Quando si sbaglia, si chiede scusa e si corregge
Ci sono lapsus (o meglio errori di fretta e di distrazione) che si vorrebbe non avere fatto mai. C’è un nome che tutte e tutti hanno letto e forse anche pronunciato negli ultimi giorni. Nell’introduzione della newsletter delle 6 di stamane lo abbiamo sbagliato: si chiama Giulia Cecchettin, e non Silvia, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato e per la quale oggi nelle scuole si osserverà un minuto di silenzio. Sembra uno sfregio alla memoria quello di non ricordare correttamente nemmeno il suo nome, oggi che il dolore è vivo. Fa pensare a che cosa ricorderemo di lei fra un mese o un anno. A lei vada un pensiero, a voi lettori le scuse e l’impegno a fare più attenzione.