Una città universitaria

Più dei collegamenti ferroviari e autostradali (che, in effetti, ancora non ci sono), più delle campagne per convincere milanesi e torinesi a comprare casa sotto il Mucrone e più, naturalmente, degli slogan elettorali, può la musica, e più in generale la cultura, per attirare persone in provincia e nel capoluogo. Negli ultimi anni le vere calamite per portare nuovi residenti nel Biellese, sia pure temporaneamente, sono arrivate da progetti che hanno a che fare con lo studio. L’ultimo in ordine cronologico riguarda l’Accademia Perosi, prestigioso istituto musicale che già fino a ora ha attirato giovani talenti in cerca di perfezionamento tecnico nelle stanze di palazzo Gromo Losa. Ora c’è un decreto ministeriale che lo equipara a un’università: dal Perosi si uscirà laureati, anche per lo Stato e non solo per le migliori orchestre di classica, con un titolo triennale in discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda e con un successivo biennio magistrale in musicologia e beni musicali. La novità rende Biella quasi unica in Italia come ha spiegato il direttore dell’accademia Stefano Giacomelli a Il Biellese: «Siamo una delle sole due istituzioni in Italia, insieme all’Accademia di Imola, a poter rilasciare lauree in questo ambito». La differenza con quanto è accaduto finora è la fine del doppio percorso, musicale e accademico, che costringeva gli allievi a frequentare altrove i corsi universitari. Ora alle materie di indirizzo come lo studio di violino, viola, violoncello e pianoforte, saranno aggiunte le discipline umanistiche come filosofia, estetica, letteratura inglese e storia della musica. L’impatto? «Stimiamo che, a regime, arriveremo a ospitare circa 500 studenti residenti nel territorio nel prossimo decennio» dice Giacomelli che aggiunge, con una punta di orgoglio: «con i costi degli affitti relativamente bassi e il fascino del Piazzo possiamo competere con realtà come Imola e Lugano, attirando persone da tutto il mondo». È quello che ha fatto il più innovativo dei corsi universitari avviati a Città Studi: il biennio magistrale in inglese di patrimonio culturale, pensato dall’università di Torino, ha studenti per la maggioranza non solo non biellesi, ma stranieri. Gli iscritti sono novanta circa. Anche l’Its Tam attira giovani talenti di moda, tessile e abbigliamento anche dal resto d’Italia per un titolo di studio che non è una laurea ma che garantisce, nel 90 per cento dei casi, di trovare lavoro subito dopo la fine del ciclo scolastico. Volendo mettere un po’ di retrogusto amaro in notizie dolci, escluso il Tam che è gratuito anche grazie ai fondi regionali, la regia delle altre due operazioni non è amministrativa né politica: la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella è la capofila delle intese con l’ateneo di Torino, l’Accademia Perosi della scelta di diventare università.
Ipse dixit
“Non riconosco vera l’immagine che i biellesi hanno di sé, di chiusura. Vi dipingete come orsi che respingono il forestiero, il furest in dialetto. Per me non è stato così, ho sentito che qualcuno ha provato questo respingimento sulla propria pelle. Non io, sono stato accolto con calore. La gente che ho conosciuto è autentica e aperta. Anche come coppia gay – io sono arrivato con quello che all’epoca era il mio compagno – non abbiamo mai percepito alcuna discriminazione, cosa che in grandi città del mondo non è poi così scontata. Anzi ci è stato chiesto se avessimo dei figli”
(River Ferdinandy, nato in Grecia da padre francese con origini ungheresi e madre danese, uno dei tre residenti stabili di Sassaia, in alta valle Cervo, intervistato da Il Biellese)
Solo Merry
Il primo a chiedersi se sia stato un guasto o un atto voluto è colui che ha scoperto e reso nota la novità: nella notte della vigilia, dice il presidente del circolo Tavo Burat ex Legambiente Ettore Macchieraldo, quel “Merry Xmas” della discordia di piazza La Marmora è diventato solo “Merry” con l’altra metà della scritta rimasta spenta. Breve riassunto per i più distratti e i meno appassionati di polemiche di provincia: il destino cinico e baro ha voluto che, con tutti gli angoli del centro illuminati a festa dal Comune con un investimento natalizio senza precedenti, la decorazione con la scritta “Merry Xmas” capitasse proprio in piazza La