Tanto ci pensa qualcun altro
I più ottimisti la definirebbero sussidiarietà, in base al principio in cui il pubblico può lasciar fare al privato cose di interesse generale nella certezza che possa riuscirci meglio. I rassegnati probabilmente noterebbero un ennesimo segno di un’abitudine tutta italiana, quella di smettere di pensare a un problema nella speranza che se ne occupi qualcun altro. Servirebbero più asili nido? Ma tanto ci sono i nonni a fare da babysitter. La sanità ha le gomme sgonfie? Facciamo un accordo con quella privata. L’ultimo esempio sembra arrivare da uno stanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella: 200mila euro per un bando che finanzi progetti rivolti a persone tra i 25 e i 55 anni «potenzialmente occupabili» secondo le parole del segretario della Fondazione Andrea Quaregna riportate da Eco di Biella «ma con difficoltà a entrare nel mondo del lavoro». È il seguito ideale del precedente bando “Seminare comunità” che ha dato linfa, con un contributo di entità simile, a sette progetti destinati ai più fragili. Hanno portato, come elenca La Stampa, a disoccupati di fare colloqui e di trovare un impiego grazie a un’iniziativa di Rotary Valle Mosso e consorzio Il filo da tessere, a 25 persone la possibilità di imparare competenze in piccole manutenzioni da spendere poi per la ricerca di un lavoro con un progetto della San Vincenzo e, con quello della comunità Papa Giovanni XXIII, all’attivazione di laboratori di falegnameria per disabili e detenuti. Durante la presentazione dei risultati e delle prospettive future, però, si è parlato anche delle ragioni della fragilità in aumento. Ed è stata legata anche alla riforma del reddito di cittadinanza: dei 740 nuclei familiari che lo ricevevano fino al luglio 2023 (per un assegno mensile medio di poco sotto i 550 euro), ora ne sono rimasti meno della metà. E sono appena 18 quelli che hanno avuto accesso alla misura alternativa, l’assegno di inclusione da 350 euro al mese per un massimo di un anno e legato alla frequenza di un corso di formazione professionale. Gli altri hanno un sostegno in meno e un problema enorme in più per sopravvivere. La politica ha riformato il reddito di cittadinanza, facendosene vanto. Alle alternative ci pensa il welfare a tutti i livelli: i Comuni con i loro servizi sociali, i consorzi socioassistenziali, le fondazioni come quella della Cassa di Risparmio, il terzo settore. Quali siano i problemi sembra chiaro: «Il passaggio dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione» hanno dichiarato a Eco di Biella dal consorzio Cissabo che si occupa del Biellese orientale «è fonte di criticità, in attesa dell’entrata a regime della misura, per via dell’incertezza sull’accesso al sostegno. Permane la difficoltà nel sostenere le spese relative alle utenze e ai canoni di locazione delle abitazioni e l’integrazione sociale è resa più complessa dalla conformazione del territorio». Quest’ultimo dettaglio ha un risvolto pratico: in una provincia in cui i mezzi pubblici non hanno una rete così capillare, come può un “occupabile” della Valsessera, magari senza un mezzo proprio data la sua situazione economica precaria, raggiungere magari Città Studi per frequentare il corso di formazione che gli sarebbe necessario per l’assegno? Per l’altro consorzio, l’Iris che si occupa di Biella e delle valli a ovest del capoluogo, ha parlato il presidente Marco Romano: «Il passaggio dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione comporterà la necessità di monitorare e sostenere le situazioni di fragilità sociale ed economica dei nuclei che non si troveranno ad avere i requisiti di accesso alla nuova misura».
