Suonerà la campanella all'ex Biverbanca?
Il cartello c’è, pronto per i genitori smarriti che erano abituati a via Orfanotrofio e al vecchio palazzo della De Amicis. C’è anche per l’asilo Cerruti che pure non troverà subito spazio nella sede trovata in emergenza. Chissà se ci sarà anche la campanella a scandire stamane l’inizio delle lezioni nelle stanze di via Carso dove il Comune ha trasferito d’ufficio e in fretta due scuole. Erano uffici della Biverbanca, nella grande sede dall’architettura avveniristica che cambiò, più di trent’anni fa, l’aspetto della grande strada che porta dal centro alla stazione. Sono stati centro vaccinale nei mesi della pandemia. Oggi sono spazi vuoti, non i soli in città ma quelli pronti a essere utilizzati, sia pure con un rapido adattamento. Ci andranno per ora alunne e alunni dell’elementare De Amicis, nella cui sede storica i lavori di adeguamento, parte dell’operazione-restauro dell’edilizia scolastica in città, non sono ancora terminati. All’inizio di ottobre, salvo imprevisti, potranno essere raggiunti dai più piccoli dell’asilo Cerruti di via Addis Abeba, il cui edificio si è scoperto all’improvviso, dopo una perizia per crepe formatesi accanto agli infissi, così inadeguato da essere destinato alla demolizione. Per ora saranno il Villaggio Sportivo e l’edificio di via Don Sturzo, gomito a gomito con la Cerruti, a ospitare la sezione per quelle famiglie che hanno scelto di cominciare subito. Una volta in via Carso, potranno utilizzare i giardini della scuola Collodi di via Zara. Sulla strada verrà poi collocato un semaforo a chiamata per consentire di attraversare la strada in sicurezza. La sensazione è che la soluzione sarà un po’ meno provvisoria rispetto a quella della De Amicis perché i tempi per demolire e rifare una casa nuova per la Cerruti non sono rapidi. Il Biellese di ieri ha anche fatto il punto sugli interventi che riguardano le scuole superiori, che fanno invece capo alla Provincia. Si tratta della palestra del liceo del Cossatese, la cui consegna è prevista per l’inizio dell’anno nuovo. Al liceo scientifico sono finiti nella sede centrale di via Avogadro i lavori di adeguamento alla sicurezza sismica alle aule ma non alla palestra, cantiere che rende ancora inagibili cinque stanze. Le classi si trasferiranno nell’ex sede Atap di viale Macallè. Il liceo Sella ha una palestra su due ancora inagibile per i lavori. Per gli studenti si conferma la disposizione in tre differenti sedi: artistico in via Addis Abeba, linguistico per la maggior parte a Città Studi, classico all’ormai ex ludoteca del Villaggio La Marmora. L’ultimo intervento non riguarda un cantiere ma il progetto, finanziato da un bando dell’Inail, per la scuola innovativa dell’istituto Gae Aulenti che sorgerà nel vecchio deposito dell’Atap tra via Paietta e viale Macallè. Costerà 17 milioni ma il primo esborso riguarderà demolizione e messa in sicurezza della vecchia struttura.
