Ancora sul gioco d'azzardo
Sessanta studentesse e studenti biellesi, su un campione di 232 persone di età compresa tra i 12 e i 22 anni, ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta in un anno e 31 di loro ha ammesso di averlo fatto tutti i giorni. È il dato più allarmante dell’indagine svolta dalla sezione di Cossato del Serd, il servizio dipendenze dell’azienda sanitaria, che ha voluto analizzare più da vicino l’impatto di scommesse e giochi a soldi nella fascia di età dei più giovani. Tra i secondi vanno annoverati anche quelli che non hanno a che vedere con l’azzardo: sono compresi i videogiochi che propongono acquisti per migliorare le prestazioni o andare avanti a livelli superiori. Qui ad aver speso almeno un euro almeno una volta sono stati il 20 per cento del campione. «L’uso dei videogiochi può diventare una dipendenza» ha detto a Eco di Biella Loredana Acquadro, psicoterapeuta del Serd di Biella. «Ormai molti di questi giochi propongono al giocatore di acquistare qualcosa pe rpotenziare il proprio personaggio o per altre abilàit aggiuntive. Questa è una strategia delle aziende che producono oltre a questi anche i giochi d’azzardo. In questi casa si tratta di un avvio a questi ultimi, effettuando microtransazioni di denaro che un giovanissimo può permettersi». La stragrande maggioranza, 189 su 232 intervistati, dei giovani del campione ha dichiarato di aver usato il telefono per giocare. Proprio l’esplosione del gioco via web è stata oggetto di un’indagine di Cgil e Federconsumatori che 6aBiella ha già preso in esame: nel 2022 nella sola provincia di Biella sono stati giocati 126 milioni di euro per un incasso netto dei gestori dei giochi d’azzardo legali di 5,6 milioni. Dalla pandemia in poi risulta in calo il gioco d’azzardo nei luoghi come le sale slot o i bar con videopoker. O meglio, risulterebbe perché i Monopoli di Stato non hanno dato accesso alle cifre scorporate per territorio. In Piemonte erano stati gli effetti della legge regionale del 2016 a far calare dell’11% in tre anni, fino al 2019, i volumi del gioco in luoghi fisici. Quella legge prevedeva limitazioni agli orari affidate a ordinanze comunali e regole ferree per le distanze di sale slot, bar con videopoker e centri per le scommesse da luoghi sensibili, da scuole a banche, da parrocchie a ospedali. Il cosiddetto “distanziometro” prevedeva limitazioni anche per le aziende già esistenti al momento dell’emanazione della legge, con cinque anni di tempo per adeguarsi. La nuova legge del 2021 ha fissato limitazioni agli orari uguali per tutti (dalle 2 alle 10 del mattino per le sale dedicate solo al gioco d’azzardo legale, dalle 23 alle 9,30 e dalle 12,30 alle 14,30 per bar e negozi con videopoker) e ha limitato l’applicazione del distanziometro alle sole nuove aperture. Con la vecchia norma, per esempio, avrebbe dovuto trovare un’altra sede la sala slot del centro commerciale Gli Orsi, adiacente a una filiale della banca Sella. Oggi può stare serenamente lì dov’è.
Ipse dixit
“Ci giochiamo tantissimo con l’adunata del 2025. Può essere una vetrina formidabile, ma un turista che arrivi oggi alla stazione San Paolo o si fermi a Cossato non ha nessuna informazione che possa aiutarlo. Abbiamo un anno e mezzo per organizzarci. Se imitiamo lo spirito degli Alpini forse possiamo farcela”
(Vittorio Barazzotto, ex sindaco di Biella, dalla sua rubrica settimanale su La Provincia di Biella)
Il finanziere, il reality show e i calciatori
Scritto così sembra il titolo di un film, di quelli che da un momento all’altro vedono apparire sulla scena i Lino Banfi o gli Alvaro Vitali di una volta. Invece è una storia che coinvolge anche la cronaca giudiziaria e Biella che da domenica ha fatto capolino nella sua apparente assurdità sui giornali. Dell’inchiesta aperta dopo la denuncia di un’associazione antitruffe ci sarà modo di parlare quando la Procura avrà terminato il suo lavoro e i giudici avranno emesso le loro sentenze. Qui ci si limiterà a conoscere meglio l’oggetto del contendere, che è un reality show brasiliano. L’indagine dice che, per realizzarlo, sono stati chiesti molti soldi a sponsor e investitori italiani i quali però hanno mobilitato la magistratura dopo che il ritorno economico per loro si è rivelato nullo. Il reality show però è esistito davvero: è andato in onda nel 2022 in streaming web (ma mai su Netflix come promesso a sponsor e investitori) con il titolo Cruzeiro colorido, letteralmente la crociera colorata, con concorrenti pescati dal mondo Lgbtqia+. Se i partecipanti non sembrano essere così celebri (ha vinto un certo Pedro Porto, secondo classificato