Salvate quel reparto
Il sospetto è che, a meno di due mesi dalle elezioni, basti un titolo su un giornale a muovere acque rimaste forse un po’ troppo a lungo stagnanti. Sembra essere successo con il caso del reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Biella: «Addio al reparto da 4mila cure all’anno» titolava La Stampa sabato, annunciando l’avvenuto pensionamento del primario Franco Ferrero insieme alla notizia che due dei tre medici in organico avevano ottenuto il trasferimento. In corsia ne restava uno soltanto, non abbastanza per gestire né l’attività ordinaria né le urgenze. All’azienda sanitaria sembrava non restare altra via che mettere in pausa il reparto che, in una specialità in crisi anche in altri ospedali della regione, attirava pazienti anche da fuori provincia. «Confermiamo che la struttura sta attraversando una fase di carenza di organico» era stata la posizione ufficiale dell’Asl riportata da La Stampa, senza parlare esplicitamente di una chiusura. «Si tratta di una situazione di avvicendamento che si auspica possa essere transitoria e che nel frattempo sarà gestita con la massima attenzione, ricorrendo a tutte le soluzioni disponibili per limitare il più possibile l'impatto sull'offerta di prestazioni». Nel giro di poche ore dall’uscita dell’allarme (e del giornale), ecco il soccorso dalla Regione: «Abbiamo raccolto l’allarme lanciato dall’azienda sanitaria» recita il comunicato del presidente Alberto Cirio (Forza Italia) e dell’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi (Lega) «sul rischio che il reparto debba chiudere per mancanza di personale medico e ci siamo immediatamente attivati per individuare la soluzione che prevede il supporto del personale dell’ospedale che così potrà continuare a rispondere in maniera efficace ai bisogni di cura della cittadinanza». In sintesi medici di altre Asl arriveranno a rinforzo di Biella. Ma la linea temporale dell’allarme e della soluzione lascia un punto interrogativo: serviva un’uscita pubblica per sbloccare la situazione? Qualcuno a palazzo Lascaris, la cui giunta uscente si ricandida per un altro mandato a cominciare proprio da Cirio, ha visto l’eco social suscitata dalla notizia, con 82 condivisioni e 50 commenti indignati sul profilo locale del quotidiano? Il tampone via comunicato stampa potrebbe non essere abbastanza, nell’immaginario popolare: la seconda notizia, che il giornale ha pubblicato con pari evidenza, sui social si è fermata a un “mi piace” e nessuna condivisione.
Ipse dixit
“Credo che da oggi le presentazioni del libro e gli spettacoli del tour Storie di antifascismo senza retorica inizieranno con il monologo di Antonio Scurati cassato dalla Rai senza alcuna spiegazione, a parte le solite arrampicate sugli specchi”
(Annuncio via social dell’autore Max Collini, venerdì a Biella allo spazio Hydro con quello spettacolo)
La solita brutta notizia sui treni
Non sempre il caso mediatico e l’indignazione social bastano a smuovere le acque, nemmeno sotto elezioni. Se le reazioni al servizio de La Stampa sul rischio di chiusura del reparto di gastroenterologia sembravano tante, non si avvicinano ai 108 commenti e 459 tra “mi piace” e simili sotto il link a un articolo del quotidiano che parlava dell’isolamento ferroviario del Biellese. Non c’era nulla di nuovissimo, solo l’impietoso paragone tra i diretti che collegano Biella ai capoluoghi di regione vicini (zero per Milano, due all’andata e due al ritorno per Torino) a confronto con quelli delle altre città piemontesi: 26+25 per Vercelli, 16 verso Milano per Verbania, meglio di noi pure Ivrea, Alba, Tortona. E poi c’era il consueto appello dei pendolari: «Serve potenziare il numero di diretti per Torino» ha dichiarato il portavoce del comitato Paolo Forno. «Intanto attendiamo il via dell’elettrificazione verso Milano. Ma ribadisco che serve una condivisione del modello di esercizio diretto