Due di picche/2
Era giugno quando 6aBiella maturò la consapevolezza che la nostra piccola provincia non avesse molta voce in capitolo quando si trattava (e si tratta) di trasporti pubblici. Era appena uscito l’orario estivo, in quei giorni, in cui non venivano aggiunti treni diretti da e per Torino (sempre due al giorno all’andata e due al ritorno) e veniva anticipata la partenza del primo regionale in direzione Novara per assecondare le esigenze del nuovo stabilimento Amazon di Agognate, con tanto di stazione costruita apposta insieme al magazzino gigante. Nel frattempo a dicembre è arrivato l’orario invernale senza novità positive. Il tempo di far arrivare il 2024 ed ecco un’altra pessima notizia: il diretto di ritorno da Torino è stato anticipato di dieci minuti per fare spazio al nuovo servizio Torino-Caselle-Ceres che, con i suoi 58 passaggi al giorno (che di sabato sono pure quattro in più), ha bisogno di spazio. La sorpresa è stata vera perché i passeggeri non hanno avuto informazioni in anticipo e più di qualcuno lunedì sera è rimasto a Porta Susa ad aspettare un treno che non c’era. In più è stata ritardata anche la partenza del Biella-Torino della mattina. «Ciò porta a un insostenibile aumento dei tempi di viaggio che passano da 54 a 65 minuti» è stata la reazione di Provincia e pendolari, riportata da Eco di Biella, al termine di un incontro svoltosi martedì. Su La Stampa invece una dichiarazione del presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo (Partito Democratico) se la prende con la mancanza di comunicazione: «L'ultima goccia che ci ha spinti a richiedere con urgenza un tavolo di lavoro è stato il cambio di orario del treno del mattino, particolarmente utilizzato dai circa 4.500 viaggiatori quotidiani. In questo modo si arriva a Torino alle 8.30, è troppo tardi per chi deve recarsi al lavoro. In più la cosa gravissima è che non siamo nemmeno stati informati dei cambiamenti». Serve un secondo indizio del fatto che il Biellese conti davvero come il due di picche quando è uscita briscola fiori? Martedì La Stampa ha ricordato, nel suo inserto dedicato all’economia del Nord-Ovest, gli ingenti investimenti sul trasporto ferroviario previsto per il Piemonte, considerato come un crocevia per le linee fondamentali per persone e merci in Europa: ci sono la Chivasso-Aosta, la Voghera-Tortona, il nodo di Novara, la Fossano-Cuneo, la Avigliana-Bussoleno, i collegamenti verso la Liguria da Alessandria e da Tortona. Inutile dire che cosa manca. A proposito di assenze, al tavolo treni di martedì in Provincia mancavano i rappresentanti della giunta regionale e dell’Agenzia per la mobilità. «È inammissibile» si è arrabbiato Ramella Pralungo «che l'assessore ai Trasporti Marco Gabusi non si sia nemmeno degnato di partecipare». C’era invece l’Unione industriale rappresentata dal direttore Pierfrancesco Corcione: «Pensiamo che il Biellese meriti rispetto. Se parliamo dei recenti investimenti del Pnrr, noi al momento non siamo menzionati. Stando agli ultimi dati diffusi, ad esempio, andranno 191 milioni a Novara, 175 per la Torino-Genova, 205 milioni alla linea Avigliana-Bussolengo e 93 per la Fossano-Cuneo. E il nostro territorio non sa se arriveranno i 35 milioni necessari per immaginare un collegamento diretto con Milano».