Ipse dixit
“Capisco sia difficile credermi, ma non ne so nulla, fino a ora non mi è arrivata alcuna proposta in tal senso. Se dovesse essere formalizzata, spero che mi venga dato qualche giorno per rifletterci”
(Marzio Olivero, assessore comunale di Fratelli d’Italia a Biella, a La Stampa sulla sua possibile candidatura a sindaco per il centrodestra)
Un fine settimana dentro le fabbriche
Si apriranno le porte delle fabbriche tessili storiche, quelle ancora in attività e quelle dismesse, per l’edizione 2024 delle Giornate di primavera del Fai. Accadrà domani e domenica quando visite gratuite consentiranno di esplorare luoghi dove normalmente non si può mettere piede, grazie all’iniziativa del Fondo per l’ambiente italiano. Le sedi a disposizione sono cinque e cliccando su ogni link si possono scoprire le modalità per la visita. Il lanificio Cerruti di via Cernaia a Biella consentirà anche di vedere da vicino lo studio di Nino Cerruti, icona della moda mondiale e non solo del tessile biellese scomparso due anni fa. Al lanificio Maurizio Sella di via Corradino Sella, sempre nel capoluogo, si può ammirare non solo un esempio di archeologia industriale ma anche il suo riuso, oggi che è sede di aziende, uffici e spazi culturali. Cittadellarte, casa di Michelangelo Pistoletto e della sua Fondazione in via Serralunga, oggi è sede di mostre e residenze d’artista ma è pur sempre una vecchia fabbrica, il lanificio Trombetta. In occasione delle due giornate si entrerà gratis per vedere la collezione di opere del maestro. A Veglio il lanificio Picco è chiamato anche il “lanificio al bivio” per la sua posizione ed è stato anche set di due film. A Valdilana Zegna aprirà anche le porte del suo stabilimento e non solo di Casa Zegna: accadrà domenica ma in questo caso è necessario prendere contatto con l’organizzazione scrivendo a casazegna@fondazionezegna.org. Sarà visitabile nelle due giornate anche villa Flecchia a Magnano. Un appuntamento speciale è con l’Est Urbano, nome dato alla fascia attorno al torrente Cervo tra ponte di Chiavazza e ponte della tangenziale da un’associazione che vorrebbe tutelarla e valorizzarla. Le passeggiate di 90 minuti circa partiranno dalla stazione ferroviaria di Chiavazza. In ogni sito sarà presente una postazione del Fai per acquistare al prezzo di 3 euro il biglietto che varrà per tutto il fine settimana e per tutti i luoghi aperti.
Cosa succede in città
Oggi alle 17,30 a Valdilana s’inaugura la mostra “Strade parallele”, con le immagini delle opere dell’artista da strada afghana Shamsia Hassani sui muri di Kabul. Le fotografie erano già state ospiti dello Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. All’ex asilo Zegna resteranno fino a domenica 7 aprile, con apertura nei fine settimana
Oggi alle 17,30 a Biella inizia l’esposizione, in Duomo, di due icone dell’artista bulgara Julia Stankova, “Donne alla crocifissione” e “La tomba vuota”. Le opere saranno esposte fino al 28 aprile
Oggi alle 17,30 a Vigliano l’autore biellese Carlo Ceccon presenterà il suo romanzo Il punto di vista di Silvano” alla biblioteca Aldo Sola. Ingresso libero
Oggi alle 17,30 a Biella s’inaugura la mostra legata al Festival della fotografia etica di Lodi che avrà come sedi palazzo Ferrero al Piazzo e il lanificio Sella di via Corradino Sella dove è in programma la cerimonia. A palazzo Ferrero si potranno vedere le fotografie di Vincent Tremeau (protagonisti i bambini in condizioni di difficoltà e i loro sogni) e di Isabella Franceschini sulla sindaca di un consiglio comunale dei ragazzi in Emilia. Al lanificio Sella ci saranno le opere di Alessandro Cinque sui pastori del Perù che vivono dell’allevamento dell’alpaca e di Felipe Fittipaldi sul fenomeno dell’acqua di mare che risale i fiumi salinizzandoli. Le mostre saranno aperte fino al 1 maggio
Oggi alle 18 a Biella è il centro di documentazione sindacale Massazza Gal, con l’aiuto della Biblioteca Civica, a organizzare la presentazione del libro “Storia del lavoro nell’Italia contemporanea” con Fabrizio Loreto, autore del volume insieme a Stefano Gallo, e con lo storico William Mazzaferro. L’appuntamento alla biblioteca di piazza Curiel è a ingresso libero
Oggi alle 20,45 a Biella la stagione teatrale cittadina prosegue con “Perfetta”, monologo scritto da Mattia Torre, autore anche di “La linea verticale” e tra i creatori della serie televisiva Boris, scomparso ancora giovane per un tumore. A portarlo sul palco del teatro Odeon sarà Geppi Cucciari. Restano pochissimi biglietti in galleria acquistabili a questo link