Ipse dixit
“La scuola non è solo un luogo di sapere: è anche palestra di vita che insegna il valore del rispetto, della responsabilità, del lavoro di squadra. Siate curiosi, siate ambiziosi, siate sempre pronti a dare il massimo, perché solo con impegno e determinazione si possono raggiungere i risultati più grandi”
(Dal messaggio della vicepresidente della Regione Elena Chiorino per l’inizio dell’anno scolastico)
“La scuola non è solo un luogo dove acquisire conoscenze, ma uno spazio di crescita, dove si imparano valori come la collaborazione, il rispetto e la solidarietà. Siate protagonisti attivi del vostro percorso formativo, aprite la mente a nuovi saperi e, soprattutto, abbiate il coraggio di sognare in grande”
(Dalla risposta di ChatGpt, motore di intelligenza artificiale, alla richiesta di comporre un messaggio di auguri per l’inizio dell’anno scolastico a nome della Regione Piemonte)
Epidemie
Nel fine settimana la fiera di San Bartolomeo a Oropa non vivrà della presenza delle sue abituali protagoniste, le mucche di razza pezzata rossa. È una precauzione perché il Piemonte è una delle regioni che ha presentato focolai della febbre catarrosa, altrimenti detta “lingua blu”, malattia che colpisce bovini e ovini e che colpisce duro gli allevamenti, anche se non ha conseguenze per l’uomo e nemmeno su latte e carni. A fine agosto erano 25 i focolai registrati in regione, molti meno rispetto alla terra più colpita, la Sardegna, ma comunque in misura da suggerire prudenza agli organizzatori della festa. C’è un’altra epidemia che l’Italia sta faticando a contenere e che minaccia il mondo contadino, quella della peste suina africana. In Piemonte è arrivata da sud, con i primi casi registrati nelle province di Cuneo e Alessandria, ma sono in vigore i provvedimenti per provare a limitarla. Non sono abbastanza secondo Coldiretti che con i cinghiali già ha in atto una più che difficile convivenza per i danni che provocano alle colture e ai pascoli. L’associazione di categoria, come riporta il Biellese, chiede senza mezzi termini la riduzione drastica del loro numero che, secondo i loro calcoli, è arrivato a 110mila esemplari in Piemonte con danni che superano i 5 milioni di euro ogni anno. «Servono interventi specifici» recita il comunicato di Coldiretti, preoccupata che proprio i cinghiali in libertà possano diventare strumenti involontari della diffusione dell’epidemia. La regione più colpita finora è la Lombardia con oltre tredicimila maiali abbattuti nelle sole province di Milano, Lodi e Pavia. Nel Biellese, come dice il rappresentante dei cacciatori Guido Dellarovere, «solo nel 2023 sono stati abbattuti oltre 2mila capi, a cui si sommano i mille abbattuti dai “tutor”, cacciatori che svolgono un servizio a tutela e in supporto delle aziende del territorio».
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Zubiena si terrà un laboratorio che insegnerà a creare i saponi naturali. L’appuntamento è al Chiostro delle illusioni di via Pietro Micca. Info al 327.9856078
Oggi alle 19 a Candelo fa tappa alla Taverna del Ricetto l’Oropa Music Festival con il quartetto formato dai violinisti Lora Markova e Pietro Genova Gaia, la violista Cassia Drake e il violoncellista Leo Ispir. Eseguiranno un programma con composizioni di Dvořák, Händel-Halvorsen e Dohnányi. Ingresso a 15 euro, ridotti a 10 per chi ha meno di 30 anni, prenotabili a questo link
L’uomo dei prati
Per lo sport biellese all’aperto il volto di Dino Valerio era più che familiare. Lo era stato prima per i tifosi di calcio: sbarcato in città dal Veneto nel 1965, appena ventenne, indossò la maglia della Biellese per 121 partite. Come ricorda Eco di Biella, fu un osservatore a notarlo in un campetto del suo paese dove giocava dopo i turni di lavoro da saldatore nella piccola impresa dello zio, un lavoro iniziato a dodici anni. Dopo aver chiuso con il calcio, restò allo stadio La Marmora: ebbe l’incarico dal Comune di occuparsi del terreno di gioco, giardiniere ufficiale pronto a tenere nelle migliori condizioni possibili l’erba dove giocava la serie C. Ha mantenuto l’incarico fino alla pensione, restando comunque a un passo dal campo dove aveva giocato. A ricordarlo via social è stato curiosamente il Biella Rugby e non la Biellese: «Con la sua esperienza e la sua capacità» si legge nel post instagram del club «ci ha aiutati a trasformare uno spazio verde in un bellissimo campo di gioco. Si era affezionato a noi e noi a lui. Un vero uomo di sport». I funerali di Dino Valerio sono stati celebrati ieri pomeriggio in Duomo.