È come se ci fossero stati due copioni già pronti: uno se lo avessero assolto e l’altro se lo avessero condannato. Il primo è rimasto nel cassetto con il suo gioco delle parti già assegnate, dopo la sentenza che ha condannato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a otto mesi per la rivelazione di notizie riservate. Il secondo è stato recitato come era facile attendersi: la litania delle toghe rosse e della sentenza politica dal protagonista e dal centrodestra compatto e solidale, a Biella come a Roma, quella della richiesta di dimissioni con le accuse di delegittimazione della magistratura da centrosinistra.
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