Una decisione sulla funicolare
Si decide domani, secondo i media cittadini, la via per arrivare alla riapertura della funicolare del Piazzo. Ferma dalla fine di luglio, dopo lo stop imposto durante il collaudo periodico dell’impianto, è già stata oggetto di un primo intervento per sanare i problemi più vistosi, che ha comportato una spesa di 100mila euro e lavori che costringeranno i tecnici a togliere le cabine dai loro binari per poi rimetterle a posto. Potrebbe bastare per riaprire le porte delle due stazioni, ma la giunta che si riunisce domani pomeriggio dovrà valutare se accontentarsi e rimandare a un prossimo futuro un intervento più strutturale o fare tutto subito. «Io opterei per la seconda via» ha detto il sindaco Claudio Corradino (Lega) a La Stampa «ma dobbiamo valutare i costi». L’impianto con il nuovo sistema di trazione è costato 1,6 milioni di euro, in parte finanziati con fondi europei. Il suo obiettivo era di renderne il funzionamento più elastico e gratuito, senza la gestione affidata all’Atap. Ma i problemi tecnici l’hanno caratterizzato fin da subito. Il conto delle manutenzioni straordinarie fatto dal Comune è di 536mila euro in quattro anni che palazzo Oropa vorrebbe addebitare all’impresa costruttrice, la Maspero di Appiano Gentile contro la quale è stata aperta un’azione legale, mettendo in discussione il modo in cui ha eseguito l’intervento. Secondo le prime dichiarazioni del Comune, nella richiesta di danni entrerebbe anche questo ulteriore esborso. Ma i tempi e gli esiti di una causa civile non sono mai così certi.
Ipse dixit
“Se oggi ci ritroviamo a questo punto, con oltre 2 milioni e 200mila euro spesi senza avere il caratteristico collegamento cittadino funzionante, dobbiamo ringraziare solo la precedente amministrazione, quindi gradirei che i consiglieri di minoranza si astenessero da attacchi immotivati e fuori luogo. Ho intenzione di rimediare ai loro danni e prima della fine del mio mandato farò di tutto per riuscirci”
(Il sindaco Claudio Corradino sulla funicolare a La Stampa)
Via Cernaia non è comunale
Forse il miglior esempio nella lista dei lavori pubblici che non finiscono mai, o meglio che faticano anche a cominciare, riguarda via Cernaia. Risale alla giunta di centrosinistra il progetto della pista ciclabile che avrebbe dovuto costeggiare la strada cubettata che porta dal centro al ponte di Chiavazza, prosecuzione del piccolo segmento già realizzato. C’erano i disegni e c’erano i fondi, ottenuti partecipando a un bando del Governo per le periferie, dato che la destinazione del percorso era Chiavazza. Con il cambio di giunta nel 2019 fu una delle prime iniziative che vennero fermate dagli assessori Giacomo Moscarola (Lega) e Davide Zappalà (Fratelli d’Italia), gli stessi che si fecero fotografare badile in mano per smantellare un pezzetto di percorso ciclabile dalle parti di via Rosselli. Ma non si rinunciò del tutto all’idea o si sarebbero anche persi i finanziamenti: il nuovo progetto trasformò la ciclabile in una pista ciclopedonale più stretta. Ci furono i passaggi burocratici e poi la gara di appalto, assegnato all’impresa biellese Bonifacio, del valore di 300mila euro. La sorpresa delle ultime ore è arrivata quando già si scaldavano i motori delle ruspe: come ha raccontato venerdì Il Biellese, il cantiere è stato bruscamente fermato perché non tutta la strada è di proprietà comunale. E lo è in base a una scrittura privata che risale al 1895, quando il municipio cedette in comodato gratuito una striscia di terreno alla società Ferrovie Economiche Biellesi, perché potessero costruire i binari del trenino che, similmente a quello che si arrampicava a Oropa, collegava il capoluogo alla valle Cervo. Un secondo documento del Catasto della metà del secolo scorso attribuisce la proprietà, e non solo il comodato, alla società delle tramvie locali, che poi fu assorbita da Ata, la prima azienda per il trasporto su gomma, che a sua volta fallì. Quindi oggi, formalmente, non esiste nemmeno un proprietario con cui intavolare una trattativa ma, documenti alla mano, il Comune non può iniziare un intervento su un bene che non è suo. Davide Zappalà, secondo Il Biellese, conta di fissare un incontro con il direttore del Catasto per cercare una via. Ma i tempi non sembrano brevi in nessun caso. E, che si tratti di pista ciclabile o ciclopedonale, per ora resterà in ghiacciaia.
