Sanità, attese, percezioni
Ci sono opinioni che dipendono tantissimo dall’esperienza personale: il giudizio sull’efficienza della sanità pubblica forse è l’esempio principe di questo, forse inevitabile, modo di pensare. La notte in cui, per disgrazia, siamo finiti in pronto soccorso è trascorsa con squadre di camici bianchi ad affaccendarsi per risolvere il nostro problema? Non potremo che parlarne bene. La chiamata per prenotare un esame ci ha rimandato all’inverno che verrà, fra molti mesi, salvo scoprire che a pagamento lo stesso test verrebbe eseguito assai prima? Non potremo che parlarne malissimo. Quando poi la questione diventa politica, ecco un altro elemento che potrebbe sconvolgere l’obiettività del giudizio. Su Eco di Biella di ieri c’è un botta e risposta tra il Partito Democratico e l’ufficio relazioni con il pubblico dell’Azienda sanitaria di Biella: entrambi fanno il loro mestiere, con il primo che pungola un ente pubblico su qualcosa che, a suo dire, non funziona e il secondo che difende l’impegno di chi lavora ogni giorno tra le mura dell’ospedale. Così scrive Rita De Lima, referente per la sanità del Pd Biellese: «Sappiamo bene che una volta entrati in ospedale si è accolti, accuditi, accompagnati, curati al meglio grazie all’impegno dei professionisti sanitari. Il vero tema, a ben guardare, è un altro, ovvero arrivare vivi in ospedale». Con la battuta De Lima stigmatizza i tempi di attesa ancora troppo lunghi per visite e prestazioni diagnostiche e terapeutiche, chiedendo alla Regione di darsi da fare perché «lavorare per migliorare una situazione vicina al tracollo è doveroso». Proprio questa frase è respinta «in modo netto» dall’Asl che parla di affermazioni «prive di fondamento ma ancor più irrispettose del lavoro dei professionisti e dell’investimento organizzativo e finanziario che pone la sanità biellese in posizioni di tutto rispetto in più di una classifica nazionale». Poi arrivano puntualizzazioni sulla disomogeneità dei dati citati dal Pd con i numeri enormi dei giorni di attesa, basati anche sulla classificazione delle prestazioni in quattro categorie: da urgenti a programmabili fino a differibili, cioè che possono essere rinviate senza che vada a nuocere sulla salute del cittadino. Infine ci sono i numeri che dal 2016 l’azienda sanitaria mette a disposizione ogni mese sul suo sito web. E qui diventa semplice fare un paragone, il più oggettivo possibile, oggettivo come una cifra. I tre termini di paragone sono febbraio 2019 (l’ultimo prima della pandemia), febbraio 2023 e febbraio 2024. Ci sono prestazioni che vanno meglio e altre che vanno decisamente peggio. Per una visita cardiologica adesso basta un giorno di attesa, contro gli 11 del 2019. Sono dimezzati i tempi per quella ginecologica, da 57 a 28 giorni (ma nel 2023 ne bastavano 11). Ma, proprio in questa specialità, dai 3 giorni di pazienza del 2019 per un’ecografia, ora siamo passati a 35. Migliora nettamente, rispetto al 2023, l’attesa per la visita oculistica, da 71 a 32 giorni. Peggiora quella per la visita urologica: 2 giorni nel 2019, 3 nel 2023, 59 adesso. Peggio va con l’eco color doppler, esempio citato dal Pd: 50 giorni nel 2019, 128 dodici mesi fa, 207 ora. I tempi di attesa indicati sul sito sono sempre quelli massimi. Come dice Asl a Eco di Biella, «da un riscontro effettuato in data 13 marzo la maggioranza delle prestazioni citate con priorità alta hanno il primo posto libero entro la fine di marzo». Per l’ecocardiografia (tempi di attesa indicati a febbraio di 311 giorni) chi ha un’urgenza avrebbe trovato disponibilità entro la fine di questa settimana. Percezioni, appunto. Ma non ancora, evidentemente, perfezioni.
