Purché se ne parli?
Biella (o Rosazza, o l’angolo di provincia di turno) non è responsabile delle sue figuracce. O almeno non lo è quasi mai: La Stampa di ieri ha calcolato in quali occasioni il nome della città compare negli archivi dei principali organi d’informazione del mondo. Dal New York Times alla Bbc, da Le Monde a The Guardian si trovano, sparpagliati nel corso degli anni, gli articoli sul dentista che provò a farsi vaccinare sul braccio finto, sul pluriomicida che ormai trent’anni fa provò a evadere mentre era in attesa di una radiografia all’ospedale di Biella e, freschi di stampa, quelli sullo sparo con ferito nel capodanno con parlamentari in alta valle. Buon per noi che altre storielle che hanno messo Biella sulle prime pagine nostrane (la mancata cittadinanza onoraria a Liliana Segre per esempio) non abbiano superato i confini dell’Italia. È curioso come negli archivi dei media, accanto ai nomi dei protagonisti di bizzarre vicende di cronaca, ci siano Michelangelo Pistoletto e Nino Cerruti, persone che davvero hanno abbattuto le frontiere rendendosi noti al mondo e rendendo, attraverso di loro, nota anche Biella. Soprattutto è curioso constatare come ci sia un tema ricorrente, la provincialite acuta che affligge il territorio quando succede che si parli di lui. Fu lampante l’esempio del 2021 e di “Strappare lungo i bordi”, la serie animata del fumettista Zerocalcare ambientata in parte anche a Biella. Invece di concentrarsi su quanto era bello il Piazzo disegnato nei dettagli da Zero-Michele Rech e dal suo staff, perdemmo giorni a lamentarci perché la città risultava morta, cosa che evidentemente possono dire solo i biellesi (e lo fanno spesso), ma guai se lo immagina uno di Rebibbia. La stessa spirale si è rimessa in moto poche settimane fa quando a parlar male di Biella in una battuta è stata la serie tv Monterossi. Per anni abbiamo sbuffato perché uno pronunciava il nome della città e quello vicino esplodeva in un «Ah, Aiazzone», mobilificio diventato celebre in tutta Italia isole comprese e a noi quasi spiaceva. Oggi sbuffa Rosazza, un paese minuscolo dove le case costano al metro quadro quasi quaranta volte meno che a Courmayeur (201 euro contro 7.887 secondo i dati di Immobiliare.it) ma che nonostante questo vede da decenni moltiplicarsi la popolazione d’estate grazie ai villeggianti che salgono anche da Torino o da Milano. Chi la conosce sa che è bella, chi c’è stato almeno una volta si è reso conto che è tranquilla e che non ci sono persone armate dietro ogni uscio. Nonostante questo la Pro Loco ha sentito il bisogno di scrivere un lungo comunicato dove un po’ difende la “patria”: «Rosazza è un borgo magnifico, ricco di storia, tradizioni e una popolazione leale e onesta, che non merita di essere erroneamente dipinta come una terra di pistoleri», cosa che nessuno peraltro ha fatto in questi giorni di sovraesposizione mediatica. Il comunicato poi sostiene la sindaca Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario Andrea Delmastro, militante di Fratelli d’Italia, presente alla festa (ma non al momento dello sparo stando alle testimonianze trapelate finora): «Desideriamo esprimerle ufficialmente solidarietà e sostegno: è giunta nel nostro comune sette anni fa e ha contribuito in modo significativo a un cambiamento radicale nell'amministrazione comunale raggiungendo obiettivi precedentemente impensabili per la nostra comunità». E pazienza se la vicepresidente della Pro Loco Valentina Suardi è anche consigliera comunale eletta nella lista della sindaca e così risulta, in un certo senso, un’auto-pacca sulla spalla: nei luoghi così piccoli in fondo è normale darsi da fare su più fronti. Soprattutto però la Pro Loco se la prende contro «qualsiasi tentativo di coinvolgere l'associazione negli eventi accaduti durante la festa di capodanno», cosa che, di nuovo, nessuno ha fatto se non menzionare il dettaglio che lo sparo è avvenuto dentro la sede che era stata affittata per la festa. Ma sembra troppo anche questo: «Invitiamo le fonti di informazione a cessare ogni riferimento all'associazione in relazione a questi fatti, salvo incorrere in eventuali provvedimenti legali per tutelare la nostra reputazione». Storia già vista, in fondo, quando una brutta figura ci tocca e fa sentire il bisogno di chiudersi a riccio e tirare fuori gli aghi. Ma è davvero l’unica reazione possibile? Non sarebbe stato meglio, ieri come oggi, riempire – per esempio - i social di immagini del Piazzo per mostrare che era proprio come lo ha disegnato Zerocalcare o di Rosazza per far vedere che oltre al pistolero c’è di più? Non era l’onda di notorietà ideale, forse, per la promozione di un territorio. Ma tanto valeva piangere un po’ meno e tentare di cavalcarla, mostrando amore per i luoghi e non disprezzo per chi ne parla – occasionalmente – male.
