Un supermercato per vicino
Allora è vero che a Biella città i supermercati sono un po’ tantini: non bastasse la sensazione (che non ha impedito alla giunta uscente di dare il via libera a due nuovi insediamenti e a quella precedente a uno), ora c’è anche una delle consuete statistiche de Il Sole 24 Ore. Due biellesi su tre, per la precisione il 66,8%, hanno un punto vendita della grande distribuzione a meno di quindici minuti a piedi dal luogo in cui vivono. Il parametro del quarto d’ora non è scelto a caso: la “città dei 15 minuti” è considerata un obiettivo di vivibilità a cui tendere: significa avere a portata di mano (o di breve passeggiata) tutti i servizi indispensabili per vivere, dagli uffici ai negozi, dagli ospedali alle scuole. Il quotidiano economico ha analizzato sia i capoluoghi di provincia sia il resto dei territori, rimarcando le (ovvie) differenze. Nelle zone urbane è tutto più vicino e Biella non fa eccezione: se la quota di prossimità a un supermercato colloca la città al 14° posto in Italia, seconda in Piemonte dietro Torino, anche per i piccoli negozi di alimentari siamo sopra la media nazionale, con il 53,7% dei residenti che ne ha uno sufficientemente vicino contro il 51,4% dell’Italia. Se nella gran parte dei territori del nord i supermarket battono le piccole vetrine, al sud la proporzione s’inverte, segno di resistenza del commercio minuto nei confronti della grande distribuzione. Il quadro cambia se si esclude il capoluogo e si passa al resto della provincia. Il Biellese ha una conformazione frastagliatissima: più di settanta Comuni (Prato ne ha sette) e un’infinità di frazioni disseminate lungo le valli non così facilmente raggiungibili dai grandi centri e viceversa. Piccoli agglomerati di case significano anche pochi abitanti per ciascuno e problemi veri per un negoziante a mantenere un servizio riuscendo a trovare l’equilibrio nei conti dell’impresa e della famiglia. Così se la vicinanza a un supermercato scende a un biellese su quattro (26,2%) fuori città, quella a un piccolo negozio di alimentari precipita al 15,2%. Per un territorio in cui l’età media sale è un problema in più che forse dovrebbe cominciare ad affrontare anche la politica.
Ipse dixit
“Ho appena dato la disponibilità del Piemonte ad accogliere i bambini dell’ospedale pediatrico di Kiev bombardato questa mattina. Come già fatto due anni fa, anche oggi siamo pronti a portare a Torino con un ponte aereo i piccoli pazienti per ricoverarli all’ospedale Regina Margherita. In queste ore sono a Roma insieme al vicepremier e ministro degli Esteri Tajani e insieme all’assessore alla sanità Riboldi siamo pronti a definire insieme all’Ambasciata le modalità per aiutarli al più presto”
(Messaggio via social del presidente della Regione Alberto Cirio scritto lunedì nel primo pomeriggio)
Le strade chiuse qui intorno
È un po’ più complicato uscire dai confini della provincia in queste settimane. Un anno dopo il tappo del ponte della tangenziale di Biella, la stessa situazione si sta replicando a Vercelli sulla principale porta di accesso alla città per chi arriva dalla Trossi. Il cavalcavia Tournon è sconosciuto ai biellesi solo per il nome, ma chi è passato dall’ex capoluogo ci ha certamente messo le ruote sopra: è la rampa che scavalca la ferrovia dalla statale che arriva da Biella per immettersi verso il centro, nel corso che porta alla piazza della stazione. La chiusura si è resa necessaria per lavori di consolidamemto del cavalcavia e durerà fino al 31 dicembre. Per chi dovesse raggiungere Vercelli nelle prossime settimane, quindi, attenzione alla segnaletica e ai percorsi alternativi da seguire. È complicato anche seguire la via principale che porta oltre la Serra e verso la Valle d’Aosta. I sensi unici alternati cominciano nel tratto dalla rotonda di Mongrando fino alla galleria con piccoli cantieri e semafori che regolano il traffico. L’ultimo di questi è proprio all’interno della galleria che fa da confine tra le province di Biella e di Torino. Il guaio principale è la strada di Borgofranco che è chiusa per uno smottamento in frazione Bio che ha costretto a un intervento urgente per consolidare le sponde di una collina e puntellare un muraglione. Le auto sono state deviate lungo la stradina da rally di Andrate e Nomaglio per poi raggiungere Settimo Vittone e immettersi sulla statale per la Valle d’Aosta o, in direzione di Ivrea, verso Chiaverano e il lago Sirio. Qui la riapertura è prevista entro la fine della settimana ma anche in questo caso si ricorrerà al senso unico alternato.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Occhieppo Superiore la seconda conferenza su storia e radici del paese verterà sul tema “Arte, cultura e devozione”. L’appuntamento è a Villa Mossa. Alle 19 si prosegue con l’aperitivo e l’accompagnamento musicale
Oggi alle 18,30 a Biella è in programma una conferenza su Dante e il suo pensiero cristiano, politico e sociale alla chiesa di San Nicola al Vernato. La terrà Stefano Ceffa. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Sala il progetto “Raccontare è resistere” prosegue con la proiezione del documentario “Shalom, note di solidarietà e resistenza nelle valli biellesi”, girato da Pier Giorgio Clerici sulle storie degli ebrei sfollati che hanno trovato rifugio in provincia durante il periodo oscuro del nazifascismo. L’appuntamento è nel salone della Pro Loco di Bornasco
Giacomo Matteotti
C’è un manifesto, e sotto le parole ci sono le firme dei primi sottoscrittori. C’è un’iniziativa e anche un incontro pubblico, in programma domani alle 18 all’aperto, davanti alla Fons Vitae a Biella. E c’è un nome a simboleggiare un esercizio di memoria che vuole essere anche una lezione per il domani: Giacomo Matteotti. Il deputato socialista, il cui discorso contro il fascismo fu uno degli ultimi atti pubblici prima della dittatura mussoliniana, pagò il dissenso con la vita. Su di lui si sono spese molte parole di recente, con il monologo di Antonio Scurati che, con una sorta di censura, la Rai ha reso ancora più popolare e diffuso. Il comitato biellese che ha scelto il nome “M come Matteotti” ha pensato di agire più in silenzio, scegliendo non a caso il 10 giugno, a campagna elettorale finita, urne chiuse ed esiti acquisiti, il giorno in cui varare il sito internet con cui ha lanciato l’iniziativa. Il messaggio però resta: «Siamo una comunità di persone legate al Biellese per nascita o per scelta e crediamo in una società aperta, inclusiva, sostenibile, basata sui valori ispiratori della nostra Costituzione» dice un passo del manifesto. «Pensiamo che lo studio e la memoria della nostra storia siano un dovere e il monito necessario a guidare le nostre azioni e le nostre scelte per il futuro». E dalla storia dei cento anni dell’assassinio di Giacomo Matteotti si vuole distillare un succo che sia balsamo per il presente: «Vogliamo usare questa data come un nuovo simbolo e come momento di ripensamento e impegno pubblico. Un momento di ricordo collettivo, con lo sguardo rivolto verso i nostri giorni e verso il futuro, convinti che una maggiore consapevolezza ci aiuti ad essere cittadini migliori». La prima uscita pubblica di domani vedrà ospite il giornalista e saggista Vittorio Zincone, autore del libro “Matteotti dieci vite”. Presenterà il suo lavoro insieme a Laura Colmegna, in un appuntamento ad accesso (più che ingresso) libero. Per aderire al manifesto basta scrivere a mcomematteotti@gmail.com.