Treni, il solito disastro
Undici treni soppressi in due settimane sulle due tratte biellesi, per poi trovarsi sulla linea Torino-Milano a bordo di regionali veloci in cui la temperatura raggiunge i 40 gradi: la triste contabilità dei pendolari aggiunge pagine nuove al libro nero del trasporto ferroviario in provincia, un perenne problema che non ha soluzioni. Cominciando da Biella-Santhià e Biella-Novara i guai che hanno provocato ritardi e cancellazioni dall'inizio di luglio riguardano guasti ai passaggi a livello. Se cessano di funzionare, vengono meno le condizioni di sicurezza e i treni si fermano. «La maggior parte dei problemi» dice il portavoce del comitato pendolari Paolo Forno a La Stampa «si riscontra nel territorio delle province di Vercelli e Novara. Continuano gli appelli, ma nessuna delle due Province finora ha seguito l'esempio di quella di Biella, l'unica che ha dato via ai primi progetti». Arrivare a una razionalizzazione del grandissimo numero di passaggi a livello, spesso a servizio di sentieri agricoli, è necessario specie in vista dell'auspicata elettrificazione della Biella-Novara. O ci si troverà, come dice Forno, «con una linea elettrificata per poi far viaggiare il treno alla velocità di un regionale». Scesi dai trenini che partono da Biella San Paolo si sale sui regionali veloci e qui si trova un ulteriore problema: ai ritardi (un guasto alla linea elettrica tra Chivasso e Torrazza Piemonte ha creato disagi venerdì) si sommano le temperature degne di questo scampolo di estate torrida. Se si capita su uno dei treni più vecchi capita di viaggiare con più di 40 gradi (c'è una foto su La Stampa edizione di Vercelli che mostra un termometro a quota 43) così come d'inverno non si raggiungono i 20 gradi. «I pendolari sono infastiditi» ha dichiarato il comitato dei viaggiatori vercellesi «anche perché mettono in relazione la qualità del servizio con gli aumenti». Proprio il 1 luglio i prezzi di biglietti e abbonamenti è salito seguendo il tasso d'inflazione in modo automatico secondo le disposizioni di una legge regionale. Proprio la Regione chiede pazienza per bocca del suo assessore ai Trasporti Marco Gabusi, riconfermato dopo i primi cinque anni nella giunta Cirio: «Abbiamo acquistato i treni nuovi ma purtroppo ci va tempo per produrli» ha detto a La Stampa, per poi buttare la palla in tribuna con un'accusa a chi ha amministrato prima di lui: «Chiediamo scusa anche per gli errori del passato, per gli errori di chi a parole si è dichiarato sostenitore del servizio ferroviario ma poi non ha messo un euro, mentre noi abbiamo fatto tanti investimenti».
Ipse dixit
"Confermo che il Piemonte ha un debito nei confronti del territorio biellese per quanto riguarda i collegamenti ferroviari. Debito che risale alla programmazione del passato, a tre un decennio fa, non pienamente aderente alle necessità del territorio. Per questo abbiamo assicurato, ormai mesi fa, che i lavori in corso sul nodo di Torino, una volta terminati, consentiranno di ridurre il tempo di distanza tra il passaggio dei treni da cinque a quattro minuti, liberando così nuove tracce. I primo effetti di questa rivoluzione saranno a beneficio dei pendolari del territorio biellese"
(Alberto Cirio, presidente della Regione, intervistato da Il Biellese)
Ma che succede a Bioglio?
Si conosceva da prima delle elezioni la situazione economica delicata del piccolo comune di Bioglio, meno di 900 abitanti e un debito superiore a 1,1 milioni di euro da ripianare. Ma il buco nelle casse pubbliche sembra crescere un giorno dopo l'altro come la neo-sindaca Lucia Acconci, vincitrice delle elezioni di maggio a scapito della lista della vecchia maggioranza, ha spiegato nell'assemblea pubblica che lei stessa ha convocato. Si parla di richieste di pagamento per fatture insolute che si accumulano sulle scrivanie del municipio, «qualche centinaia di migliaia di euro in più» come sostiene la prima cittadina nelle parole riportate da Eco di Biella. «Appena insediata» prosegue Acconci «ho ricevuto un decreto ingiuntivo dalla Elios, società che fornisce il servizio mensa a scuola a cui dobbiamo 25mila euro. Per lo stesso servizio il comune è poi passato alla Ristoro, a cui dobbiamo 9mila euro. Ma anche per le piccole cose, ad esempio dobbiamo 1700 euro alla Tim per i telefoni». Seab, la società che gestisce raccolta e smaltimento rifiuti, attende 225mila euro, il consorzio socioassistenziale Cissabo, presieduto dall'ex sindaco Stefano Ceffa, 185mila. Acconci ha parlato di "gestione non oculata, e mi prendo la responsabilità di queste parole". Ceffa e gli esponenti dell'ex maggioranza non hanno partecipato all'assemblea. Il sindaco uscente aveva però rilasciato una dichiarazione a La Stampa pochi giorni fa: «Sono umanamente distrutto, non ho mai avuto accesso a quelle piattaforme, mi sarei aspettato che qualcuno mi avesse informato». Le piattaforme sono probabilmente i programmi gestionali della contabilità comunale. Le ha quasi certamente viste più da vicino la responsabile dell'ufficio finanziario comunale, nominata dalla giunta precedente con incarico a tempo e decaduta con il cambio di amministrazione «ma non ci ha fornito molte informazioni» ha detto Lucia Acconci che, nel frattempo, ha delineato i possibili scenari futuri: tagliare il tagliabile (l'asilo parentale è il primo a "cadere"), provare a chiedere una revisione del piano di rientro del debito già approvato per l'importo precedente ma anche prepararsi al peggio, cioè alla dichiarazione di dissesto e al commissariamento. «Non nego che abbiamo anche pensato di gettare la spugna« dice Acconci, «ma poi ci siamo detti che non potevamo mollare».
Cosa succede in città
Oggi alle 19,30 a Graglia la festa di Campra prosegue con la serata dedicata al toro allo spiedo e alla musica dei Radio Rock. L'ingresso è libero
Una cosa al giorno sulle Olimpiadi
Giovanni Pellielo, classe 1970, è il meno giovane tra gli oltre 400 atleti italiani alle Olimpiadi di Parigi. Vercellese, è all'ottava partecipazione ai Giochi, un'avventura cominciata a Barcellona 1992 nel tiro a volo con tre medaglie d'argento e una di bronzo nel suo curriculum. Ieri ha esordito nella sua specialità, il trap, in cui viene lanciato un piattello alla volta e si hanno due cartucce per colpirlo. Per ora è nel gruppo di atleti in terza posizione. Pellielo ha un collegamento con Biella: uno dei suoi primi maestri è stato Ottavio "Vasco" Brando, specialista biellese e fratello dell'ex calciatore e allenatore Antonio.
La foto del giorno
Forse andrebbe definita la foto di qualche giorno fa: l'ha scovata Diego Presa, ex vicesindaco di Biella, che l'ha pubblicata sui social lanciando un appello per riconoscere le tre persone ritratte. L'immagine è stata scattata tra il 1945 e il 1950 e "là dove c'era l'erba" oggi c'è il resto del quartiere Villaggio La Marmora. Non c'erano che poche case e mancava ancora la chiesa: la Messa, come spiega la descrizione di Presa, si celebrava all'aperto e i fedeli venivano chiamati a raccolta da quella campana installata in modo un po' artigianale tra i campi. Un commento all'immagine ha svelato l'identità di uno dei tre campanari: Enzo Rada, classe 1926.