La notizia che non sorprende
Due donne arrestate, un numero imprecisato di altre donne, tutte di origini cinesi, che si prostituivano ai loro ordini (e l’inchiesta per ora non dice quanto lo facessero volontariamente o essendo costrette), un paio di appartamenti in centro trasformati in case di appuntamenti: succede a Biella e, in fondo, non c’è nulla di strano. Il mercato del sesso in città è più o meno alla luce del sole e la discriminante tra il tollerato e l’illegale è dato da un solo dettaglio: lo sfruttamento o meno della prostituzione. Era quello che accadeva nei due appartamenti gestiti da una donna cinese di 25 anni, finita in manette insieme a una connazionale di 55 che aveva interessi simili anche a La Spezia. E, di nuovo, non è una sorpresa. Le pagine web di annunci personali gratuiti indicano più o meno chiaramente come funzionasse il meccanismo scoperto dagli investigatori: le inserzioni con espliciti riferimenti alla provenienza dall’Oriente delle ragazze, per esempio sul portale “Tuttoannunci”, si sono a lungo susseguite al ritmo di due o tre al giorno, con foto finte di modelle asiatiche e numeri di cellulare che tendevano a ripetersi quelli a cui, come ha rivelato l’indagine, rispondeva sempre la stessa donna che contrattava luogo, data e costo dell’appuntamento. Da cinque giorni gli annunci si sono diradati, forse una conseguenza dell’operazione di polizia che ha portato anche alla denuncia di alcune ragazze perché in Italia senza i documenti in regola. Se di sfruttamento della prostituzione si parla nell’ipotesi di reato, sono loro, senza un nome e un volto, le sfruttate. Su Escort Advisor, il sito specializzato che in primavera usò anche Biella per una campagna di marketing aggressiva, le si recensiva (recensisce?) come se fossero elettrodomestici: «Le ragazze cambiano spesso, è come giocare alla roulette e le foto non sono loro» dice un cliente parlando della caratteristica delle case di appuntamento gestite da cinesi, una delle quali (segnalazione per la polizia) risulterebbe dalle recensioni essere semi-mascherata da un centro massaggi a Cossato. Il racconto dei clienti sul sito che sembra fatto apposta per far incontrare domanda e offerta nel mercato del sesso sembra confermare quello che le indagini hanno più o meno svelato: le ragazze viaggiano di città in città per vendere il loro corpo ai maschi di turno. Oggi qui, domani a La Spezia, dopodomani chissà: sono clandestine, arrivate chissà dietro quali promesse in Europa, finite a indossare biancheria intima sexy in appartamenti nascosti ma non troppo per il piacere di sconosciuti con qualche banconota in tasca e pochi scrupoli nel soddisfare così il loro impellente bisogno di fare sesso. Sarebbe bello dare loro un nome, conoscere la loro storia, magari tendere loro una mano per uscire da quel giro qualora lo desiderassero. Ma non è compito di polizia e magistratura, che scoprono reati e li perseguono. Ci vorrebbe un passo in più. Anzi due: qualche maschio in meno che recensisce le prestazioni di prostitute come fa con gli acquisti su Amazon.
