Sciatteria
Una delle prime “insegne” che vede un visitatore di Biella che giungesse in auto dalla Trossi o che scendesse alla stazione San Paolo sarebbe l’installazione gigante con il nome della città, primo voluminoso frutto dei contributi per il cosiddetto distretto urbano del commercio. Poi, sbirciando verso la rotonda, noterebbe gli striscioni un po’ sbiaditi che annunciano una mostra, quella degli acquerelli di Piero Crida. Ma è chiusa dal 2 giugno, così come il Museo del Territorio stesso dove deve trovare spazio un cantiere. Alla rotatoria successiva, quella di via Carso-via Piave forse farebbe caso all’asfalto appena risistemato ma anche agli altri striscioni tutti rosa con la scritta “città di Biella” e lo stemma con l’orso. Sono rosa perché vennero posati in occasione della tappa del Giro d’Italia della prima domenica di maggio. Sono ancora lì. E sono ancora, per esempio, all’incrocio tra via Repubblica e viale Matteotti dove uno schieramento di transenne e un nastro bianco e rosso caduto per metà segnalano un pericolo sotto il vecchio ippocastano da cui un paio di temporali fa è caduto un grosso ramo. Ci sono transenne comunali, benché la proprietà sia privata concessa a uso pubblico, anche in piazza Vittorio Veneto dove domenica è apparsa una voragine nel bel mezzo dei portici dedicati ad Augusto Festa Bianchet per il crollo della volta di una cantina. Un cittadino in vena di scherzi ha subito appiccicato un foglio con la scritta “Attenzione, scavi archeologici per ritrovamento villaggio palafitticolo”, subito girata di bacheca in bacheca via social. Proprio di fianco c’è la piazza più nuova della città, la piazza Vittorio Veneto appena terminata e già finita a sua volta nel mirino di qualche osservatore che ha notato il colore differente di alcune delle lastre di pietra della pavimentazione. Nessuno di questi dettagli rallenta o impedisce la vita della città. Ma è un piccolo segno di come ci si sia assuefatti a una certa sciatteria nella sua gestione. Non è un processo perché le cause sono numerose: poche risorse finanziarie, personale che scarseggia negli enti pubblici, assessori che non possono arrivare ovunque e al momento nemmeno ci sono in attesa della nomina della giunta nuova. Ma sono dettagli che si sommano agli altri che i cittadini segnalano, spesso con fastidio: marciapiedi a gradoni, buche sulle strade, manutenzione scarsa nei cimiteri, erba alta nei parchi. Probabilmente non è inevitabile, volendo investirci sopra tempo e denaro. Serve però anche un terzo ingrediente, forse il più difficile: provare, che si sia amministratori pubblici o componenti della macchina comunale, lo stesso fastidio che prova un cittadino di fronte a questi piccoli esempi di gestione distratta.
Ipse dixit
“Oggi si chiude un cerchio. Da ragazzino avevo giocato nelle giovanili della Biellese, punto di arrivo di tutti i bambini che si nutrivano di calcio. Che magia scendere in campo insieme alla prima squadra. Io facevo il raccattapalle ed ero felicissimo. Ci contendevamo quel ruolo, un vero premio. Ebbene, la Biellese deve ritornare nei sogni di ogni ragazzino, punto di riferimento per le società della nostra provincia. Mandare un ragazzo a vestire il bianconero dovrà diventare fonte di orgoglio”
(Alessandro Blotto, neopresidente della Biellese di calcio maschile, a Eco di Biella)
Strapaese
Quasi ovunque, dalla grande Biella alla minuscola Gifflenga, il dopo-elezioni è stato vissuto con una buona dose di sportività tra vincitori e sconfitti, con poche piccole eccezioni come un accenno di lite segnalato a Pettinengo tra il sindaco uscente e colui che prenderà il suo posto. Un’eccezione un po’ più grande è quella di Mongrando: Tony Filoni ha perso la poltrona da primo cittadino dopo dieci anni, scalzato dal suo ex vicesindaco Michele Teagno che ha guidato una lista che comprendeva lui, iscritto al Partito Democratico, la militante (e candidata alle regionali) di Fratelli d’Italia Simona Coda, lo stesso partito di Giulio Gazzola che saranno rispettivamente vicesindaca e assessore. Non ha rasserenato gli animi, già in tempesta durante la campagna elettorale, uno dei primi atti di Teagno al suo ingresso in Comune: far rimuovere lo striscione giallo “Giustizia per Giulio Regeni” che era appeso sulla facciata del municipio da anni. Regeni è il ricercatore italiano trovato morto in Egitto nel 2016: un processo per omicidio in Italia vede imputati agenti del servizio di sicurezza del governo de Il Cairo, accusati di averlo rapito, torturato e ucciso. Il gesto ha scatenato un braccio di ferro social a colpi di post e commenti. Teagno ha detto che lo striscione è stato rimosso perché gravava su una grondaia a rischio distacco e che verrà esposto in occasioni particolari come anniversari, ma nel frattempo ne ha appeso uno (su un’altra grondaia) dedicato all’adunata degli Alpini del 2025 e ha dichiarato a Il Biellese, in apparente contraddizione: «Crediamo che la facciata del municipio non sia la curva di uno stadio». Tony Filoni si è imbufalito, ha ripescato dall’archivio una foto in cui lui e Teagno reggono uno stendardo per chiedere verità sul caso-Regeni e ha accusato la lista civica di maggioranza di voler «azzerare le battaglie di civiltà che hanno contraddistinto il nostro Comune. Sembrerebbero quasi ripicche personali». Controreplica di Teagno: «Non sono un traditore. È stato Filoni a tradire Mongrando non ritenendo il paese all’altezza delle sue ambizioni». Il riferimento è alla ventilata candidatura per le primarie, poi non svoltesi, a Biella per decidere il nome dell’aspirante sindaco di centrosinistra. Caustico un commento “terzo” sotto uno degli accesi scambi social (che qui omettiamo giacché non aggiunge molto alla comprensione della vicenda) che i consiglieri delle due fazioni hanno animato: «Raga, non siete alle medie».
