Un modello un po' biellese per la scuola italiana
È vero, bisognerebbe sempre attenersi alla filosofia francescocostiana (neologismo brutto per riferirsi al vicedirettore de Il Post) che, in presenza di disegni di legge svelati in netto anticipo, dice: «Chiamateci quando avete finito». È il suo modo per dire che, dal primo annuncio con relativi titoli sui giornali al varo di una qualsiasi riforma, passano ettolitri di acqua sotto i ponti, buoni anche per diluire e rendere un po’ meno rivoluzionari i provvedimenti definiti più epocali. Oggi 6aBiella fa uno strappo alla regola perché il dettaglio sugli istituti tecnici e professionali, nella riforma della scuola annunciata dal ministro (che a Graglia ha una seconda casa) Giuseppe Valditara, ha un sapore biellese. Lo si è sintetizzato sui media con il 4+2: quattro anni di scuola per arrivare al diploma anziché cinque e a seguire un biennio in un Its, acronimo che significa istituto tecnico superiore. Biella ne ha uno che è definito un orgoglio, quasi più dal mondo delle imprese (non a caso la fondazione che lo ha istituito ha per presidente Pier Francesco Corcione, direttore dell’Uib) che da quello dell’istruzione. L’Its Tam (tessile abbigliamento moda) di Città Studi è così legato alle aziende che più di nove diplomati su dieci, secondo i dati diffusi dall’istituto stesso, trovano subito lavoro. È un dato che si discosta appena un poco verso l’alto rispetto a quello nazionale: l’ultimo monitoraggio del 2022 sui dieci istituti italiani di indirizzo simile a quello biellese dice che all’80% di chi completa il ciclo di studi poi viene offerto un contratto. È una buona notizia, ma nemmeno così sorprendente, se è vero che sono le aziende a guardare fin dal primo giorno del primo anno dentro le aule di Città Studi aggiungendo il loro intervento diretto: tre ore di lezione su quattro sono tenute da docenti che arrivano dal mondo del lavoro. Ma è il principio che, oltre che al mondo dell’industria, piace all’assessora regionale a Lavoro e Istruzione Elena Chiorino (Fratelli d’Italia), ideologa dell’Accademia Piemonte, nata con un investimento di 4 milioni di euro e affidata proprio a Città Studi con il ruolo di capofila, con i suoi corsi per disoccupati e occupati da riqualificare avviati su misura per le necessità delle aziende del territorio, con il doppio vantaggio di offrire a loro manodopera che altrimenti faticherebbero a trovare e alle persone la certezza di un impiego. I numeri dell’Its Tam di Biella parlano di circa 150 iscritti, quindi 75 ad anno scolastico. Nel 2022 i diplomati furono 65. In questi giorni si stanno raccogliendo le iscrizioni. Come ha confessato la direttrice Silvia Moglia, solo uno su cinque è biellese. I requisiti per entrare nella scuola, interamente finanziata dalla Regione, sono un diploma di scuola superiore e una buona conoscenza della lingua inglese e delle competenze di base di informatica.
Ipse dixit
“Dobbiamo essere orgogliosi della nostra storia e dobbiamo credere nel futuro. Sposo appieno i principi che muovono l'assessore Elena Chiorino, tradotti in realtà anche attraverso le Academy: favorire l'incrocio tra domanda e offerta, preparare i giovani in modo adeguato rispetto alle richieste del mondo del lavoro è la chiave di volta. Il manifatturiero non è sviluppato dalle macchine, ma da uomini e donne sempre più specializzati”
(Carlo Piacenza, imprenditore dell’omonima azienda di Pollone, su La Stampa)
Intanto il prezzo della benzina...
Non è difficile dare ragione agli osservatori che hanno notato come pubblicare il prezzo medio regionale accanto a quello al dettaglio di ogni distributore non sia servito a tenere basso il costo di un pieno di carburante. A Biella la media si tiene più bassa (anche per merito dell’assenza delle più esose stazioni di servizio autostradali) rispetto a quella regionale e nazionale: 1.997,29 euro per un litro di benzina in Italia, 1.940 in Piemonte. Ma in un rivenditore su tre (24 su 72) il prezzo della benzina “servita” (cioè erogata con l’aiuto di un operatore) ha superato i due euro con un picco massimo di 2,364. Al self service scendono a dieci le stazioni di servizio oltre la soglia con un minimo di 1,929 euro alla Coop del centro commerciale Gli Orsi. Sono sedici invece i distributori con il gasolio sopra i due euro al litro, in modalità “servito”, e uno solo in modalità self. Anche in questo caso il pieno più conveniente è alla Coop: 1,879 al litro. A maggio il prezzo medio italiano della benzina era di 1,188,49 euro e quello del gasolio di 1.661,64.
Cosa succede in città
Oggi alle 15 a Cossila San Grato l’oratorio di via Partigiani ospita un incontro del ciclo “I caffè del benessere”: l’argomento sarà anziani e vaccinazioni, trattati dalle dottoresse del Servizio di igiene e sanità territoriale dell’Asl Marina Lattuada ed Erika Dama. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Sordevolo lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet terrà una conferenza dal titolo “Prendetevi la luna” che sarà ospitata all’anfiteatro della Passione. Ci sono ancora biglietti disponibili (da 31,50 a 37 euro) acquistabili a questo link
Un caso di lamentosi anche sulla scherma
La lamentosi, malattia cronica che inacidisce le giornate del biellese medio, non ha risparmiato nemmeno l’evento sportivo di sabato pomeriggio, con i quattro campioni dell’Italia di sciabola che si sono sfidati su una pedana di scherma allestita al centro commerciale Gli Orsi, portando il meglio di uno sport che la città non aveva mai visto così da vicino. Il problema? La manifestazione è stata spostata dal centro storico per finire là in periferia, dove l’ampio e comodo parcheggio (cit.) e le vetrine scintillanti sottraggono da anni attenzione alle strade attorno a via Italia. La ragione era semplice: la pedana di una gara di sciabola pullula di terminazioni elettriche, a cominciare dall’arma e dal giubbino che indossano gli atleti: servono a far funzionare i sensori che aiutano i giudici a capire chi ha messo a segno una stoccata valida. E sabato pomeriggio il meteo minacciava pioggia, assolutamente incompatibile con una gara di scherma all’aperto. Così ecco la differenza misurabile in anni luce tra l’entusiasmo di Luigi Samele, due argenti alle Olimpiadi di Tokyo, principale ideologo della manifestazione, e il mugugno via social degli uomini della strada. «Un successo che va oltre ogni mia più rosea aspettativa» ha detto via Instagram lo sciabolatore. «Voglio ringraziare tutti quelli che hanno permesso di rendere una mia idea bizzarra l’inizio di un magnifico sogno». Un giretto sulla pagina Facebook della città di Biella, organizzatrice dell’evento, fa respirare un clima diverso: «Gli Orsi, non il centro, mi raccomando» oppure «Davvero la location giusta, povera Biella» o ancora «Un applauso anche dai commercianti del centro a chi ha spostato l'evento nel centro commerciale: un'altra occasione persa per noi piccole realtà». Se lo sfogo di chi in centro lavora è umano e comprensibile, basta un piccolissimo approfondimento per capire che sarebbe stato difficile fare qualcosa di diverso: occorrevano uno spazio grande abbastanza per una pedana lunga 12 metri, una serie di connessioni alla rete elettrica (che, per esempio, nella centrale galleria Leonardo Da Vinci sarebbero state da trovare), un luogo che consentisse alla gente di avvicinarsi anche per caso per non far combattere gli sciabolatori davanti alle autorità e a pochi appassionati.