Senza museo. E senza lavoro
Con la cultura non si mangia, specie se si lavorava in un museo che da lunedì è totalmente chiuso. È quello di Biella, al chiostro di San Sebastiano: il tempo di terminare la mostra dedicata agli acquerelli di Piero Crida, illustratore delle copertine de “Il signore degli anelli”, e il Comune ha annunciato che tutti i locali dovranno fare spazio al cantiere per le ristrutturazioni, compresi quelli al piano terra, peraltro gli unici utilizzati da un anno a questa parte per le iniziative che vanno oltre l’esposizione permanente. Si dovrebbe dire, appunto, che chiude di nuovo: «Concludo con un anno di anticipo e non per cause dipendenti da me, per la ristrutturazione dei locali, l’attività di organizzazione delle esposizioni al nostro Museo del Territorio» dichiarò l’assessore alla Cultura Massimiliano Gaggino nel maggio del 2023, dopo aver annunciato la mostra dedicata a Giorgio Griffa. «Termino con dispiacere per le tante opportunità culturali che avevo in mente di pianificare ma purtroppo così è». In realtà si è fermata soprattutto l’attività dal primo piano in su che, proprio a maggio dell’anno passato, aveva visto il bilancio da seimila visitatori della mostra dedicata all’antico Egitto e all’archeologo biellese Schiaparelli, con tanto di visori per il viaggio virtuale nella tomba del faraone Tutankhamon. Fu l’inizio di mesi complicati per la cultura: in estate ridusse in modo più vistoso del solito gli orari anche la Biblioteca Civica, per poi riprendere, lei sì, a pieno regime da settembre. A San Sebastiano invece i lavori hanno tardato a cominciare, un intervento inserito in un finanziamento europeo che consentirà di rifare gli impianti e i sistemi di sicurezza. Il tutto a otto anni dalla fine dell’ultimo intervento massiccio, quello che consentì nel 2016 l’ampliamento della sezione storico-artistica che ha permesso di dare spazio a opere rimaste nei magazzini, frutto delle donazioni di benefattori, dalle glorie locali Pistoletto e Nespolo fino a Magritte e Fontana per passare dal capolavoro di Emilio Longoni “Riflessioni di un affamato”, spesso in viaggio per essere ospitato da grandi mostre in giro per l’Italia. Evidentemente i lavori non erano stati abbastanza, se ha ragione Newsbiella che menziona, tra i problemi da risolvere, infiltrazioni d’acqua che avrebbero minacciato le opere stesse. L’apertura del cantiere era prevista a gennaio e, in vista di quella scadenza, erano stati progressivamente ridotti i servizi richiesti a CoopCulture, la società che nel 2021 vinse l’appalto triennale per collaborare alla gestione del museo. È la stessa che ha collaborato alle iniziative di palazzo Gromo Losa e della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, a cominciare dalla grande mostra di arte da strada chiusasi a Pasquetta. E non è inverosimile pensare che il personale, grazie all’impegno richiesto da quell’evento, non si sia visto interrompere anzitempo il contratto. Ma stavolta non sembrano esserci alternative anche perché il 30 luglio scade il triennio dell’appalto (che vale poco meno di 300mila euro all’anno): con il museo chiuso per lavori, non sarà rinnovato né verrà bandita un’altra gara. Si parla di cinque posti di lavoro in meno. Allo stesso modo la caffetteria del museo dal 2016 ha cambiato almeno quattro gestioni. L’ultima ha rinunciato da mesi. Dietro il grande cancello di via Quintino Sella, per un po’, si vedranno solo operai e tecnici.