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 a Sordevolo la scrittrice Gabriella Cinti sarà ospite di Villa Cernigliaro per parlare del suo saggio “Polifema”. Lo farà, ai margini della mostra “The five bodies of Platon”, monografica di Vladimir Skoda, dialogando con Federica Mingozzi e Giada Femia. L’illustrazione della copertina del libro è di Carlotta Cernigliaro
Oggi alle 20,30 al Piazzo si parlerà dei lupi in uno degli incontri legati al festival Selvatica: la conferenza sarà guidata dal centro di recupero animali selvatici Nata Libera e dal circolo Tavo Burat, moderato da Silvano Beduglio con la partecipazione di Marta De Biaggi, biologa del nucleo forestale dei carabinieri. Saranno proiettate immagini del fotografo naturalista Alessandro Ceffa
Oggi alle 21 a Sala è alla Casa della Resistenza l’appuntamento con il ciclo “Raccontare è resistere”, dedicato ai documentari di Pier Giorgio Clerici. Saranno proiettati “La Resistenza continua” con le storie dei dodici partigiani di Candelo caduti per la Liberazione e “Una storia dimenticata”, la biografia di Fausto Cerutti e Ines Silmo, lui partigiano e lei staffetta, raccontate dal figlio Andrea Cerutti
Oggi alle 21,30 a Sordevolo comincia all’anfiteatro della Passione il tour estivo di concerti di Francesco Renga e Nek, coppia fissa non solo in occasione della partecipazione all’ultimo festival di Sanremo. Ci sono ancora biglietti a disposizione, da 40,25 a 69 euro, a questo link
Pirati inconsapevoli
Probabilmente nessuno pubblicherebbe a cuor leggero sui suoi canali social il video rubato di una serie tv appena uscita su Netflix o il link per scaricare un film che è ancora nei cinema. C’entra il timore delle conseguenze legali, ma anche una certa percezione che si tratta di qualcosa che non deve essere fatto. Non è detto che non accada, ma lo si fa di nascosto. Molto più comune è invece la pratica di ritagliare e ripubblicare tali e quali le pagine di giornali ancora in edicola, benché si tratti a tutti gli effetti di una forma identica di pirateria: si prende un contenuto a pagamento, il quotidiano del giorno, e lo si mette a disposizione gratis per la propria cerchia di contatti. Ed è un fenomeno curioso: i dati nazionali di diffusione dei quotidiani di carta fanno segnare un mese dopo l’altro cali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Messi insieme sono un sintomo inenarrabile di un modello economico in crisi non ancora sostituito da uno che possa funzionare altrettanto bene. Eppure “uscire sul giornale” è ancora un segno di prestigio e visibilità da ostentare. Sotto campagna elettorale una gran parte di candidati ha riempito le redazioni di comunicati stampa, sperando nella pubblicazione. E, una volta ottenuto spazio, ha raccontato sui social che il loro punto di vista era finito in pagina, talvolta con grafiche in cui si vedeva solo il titolo, talaltra ritagliando e diffondendo proprio l’articolo intero. Chiunque lo faccia, candidato o no, mostra gratitudine per lo spazio ottenuto ma non esattamente rispetto per il giornale che lo ha concesso, regalando un contenuto che lì fuori era a pagamento. Il fenomeno diventa ancora più curioso, a dire il vero, quando il ritaglio di giornale a pagamento è pubblicato gratis da chi ha scritto l’articolo, ovvero quando il narcisismo sconfina nell’autolesionismo.