Italia del Nord, dopo Imperia, Sondrio, Verbania e Belluno. Il tasso di occupazione maggiore è il 94,2% di Prato, la cugina del comprensorio tessile biellese. Un’occhiata alla graduatoria mostra, con oltre l’85%, i grandi centri urbani, da Bologna a Roma, da Firenze a Genova fino a Milano (con Torino, 24ª in Italia, come piccola eccezione), dove ci sono le università e dove a volte, finiti gli studi, si resta. Forse per questo i due dati, quello sulla popolazione giovanile e quello sull’utilizzo delle abitazioni, non sono del tutto slegati.