Ipse dixit
“È stato fatto un grande torto non solo a Forza Italia ma a tutti i suoi sostenitori. E siccome mi sembra che l’aria sia buona, e quindi che di questi sostenitori di Forza Italia ce ne siano tanti, chi ha preso questa decisione si è preso una grande responsabilità”
(Paolo Zangrillo, segretario piemontese di Forza Italia e ministro, commentando su La Stampa la definitiva esclusione di simbolo e candidati dalla scheda delle elezioni regionali nel Biellese)
Un necrologio
È raro un necrologio con una fotografia così grande. Forse è una questione di età: è orribile morire a 22 anni e allora che ci sia vita almeno nella foto. Forse dipende dalle circostanze: la vittima era una modella, le immagini più perfette possibile erano parte del suo lavoro. Forse dipende dal fatto che tutti muoiono soli ma Anna Krajevska un po’ di più: ucraina di Odessa, dice il suo profilo Instagram, ma trasferitasi in Svizzera per cercare fortuna nel mondo della moda, ha incontrato il suo destino su un’autostrada italiana nel fine settimana di Pasqua. Era sul sedile del passeggero di una Ferrari guidata da un dj di origine kosovara con cui probabilmente aveva una relazione. All’altezza di Borgo d’Ale l’auto è finita contro le barriere di una A4 verosimilmente deserta e ha preso fuoco. Sono morti tutti e due. Per identificarli è stato necessario il test del Dna. Lui aveva un’ex moglie e due figli piccoli. Lei un fratello che scrive di lei sui social: si chiama Sasha, la chiama “angelo” e mette sulle storie le vecchie foto e quelle più recenti «del nostro ultimo incontro». Sasha sta a Kyiv, dice il suo profilo social. Ha provato a difendere la sorella quando, dopo l’incidente, il popolo di internet non ha saputo trattenere i giudizi su una persona di cui nessuno aveva sentito parlare prima: «Chiudete la vostra bocca sporca. Se non potete empatizzare con il nostro dolore, almeno tacete». Ieri, due mesi dopo l’incidente, è stato il giorno del funerale: un viaggio dall’obitorio dell’ospedale di Vercelli al tempio crematorio di Biella e poi un altro viaggio per trasferire l’urna con le ceneri in Svizzera, la terra d’adozione, dove sarà sepolta. Che strano, quel necrologio che non ha, come nella tradizione italiana, quella sfilza di nomi di persone della famiglia che piangono per la perdita. Non ci sono nomi, se non quella di Anna. E una foto grande, per riempire lo spazio. E perché, se mai avesse potuto scegliere come essere ricordata, forse avrebbe preferito così.
Cosa succede in città
Oggi alle 11 al Piazzo la terza giornata del festival per i giovani BiWild comincia con un laboratorio di fumetto guidato da Daniele Statella. Alle 21 nei giardini di palazzo Ferrero andrà in scena la performance di teatro Stalker “Steli”, da un’idea di Gabriele Boccaccini e a seguire, dalle 22, il karaoke ultrapop con la band Kaliba che eseguirà dal vivo le basi su cui i presenti potranno cimentarsi nel canto. Il programma e i moduli digitali per le prenotazioni sono a questo link
Oggi alle 19 a Valdengo riapre lo stand gastronomico a Valdengo in festa, la prima del ciclo di sagre primaverili ed estive della provincia. Alle 21,30 ci sarà musica dal vivo con la band “Poetica”, specializzata in cover di Elisa e Cesare Cremonini
Oggi alle 21 a Biella il teatro Odeon ospiterà la messa in scena di un’opera lirica giapponese: la storia del samurai Tannan sarà eseguita dal coro “Izu City Opera associate” e dai suoi solisti. La serata è stata ideata dal coro Monte Mucrone e dalla Pietro Micca con l’aiuto di Motoko Iwasaki, giapponese d’origine e biellese d’adozione. L’ingresso è libero
Numb3rs
Sono 92, 32 più del candidato di centrodestra designato Marzio Olivero, le preferenze ricevute da Emanuele Pozzolo nel referendum “totosindaco” del bisettimanale La Provincia di Biella. Non è un sondaggio scientifico ma un giochino dedicato ai lettori e alle lettrici del giornale che dovevano compilare un tagliando presente nelle pagine fino ai giorni scorsi e consegnarlo in redazione con il nome del politico preferito. Ovviamente la contesa è aperta ai cacciatori di voti che, in attesa di conquistare quelli veri sabato e domenica, si esercitano con questa sorta di exit poll di gradimento. Per il capoluogo il derby di Forza Italia è stato vinto da Massimiliano Gaggino, assessore uscente alla Cultura, per 931 a 807 su Edoardo Maiolatesi, mancato concorrente per la Regione dove, peraltro, il partito non comparirà sulla scheda per il noto caso legato all’incandidabilità di Lorenzo Leardi. Seguono nettamente distaccati Giuseppe Tavaglione (l’edicolante dei giardini Zumaglini), il candidato sindaco comunista Daniele Dellamontà, l’ex capogruppo della Lega Alessio Ercoli e poi ecco Emanuele Pozzolo che, per i più smemorati, è il deputato vercellese sospeso da Fratelli d’Italia dopo il capodanno di Rosazza e lo sparo partito dalla sua pistola che ferì una persona. Chissà se è un caso di goliardia un po’ “noir” o se Pozzolo ha davvero una novantina di fans in città.