Vatti a fidare dei numeri
Dicono che sia necessario partire dai dati per analizzare una questione. I numeri sono asettici, oggettivi, dicono il vero. Le impressioni sono fallaci perché empiriche. Sì, ma se sulla stessa questione i numeri sono tutti diversi? Se lo sarà domandato qualcuno davanti al titolo principale di Eco di Biella di lunedì: diceva che quelli del commercio sono numeri da brividi, nel capoluogo come in tutta la provincia. E i brividi sono freddissimi, come il numero di saracinesche che si abbassano per sempre ben più alto di quelle che si alzano. Non è passato nemmeno un mese da un modo completamente diverso di affrontare il problema, almeno su Biella città, comparso sulle pagine de La Stampa sempre basato sui numeri, quello dello sportello unico delle attività produttive: le aperture erano il doppio delle chiusure, quindi con un saldo positivo, con tanto di esultanza dell’assessora Barbara Greggio, particolarmente felice perché a crescere di più sembravano essere bar e ristoranti, sulla spinta a suo dire del turismo. Un terzo pacchetto di dati aveva numeri ancora diversi: il cruscotto regionale delle imprese indicava un calo netto nel numero delle attività commerciali in città al 31 dicembre 2023 rispetto a dodici mesi prima. Riassumendo: 56 aperture e 28 chiusure per il Comune (+28), 48 aperture e 128 chiusure (-80) per la Camera di Commercio, i cui dati sono quelli che hanno ispirato il titolo di Eco di Biella, un calo di 54 unità per il suddetto cruscotto regionale. Esistono, ovviamente, ragioni per questa disparità: 6aBiella ha chiesto lumi al centro studi della Camera di Commercio. Il motivo principale si riassume in una regola: lo sportello unico dei Comuni conta le vetrine, la Camera di Commercio conta le aziende. Un esempio pratico? Il negozio Marville stava all’angolo tra via Italia e via Gramsci e scrisse sulla vetrina, prima di trasferirsi a Gli Orsi, “ci abbiamo provato”. Per il Comune corrisponde a una chiusura e a un’apertura: meno uno e più uno. La Camera di Commercio non registra cambiamenti perché è la stessa azienda che ha semplicemente cambiato sede. Se Marville avesse deciso di tenere aperti entrambi i negozi, sarebbe stato due aperture e una chiusura, saldo positivo, mentre la Camera di Commercio di nuovo non avrebbe annotato modifiche. In più un’impresa esistente potrebbe avere necessità di registrare in Comune l’inizio di una nuova attività (per esempio iniziare a vendere una tipologia merceologica in più), senza informare la Camera di Commercio. Ancora, ci sono le discrepanze di tempi tra le varie comunicazioni e appare evidente che quelle delle chiusure arrivano più rapidamente alla Camera di Commercio. Insomma, un dato omogeneo non esiste né esiste un criterio per scegliere quello più vicino alla realtà sul quale basare un’analisi reale. Il commercio è in crisi o in salita? I brividi sono da grande freddo o da fremito di sollievo? Come basare una politica di rilancio e come valutare se i passi che si sono mossi finora, tra Comune e associazioni di categoria, hanno avuto efficacia? Difficile dirlo, in queste condizioni. Forse potrebbe funzionare solo il conto più empirico di tutti: contare le vetrine a gennaio, annotarsi le insegne e le tipologie merceologiche, ricontarle a dicembre e vedere che cosa è successo. Nel frattempo meglio evitare di flagellarsi troppo forte. E, ovviamente, anche di esultare.