Ipse dixit
“Due passi nel quartiere del vecchio ospedale di Biella nella notte di Capodanno. Gli immobili dismessi non si contano. Manca una strategia sul piano comunale, regionale e nazionale: e intanto sembra che gli edifici, sempre più fatiscenti e inquietanti, chiedano di essere “lasciati andare”. Non tutto si può recuperare; chiediamoci che cosa tenere, che cosa ristrutturare e, una buona volta, che cosa demolire. Lo skyline e la passeggiata accanto al vecchio ospedale che dà su via Cernaia e, oltre, il Cervo con le sue fabbriche sarebbe degno di una città post industriale tedesca: potrebbero venire da tutta Europa a scoprirci”
(Paolo Furia, ex segretario regionale del Partito Democratico, su Facebook)
Attenzione al traffico a Candelo
C’è un altro cantiere che, da domani, rallenterà il traffico su una delle strade che i biellesi hanno imparato a conoscere bene negli ultimi mesi. Il collegamento tra Vigliano e Candelo, la cosiddetta “salita della birreria”, era diventato alternativa indispensabile nelle lunghe settimane estive di chiusura del ponte della tangenziale. Dalle 8 di domani tornerà a senso unico alternato, proprio come era successo prima e dopo l’intervento sul ponte, ma non per i lavori di consolidamento che hanno interessato quasi tutto il percorso da Candelo centro all’attraversamento della roggia Marchesa. Si tratta questa volta dell’allacciamento alla rete fognaria di un’abitazione privata che costringe alla chiusura parziale. Durerà salvo imprevisti per cinque giorni, solo dalle 8 alle 18, con la viabilità regolata da un semaforo provvisorio. Il cantiere lungo che ha interessato nei mesi scorsi tutta la strada si era interrotto per evitare di creare un altro tappo al traffico nel periodo di chiusura del ponte della tangenziale. L’intervento era stato poi rapidamente terminato tra fine estate e inizio autunno. Agli automobilisti biellesi è comunque consigliato, fino a venerdì 12, di scegliere un percorso alternativo quando possibile.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Valdilana inizia l’ultima giornata di apertura del presepe gigante di Marchetto, con le sue figure a grandezza naturale che raffigurano costumi e mestieri della tradizione della valle collocate nel centro di Mosso. L’ingresso è gratuito, l’allestimento sarà visitabile fino alle 22
Oggi alle 12,30 a Valdengo comincia la giornata dedicata alla memoria e alla musica di Sergio Perazza, il re biellese del liscio e delle feste di piazza scomparso pochi mesi fa. Dopo il pranzo si suonerà e si ballerà in pista anche con le sue canzoni eseguite da Francesco e i Blue Dream
Oggi alle 16 a Biella nella chiesa di San Cassiano torna a suonare l’Orchestra filarmonica biellese, fondata e a lungo diretta dal compianto maestro Emilio Straudi. Sono in programma musiche di Vivaldi, Bach, Corelli e Mascagni. Dirige Manuel Filisetti
Oggi alle 16 a Pralungo si replica “Il Gelindo”, la rappresentazione teatrale tradizionale in lingua piemontese che narra del pastore che fece entrare Maria e Giuseppe nella sua capanna nella notte di Natale. Sul palco c’è l’associazione “El Clinché” di Borriana. L’ingresso è a offerta libera, i proventi serviranno per il restauro della chiesetta di San Bernardo proprio a Borriana
Oggi alle 16,30 a Salussola la banda musicale Pietro Generali sarà protagonista del concerto di Natale alla chiesa di Santa Maria Assunta. Il sodalizio musicale, diretto da Giada Pizzino, sarà accompagnato dalle voci di Greta Pagan e Mattia Venara. L’ingresso è gratuito
Numb3rs
Sono 815 le bambine e i bambini nati all’ospedale di Biella nel 2023, ben 74 in più rispetto all’anno precedente. Si tratta, come sottolinea l’azienda sanitaria, di uno dei pochi reparti di ostetricia e ginecologia in Italia che hanno fatto registrare un valore in crescita mentre la media nazionale parla di un calo del 10 per cento. Non si tratta però di un indicatore attendibile di un’inversione della curva demografica. Biella resta la provincia dove l’età media ha raggiunto i 50 anni e dove il numero di bambini nati ogni mille abitanti è di 4,9, nettamente sotto i 6,7 della media nazionale. Semplicemente l’ospedale ai confini con Ponderano è tornato a sconfiggere la concorrenza dei centri nascita di quelli più vicini. A lungo una fetta di mamme biellesi ha scelto di partorire prima a Gattinara e più di recente, dopo la chiusura di quell’ospedale, a Borgosesia dove il reparto era diretto dal ginecologo biellese Enrico Negrone. Oggi sembra essere Biella ad attirare famiglie anche dai territori vicini grazie anche a una serie di servizi potenziati o attivati ex novo, sulla spinta della responsabile del servizio Bianca Masturzo: in reparto c’è un anestesista 24 ore su 24 a disposizione per alleviare il dolore del travaglio, è possibile offrire il taglio cesareo dolce che consente anche al padre di essere in sala operatoria durante l’intervento e il momento della nascita, c’è un ambulatorio dedicato alle gravidanze a rischio e un centro per la procreazione medicalmente assistita. Nel 2023 i parti naturali sono cresciuti, con una conseguente riduzione dei cesarei. L’ultimo nato dell’anno, il piccolo candelese Giancarlo, è stato festeggiato anche con un panettone con tre candeline, a comporre il numero 815. Un altro panettone, il 1 gennaio, aveva solo quella con il numero 1 ed era dedicato a Manuel, primo nato nel 2023.