Ipse dixit
“Rimanere frammentati in tanti piccoli centri fa disperdere energie, mentre aumentare il numero dei cittadini del capoluogo aiuterebbe tutta la provincia ad acquisire maggiore autorevolezza nelle scelte regionali”
(Vittorio Barazzotto, ex sindaco di Biella, sul progetto della fusione di Comuni attorno al capoluogo sulla sua rubrica settimanale del sabato su La Provincia di Biella)
La campionessa a Bielmonte
Petra Vhlová ha una medaglia d’oro olimpica, una mondiale e quattro Coppe del mondo nell’armadio ed è certamente la più forte sciatrice slovacca di tutti i tempi. È anche la prima supercampionessa che quest’anno ha approfittato dell’offerta di Bielmonte che ha allestito una struttura speciale apposta per gli allenamenti ad altissimo livello di chi pratica sci da professionista. A invitare la Vhlová nel Biellese, attraverso il suo allenatore italiano Matteo Pini, è stato l’ex commissario tecnico dello sci azzurro Claudio Ravetto. I vantaggi? «È un bel progetto per atleti che vogliono allenarsi con tranquillità» ha detto la slovacca a La Stampa. «Poi è un bel posto di montagna». Il suo coach ha aggiunto: «Abbiamo trovato tranquillità, qualità e luce. Sembra scontato per atleti professionisti, ma non sempre è così. A volte non vediamo il sole per settimane». Il soggiorno di Petra Vhlová a Bielmonte è terminato ieri, dopo un giorno supplementare di allenamenti e dopo una fetta di sabato dedicata ai fans con l’incontro per autografi e foto ricordo. La sua Coppa del mondo, per lei che è specialista di gigante e slalom, riprende giovedì in Francia tra i pali stretti di Courchevel, nell’ultima gara prima di Natale. Vhlová è già legata a Biella da un altro dettaglio: per i suoi allenamenti (e anche per il riscaldamento pregara a bordo pista) usa le macchine di Desmotec, azienda con sede a Chiavazza che ha brevettato un particolare tipo di strumenti in grado di allenare i muscoli anche in fase di rilascio e non solo di carico. Il più piccolo oggetto della famiglia Desmotec è così maneggevole da poter essere trasportato facilmente anche nella zona del cancelletto di partenza di una gara di Coppa del mondo.
Cosa succede in città
Oggi alle 16 a Biella il ciclo degli incontri del pomeriggio dell’università popolare UpbEduca si sposta in via Ferruccio Nazionale e alla sede dell’Ana provinciale: Filippo De Luca condurrà una visita guidata al museo degli Alpini. Ingresso libero per i tesserati UpbEduca
Oggi alle 21,30 al Piazzo il Biella Jazz Club propone l’ultimo concerto prima della pausa natalizia con il Nugara Trio, sodalizio composto da Francesco Negri al pianoforte, Viden Spassov al contrabbasso e Francesco Parsi alla batteria con la partecipazione della violinista biellese Anaïs Drago
Lo strano caso del merluzzo al sugo rosso
È successo un curioso caso a Vigliano: riguarda la mensa scolastica, un piatto di merluzzo al sugo rosso e una petizione con quattrocento firme di genitori. A studentesse e studenti dell’istituto comprensivo della città alle porte di Biella, dicono le cronache del consiglio comunale su La Stampa e Il Biellese, c’è stato un giorno, mercoledì 25 ottobre, in cui i piatti sono tornati indietro intatti. Il problema, a quanto sembra, non era determinato dal fatto che fosse immangiabile, andato a male, troppo crudo o troppo salato. L’assessora Elena Ottino, rispondendo a un’interrogazione sul tema della minoranza in consiglio, ha parlato di «motivi di gradimento, forse per l’aspetto poco invitante o per il sapore forte del merluzzo, non per la qualità degli ingredienti che era buona, tanto che i pasti sono poi stati consumati la sera in una mensa per i poveri». Il pesce scartato dai piccoli, insomma, è diventato una pietanza calda per chi non aveva altro per cena e per fortuna non è andato sprecato. È rimasta la protesta, con una vera sollevazione delle famiglie, parzialmente compensata dal fatto che il Comune ha deciso di non addebitare il costo del pasto di quel giorno (5 euro per i residenti, 5,80 per gli altri) nonostante non siano emersi problemi sostanziali. Il menu della mensa per la stagione autunno-inverno è a disposizione su internet, sul sito del Comune, e risulta vidimato dall’azienda sanitaria di Biella che ne controlla l’equilibrio. All’apparenza è ricco di verdure, frutta e pesce, senza carne rossa se non nel ragù della pasta e, una volta al mese, nelle polpette e con il prosciutto cotto una volta la settimana come unica concessione alle carni conservate. Il merluzzo viene servito il mercoledì o il venerdì dalla materna alle medie, nella variante al limone e al pomodoro. Quel giorno allo chef della mensa non doveva essere riuscito troppo bene, non almeno per i palati dei bambini.