Ipse dixit
“A casa e in azienda mio padre conservava lo stesso atteggiamento pacato ed equilibrato. Allo stesso tempo è stato esigente e voleva fortemente che esprimessimo il nostro potenziale: durante l’adolescenza mi ha sempre spronato a impegnarmi al massimo, anche quando le mie priorità erano semplicemente ottenere un risultato più che sufficiente e passare ad altro. Ci teneva molto, al rendimento scolastico, ma per lui il comportamento era di gran lunga più importante: l’unica cosa che pretendeva davvero da noi era un atteggiamento educato e rispettoso in ogni circostanza”
(Giovanni Marchi sul padre Massimo, scomparso lunedì in un incidente stradale, su Eco di Biella)
L’altra sentenza sul tempio crematorio
Si diceva che fosse fonte d’ansia per sindaco e giunta comunale di Biella quella richiesta danni dei precedenti gestori del tempio crematorio cittadino, la società Socrebi che era stata estromessa dalla gestione dopo l’inchiesta della magistratura che aveva scoperto pratiche illecite nel lavoro quotidiano, dalla falsificazione di registri alla commistione delle ceneri dei defunti, cremati insieme per risparmiare. Hanno avuto ragione loro: la richiesta della Socrebi (sette milioni di euro) è stata non solo respinta ma trasformata a una condanna a risarcire il Comune stesso con una somma di 280mila euro. La decisione del tribunale civile di Biella nei giorni scorsi è una tappa giudiziaria, l’ennesima, di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica non solo a Biella fin dalla prima operazione delle forze dell’ordine, dell’ottobre 2018. Spentasi la gogna social restano le sentenze: i due titolari hanno patteggiato in appello condanne a 4 anni e un mese e a 3 anni e 10 mesi, in un processo che non ha visto ammessi come parte civile, cioè titolati a ricevere un eventuale risarcimento, i rappresentanti dell’associazione delle famiglie che sospettavano che anche i loro cari fossero stati cremati in modo improprio. Due allora dirigenti del comune di Biella sono stati assolti dall’accusa di non aver controllato in modo adeguato quello che accadeva nel tempio crematorio. Proprio il Comune, nel 2020, sottrasse il tempio crematorio alla Socrebi che aveva costruito la struttura con la formula del project financing (un privato investe in un servizio di interesse pubblico ricevendo in cambio a lungo termine i proventi dati dal funzionamento del servizio stesso, in questo caso le tariffe per la cremazione). Il danno economico dato dall’interruzione del contratto stava alla base della richiesta di danni di Socrebi. La sentenza del giudice Enrico Chemollo, come ha scritto Il Biellese, si basa proprio sugli esiti dell’inchiesta penale e del seguente processo: «Le pur generiche contestazioni della difesa da parte dei propri amministratori all’epoca in carica risultano infondate». La gioia del sindaco Claudio Corradino, che ha preso il posto dell’ansia per un eventuale risarcimento che avrebbe colpito direttamente anche i componenti della giunta, è doppia: «Appena è stato possibile» ha dichiarato «abbiamo forzato la serratura e ci siamo rimpossessati della struttura. Il nostro coraggio di allora è stato premiato». In più la sentenza non consente a palazzo Oropa di incassare subito il risarcimento, in attesa di un eventuale appello. Ma libera comunque parte delle risorse che il Comune era stato costretto ad accantonare in caso il responso del giudice avesse dato ragione alla Socrebi. Verranno usate, dice Corradino «per la manutenzione dei cimiteri e delle strade».