Cosa succede in città
Oggi alle 9 a Vigliano chiude via Milano per consentire lo svolgimento della festa di San Michele che prevede negozi aperti e mercatino lungo la strada fino alle 20. Dopo il pranzo (costo 25 euro dall’antipasto al caffè) alle 14,30 ci saranno gli spettacoli per i bambini musica anche per i più grandi. Si chiude al capannone vicino alla chiesa con la cena a base di hamburger, patatine e grigliata
Oggi alle 9,30 a Masserano parte dal campo sportivo la ronda del Bramaterra, passeggiata enogastronomica tra colline e vigneti con degustazione di cibi e vini in ognuna delle sei tappe, accompagnate dall’intrattenimento musicale
Oggi alle 10 a Ronco si apre la ricca seconda giornata della sagra del pailet, dedicata alla lavorazione della terracotta, con l’apertura delle mostre di numerosi artisti. Alle 12,30 tutti a tavola con polenta concia e polenta e salsicciotto, alle 15 spettacolo per i bambini, alle 19 concerto e sfilata della fanfara dei Bersaglieri di Biella che prelude alla cena finale con grigliata all’area sportiva
Oggi alle 11 a Bagneri inizia la festa della Madonna del Piumin, in cui si celebra il compleanno dell’opera realizzata dall’artista biellese Sandrùn ospitata nel piccolo borgo della valle Elvo. Dopo la processione e la Messa, alle 12 sono previsti aperitivo e pranzo e alle 15 un’esibizione del coro Monte Mucrone che presenterà in anteprima un brano intitolato “Vigilia di Natale a Bagneri” a cui seguirà la proiezione di un film dedicato al fotografo biellese delle montagne Gianfranco Bini. Per tutta la giornata si svolgeranno visite guidate
Oggi alle 16 a Miagliano l’associazione Storie di Piazza propone la replica della visita teatralizzata “Amore e fame sui sentieri delle sirene”, con l’attrice e cantante Noemi Garbo e l’arpista Elena Straudi. Seguirà una visita alla mostra “Storie di pecore e di lana” ospitata dal lanificio Botto, dove si svolgerà anche lo spettacolo. Prenotazioni al 351.8862836
Oggi alle 16 a Sostegno il museo del Bramaterra sarà teatro dello spettacolo “Storie di gnomi e di fate”, prodotto dall’associazione Storie di Piazza con Davide Ingannamorte, Monica Rubin Barazza, Franco Marassi, Veronica Morellini, Sonia Rondi, Luisa Trompetto e Luciano Tomasoni. Al termine ci sarà una passeggiata lungo i sentieri che portano alle vigne. Prenotazioni al 333.6160407
Oggi alle 17 a Pollone torna a suonare l’organo Pera della chiesa parrocchiale, appena restaurato da Alessandro Rigola. In concerto il maestro Ivan Ronda. L’evento fa parte del programma della festa patronale di Sant’Eusebio
La domenica sportiva
Oggi alle 10,30 a Biella prende il via da piazza del Monte la Corsa della Speranza, storico appuntamento con lo sport e la generosità del Fondo Edo Tempia. Iscrizioni aperte dalle 9 in piazza del Monte che quest’anno sarà sede di partenza e, dopo cinque chilometri a passo libero intorno alla città, dell’arrivo. I 10 euro della quota d’iscrizione finanzieranno i progetti di ricerca sul cancro del Fondo
Oggi alle 15 a Biella la seconda giornata del campionato di calcio di Eccellenza maschile prevede l’esordio in casa della Biellese, impegnata in corso 53° Fanteria con il Bulé Bellinzago. Il Città di Cossato gioca, alla stessa ora, in trasferta ad Alpignano
Oggi alle 16 a Biella un’amichevole contro l’Amatori Milano vale come presentazione ufficiale del Biella Rugby 2023/2024 ai suoi tifosi. Si gioca allo stadio di via Salvo d’Acquisto e seguirà una piccola festa per giocatori e fans
La maglietta (Fila) contro il dittatore
Si è tornato a parlare molto negli ultimi giorni della finale di Coppa Davis, la principale manifestazione a squadre per nazioni di tennis, che l’Italia vinse a Santiago contro il Cile nel 1976. L’occasione è stata l’anniversario del colpo di stato del 1973- era l’11 settembre - in cui prese il potere il dittatore sanguinario Augusto Pinochet, deponendo e assassinando il presidente democraticamente eletto Salvador Allende. Quella partita fu preceduta da numerose polemiche: una parte dell’opinione pubblica italiana avrebbe voluto che i tennisti rinunciassero alla finale, che si doveva disputare allo stadio nazionale, luogo che poco dopo il golpe venne convertito in campo di concentramento da cui transitarono almeno quarantamila dissidenti politici, di molti dei quali non si è mai più saputo nulla. Alla fine l’Italia delle racchette decise di partire per il Sudamerica. Dopo la prima giornata con le due vittorie nei singolari, arrivò il giorno del doppio e Adriano Panatta, il numero uno azzurro di quegli anni, propose al compagno Paolo Bertolucci un gesto simbolico: i due tirarono fuori una maglietta rossa e la indossarono. Era, secondo Panatta, il colore del sangue versato anche in quello stadio. Ma all’epoca quasi nessuno comprese il gesto, né in Cile («Quella maglietta rossa per il pubblico non significò niente» ha dichiarato a La Stampa Jaime Fillol, uno degli avversari cileni) né in Italia. Panatta se ne ebbe a male, quando tornò in patria con la coppa: «Se nessuno capì fu grave, se qualcuno capì e fece finta di niente, fu più grave ancora» disse qualche tempo dopo. Poi, con il tempo, il messaggio politico cominciò a farsi notare: il regista Mimmo Calopresti dedicò il docufilm “La maglietta rossa” a quel’episodio. Più di recente, altri due documentari, “Una squadra” e “Davis 1976, l’altro cammino di Santiago”, prodotto dalla Rai, ha narrato di quel torneo tornando anche sui fatti della finale. Visto da Biella, è un piccolo pezzo di storia dello sport su cui c’è un marchio nostrano: Fila fu innovatrice nelle divise da tennis portando il colore in un mondo da sempre dominato dal solo bianco. Prima furono le strisce sottili sulla maglietta di Bjorn Borg, lo svedese che negli anni Settanta fu numero uno al mondo. Poi arrivò il colore a tinta unita che, in Cile, assunse un significato in più anche se una delle ragioni per la sua introduzione, narrano le ricostruzioni, era dovuto anche alle riprese televisive: il bianco le “abbagliava” troppo. La Fondazione Fila Museum ha celebrato con una pagina web quell’evento. Ancora oggi una replica quasi identica della polo di Panatta e Bertolucci si può trovare in vendita su internet (a 33,95 euro più spese di spedizione, ad esempio).