Ipse dixit
“Tra i miei studenti ce ne sono stati di ortodossi, protestanti, qualche musulmano, molti non credenti. Il nostro percorso parte certamente dal Cristianesimo in quanto cultura cristiana e va nella direzione dell’etica e dell’antropologia religiosa per scoprire come è nata la spiritualità e quali sono le principali religioni. Senza, sottolineo, avere la pretesa che esista una Verità. Mi spiego: il massimo dei voti da me si prende se si è capaci di contestualizzare le proprie ragioni, di qualsiasi ragione si tratti. Alcuni dei miei migliori studenti sono stati atei perché è la ricerca che conta nel campo”
(Riccardo Bresciani, insegnante di religione al liceo scientifico ed ex consigliere comunale, commentando su Eco di Biella la statistica secondo cui il Biellese è la provincia del Piemonte in cui è più alta la percentuale di allievi che scelgono di non frequentare l’ora di religione)
Un commissario per l’acqua
La votazione per decidere quale strada prendere per la gestione dell’acqua per i prossimi trent’anni non ha avuto, come previsto, un esito definitivo. I sindaci di Biellese, Vercellese, Valsesia, zone di Casale e Valenza e della fettina di provincia di Torino attorno al lago di Viverone non hanno trovato la maggioranza del 75 per cento necessaria per scegliere se affidarsi a una società partecipata ad azionariato pubblico (come l’attuale Cordar per la maggior parte del Biellese), a una società mista pubblico-privato come quella che gestisce acquedotti, canali e fognature a Vercelli e dintorni o bandire una gara europea per cercare l’offerta migliore. Gli schieramenti sono rimasti compatti sugli schieramenti previsti alla vigilia con buona parte del Vercellese che ha scelto soluzioni alternative a quelle della maggioranza che, per circa il 70 per cento, ha votato convinta per la gestione pubblica. Ora entro la fine del mese verrà nominato un commissario che avrà la responsabilità di prendere una decisione. «Non possiamo tergiversare altrimenti finiremo per essere a nostra volta commissariati» ha dichiarato a Eco di Biella Michele Marnati (Lega), assessore regionale all’Ambiente. Nelle sue parole c’è anche la conferma che un voto così vicino ad arrivare al quorum non verrà ignorato: «È chiaro che nelle decisioni che verranno operate, questa votazione di larghissima maggioranza avrà un suo peso politico. È del tutto naturale». Fuori dalla sede dell’assemblea di lunedì a Vercelli c’era anche un presidio dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno espresso la loro preoccupazione perché «è a rischio il destino di 300 famiglie» come riporta Eco di Biella. Sono i trecento dipendenti delle società che attualmente si occupano della rete idrica e che dovrebbero essere riassorbiti dal nuovo gestore.
Cosa succede in città
Oggi alle 20,45 a Cossato la stagione teatrale prosegue con il cabaret e con lo spettacolo “Di persona è un altro”, di e con Germano Lanzoni, attore noto anche per essere il volto del “Milanese imbruttito” sui social. Biglietti a 20 euro ancora a disposizione a questo link https://www.anyticket.it/anyticketprod/Web/SchedaEvento.aspx?partner=COIV
Oggi alle 21 a Salussola Guido Donati presenta il suo libro “Di lui… solo più una medaglia?”, storia dello zio morto sul fronte jugoslavo nella Seconda guerra mondiale e della ricerca del suo luogo di sepoltura da parte dei due fratelli. L’appuntamento è al museo laboratorio dell’oro e della pietra in via Duca d’Aosta 7. L’ingresso è libero
Oggi alle 21 a Valdengo si apre il carnevale biellese con la serata danzante con le maschere del territorio a La Peschiera. L’ingresso è gratuito
Oggi alle 22 a Biella torna la serata “libera” allo spazio Hydro di via Cernaia: la regola è che ognuno può portare libri, giochi, dischi da ascoltare insieme. Il circolo culturale mette a disposizione il luogo
Riusare uno spazio vuoto
C’è chi si ferma e guarda le vetrine di via San Filippo 6 con un filo di perplessità: era un negozio, ma adesso non lo sembra più anche se (e c’è dell’ironia) ci sono ancora gli adesivi sul vetro del progetto 015, quello che voleva portare nel centro storico di Biella i grandi marchi del tessile in un centro commerciale diffuso. Lì, in quello spazio che i biellesi di una certa età ricordano come “La casa della plastica”, oggi c’è la sede temporanea di Nientedafare Biella. Ci sono sedie e poltrone, un angolo per la musica da ascoltare e qualche strumento musicale, una rella piena di attaccapanni e su ognuno un vestito usato. Lo hanno chiamato, le ragazze e i ragazzi del gruppo nato con i ritrovi spontanei in piazza Duomo ormai due anni fa, il “free shop”, «dove è possibile prendere gratuitamente e donare vestiti e oggetti usati pronti per una seconda vita». Lo hanno scritto su un cartello giallo appeso sulla vetrina che più di qualcuno tra i passanti si attarda a leggere. Il negozio che, in una delle pochissime vetrine made in Biella aperte con il progetto 015, ospitava le collezioni di Angelico, ora è stato «temporaneamente donato» come recita sempre il cartello di presentazione «per dare ai giovani di Biella un punto di ritrovo sicuro in centro». Lo spazio è ampio abbastanza per fare cose: ci sono già stati musica dal vivo e parole. Oggi alle 18 succederà qualcosa che ha decisamente a che fare con la città e con la loro stessa storia: da Bruxelles arriva Maxime Zaït, giovane fondatore dell’associazione Communa, la cui missione è trasformare luoghi in disuso delle città in spazi comuni. È quello che è accaduto con il negozio vuoto di via San Filippo. È quello che sarebbe bello accadesse con le decine di spazi non utilizzati, pubblici e privati, di Biella e dintorni. L’ingresso è gratis e si finirà con un aperitivo. Dai primi raduni con la chitarra in piazza Duomo ai salotti urbani nei giorni di Fuoriluogo, dagli incontri sulla riduzione del danno legata alle droghe a quelli sulla Palestina, qualcosa sta germogliando in città.