veloce da e per Milano per poter far entrare il servizio subito a regime». Ma niente: in questo caso la Regione si era già pronunciata fissando molto in là nel tempo, non prima del 2026, la soluzione per aumentare il numero dei diretti verso Torino. E non si registrano annunci di progressi per sistemare, come è accaduto fino a Santhià, anche la linea fino a Novara. Anzi, secondo il consigliere provinciale (di centrosinistra) Paolo Rizzo in un commento social, i fondi sono stati usati per altro: «I cinque milioni stanziati nel 2019 sono stati usati nella maggior parte per il sistema di sicurezza marcia, cioè un sistema che Rfi doveva ammodernare, e in piccolissima parte per il progetto dell'elettrificazione». Rfi è la società “figlia” delle vecchie Ferrovie dello Stato che si occupa delle linee. Se le poche soluzioni e i pochissimi diretti a disposizione non bastassero a scoraggiare i viaggiatori, ci si mettono i disagi quotidiani. Sempre da La Stampa si scopre che giovedì pomeriggio il regionale Torino-Milano in ritardo ha sbarcato i passeggeri a Santhià giusto in tempo perché si vedessero partire il locale per Biella davanti al naso, nonostante le rassicurazioni del capotreno che aveva promesso di far attendere la coincidenza. Il risultato? Tutti a casa un’ora dopo e un reclamo in stazione che, probabilmente, si sommerà agli altri: «Viaggio da tre anni verso Torino» ha raccontato una pendolare al giornale «ma sinceramente spero di tornare a lavorare vicino a casa. Quello di giovedì è stato solo uno dei tanti disagi». Vero: giusto il giorno dopo un treno è arrivato in ritardo di 52 minuti e due sono stati soppressi perché un’auto ha danneggiato le sbarre del passaggio a livello tra Gaglianico e Candelo.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella il ciclo degli “Incontri del pomeriggio” dell’università popolare UpbEduca cederà il microfono a Franco Di Braccio per una conferenza su San Francesco che si terrà nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in via Gramsci. L’ingresso è libero
Oggi alle 18,15 a Occhieppo Superiore quattro autori locali racconteranno il loro rapporto con la lettura alla biblioteca di Villa Mossa: interverranno Renata Bertero, Carlo Ceccon, Francesco Pelle e Laura Zona
Oggi alle 21 a Candelo c’è un appuntamento per cinefili al Verdi: verrà proiettato “L’arpa birmana”, film giapponese del 1956 del regista Kon Ichikawa in lingua originale con sottotitoli in italiano
Oggi alle 21 a Biella saliranno sul palco del teatro Odeon Dose, Awed e Dadda, nomi d’arte degli youtuber Riccardo Dose, Simone Paciello e Daniel D’Addetta, oltre cinque milioni di follower in tre. Il loro spettacolo s’intitola “Esperienze D. M.” e gli ultimi biglietti, a 35 euro, sono a disposizione su Ticketone
In che senso la neve?
Ieri ha nevicato a Oropa, ha scritto l’edizione web de Il Biellese. Il 22 aprile è inusuale anche se, dicono i ricordi dei biellesi-doc, non è mica la prima volta: il 2 maggio 1945, per esempio, i giornali che magnificavano la liberazione della città e la cacciata dei nazisti e dei fascisti di pochi giorni prima trovarono spazio anche per raccontare, in poche righe, della «sorpresa di scorgere tutti i tetti della città tutti imbiancati di neve che poi la pioggia ha presto disciolto. La temperatura» scrisse Il Biellese nella prima edizione dopo il 24 aprile che segnò l’ingresso dei partigiani in città «si è abbassata a 2 gradi». Ieri a Biella città non è scesa sotto i 4,4 gradi di minima, al santuario invece è andata anche sotto lo zero. Eccezionale, dunque, ma non unico è stato il freddo fuori stagione di ieri. Ma, a confermare un clima che fatica a seguire le regole stagionali, è arrivato dopo un’altrettanto eccezionale ondata di caldo con massime non così lontane dai 30 gradi solo una settimana fa. Il cambio degli armadi è un problema marginale. Le condizioni del pianeta non lo sono affatto.