Marmora. Ovvero la piazza di villa Schneider, sede dell’Associazione nazionale partigiani proprio perché lì gli uomini della Resistenza e talvolta anche i civili venivano trascinati dalla polizia politica nazista per essere interrogati, improgionati, torturati e talvolta mandati davanti ai mitra dei plotoni di esecuzione. E “Xmas” che con accezione natalizia è indiscutibilmente l’abbreviazione di “Christmas” cioè Natale in inglese, è anche la sigla della “Decima Mas”, corpo militare fedelissimo al nazifascismo fino al 25 aprile 1945 e spesso evocato dai più nostalgici, a cominciare dal parlamentare europeo ed ex generale Roberto Vannacci. Si tentò un accordo tra gentiluomini con Paolo Furia ed Emanuele Ramella Pralungo del Pd che sentirono informalmente il sindaco Marzio Olivero per informarlo dello scivolone e chiedergli di fare qualcosa, e con lui che si disse d’accordo a spostarla e, nell’attesa, mandò i vigili a copriire due lettere su quattro. Poi la polemica diventò una cosa social e il sindaco, risentito, cambiò idea, ricevendo in cambio alla commemorazione dell’eccidio nazifascista di Riva di domenica qualche cartello di protesta sull’argomento. Nel frattempo a metà scritta, proprio quella metà, è mancata la corrente e martedì notte si leggeva solo “Merry”. «Questo invito alla gioiosità fotografato stasera a Biella in piazza La Marmora ci piace assai» ha scritto Ettore Macchieraldo sui social pubblicando la foto-testimonianza. «Non sappiamo se sia frutto del caso o atto di volontà, e in questo secondo caso se scelta da parte di quale livello gerarchico. Ma gioiamo di questa omissione. Meno di quelle che costellano la storia del nostro Paese».
Cosa succede in città
Oggi alle 10 a Valdilana riapre le sue porte il presepe gigante di Marchetto, frazione di cui conserva il nome ma non più la sede, come spiega (correggendo un’imprecisione di 6aBiella) Franco Grosso, affezionato lettore e componente del comitato organizzatore dell’evento: «Il presepe gigante è nato nel 1980 nella omonima borgata dell’allora comune di Mosso Santa Maria, diventato poi comune di Mosso nel 1999 in seguito alla fusione con l’ex comune di Pistolesa. Dal 2012 il presepe gigante non è più a Marchetta, causa difficoltà logistiche (non disponibilità del sito, mancanza di parcheggi e impossibilità di arrivo per i bus e i mezzi pubblici), ma viene allestito dagli stessi volontari e da altri nuovi nel centro storico di Mosso Santa Maria, dal 2019 componente del nuovo comune di Valdilana. Quindi ora il presepe gigante si trova a un chilometro dal sito originario di Marchetto, dove si tiene ancora da tempo immemore il falò alla vigilia di Natale, partecipato martedì sera da oltre 1500 persone, in gran parte arrivate a piedi con la fiaccolata partita del presepe gigante»
Oggi alle 17,45 al Piazzo lo psicoterapeuta Alberto Pellai presenta il suo libro “Allenare alla vita”. Organizzano la biblioteca Don Sergio Rosso, il consultorio familiare “La persona al centro e patrocina la Caritas. L’appuntamento è nella sala convegni di palazzo Gromo Losa
Oggi alle 18 a Occhieppo Superiore è in programma un aperitivo con l’autore a Villa Mossa: l’ospite è Giacomo Ramella Pralungo che presenterà il suo libro “Fantasma del passato” dialogando con Mary Caiffa. Alcuni brani saranno letti dalla voce di Pietro Raco
La foto del giorno
Si sono viste fotografie più spontanee di quella scelta da Gilberto Pichetto per salutare le persone che lo seguono via social la vigilia di Natale. Seduto in poltrona, accanto al caminetto con i nomi dei nipotini ricamati a punto croce, prova a recitare la parte di chi è colto di sorpresa dallo scatto, mentre alza gli occhi concentrati su un libro di cui si scorge benissimo la copertina, l’ultimo saggio pubblicato da Bruno Vespa. Una fotografia da influencer, insomma, di cui il sempiterno giornalista tra i pochi ad aver saputo cavalcare ogni onda dalla prima Repubblica in poi, a cui il ministro biellese dell’Ambiente ha aggiunto un contorno rassicurante da casa e famiglia anche nella didascalia: «Qualche momento di lettura prima dell’arrivo dei nipoti». Tra i quasi duecento commenti, molti amichevoli e qualcuno perfino servile, spicca il consiglio a dedicarsi ad altre letture dell’ex assessore al Commercio a Biella Stefano La Malfa: «Ci sono libri più decenti. Auguri».