Stai a vedere che erano davvero risorse
L’ex presidente della Camera Laura Boldrini è come se girasse ancora per strada con un’etichetta appiccicata alla fronte: è l’inventrice dell’espressione “risorse” legata ai migranti e trasformata con sprezzo dall’ala più xenofoba dei social media (e talvolta della politica) nella locuzione “risorse boldriniane”. Il suo concetto era elementare: chi arriva da lontano per vivere in Italia può essere utile al Paese perché lavora e paga tasse e contributi. Non per voler semplificare un tema assai complesso, ma quello stesso concetto, martedì sera, è stato più o meno espresso allo stesso modo da due rappresentanti del mondo delle imprese, il biellese Giovanni Vietti, a capo di Lauretana e dell’Unione industriale, e il cremasco Carlo Bonomi, titolare di un’azienda medico-farmaceutica e numero uno di Confindustria. Per entrambi, con sfumature giusto un po’ differenti, c’è anche l’immigrazione tra le soluzioni a portata di mano per sanare la crisi demografica, nella Biella che invecchia e nell’Italia che anno dopo anno perde abitanti.
Vietti ha ricordato un’iniziativa messa in campo da Uib che ha firmato a luglio un protocollo per sostenere l’inserimento nel mondo del lavoro di coloro che hanno richiesto protezione internazionale (sì, proprio le “risorse”) offrendo loro la formazione in vista di un impiego, in un momento in cui le aziende locali faticano a trovare i dipendenti di cui hanno bisogno. Il presidente ha citato non solo i richiedenti asilo ma anche i profughi afghani e coloro che sono in fuga dall’Ucraina in guerra. Si direbbe - e Vietti lo ha detto esplicitamente - una situazione in cui tutti vincono: i migranti hanno un percorso segnato per l’integrazione, le imprese forza lavoro che a loro è necessaria.
Anche Carlo Bonomi è stato esplicito: «Torniamo a parlare di immigrazione» ha premesso, analizzandola su due fronti. C’è quella «di qualità» (parole sue) per portare in Italia persone dall’elevata preparazione che sono costrette a lasciare la loro terra: «Altri Paesi se li contendono, noi no». E poi c’è quella di massa: «Adottiamo un sistema intelligente» ha detto il presidente di Confindustria «per venire incontro alle necessità delle imprese. Dopo la fine del blocco dei licenziamenti post-pandemia, c’era chi temeva un esodo. E noi dicevamo: altro che licenziare, qui non riusciamo ad assumere».
Il sistema dell’immigrazione legale (senza tenere conto delle domande di protezione internazionale) è regolato in due modi. Ci sono, in minima parte, i corridoi umanitari, gestiti in Italia da Caritas in accordo con il ministero degli Esteri. È recente l’arrivo in Italia di persone con i cosiddetti corridoi professionali e universitari, persone con alte qualifiche o studenti che completeranno gli studi da noi. In percentuale maggiore gli ingressi sono regolati ogni anno dal decreto flussi che stabilisce un numero di immigrati che avranno il permesso di soggiorno, a fronte di una promessa di contratto di lavoro da parte di un’impresa italiana, che non a caso ha il compito di presentare le domande per conto del migrante. Il numero è nettamente inferiore al fabbisogno: a fronte di 240mila domande presentate nell’ultima tornata in tutta Italia, i posti disponibili erano poco meno di 83mila. Si aggiunga che, verosimilmente, ogni pratica serve a regolarizzare un irregolare che è in Italia da tempo e probabilmente è già nell’orbita dell’azienda richiedente e non riguarda persone che ancora devono lasciare le loro terre d’origine.
Ipse dixit
“Il grande impegno che dedichiamo al territorio non è frutto di un moto di beneficenza. Lo facciamo perché siamo consapevoli che un territorio fertile alle contaminazioni, alle collaborazioni e alle nuove idee è un territorio in cui le imprese prosperano e possono crescere. E, se le imprese industriali crescono, cresce il valore aggiunto, cresce il prodotto interno lordo e, più in generale, cresce anche il terziario. Insomma, si genera benessere a tutti i livelli”.
