Vetrine comunali
Soldi pubblici per affittare i negozi del centro storico, affidamento gratuito ad artigiani e produttori che non hanno ancora uno spazio di vendita in centro perché possano aprirne uno nel periodo che va da ottobre alla fine dei saldi invernali, con la formula dei cosiddetti “temporary shop”, letteralmente negozi temporanei: il succo del progetto ribattezzato “Vetrine vive” che palazzo Oropa ha annunciato nei giorni scorsi. «Non è uno slogan» è la dichiarazione di Anna Pisani (Fratelli d’Italia), assessora al Commercio. «È un progetto concreto nell’ambito del Duc, il Distretto urbano del commercio che, essendo cofinanziato dalla Regione, ha due importanti finalità: sostenere e garantire maggiore visibilità a quelle realtà commerciali che ad oggi non hanno una vera e propria vetrina con affaccio nel cuore della città e, al tempo stesso, contrastare il fenomeno della desertificazione delle attività commerciali del rione storico». Si tratta, almeno sulla carta, del progetto più concreto legato al cosiddetto Duc che, per ora, ha portato come conseguenze più visibili la grande scritta tridimensionale con il nome di Biella in piazza San Paolo e l’installazione dell’impianto di filodiffusione in via Italia e dintorni che però non è quasi mai acceso con la sua musica di sottofondo. L’altrettanto stracitata dall’amministrazione “dorsale digitale”, altrimenti ribattezzata la Amazon di territorio, non sembra aver avuto un impatto rilevante finora. Qui invece l’intervento mira a ridurre, anche se solo per qualche mese, il numero delle saracinesche abbassate che punteggiano come un brutto marchio di fabbrica l’isola pedonale. «Il primo riscontro è stato positivo e incoraggiante» è il commento a La Stampa di Pisani. «La nostra determinazione e le valutazioni strategiche proiettate a breve termine a sostegno dei negozi di prossimità e della valorizzazione del centro città hanno coinvolto fin da subito da un lato i proprietari degli immobili sfitti, dall’altro i primi commercianti con i quali mi sono voluta confrontare preliminarmente e in modo non vincolante». Saranno i numeri, nel giro di qualche settimana, a dare la misura del successo del progetto: l’assessorato è già pronto a raccogliere le candidature. Tra i requisiti richiesti, come elenca La Stampa, ci sono l’appartenenza alla categoria delle micro o piccole imprese, non avere procedimenti di liquidazione in corso, essere in regola quanto a previdenza, assistenza e assicurazioni.
Ipse dixit
“Questa sera non mi sento a teatro. Sono circondato da amici e parenti, questa è un’emozione unica. Anche se gli impegni mi portano altrove, una parte del mio cuore è sempre rimasta qui. Dove abita mia sorella Paola che ha quasi novant’anni ma sembra una ragazzina”
(Ezio Greggio prima dello spettacolo di venerdì sera a Cossato, parole riportate da La Stampa)
Un biellese di cui essere fieri
L’ordine della stella d’Italia raggruppa le persone, italiane o straniere, che hanno contribuito in modo rilevante all’amicizia e alla cooperazione tra i popoli. Chi viene inserito può fregiarsi del titolo di cavaliere. Tra loro, come riporta La Stampa, c’è anche un biellese che ormai da anni vive lontano da casa, talvolta lontanissimo: Marco Perini è ormai da otto anni a Beirut, da dove coordina per conto della fondazione Avsi le operazioni umanitarie anche in Iraq, Siria, Giordania, Tunisia e Libia. Quanto sia difficile il suo lavoro, lo dice la geopolitica stessa: le emergenze riguardano crisi economiche e guerre infinite, l’accoglienza di profughi in fuga dai luoghi più pericolosi e i flussi di migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo. Come se non bastasse ci sono anche emergenze improvvise, come l’esplosione nel porto di Beirut del 2020 che portò morti, feriti, danni ingenti e un problema solo all’apparenza banale come le finestre saltate in mezza città a rendere pressoché inagibili migliaia di abitazioni. Le ragioni della sua scelta di vita stanno in una frase: «Sapere che grazie ai tuoi sforzi puoi far star meglio quelle persone vale molto di più dei