Rosa come una festa
Sarebbe contrario allo spirito del Giro d’Italia mettersi a fare contabilità e paragoni sul numero di spettatori della tappa di Oropa di ieri a confronto con quelle del passato. Il bilancio lo si dovrebbe lasciare a negozi, bar e ristoranti che, si spera, per un fine settimana un po’ più speciale hanno visto moltiplicarsi il loro giro d’affari. Quello emotivo, quando passa una corsa che è sempre una festa, è positivo in ogni caso. Lo spirito del Giro sta nelle persone di tutte le età che si ingegnano per addobbare finestre, ringhiere e balconi se hanno la fortuna di abitare lungo il percorso di una tappa. Sta nelle associazioni e nei Comuni che investono qualche euro per colorare di rosa le strade, le rotonde o (come a Locato, frazione di Andorno) il campanile. Sta nel sacro del santuario di Oropa che accetta di buon grado di anticipare di un giorno una ricorrenza che ha quattro secoli di storia come la processione votiva della città che si è svolta sabato quando già i tifosi del ciclismo stavano cercando il posto migliore lungo la salita. E per i pellegrini della fede e dello sport è stato bello, in vetta, trovare la cupola illuminata in rosa. Sta nel mescolarsi di lingue e accenti, tutti gomito a gomito lungo strade per cui non si paga il biglietto, con l’operaio e il notaio, l’agricoltore e l’ingegnere che lasciano a casa differenze di classe e di portafoglio, uniti dalla ricerca della postazione migliore e in chiacchierate che in una giornata qualsiasi, in un altro luogo e in una differente circostanza, non avrebbero fatto mai. Sta nell’altro mescolarsi di intenditori appassionati e di gente che di ciclismo capisce pochissimo, pronti ad applaudire e incitare nel modo più democratico possibile tutti, dal campione Tadej Pogacar che vola sui pedali al velocista che scala lento come se salisse a piedi. E non importa conoscere i nomi o la carriera. C’è un video, tra i tanti pubblicati ieri dai giornali locali, che mostra la folla alle Cave del Favaro, dove la salita si fa più ripida: si sente una voce che urla “Forza, maglia rosa”. Era in difficoltà lo scalatore dell’Ecuador Jhonatan Narvaez, eroe per un giorno a Torino nella prima tappa ma messo alle corde dal fuoriclasse sloveno che un altro terzo posto non lo avrebbe accettato mai. Il pubblico che trenta secondi prima aveva esultato per Pogacar era passato a incitare lui, anche senza conoscerlo per nome. Il ciclismo è questa cosa qui e lo sarebbe stata, ieri sulle rampe di Oropa, anche senza il favorito superstar che ha disegnato un capolavoro del pedale, dopo aver perso terreno per un incidente (foratura più caduta in via Bertodano) proprio come Marco Pantani venticinque anni fa. E chi non c’è stato, chi non si è affacciato anche solo per vederli sfrecciare ai settanta all’ora in discesa, chi si è lamentato per una strada chiusa, per la troppa gente in giro, perché in fondo è solo gente che va in bicicletta, si è perso qualcosa.
Ipse dixit
“Nel 1999 ero a fine carriera, ero in squadra per dare una mano ai miei compagni. Quando ho visto Pantani che si staccava a Oropa ho pensato: meno male, oggi sarà una giornata tranquilla. Poco dopo l’ho visto che mi superava a tutta velocità e ho detto: niente, anche oggi si farà tanta fatica…”
(Evgenij Berzin, ex ciclista professionista e vincitore del Giro d’Italia 1994, raccontando la scalata di Oropa nell’anno della rimonta di Marco Pantani)
Oggi tornano le asfaltature
Meteo permettendo, oggi si torna al lavoro sulle strade cittadine, interessate da settimane da un’ingente campagna di risistemazione da 1,6 milioni. Finita giusto in tempo per il Giro d’Italia la risistemazione di piazza La Marmora, oggi dalle 8 circa i mezzi e gli operai cominceranno a occuparsi di un altro tratto di via Carso: dopo quello tra via Bertodano e via Bengasi, tocca al segmento fino alla rotonda di via Piave. Non dovrebbero esserci, a differenza dell’intervento precedente, una chiusura totale ma solo strettoie provvisorie e probabili sensi unici alternati temporanei. Dovrebbero comunque provocare qualche rallentamento specie nelle ore di punta. Così è meglio pensare da subito ai percorsi alternativi: le parallele in direzione nord sono via Trento e via Torino, entrambe raggiungibili da viale Roma, in direzione sud a via Torino si aggiunge via Trieste. Per imboccarle è opportuno scegliere via Bertodano. L’intervento dovrebbe terminare, stando ai cartelli posizionati dall’impresa appaltatrice, fino alle 17,30 di venerdì. Nel tratto di via Carso interessato dal cantiere, ci sarà divieto di sosta su entrambi i lati della carreggiata.
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Candelo torna al cinema Verdi la rassegna “Tutti pazzi per il cinema”, un’iniziativa del tavolo biellese sulla salute mentale che propone un ciclo di film a tema. Quello di stasera è “Il patto del silenzio (Belgio, 2021) di Laura Wandel. Ingresso a 6 euro
I titoli della settimana
Le notizie principali delle prime pagine negli ultimi sette giorni secondo i giornali locali
Lunedì 29
Eco di Biella Oropa si fa bella, arriva il Giro
Martedì 30
Il Biellese Nell’ex ospedale una scuola per agenti penitenziari
La Stampa L’ex ospedale rinasce: “Sarà un’accademia di polizia penitenziaria”
Mercoledì 1
La Provincia di Biella Parco della Burcina: «Noiente biglietto a pagamento ma offerta libera»
La Stampa Il Giro d’Italia anticipa la rivoluzione-mobilità con le bici a noleggio
Giovedì 2
Con le tipografie chiuse per la festività del 1 maggio è uno dei giorni dell’anno in cui non ci sono i giornali in edicola
Venerdì 3
Il Biellese Da Roma in arrivo 7 milioni per Oropa
La Stampa Patrimonio culturale: dal Governo l’assegno da 7 milioni a Oropa
Sabato 4
La Provincia di Biella Giro, il giorno di Oropa
La Stampa Il Biellese si veste di rosa e da questa sera chiude l’epica salita di Oropa
Domenica 5
La Stampa Oggi il Biellese si veste di rosa: in 50mila sulle strade del Giro
Se si sbaglia, si corregge e si chiede scusa
Nella newsletter di ieri dedicata a Marco Pantani e alla sua storia che sconfina nella leggenda, c’era un lapsus medico-scientifico. A essere sopra i parametri consentiti dopo un prelievo di sangue, nel giorno in cui fu escluso dal Giro d’Italia 1999, non era l’eritropoietina ma l’ematocrito che indica la percentuale di globuli rossi nel sangue. L’eritropoietina o epo era il farmaco che serviva ad alzarlo, potenziando la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai muscoli. «L’eritropoietina» ha spiegato in un messaggio a 6aBiella l’ex corridore professionista (e lettore della newsletter: grazie) Gianni Zola «non era rintracciabile allora e nemmeno ora. La trovano mediante la dilatazione del reticolo, che è la “gabbia” che tiene l’ossigeno nel globulo rosso. Se è dilatata è indice di uso di epo».