(Giovanni Vietti, presidente dell’Unione industriale biellese, nella sua relazione all’assemblea generale di martedì)
Quando a Biella correva Nuvolari
Oggi e domani le strade della città saranno percorse dalle vetture d’epoca dell’Autogiro d’Italia, manifestazione partita da Pisa che, prima di fare ritorno sotto la torre pendente, toccherà cinque regioni e 120 città. Oggi alle 15 circa le cinquanta vetture, a cui si aggiungeranno quelle del club di auto e moto storiche di Biella, saliranno a Oropa per poi tornare verso le 18 in città dove sosteranno in piazza Vittorio Veneto. La sede non è casuale perché domani il corteo ripercorrerà il tracciato del Circuito di Biella, disputatosi due volte negli anni Trenta. Nel suo albo d’oro ci sono solo due nomi: la gloria locale Carlo Felice Trossi vincitore nel 1934 e la gloria nazionale Tazio Nuvolari nel 1935. Fu un vero evento, in tutto simile a un attuale gran premio di Formula 1 su circuito cittadino, come a Montecarlo. I due chilometri di tracciato partivano dai giardini Zumaglini, sul lato corto che si aggancia a via Italia, proseguivano con due curve a gomito a sinistra in via Bertodano e via Repubblica, piegavano a destra in via Cernaia sulla cui discesa le Alfa Romeo e le Maserati arrivavano a 150 chilometri all’ora prima della staccata al limite per affrontare il tornante che immette sulla salita dell’ospedale. Da lì attraverso via Carducci e viale Matteotti si tornava al traguardo. L’Autogiro d’Italia ripercorrerà lo stesso tracciato, che sarà quindi chiuso temporaneamente al traffico, alle 9 di domattina. Una curiosità dalle cronache dell’epoca? Quando nel 1935 Nuvolari sconfisse, tra gli altri, l’altro genio dell’acceleratore Achille Varzi, percorse gli ultimi due giri con una mano sola sul volante perché con l’altra giocherellava con un’arancia. Trossi invece fu costretto al ritiro ma non per un guaio meccanico. Sulla sua Alfa Romeo scoperta, in una giornata serena, ebbe un principio di insolazione.
Cosa succede in città
Oggi alle 10 in vari punti del Biellese si apre il programma della terza giornata di BiWild, il festival dedicato ai giovani. Sono esauriti i posti nei laboratori di arte, street art, fumetto e danza-teatro. Alle 21 a palazzo Ferrero si potrà assistere allo spettacolo finale del laboratorio di danza di Pratiche di Slancio mentre l’evento principale alle 22 sempre nei giardini del palazzo è il dj set di musica elettronica e techno con il biellese Dj Kreggo. Per questi due appuntamenti l’ingresso è libero ma è possibile prenotarsi qui
Oggi alle 17,30 a Biella la Biblioteca Civica di piazza Curiel accoglierà i giovani vincitori del concorso “Chi sono le vittime del Covid?”, indetto al liceo artistico e al liceo del Cossatese. L’evento, chiamato “C’era una volta il Covid-19, i giovani raccontano”, è un’iniziativa di biblioteca e associazione Emanuele Lomonaco-Far Pensare
Oggi alle 18 a Candelo fa tappa al cinema Verdi la quarta edizione della rassegna Movie Tellers. Sono in programma due film e due corti di autrici e autori italiani intervallati, alle 20, da un rinfresco a cura di Slow Food
Oggi alle 18 a Biella si apre la rassegna musicale Microsolchi con una giornata dedicata a Franco Battiato. Alle 18 nella piazzetta tra via Italia e via Gustavo di Valdengo il manager musicale Stefano Senardi parlerà del suo libro “L’alba dentro l’imbrunire”. Alle 21 al chiostro di San Sebastiano sarà proiettato il documentario “La voce del padrone” di Marco Spagnoli con la collaborazione di Senardi, premiato con il nastro d’argento a Taormina
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz club di palazzo Ferrero ospita il concerto del Blaiotta, Golubev, Zanoli trio con Danilo Blaiotta al pianoforte, Yuri Golubev al contrabbasso e Marco Zanoli alla batteria. Ci sarà un’altra concomitanza con l’evento di musica elettronica di BiWild nei giardini poco lontano
Come titolare la stessa notizia
All’appuntamento annuale con la festa dei carabinieri, il comandante provinciale Mauro Fogliani ha elencato i dati sui reati denunciati nel 2022, soffermandosi in particolare sui furti in appartamento, definiti fenomeno non preoccupante, e sulle truffe agli anziani che, al contrario, sono sempre di più una minaccia. Ecco come hanno titolato la medesima notizia tre dei quattro giornali pubblicati in città. La Stampa di martedì: “La criminalità del dopo-Covid: triplicate le truffe agli anziani” nella copertina del fascicolo di Biella e “Reati in aumento nel dopo-pandemia, il record è per le truffe ai pensionati” nelle pagine interne. Il Biellese di martedì: “Ladri scatenati: più 36% di furti” in prima pagina ma poi “I furti aumentano del 36% ma non c’è da preoccuparsi” a pagina 5. La Provincia di Biella di ieri ha scelto di non dedicare spazio in prima pagina ma di chiudere la notizia all’interno con questo titolo: “Criminalità, il Biellese rimane un’isola felice. «La situazione è positiva e priva di criticità»”.