sacrifici che ti sono richiesti. Anche perché aiutando gli altri stai meglio anche tu. A un certo punto mi sono reso conto di essere nato dalla parte giusta del Mediterraneo, di aver avuto tutte le occasioni, mentre a qualche chilometro c’era chi non aveva nulla. Mi sono chiesto: come posso ripagare questo debito? Impegnandomi in prima persona». La sua storia nella cooperazione iniziò quando il suo mestiere era quello di giornalista ormai un quarto di secolo fa. Seguì da vicino il lavoro della Comunità biellese aiuti umanitari e di Lino Lava che, in quegli anni, faceva la spola con la Bosnia tormentata dalla guerra nei Balcani, con il progetto complicato e meraviglioso di ricostruire l’asilo nella città di Odzak, dato alle fiamme dai miliziani serbi prima di ritirarsi. Quell’asilo ancora oggi vive con uno statuto che impone pari accesso alla scuola a prescindere da origini ed etnia. «Grazie all’esperienza fatta con Lino Lava» racconta Perini a La Stampa «ho deciso di prendermi una pausa e passare sei mesi in Ruanda, che poi sono diventati otto anni. Altri otto li ho trascorsi in Congo e sempre da otto sono in Libano». A Beirut vive con la moglie e la figlia quattordicenne e poliglotta, che parla inglese, francese, arabo e italiano nelle conversazioni con papà. La molla che lo spinge a continuare è la certezza che il lavoro nella cooperazione sia il più bello del mondo: «Mi sposto sovente nei Paesi che seguo ed è una cosa di cui non mi sono mai stancato, perché anche in situazioni drammatiche, a volte pericolose, scopri quanto è bello e complicato il mondo. In Siria quando scoppiavano le bombe dovevo occuparmi di una bambina e il dovermi impegnare con tutte le mie forze per consentirle di vivere in una società migliore è un antidoto al logorio. In tanti anni non mi è mai capitato di sbuffare perché dovevo andare a lavorare, anzi ho sempre voglia di fare qualcosa in più». Un altro biellese lavora con Avsi: Edoardo Tagliani ha in comune con Perini il passato da giornalista e un presente che lo porta a un passo dai fronti più caldi del mondo: ha vissuto non solo in Medio Oriente ma anche in Congo, nella Haiti devastata da disastri naturali e lotte intestine, per qualche mese nell’Ucraina dove famiglie e bambini fuggivano dalla linea del fuoco.
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 a Biella l’ultimo appuntamento nel calendario di Fuoriluogo è alla Biblioteca Civica: Donatella Di Pietrantonio parlerà del libro L’età fragile, con cui ha vinto il premio Strega 2024, in dialogo con la biellese Maddalena Vaglio Tanet che allo Strega dell’anno scorso fu tra le finaliste. L’ingresso è libero
Oggi alle 19 a Biella si apre la seconda edizione dell’Oropa music festival con una conversazione tra l’organizzatore e ideatore del festival Federico Gad Crema e Michelangelo Pistoletto. La sede del Terzo Paradiso di via Cernaia sarà la sede. La musica che accompagnerà l’incontro è quella del pianista Luca Buratto e della violinista Lena Markova che duetterà proprio con Crema al pianoforte
I titoli della settimana
Le notizie principali della settimana secondo le prime pagine dei giornali locali
Lunedì 2
Eco di Biella In fin di vita travolto dal genero
Martedì 3
Il Biellese “Non l’ho investito”, il giudice lo libera
La Stampa È allarme insegnanti di sostegno: “Troppo pochi quelli specializzati”
Mercoledì 4
La Provincia di Biella Amianto, sì alla discarica
La Stampa Dalle birre artigianali alla cultura: “Biella perfetta per i grandi eventi”
Giovedì 5
Eco di Biella Liste d’attesa, 724mila euro per abbatterle
La Stampa “Il via libera alla discarica di amianto è una sconfitta per tutto il territorio”
Venerdì 6
Il Biellese Influenza, estate da record: 10mila casi, tanti sono Covid
La Stampa Diga, la Regione torna alla carica: “È indispensabile per l’agricoltura”
Sabato 7
La Provincia di Biella Non risponde all’amica, trovata senza vita nel giardino di casa
La Stampa Arriva il supermarket numero 24: “Così si uccidono i piccoli negozi”
Domenica 8
La Stampa Nei vigneti un’immagine di passione: “Ma l’annata dei vini sarà buona”