Ipse dixit
“Dalla nostra sede storica abbiamo portato via tutto. E fa un po’ tristezza aver svuotato gli uffici, riempiendo gli scatoloni delle nostre cose dopo tanti anni di attività. Il contratto era scaduto. E così siamo andati via. Ora la nostra attività è altrove e non nel Biellese che perde un po’ di storia e molte attività che in qualche modo generano economia. Numeri? I nostri circa 2mila voli all’anno ora li facciamo a Torino e non più nel Biellese. I quasi duecento soci ora fanno attività a Torino e non più nel Biellese. E le nostre iniziative e manifestazioni sportive le organizziamo sotto la Mole e non dove siamo nati”
(Massimo Zaniboni, presidente dell’Aeroclub Biella che, dal 1 gennaio, ha lasciato la sede dell’aeroporto di Cerrione dopo che non è stato rinnovato il contratto di affitto. La dichiarazione è su La Provincia di Biella di ieri)
Piazza della burocrazia
Non sono bastati quasi quindici anni da sindaco, prima a Cossato e poi a Biella, per far abituare Claudio Corradino (Lega) alle procedure infinite e ricche di ostacoli delle opere pubbliche. L’ultimo caso riguarda il rifacimento di piazza Vittorio Veneto, uno dei punti fondanti del centro storico che la giunta vuole ringiovanire. Solo poche settimane fa era stato annunciato il via libera ai lavori, la cui prima notizia risale al lontano 2019. Invece bisogna aspettare e preparare una revisione: la richiede l’Agenzia regionale per la mobilità, che sovrintende ai trasporti pubblici nell’intero Piemonte. La questione riguarda l’ubicazione delle fermate dei bus che, secondo il progetto di palazzo Oropa, andranno spostate dai portici Standa per trasformare lo spiazzo tra la rotonda di via Torino-via La Marmora e l’inizio di via Italia in una zona solo pedonale. Quindi per ora non è arrivato il nulla osta. «Gli uffici» ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Davide Zappalà (Fratelli d’Italia) a La Provincia di Biella «si sono attivati per trovare entro breve una soluzione che vada incontro alle richieste così da poter poi dare il via agli interventi previsti». Fin qui la parte tecnica. Lo sfogo da sindaco stanco delle lungaggini è affidato a Claudio Corradino: «Non è possibile fare l’amministratore in queste condizioni. La gente deve sapere che realizzare un’opera pubblica in questo Paese è veramente un’impresa da titani. Ogni giorno ce n’è una nuova: superato un ostacolo se ne trova subito un altro».
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Biella l’Opificiodellarte propone un tardo pomeriggio a porte aperte per presentare i suoi corsi di musica, danza e teatro. Appuntamento nella sede di piazza De Agostini accanto alla funicolare
Oggi alle 18,30 a Cossato il quarto incontro del laboratorio “E adesso parliamo di cinema” si occupa del tema “La regia come effetto speciale”. In cattedra c’è come di consueto Riccardo Poma. L’appuntamento, a ingresso libero, è a villa Ranzoni nella sala Pizzaguerra
Oggi alle 20,30 circa a Biella arriverà in piazza Vittorio Veneto la prima vettura del rally storico di Montecarlo, la gara di regolarità che fa da contorno a quella che forse è la più celebre e prestigiosa competizione automobilistica su strada del mondo. Le auto da corsa d’epoca, partite da Milano alle 18, sfileranno lungo la Trossi, via Carso, via Bertodano, via Repubblica, viale Matteotti per fermarsi al punto di controllo accanto ai giardini Zumaglini
Oggi alle 21 al Piazzo si parla di vela e di trekking con la serata dedicata ai viaggi di Overalp, agenzia di guide alpine specializzata in viaggi all’aria aperta, mare compreso. Saranno mostrate le immagini delle ultime escursioni e sarà presentato il programma del 2024. Nella sala convegni di palazzo Ferrero l’ingresso è libero
Oggi alle 21,15 a Cossila San Grato la sede della società sportiva Büfarola ospita Paolo Broglia, fotografo che mostrerà i suoi scatti realizzati in Patagonia. L’ingresso è libero
Numb3rs
Non sono lontani i due miliardi di euro di ricavi in un anno per il gruppo Zegna: il risultato, che vale una crescita del giro di affari del 27,6% in più, è stato annunciato ieri nella consueta nota agli investitori, rigorosamente in lingua inglese come si conviene a una società che ha sede a Valdilana ma le quotazioni a Wall Street. Il gruppo comprende le attività del marchio Zegna, dai tessuti di pregio alla linea di abbigliamento e di accessori maschili, e delle due aziende, sempre del segmento del lusso, Thom Browne e Tom Ford, quest’ultima creata dall’ex capo stilista di Gucci, personaggio noto anche a chi conosce un’infarinatura della storia della casa di moda grazie all’omonimo film con Lady Gaga. Il marchio Zegna, da solo, vale oltre 1,3 miliardi di ricavi in un anno. Il gruppo ha segnalato la crescita in tutte le aree geografiche, più vistosa in Nordamerica (+41,6% rispetto al 2022) ma possente anche in Giappone (+29,9%) e in Cina (+20,5%) dove, nel 2022, ancora si facevano sentire più che altrove gli effetti della pandemia. Ovvia la soddisfazione dell’amministratore delegato Gildo Zegna: «Stiamo perseguendo con successo la strategia di essere leader nel mercato del lusso».