Straordinariamente collegati
Perché stupirsi? Ci sarà mercato, decine di migliaia di Alpini che vogliono raggiungere Biella e che poi avranno bisogno di lasciarla, quindi ci saranno i treni. Ne viaggeranno 165 da venerdì 9 a domenica 11 maggio, mentre in un fine settimana ordinario sono 56, con il crollo verticale da mesi ritenuto inaccettabile dalle associazioni dei pendolari per prime, proprio di sabato e di domenica. Dicono i pendolari stessi che, se ci fosse un’offerta migliore, probabilmente crescerebbero anche i viaggiatori mentre oggi chi vuole arrivare a Milano o a Torino anche di domenica (un esempio non troppo a caso: chi studia all’università e ha la prima lezione del lunedì molto presto) preferisce cominciare il viaggio con mezzi propri fino a Santhià o a Vercelli. Da una parte c’è l’auspicio di Edoardo Maiolatesi, l’assessore che nella giunta di Biella si occupa sia di trasporti sia dell’adunata, che spera «che si tratti di un banco di prova utile per poter presto implementare il servizio anche per il resto dell’anno» (dichiarazione rilasciata a Il Biellese). Dall’altra però c’è la frase di Cristina Bargero, la presidente dell’Agenzia della mobilità piemontese, che nella sua dichiarazione riportata dal comunicato stampa ufficiale della Regione ha ribadito: «Gli Alpini rappresentano un modello di dedizione, solidarietà e senso civico». Vero, verissimo. Ma il sottinteso che molti biellesi nei commenti social hanno reso manifesto è doloroso: che cosa rappresentano allora i bistrattati pendolari biellesi di una settimana ordinaria per Trenitalia, l’Agenzia della mobilità, la Regione? C’è una risposta cruda: clienti. Riassumendo, Trenitalia e con lei Rfi che gestisce le infrastrutture (linee, binari, stazioni) offrono un servizio entro i termini del contratto che firmano con la Regione, che è proporzionato alla cifra che la Regione stessa è disposta a versare in base a quanto le consente il bilancio, per offrire ai suoi cittadini il bene collettivo del trasporto pubblico. Quando vale la pena investire di più? Quando c’è la certezza, o almeno la fondata speranza, di un ritorno. È il caso dell’adunata degli Alpini: ci saranno più viaggiatori quindi vale la pena mettere più treni, e più vagoni per ciascuno di loro, anche sulla direttrice Milano-Torino (e anche personale di servizio extra alle stazioni), perché la conseguenza è che si staccheranno più biglietti a compensare lo sforzo. Ma è anche il caso dell’elettrificazione molto parziale della Biella-Novara: il territorio la richiede da tempo, insieme ai diretti anche per Milano insieme ai pochi spiccioli senza cambio che collegano la stazione San Paolo con Torino. Arriverà ma solo tra Milano e Agognate perché lì c’è un polo logistico che attende merci che viaggiano su rotaia. Per ogni container, Rfi incassa una sorta di pedaggio. Anche in questo caso l’investimento ha un ritorno economico. Ben vengano, quindi, i treni per gli Alpini. Ma senza l’adunata si prenda coscienza che il destino del viaggiatore è un servizio pubblico ridotto all’osso.
