Quella cosa che i non biellesi amano a differenza dei biellesi
«Come in tante città italiane per salire al centro storico, la cittadella alta, occorre prendere una funicolare! La bella notizia è che è gratuita e serve le due parti della città fino a mezzanotte, fino alle 2 nel week-end»: lo ha scritto nel 2022 il blogger di viaggio Claudio Pelizzeni, alias “Trip Therapy”, ex bancario non ancora quarantenne la cui visita a Biella, stimolata dall’Atl, fu oggetto di pubblicazioni sul suo sito e sui suoi canali social. Nella cronaca della gita, ha inserito la funicolare tra le “cose che nn pensava minimamente di trovare”. Il pezzo è stato rilanciato negli ultimi giorni da Biella Turismo, il canale social dell’azienda turistica locale, proprio in contemporanea con la notizia del nuovo intervento in calendario sulla funicolare, necessario per eliminare il rumore che disturba i vicini dall’ormai lontano 2019, con tanto di visita di Striscia la Notizia in piena campagna elettorale per le comunali. Sui social i biellesi si sono scatenati («Costose buffonate» il commento più aspro) come accade da anni quando si parla della funicolare. Cominciò tutto con l’annuncio dei lavori, a metà del mandato della giunta-Cavicchioli: occorreva farli perché l’impianto era a “fine vita tecnica”, destino comune a tutti quelli a fune (e come ben sa chi segue e ama la conca di Oropa). La giunta scelse di cambiare la propulsione, passando dalla doppia fune a contrappesi all’ascensore inclinato e dal biglietto urbano ai viaggi gratis. «Addio funicolare» fu il titolo de La Provincia di Biella che marchiò a fuoco la percezione dei biellesi sul tema, ben assistita da politica e comitati più o meno spontanei. Succede ancora oggi, per esempio, che nelle comunicazioni istituzionali della città, oggi amministrata dal centrodestra, la si definisca “ex funicolare” o “ascensore inclinato”, come per rimarcare l’odiata differenza rispetto al passato.
Poi capita di aprire Tripadvisor, il prontuario dei gusti di chi viaggia, e di scoprire che la funicolare è seconda solo al Piazzo (e magari le due cose sono legate) nell’indice di gradimento dei visitatori di Biella che lasciano recensioni. Per loro si chiama funicolare e stop. La media è di quattro stelle su cinque e i giudizi messi nero su bianco vanno con grande frequenza dal lusinghiero all’entusiasta. «Gratuita» sottolinea un genovese (niente battutine please) che aggiunge: «Merita un giro per i palazzi presenti e per la bella vista». «Spettacolo imperdibile» e «gioiellino piemontese» sono gli epiteti scelti da un vercellese. «È molto interessante verificare di persona che le "funicolari storiche" sono ancora in grado di funzionare benissimo e di erogare un servizio molto utile» (da Moncalieri). «Comoda per fare un giro nella Biella alta che merita sicuramente» (da Prato). «Come una capsula del tempo stile retro» (da Milano). Ma tra tutte si segnala la considerazione di un turista mantovano: «Ho notato che la gente si saluta durante la salita e la discesa dalla cabina». Ehi, ma non eravamo musoni?
Ipse dixit
“A Biella, gruppi di residenti della Costa del Piazzo da mesi ormai sopportano gravi disagi dovuti al rumore delle nuove cabine della funicolare. Il 26 maggio voto Lega per cambiare con Corradino sindaco le sorti della nostra splendida città!”