Oggi alle 20,45 al Piazzo sarà dedicato all’associazione Paviol in difesa delle vittime di violenza il concerto in programma nella sede dell’Accademia Perosi al primo piano di palazzo Gromo Losa. Suoneranno Vittoria Panato (violino), Françoise Renard (viola) e Filomena Tamburrino (pianoforte). Biglietti a 10 euro
Oggi alle 20,45 a Biella l’aperitivo letterario di Vocididonne ospita Simona Lo Iacono che parlerà del suo romanzo “Virdimura”. Appuntamento a Villa Boffo in piazza La Marmora. È possibile anche anticipare con un aperitivo dalle 19,15 prenotabile al 338.1473720
Oggi alle 21 a Biella le Giornate di primavera del Fai si aprono con un’anteprima musicale a Cittadellarte dove la Biella Chamber Orchestra e la flautista Chiara Ferranti eseguiranno un programma con musiche di Vivaldi, Mozart, Elgar e Mendelssohn. Biglietti a 20 euro, ridotti a 10 per gli iscritti Fai. L’ingresso è gratuito per chi ha meno di 18 anni
Oggi alle 21 a Oropa il secondo concerto di Quaresima alla basilica antica ha in programma l’opera di Josef Haydn “Le ultime sette parole di Cristo”. La musica di un quartetto d’archi sarà intervallata dalle parole di un lettore. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Valdilana la rassegna CineFood al teatro Giletti di Ponzone propone “Minari” (Usa, 2021) di Lee Isaac Chung, con il commento dell’esperto di cinema Fabio Cancelliere. Biglietti a 8 euro, ridotti a 6 per i soci
Oggi alle 22 a Biella torna allo spazio Hydro la serata “birrette e dischetti” dove gli ospiti potranno sedersi ai tavoli e fare quello che più desiderano, dalla lettura ai giochi da tavolo, ma anche portare un disco da ascoltare insieme. L’ingresso è libero con tessera Arci
Oggi alle 22 a Brusnengo è in programma la serata del Biella Pride 2024, con ingresso gratuito e distribuzione di gadget in cambio di offerte per raccogliere fondi. Al Guest disco bar di Brusnengo sarà ospite La Myss, sosia di Myss Keta
Quando parlano di prove Invalsi
Le prove Invalsi, fatte periodicamente nelle scuole di ogni ordine e grado d’Italia, sono considerate il più oggettivo dei parametri per misurare il livello degli studenti. Spesso vengono citate anche un po’ fuori contesto, come ha fatto il ministro Giuseppe Valditara per dire che la scuola di Pioltello, quella alla periferia di Milano che ha istituito un giorno di vacanza per l’ultimo giorno di Ramadan dato che ha un’altissima percentuale di studenti stranieri, ha risultati mediocri e dovrebbe occuparsi di quello anziché di nuove festività. La prassi quotidiana spiega però perché questi dati andrebbero maneggiati con la dovuta cautela. Bastino questi due esempi pratici realmente accaduti in questi giorni in un istituto biellese, il liceo Sella. Le prove per allieve e allievi dell’ultimo anno sono obbligatorie, pena la non ammissione all’esame di maturità. I loro esiti non fanno media ma concorrono alla compilazione del curriculum scolastico, che nessuno alla fine tiene in considerazione dal diploma in poi, se non le statistiche ministeriali che misurano i risultati delle scuole. Si fanno al computer, identificandosi per entrare in un’area personale e riservata e accedendo al portale che mette a disposizione i test di italiano, inglese e matematica, da svolgersi in tre giorni diversi. Si fanno ovviamente a scuola, il che presuppone che ogni istituto sia attrezzato. Il liceo Sella con le sue sedi diffuse ha allieve e allievi del classico ospiti della ludoteca al Villaggio La Marmora. Ci sono computer e connessione internet che, dopo due anni di prove di stabilità della connessione, risulta reggere con diciotto terminali accesi e collegati alla rete. Una quinta ha venti allievi, due più del quorum ma comunque obbligati a svolgere il test in contemporanea: è successo che a qualcuno la connessione saltasse prima che una parte di test fosse completata e inviata. Una volta ri-effettuato l’accesso risultava non più accessibile, data per completata, ma certamente incompleta (o peggio cancellata del tutto) e quindi con esiti fallaci rispetto alle effettive conoscenze. In un altro caso, consultare tutta la sequenza di domande prima di iniziare a rispondere ha portato a un “fine test” senza aver risposto nemmeno a un quesito, dando atto a uno “zero punti” che appesantirà la media. Quanti altri casi simili si verificano nelle scuole italiane? Quante volte la media di un istituto viene falsata da problemi tecnici? Esistono sistemi per correggere le statistiche tenendo conto di questi inconvenienti? Soprattutto tra investimenti e Pnrr sarà mai in grado l’Italia di mettere qualche soldino per adeguare le dotazioni tecniche di ogni scuola al terzo millennio?