Il vero problema di Biella è...
Ecco una domanda che ha circa 45mila risposte, una per ogni abitante della città. A porla al solito campione di trecento residenti è stato l’istituto Piepoli, a margine del sondaggio pre-elettorale commissionato dal Partito Democratico piemontese i cui dati sono stati presentati da 6aBiella pochi giorni fa. La Stampa ha dedicato una seconda puntata a questa porzione di indagine demoscopica, non lasciando dubbi su quale sia l’emergenza in primo piano per coloro che hanno risposto alle domande dei sondaggisti: è la sanità per un biellese (del campione ristretto, beninteso) su tre. Un esito su cui, osserva il quotidiano, potrebbe aver inciso l’età media delle persone scelte per l’intervista, alta con più della metà sopra i 55 anni per rispecchiare la demografia di una città sempre più vecchia. È anche la fascia di età in cui il ricorso a medici e ospedali diventa giocoforza più frequente. Quanta strada sia ancora necessario percorrere lo dice un altro dato che l’Azienda sanitaria di Biella pubblica mensilmente, quello dei tempi di attesa prestazione per prestazione: scegliendo tre comparti in difficoltà, si scopre che occorrono 155 giorni per una visita neurologica (erano 127 a settembre), 134 per una oculistica (peggiorati rispetto ai 74 di un mese fa), 64 per una ortopedica, almeno questi in netto calo a confronto con i 218 di settembre. Il secondo punto critico è il lavoro: per il 16% la disoccupazione è un problema prioritario, nonostante il tasso sia in calo e nonostante l’età media degli intervistati sia più vicina alla pensione che al primo impiego. Seguono distaccati il costo della vita (9%), il cambiamento climatico (7%) e il servizio di trasporti pubblici (6%). Più indietro immigrazione, criminalità organizzata e microcriminalità: gli ottimisti diranno che è inevitabile, vivendo in una provincia tranquilla. Gli interventisti forse potrebbero prendersi il merito delle operazioni sicurezza che hanno derubricato la percezione dei fenomeni da problemi impellenti a cose un po’ meno urgenti. Sono solo trecento voci, ma per loro sarebbe evidentemente più costruttivo occuparsi di riscaldamento globale e non di “invasione”.
Ipse dixit
“Sono sul regionale Torino-Milano, abbastanza pieno. Salgono dei poliziotti, arrivano nella mia zona e si fermano. C’è una coppia di origine palesemente africana e i poliziotti chiedono loro i documenti. Gentilmente, lo riconosco, ma li chiedono solo a loro. Mi è chiaro che dovrei fare qualcosa, ma non so cosa senza rischiare di fare danni a me e a queste persone. Tiro fuori il portafoglio per mostrare anche i miei documenti, ma i poliziotti mi danno le spalle, non vedono. Non ho fatto nulla”
(Daniele Scaglione, giornalista, scrittore e autore radiofonico residente a Biella)
La superstrada senza strisce
Ecco una possibile risposta alla domanda sul vero problema di Biella. Può sembrare una minuzia, ma le numerose segnalazioni sulla pericolosità della superstrada per Cossato in cui, dopo i lavori estivi di riasfaltatura, non sono state tracciate le strisce di delimitazione delle corsie, lascia pensare che il disagio sia reale. Gli automobilisti se ne sono accorti la settimana scorsa, quando la pioggia è tornata a cadere abbassando la visibilità anche di giorno per chi è al volante. Della questione, dice La Provincia di Biella di sabato, si era già occupato il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo, ricevendo rassicurazioni su un intervento imminente che, scrive il giornale, non poteva essere fatto subito perché occorreva attendere che l’asfalto nuovo si asciugasse. Anas ha calcolato in 400mila euro l’investimento fatto nel 2022 per ridisegnare la cosiddetta segnaletica orizzontale sulle strade di sua competenza sul territorio biellese. Poche settimane fa anche il Comune di Biella ha “rinfrescato” linee di mezzeria e strisce pedonali sulle vie urbane. Un investimento cospicuo su questo fronte, da 250mila euro, venne deciso da palazzo Oropa non così tantto tempo fa, nell’estate del 2017. Ma nel Biellese, e più in generale in Italia, la segnaletica orizzontale sembra sbiadirsi fin troppo presto dall’asfalto rispetto ad altre latitudini, come l’Europa del Nord, in cui le condizioni climatiche dovrebbero essere meno favorevoli. Una circolare del ministero dei Trasporti del 2017 invitava tutti gli enti manutentori di strade a consultare, prima di scegliere quale vernice usare, un documento con le linee guida sempre redatto dal ministero, con l’abbinamento corretto tra prodotto e caratteristiche della strada. Un rapporto di Assosegnaletica, l’associazione italiana delle imprese che si occupano di segnaletica stradale, dice invece che per il 90 per cento in Italia viene usata sempre la vecchia vernice a solvente, non sempre il prodotto più adeguato, talvolta perché i capitolati di appalto non vengono aggiornati dagli uffici tecnici.