Andinho, terza Blanca Pereira che fa la dj), i testimonial lo sono un po’ di più. Di Mario Jardel, attaccante che vinse la scarpa d’oro di capocannoniere d’Europa quando giocava a calcio nel Porto, parlò anche un articolo del giugno 2022 apparso su La Provincia di Biella in cui l’ex campione veniva descritto con grande enfasi come di casa a Biella e testimonial ufficiale di tutte le iniziative, compreso un sistema finanziario per la gestione delle criptovalute, firmate dall’uomo d’affari biellese oggi sotto inchiesta. Un video con Ronaldinho, l’ex stella del calcio con Paris Saint Germain, Barcellona e Milan, ancora è presente sulla pagina web ufficiale della trasmissione. Se La Stampa, nel suo primo articolo di domenica, ha raccontato dell’indagine ma senza fare nomi, Eco di Biella ieri si è sbilanciato un po’ di più e i nomi sono stati messi nero su bianco. Ne manca uno che invece è stato pubblicato dai media brasiliani un po’ più di un anno fa: è biellese anche lui, si chiama Bruno Ventrone (e lo pubblichiamo perché l’inchiesta non lo riguarda) e viene descritto come ideatore e co-autore del reality show brasiliano. A ottobre dell’anno scorso ha portato la produzione dello spettacolo in tribunale in Brasile con l’accusa di plagio perché è stato tagliato fuori prima della messa in onda, benché fosse appunto il creatore del format. Ventrone, nel 2018, aveva annunciato l’imminente riapertura del Cancello, storico locale del Piazzo, per poi rinunciare un anno dopo frenato a suo dire dalla burocrazia. Oggi risulta titolare di un ristorante di cucina brasiliana in Veneto.
Cosa succede in città
Oggi alle 8 circa a Biella le scuole elementari dell’istituto comprensivo Biella 3 riceveranno la visita della violinista Anaïs Drago nel primo degli appuntamenti del progetto “Teatri tascabili” rivolto alle scuole dalle primarie alle superiori con visite e iniziative di musica, meditazione, danza e teatro fino a dicembre. Gli interventi musicali di Anaïs Drago hanno per titolo “Au debut du matin”
Oggi alle 21 a Biella per la settimana della cultura d’impresa arriva in città lo scrittore e storico Gianni Oliva. La sua conferenza, moderata dall’ex direttore di Eco di Biella Roberto Azzoni, sarà all’auditorium dell’ex lanificio Sella in via Corradino Sella
Oggi alle 21,30 a Candelo il cinema Verdi proporàr la versione in lingua originale con sottotitoli in italiano de “Il grande Lebowski”, film del 1997 dei fratelli Coen. La proiezione sarà replicata domani alla stessa ora
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz Club prosegue con il suo ciclo di concerti del martìed con il sassofonista Claudio Giambruno e il suo quartetto che proporranno i brani del loro ultimo disco “Overseas”. L’appuntamento è nella sede di palazzo Ferrero
Una storia di urbanistica
Nove anni e un paio di giorni fa una fetta di isolato del centro diventò così, come la si vede ancora adesso. È lo spazio all’angolo tra via XX Settembre e via Crosa: via Italia è a cento metri, uno dei locali preferiti dai biellesi è anche più vicino. Prima che ci fossero solo erbacce, c’era proprio un locale: negli ultimi vent’anni abbondanti della sua vita aveva due vite, quella di tavola calda per le pause pranzo da pagare con i buoni pasto aziendali fino alle 14 e quella di birreria con panini e piatti di pasta dalle 19 in poi. Lo chiamavano tutti Kilt anche se non era più il suo nome. La proprietà dell’immobile non rinnovò il contratto di affitto e poco dopo, nel novembre del 2014, lo stabile venne demolito lasciando in piedi solo i muri di cinta. L’obiettivo, come si vede dal cartellone che più o meno da allora è appeso sulla parete esterna dell’edificio accanto, era di costruire un complesso signorile di appartamenti. Ma per farlo servivano compratori. Nel frattempo il mercato immobiliare, soprattutto in quella fetta di città, è cambiato: proprio nell’autunno del 2014, in contemporanea con la demolizione della vecchia birreria, l’ospedale si è trasferito in periferia. Probabilmente è un dettaglio che ha aiutato a rendere meno allettante un investimento proprio in quella zona della città. Nel frattempo, insieme ai resti delle pareti e delle fondamenta, è stata la vegetazione spontanea a impossessarsi di quello spiazzo. Oggi appare così, con un’immagine di abbandono in pieno centro. Il Comune non può fare molto: è un’area privata e il massimo dell’intervento che può richiedere è mantenere il decoro e la sicurezza nel caso fossero compromessi. Ma non sembra questo il caso. È solo l’ennesimo spazio vuoto del centro storico, poco lontano dal vecchio ospedale, dall’ex Rivetti, da via Carso...