Cosa succede in città
Oggi alle 10,30 a Biella il Gen Rosso guiderà un concerto insieme a studentesse e studenti dell’istituto comprensivo Biella 3 che si esibirà con lo storico gruppo musicale cattolico fondato da Chiara Lubich. L’appuntamento è al teatro Odeon ed è prevista una replica alle 21 per le famiglie
Oggi alle 20 a Biella è previsto l’arrivo in città del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in un evento del suo partito, la Lega. Parteciperà all’incontro, a Città Studi, anche il segretario regionale e parlamentare Riccardo Molinari. Si tratterà di un evento politico e non istituzionale a cui interverranno anche gli eletti leghisti negli enti locali
Oggi alle 20,45 a Biella villa Boffo in piazza La Marmora accoglie l’associazione Vocididonne e la cantante Nora Mello Grand che guiderà uno spettacolo-monologo dal titolo “Da oggi mi riconosco ed esco”, storia del suo percorso di guarigione dall’obesità. L’incontro sarà preceduto da un aperitivo a partire dalle 19,15 con prenotazioni al 338.1473720
Oggi alle 21 a Gaglianico l’auditorium comunale ospita uno degli appuntamenti del calendario “Città per le donne” organizzato dalla Provincia. Lo spettacolo musical-teatrale vedrà alternarsi sul palco Zaccaria Roj, Cinzia Tomasi, Luca Stecchi e Teatrando con l’associazione Underground, al fianco delle donne vittime di violenza, a portare la sua testimonianza. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Oropa è in programma nella basilica antica il primo dei concerti di quaresima: sarà eseguito, da un ensemble di otto musicisti dell’Accademia Ambrosiana di Milano, lo “Stabat mater” di Giovan Battista Pergolesi. Il concerto sarà trasmesso in diretta anche sul canale Youtube del santuario
Oggi alle 21 a Pollone lo scrittore biellese Carlo Ceccon presenta alla biblioteca Benedetto Croce il suo nuovo romanzo “Il punto di vista di Silvano”, dialogando con Elisabetta Fabbri. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Valdilana la rassegna “CineFood” al teatro Giletti di piazza XXV Aprile a Ponzone propone la proiezione di “L’uomo che verrà” (Italia, 2010) di Giorgio Diritti. Il film sarà preceduto dalla presentazione di Fabio Cancelliere del museo del cinema di Torino. Ingresso a 8 euro, ridotti a 6
Oggi alle 22 a Biella allo spazio Hydro di via Cernaia torna la serata “Birrette e dischetti” con libertà, ai tavolini, di leggere, portare giochi da tavolo, ovviamente chiacchierare e con la possibilità di far ascoltare un disco portato da casa. Ingresso libero con tessera Arci
La nuova casa del gatto del Cucu
Whisky è il gatto bianco e nero che viveva insieme a Franco Caucino, lo storico interprete del Cucu del carnevale di Chiavazza, scomparso domenica. Mentre i ricordi belli di un personaggio che ha segnato la vita del quartiere e non solo si mescolavano alla nostalgia, si rendeva necessario trovare anche una nuova casa per lui. Non è servito molto tempo: abiterà da Benni Possemato, già consigliere comunale e soprattutto “oste” (come ama definirsi lui) del ristorante-libreria La Civetta al Piazzo. «Con Franco abbiamo un rapporto speciale in ogni senso» ha scritto Possemato sui suoi canali social, faticando a usare i verbi al passato. «Trascorriamo da anni anche il Natale insieme con le nostre famiglie che nel tempo è diventata una sola». Così quello che poteva essere un problema, trovare una nuova casa per un gatto domestico, è diventato un regalo. Ancora Possemato: «Alla sepoltura, i figli Luca e Daniele mi hanno concesso due onori che porterò per sempre con me in memoria di Franco: di tenere una foto ricordo col cappello originale del Cucu, in primo piano come merita un istrione del palcoscenico qual è stato per tutta la sua vita, e di prendermi cura di Whisky, il micio ormai solo che gli teneva compagnia». Benni Possemato ha chiuso il messaggio con una promessa: «Gli vorremo bene come tu, Franco, ne hai voluto a tutti noi».