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 a Biella lo spazio Hydro accoglie nella sua sede di via Cernaia una testimonianza da Ramallah, in Palestina, dell’agronomo Saad Dagher. L’appuntamento, come scrive il centro culturale, sarà «un momento di condivisione e ascolto, per rispondere con l'umanità agli orrori del nostro tempo». Il titolo è “Pane, olio e zaatar”, una miscela di spezie tipica del Medio Oriente. Da sabato Hydro ha sostituito le immagini del profilo dei suoi social con uno sfondo nero «per supportare lo sciopero globale a sostegno del popolo Palestinese, mentre ci uniamo alla richiesta di un immediato cessate il fuoco»
Oggi alle 21 a Candelo c’è un omaggio a Umberto Eco al cinema Verdi dove sarà proiettato il documentario dedicato allo scrittore e docente universitario girato da Davide Ferrario, che sarà presente in sala, alla scoperta dei tesori della sua biblioteca personale, fatta di trentamila libri e di 1500 edizioni antiche e rare. L’ingresso costa 6 euro
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz Club prosegue il ciclo dei suoi concerti d’autunno con “A night for Cannonball”, dedicato al sassofonista Cannonball Adderley e alla sua musica. Suoneranno al sax alto Gabriele Comeglio, alla tromba Emilio Soana, al pianoforte Alberto Bonacasa, al contrabbasso Riccardo Fioravanti e alla batteria Alessandro Casè
Quando un artista da strada incontra un biellese con la pala…
“Giovane imbratta il muro di un palazzo, scoppia la lite con i condomini” titolava Newsbiella sabato in tarda mattinata. “L’artista Rizek realizza un murales in centro città: lascerà il segno?” scriveva sempre Newsbiella ma domenica pomeriggio. Non sembra, ma si parla dello stesso episodio e curiosamente il giornale digitale ha lasciato entrambe le notizie a disposizione. E non sembra, ma la vicenda è legata in qualche modo anche alla mostra di arte contemporanea al Piazzo. Kris Rizek, pugliese, è uno degli artisti che hanno concesso le loro opere per “Banksy, Jago e TvBoy”, apertasi sabato tra palazzo Ferrero e palazzo Gromo Losa e con 600 visitatori nel primo fine settimana. Era presente al taglio del nastro di venerdì ed evidentemente si è fermato in città per una notte, durante la quale ha individuato un muro spoglio (anzi, già coperto da altri graffiti casuali) e lo ha scelto per lasciare una traccia del suo passaggio sotto forma di opera d’arte da strada. Quello che sembrava uno dei tanti fatti da “Biella capitale del crimine” («Un giovane» recita l’articolo «stava imbrattando il muro di un palazzo, quando è stato visto da uno dei condomini, che è sceso in strada ed è scoppiata la lite») è diventato qualcosa di diverso. Ecco il racconto dello stesso Rizek: «Questo signore quando mi ha visto si è avvicinato molto arrabbiato, con una pala in mano. Ma ci mancherebbe, capisco che non fosse molto contento lì per lì, tanto è vero che gli ho detto che se avesse voluto l'avrei cancellata. Poi sono arrivati dei ragazzi che erano lì vicino richiamati dai toni alti della discussione, hanno cercato di difendermi e non hanno fatto però altro che farlo arrabbiare ancora di più». Di qui l’intervento delle forze dell’ordine, chiusosi senza denunce formali, a quanto sembra, ma con il sequestro della pala del residente. Rizek ha anche raccontato del criterio con cui sceglie i muri su cui lasciare le sue opere: preferisce quelli dove ci sono già delle scritte, per abbellirli. In via Orfanotrofio angolo via Italia, ora, c’è un velo di vernice chiara insieme al piccolo elemento che Rizek è riuscito a completare prima della brusca interruzione, la sagoma di un taglierino: «Al taglierino associo l’idea del lasciare un segno» ha aggiunto a La Stampa «ma anche il concetto di “darci un taglio”».
Ma forse è il rischio (o il destino) dell’arte da strada: TvBoy, un altro degli artisti presenti alla mostra di Biella, aveva lasciato sul muro di un sottopasso di Milano l’immagine di due bambini che tendono la mano verso una colomba con un ramo d’ulivo nel becco, dal titolo “Peace dove”, la colomba della pace. Circa 48 ore dopo una mano anonima munita di bomboletta spray ha coperto le mani giunte dei bambini con una stella di David.