Si riparte da qui
Oggi riaprono le fabbriche tessili dopo la pausa natalizia. Oggi si riaccendono le macchine anche alla Stellantis di Verrone, dopo due settimane di cassa integrazione e due di vacanza per le feste. Da domani inizia il cammino in equilibrio dell’economia locale: di qui la crisi con le minacce da più fronti con il calo della domanda, il mercato del lusso che rallenta, l’incertezza data dalla situazione internazionale, di là la spinta verso un futuro più solido, appoggiandosi su fondamenta solide date da saper fare e storia. Ma il 2025 non ricomincia sotto i migliori auspici. Se è una buona notizia il fatto che all’ex Lancia non siano state chieste proroghe per gli ammortizzatori sociali, si tratta pur sempre di una fabbrica che fino al 2019 contava su oltre 600 dipendenti e adesso ne ha meno di 400, con il curioso fenomeno degli operai in prestito da altre fabbriche (a dicembre ne erano arrivati da Melfi e Cassino) per sostenere i ritmi produttivi dei cambi per i veicoli dell’intero gruppo multinazionale. E i segnali che arrivano dal mercato dell’auto in Italia sono decisamente negativi, figli anche (come dice un’analisi de Il Sole 24 Ore dei giorni scorsi) di un aumento medio del prezzo di un veicolo salito in cinque anni da 21mila a 30mila euro. Il signor Ford, che teorizzava il fatto di consentire ai suoi operai di acquistare le auto che fabbricavano, non ne sarebbe entusiasta.
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