Si fa presto a dire pedemontana
Che inizi il conto alla rovescia: fra «meno di quattro anni» (dice La Stampa di sabato) i biellesi potranno viaggiare su una connessione a due corsie per senso di marcia fino a un’autostrada, con il completamento del tratto Masserano-Ghemme, 14 chilometri con ponte sul fiume Sesia e aggancio all’A26 Genova-Gravellona. È, in soldoni, il prolungamento di quella che sotto il Mucrone definiamo da anni “superstrada”, nata per raggiungere Cossato e allungata fino alla statale che porta a Gattinara e al lago Maggiore. Ma qui amiamo chiamarla pedemontana. Parlando di altri soldoni, ad appalto assegnato all’impresa Cossi che già ha lavorato al ponte Morandi di Genova, costerà 384 milioni di euro, un signor sovrapprezzo rispetto ai 214 che lo Stato aveva già accantonato per l’intervento, senza tenere conto dei rincari delle materie prime che nel frattempo hanno reso più onerosa qualsiasi opera pubblica.
E parlando di conto alla rovescia, sarebbe da inguaribili ottimisti farlo partire da oggi. Non c’è nemmeno bisogno di andare ai tempi remoti in cui il Biellese sembrava bearsi del suo isolamento (mentre oggi basta un’autostrada accanto per vedere Amazon a Vercelli o l’enorme magazzino di Esselunga a Biandrate). Basta portare l’orologio indietro al 1995, anno in cui si svolsero per la prima volta le elezioni che resero Silvia Marsoni (centrosinistra) prima presidente della neonata provincia di Biella. Avere un ente territoriale motivatissimo a portare le infrastrutture che al territorio erano sempre mancate portò a spingere verso opere che prima non si aveva la forza di presentare a chi di dovere. Ci fu la campagna sui treni, quella sulle strade abilmente portata avanti dal suo successore di centrodestra Orazio Scanzio (Cossato-Vallemosso, tangenziale di Mottalciata, sottopasso di Candelo per valicare la ferrovia tra i suoi successi). E iniziò il tira e molla sul collegamento all’autostrada. In sintesi, il centrosinistra ha sempre tifato pedemontana per andare verso Ghemme e il centrodestra verso il cosiddetto peduncolo, una sorta di Trossi-bis sotto anabolizzanti (ma passando dalla Biella-Cossato) per raggiungere Carisio. L’alternanza democratica nei palazzi finì per rallentare tutto. Il dissesto della Provincia dichiarato nel 2013, nell’era del presidente leghista Roberto Simonetti, fece perdere voce in capitolo a un ente che non poteva chiedere investimenti quando i soldi servivano per ripianare i bilanci. I sogni si scontrarono con la cruda realtà, almeno fino a ieri. Per tornare agli anni Novanta, era già successo che i desideri si dovessero sottoporre a un gelido bagno di realismo, quando l’amministrazione-Marsoni presentò un progetto di pedemontana con peduncolo, una statale a semicerchio che collegasse la bretella Lancia alla superstrada, con tunnel sotto la Baraggia di Candelo e ponte sul Cervo tra Vigliano e Valdengo, e connessione fino a Ghemme. Quando il disegno fu mostrato all’allora sottosegretario ai Lavori pubblici Mauro Fabris (governo D’Alema, lui centrista, ma a Biella lo portò l’allora deputato di Alleanza Nazionale Sandro Delmastro), gli dissero il costo preventivato: 1.100 miliardi di vecchie lire. Il sottosegretario scosse la testa: «È il bilancio dell’Anas per l’intero Nord-Ovest...». Quel progetto è nel cassetto. In euro farebbero circa 570 milioni. Alla fine nemmeno così più caro della pedemontana attuale.
Ipse dixit
“Ci confronteremo ora con i partner europei e valuteremo, con la massima attenzione, come inserire il nucleare nel mix energetico nazionale dei prossimi decenni”
(Dichiarazione del ministro alla Sicurezza energetica Gilberto Pichetto dopo il voto del Parlamento che ha approvato una mozione che impegna il Governo a inserire l’energia atomica tra quelle prodotte in Italia come “fonte alternativa e pulita”)
Chi ha detto diritti?
Nessuno dei 74 sindaci della provincia di Biella ha dichiarato di essere andato a Torino venerdì, quando si è tenuta la manifestazione “Le città per i diritti”. Organizzata dal sindaco di Torino Lorusso, con l’adesione dei colleghi di Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari, è una forma di protesta per la decisione di fermare la trascrizione all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali come figli di entrambi i componenti della coppia. Il manifesto con le richieste al Governo di adeguare la legge tenendo conto dei diritti dei bambini è stato firmato dai rappresentanti di trecento Comuni italiani, molti dei quali presenti venerdì a Torino. Allo stesso modo nessuno dei sindaci biellesi ha dichiarato di averlo sottoscritto.
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Candelo la rassegna “Tutti pazzi per il cinema” a cura del tavolo provinciale della salute mentale propone il film “Il giorno più bello” (Italia, 2022) di Andrea Zalone con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Ingresso a 6 euro.
Oggi alle 21 a Ronco torna il corso base di tornio zen per imparare a plasmare l’argilla e rilassarsi. Le lezioni sono in via Roma 20 alla scuola delle terrecotte.
Senza numb3rs (per carenza di dati)
Pianezza e Orbassano (Torino), Massa, Pisa, Santa Maria a Monte (Pisa), Campi Bisenzio (Firenze), Sondrio, Brescia, Santa Marinella (Roma), Brindisi: sono le città toccate da Gilberto Pichetto negli ultimi venti giorni, come da documentazione sui suoi canali social, per appuntamenti legati alle elezioni amministrative, in sostegno dei candidati di centrodestra. Non è possibile calcolare, con gli elementi a disposizione, il numero esatto di chilometri percorsi e i mezzi impiegati per i trasferimento, così come il luogo da cui è partito (Roma? Biella?). Quindi non è nemmeno possibile valutare la quantità di gas serra emesso da aerei o vetture utilizzate per gli spostamenti da colui che, dall’autunno, è ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.