Ipse dixit
“Ci volevano gli Alpini per attivare le ferrovie nel Far West”
(Commento su Facebook dell’utente social Silvia Aimone sotto il link a una delle notizie che hanno annunciato i treni speciali per l’adunata di maggio)
Quel processo
Diventerà un’immagine simbolo della vicenda del capodanno a Rosazza che ha fatto parlare mezza Italia quella scattata da Corrado Micheletti per La Stampa nell’aula del tribunale di Biella, dove venerdì è ripreso il processo a Emanuele Pozzolo: ritrae Luca Campana, l’uomo ferito alla coscia dal proiettile partito dalla pistola del deputato vercellese, mentre piange durante la sua testimonianza. Non è più oggetto del procedimento giudiziario la lesione che ha subito, dopo che la sua querela è stata ritirata per l’accordo extragiudiziale raggiunto tra le parti, con un risarcimento mai confermato e mai quantificato di Pozzolo a Campana. Ma le domande in aula riguardavano la ricostruzione di quella notte, benché l’ipotesi di reato ora sia sul porto abusivo d’armi e sulla detenzione di munizioni catalogate come da guerra. La sola presenza di quella pistola nella sala della Pro loco di Rosazza che ha ospitato la festa risulterebbe quindi abbastanza per avvalorare l’accusa. Ma il dibattimento in tribunale ha provato a ricostruire l’episodio nei dettagli: la pistola era «in mano a Pozzolo» ha detto, con il genero Pablito Morello, l’ex agente della polizia penitenziaria e caposcorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a ribadire di non aver mai toccato l’arma, risposta implicita alle accuse del deputato sotto processo che nelle dichiarazioni ai media aveva fatto capire di non essere stato l’unico a maneggiare il piccolo revolver, lamentandosi del fatto di essere stato l’unico a essere sottoposto al cosiddetto “guanto di paraffina”, il test che serve a rintracciare tracce di polvere da sparo. Ma il processo, appunto, è sulla natura dei proiettili e sul fatto che quell’arma, catalogata come da collezione, potesse o no uscire da una teca. Per questo la giudice Cristina Moser ha nominato un suo perito per l’esame delle munizioni, di fronte ai due rapporti degli esperti di parte che sostengono (ovviamente) cose opposte. Per l’esito di quello che resta del processo è forse il dettaglio più importante. Quanto alla scoperta di quello che è realmente accaduto nella notte tra il 31 dicembre 2024 e il 1 gennaio 2024 a Rosazza, è un particolare quasi di contorno, a differenza forse di una questione un po’ più di sostanza: è accaduto qualcosa di grave, uno sparo che ferisce una persona, alla presenza di due deputati, svariati amministratori pubblici e componenti delle forze dell’ordine. E manca ancora una versione univoca, certa, accettata e confermata da tutti i presenti, di quello che è successo.
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 a Cerrione la Primavera gastronomica prosegue con la cena botanica alla tenuta Castello: quindici chef biellesi e canavesani proporranno un menu basato sulle erbe spontane del territorio. È necessaria la prenotazione via Whatsapp al 349.3310977 o scrivendo una mail a presidente@erbass.it
Oggi alle 18,30 a Biella Cascina Oremo ospita la prima giornata a porte aperte per la presentazione dei centri estivi. Sarà riservata alle famiglie di bambine e bambini tra i 3 e i 6 anni
Oggi alle 21 a Candelo c’è un appuntamento per appassionati al cinema Verdi con la proiezione della versione restaurata di “Yojimbo, la sfida del samurai”, film del 1961 di Akira Kurosawa. Sarà proiettato in versione originale con i sottotitoli in italiano
Oggi alle 21 a Candelo l’altra sala del cinema Verdi ospita la rassegna “Tutti pazzi per il cinema” promossa dal tavolo biellese per la salute mentale: è in programma “Dieci minuti” (Italia, 2024) di Maria Sole Tognazzi. Ingresso a 6 euro
I titoli della settimana
Le notizie principali degli ultimi sette giorni secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 31
Eco di Biella Biella finisce nella “rete” del gioco d’azzardo illegale
Martedì 1
Il Biellese Dottoressa biellese salva alpinista francese
La Stampa Candelo, dopo la tassa di soggiorno ora si pensa a un ticket per il Ricetto
Mercoledì 2
La Provincia di Biella Gita con sequestro, finto
La Stampa Carrello della spesa sempre più caro e sulle bollette un’impennata record
Giovedì 3
Eco di Biella Arrivano gli Alpini, Biella bloccata
La Stampa I medici posticipano la pensione per non mettere in crisi l’ospedale
Venerdì 4
Il Biellese Cani maltrattati, 2025 da incubo
La Stampa I produttori biellesi a Vinitaly con l’incubo dei dazi di Trump
Sabato 5
La Provincia di Biella Miracolo Alpini: a Biella arrivano i treni
La Stampa Alpini, corse dei treni triplicate per la maxi-invasione dell’adunata
Domenica 6
La Stampa Cellulari muti e internet fantasma: “Ancora troppe le zone d’ombra”