(Chiara Caucino, allora candidata consigliera regionale e oggi assessora, in un post Facebook del 15 maggio 2019, pubblicato insieme al video del servizio di Striscia la Notizia sulla funicolare rumorosa. Dopo quasi quattro anni il problema non è ancora stato risolto)
Il ritorno delle piste ciclabili
Si potrebbe commentare con un “bentornate”, ma chi le realizzerà, l’amministrazione di Claudio Corradino, non è per nulla entusiasta di rivederle. «Abbiamo deciso di installare alcune piste ciclopedonali» dice l’assessore all’Urbanistica Davide Zappalà (Fratelli d’Italia) a La Stampa «unicamente per non perdere i fondi e non perché ci sia una richiesta effettiva». Quei fondi ammontano a circa 300mila euro e fanno parte di uno dei due finanziamenti catturati dalla giunta di centrosinistra guidata da Marco Cavicchioli per rivitalizzare le periferie. Di quei percorsi si era vista solo una parte: dai giardini Zumaglini fino alla rotonda via Cernaia-via Carso, con tanto di polemiche fomentate anche dall’allora opposizione ora diventata forza di governo. La promessa elettorale di fermare i lavori si era manifestata soprattutto con una foto diventata icona di un certo modo di amministrare: Zappalà e il vicesindaco Moscarola (Lega) che fingevano di guidare una ruspa per smantellare un cordolo in via Delleani, embrione di un altro dei percorsi previsti dal piano, che peraltro ancora fa bella mostra di sé sul sito del Comune. Il pezzo di progetto che viene riportato alla luce è quello che prosegue lungo via Cernaia, arriva al ponte di Chiavazza, costeggia un pezzo di via Milano e s’infila in via Collocapra «dove c’è già un percorso» come ricorda uno scettico Zappalà che poi ribadisce: «La città non si presta a questo tipo di mobilità, basta guardarsi intorno. Se escludiamo i biker che vivono la bici come hobby e pratica sportiva, di residenti che scelgono le due ruote in alternativa all’auto oggettivamente ce ne sono pochi».
Sempre su La Stampa c’è anche la replica di Valeria Varnero (Partito Democratico), assessora all’Urbanistica prima di Zappalà e ora all’opposizione: «La domanda si crea producendo un’offerta. Se non ci sono percorsi sicuri e agevoli non potranno esserci frotte di cittadini che pedalano». Una curiosità: Davide Zappalà fu tra gli organizzatori, da privato cittadino che viveva la politica solo da attivista del movimento giovanile dell’allora Alleanza Nazionale, della prima cicloturistica da Biella a Oropa per commemorare Marco Pantani.
Cosa succede in città
Oggi dalle 18 alle 24 a Biella va in scena la “notte del liceo classico”. Nella sede centrale del liceo Sella di via Addis Abeba, ogni classe metterà in scena una rappresentazione teatrale sceneggiata e recitata da studentesse e studenti. L’ingresso è libero.
Oggi alle 18,30 al Piazzo l’accademia Perosi renderà omaggio al mecenate e collezionista d’arte biellese Riccardo Gualino con “Il grande Gualino”, dialogo con lo scrittore Giorgio Caponetti accompagnato dalla musica del Quartetto Erinni. L’appuntamento è il recupero di quello rinviato a dicembre. Biglietti a 3 euro (ridotti a 1 euro).
Oggi alle 21 a Lessona il cineteatro Italia ospiterà un omaggio a Fabrizio De André a cura di un gruppo di musiciste e musicisti biellesi. L’ingresso è a offerta libera. Gli organizzatori di Apistom devolveranno l’incasso al Fondo Edo Tempia.
Numb3rs
Sono 211mila gli ettari di superficie agricola coltivati a riso nel 2023. Il calcolo è dell’Ente Risi, che ha sede a Vercelli dove, insieme alla Baraggia biellese, alla provincia novarese e alla Lomellina pavese, c’è la maggior parte del “mare a quadretti”. È un calo netto rispetto ai 218mila ettari del 2022. La causa è la siccità. La risposta, secondo il presidente dell’Airi (Associazione industrie risiere italiane) Mario Francese, è nel trovare più acqua. Come? «La gestione delle risorse idriche è cruciale» dice a La Stampa. «Poi si dovrà valutare se la politica verrà a soccorso della risicoltura com investimenti importanti come gli invasi». Ovvero le dighe: c’è un progetto per la Valsessera nel limbo da anni, tra agricoltori che lo vorrebbero realizzato e territorio e ambientalisti che lo osteggiano.