L'importanza di guardare lontano
Cronaca di un sabato pomeriggio, quello appena passato, lungo il torrente Cervo a Biella: a Cittadellarte, sponda destra prima del ponte di Chiavazza, la collezione permanente di Michelangelo Pistoletto e la mostra “Arte al centro”, aperta alle visite guidate tutti i fine settimana. Allo spazio Hydro, sempre sulla sponda destra ma oltre il ponte, il collettivo di donne “Le parole fucsia” e la sua giornata sulla decolonizzazione con conferenze, arte, musica dal vivo e dj set. A Sellalab, sponda sinistra lungo via Corradino Sella, i 1300 spettatori registrati per BiDigital, il festival del digitale alla sua quarta edizione, dall’età media bassa e dagli interessi variegati. Il tutto si è svolto in vecchie fabbriche tessili che hanno trovato nuova vita negli ultimi trent’anni, mentre altre sembrano destinate a seguirle come lo spazio destinato al museo-laboratorio del tessile voluto da Unione industriale, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Cittadellarte stessa. Chi se lo sarebbe immaginato all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, quando sembravano solo ruderi disabitati e in rovina, fatto salvo lo storico lanificio Cerruti? Una persona sola: Gae Aulenti, origini biellesi e la firma, insieme al collega architetto Gaetano Lisciandra, sul cosiddetto “piano direttore” che provò a immaginare la città del domani. Di Riva e dei reperti di archeologia industriale lungo il torrente, disse che avrebbero potuto avere un destino da spazio culturale privilegiato. Li chiamò «l’isola meravigliosa» e 6aBiella lo ha già ricordato qualche settimana fa. Per immaginarlo servivano studio e talento che non sono patrimonio di tutti, ma è un fatto che Gae Aulenti ha previsto una delle piccole rivoluzioni urbane di Biella in netto anticipo e forse, con il suo piano, l’ha anche un po’ pilotata. Ce ne sono almeno altre due, dagli esiti controversi, se di esiti si può parlare. Il doppio centro commerciale nato negli ultimi decenni prima in via La Marmora e poi a Gli Orsi è il primo esempio. Le conseguenze? Il polo di attrazione di via Italia e, più in generale, del centro storico sembra entrato in crisi. Forse sarebbe successo lo stesso, come ha scritto sui suoi canali social Edoardo Tagliani, giornalista biellese e ora operatore della cooperazione internazionale, dal suo punto di osservazione un po’ più distaccato: «E se, semplicemente, fosse finita l'epoca del commercio in centro, dei negozietti e delle piccole botteghe che hanno di certo più senso nei paesi di montagna che in città? Forse, siccome il commercio on line funziona alla grande, costa meno, offre di tutto; siccome i centri commerciali sono comunque luoghi di aggregazione con prezzi spesso competitivi, parcheggi a portata di mano, altri servizi a disposizione; siccome il mondo nei secoli e' cambiato sino a stravolgersi e non si capisce perché dovrebbe smettere di farlo... Siccome. E se il centro fosse destinato ad attività che nulla hanno a che vedere con quelle odierne, fatta salva la ristorazione, che come il nero sta bene ovunque e perché talvolta è protagonista, ma spesso va a traino del resto, e sia invece posto privilegiato per incontro, cultura, spettacolo, sport e ogni altra cosa che non può essere venduta da remoto (tagliando i costi) e che ben si sposa con il concetto di piazze e vie principali?». Giusta o sbagliata, è una visione, un tentativo di guardare oltre. L’altra rivoluzione incompiuta: il nuovo ospedale via dal centro lasciando vuoto l’enorme, vecchio complesso. Ci si è provato ad avere una visione, con il concorso di idee dell’allora giunta Gentile. Ma più spesso, a più riprese, si è parlato di demolizioni parziali, riusi affidati a privati, speranza di trovare un “papa straniero” nel ruolo di investitore. Ma la realtà cruda è che tutto sembra partito troppo tardi e le idee, come dimostra l’intuizione sull’isola meravigliosa di Gae Aulenti, non solo devono essere buone ma devono essere puntuali, o meglio in anticipo.
Ipse dixit
“L’impegno che le giovani generazioni stanno mettendo a tutti i livelli infonde speranza e insieme ci carica di un’enorme responsabilità. La loro voce è imprescindibile e sarebbe gravissimo non ascoltarla. Siamo di fronte a una generazione che sta chiudendo i conti con il negazionismo e il disimpegno climatico e non dobbiamo sottovalutarla”
(Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente, nel suo intervento al Festival del digitale popolare di Torino, citato da Eco di Biella)
Tutto bene con il clima?
Domenica novanta stazioni di rilevamento meteo sul territorio piemontese hanno fatto registrare temperature massime superiori ai 30 gradi. La più alta è stata di 34,5 a Nizza Monferrato, nell’Astigiano, e a Sezzadio in provincia di Alessandria. Nel cinquanta per cento delle località la temperatura ha battuto il precedente record di giornata più calda di ottobre da quando esistono i rilevamenti dell’Agenzia regionale per l’ambiente. Solo Verbania e Novara tra i capoluoghi non hanno sforato la massima di sempre. Biella sì, con 29,8 gradi. Le punte più alte precedenti erano state i 29,6 gradi del 24 ottobre 2018 e i 29,4 dell’11 ottobre 2011. Il calo graduale è previsto da oggi ma fino al fine settimana si continuerà a essere in una situazione più vicina all’estate che all’autunno. La massima di domenica a Oropa è stata di 22,4 gradi, la minima di ieri mattina di 15. Solo in una giornata di ottobre finora la colonnina di mercurio è scesa all’alba sotto i 10 gradi al santuario. La temperatura media storica in ottobre a Oropa dal 1920 al 2022 è di 8,3 gradi. La media dei primi nove giorni è superiore ai 15 gradi, quasi il doppio. E, in nove giorni, nemmeno una goccia di pioggia...
Cosa succede in città
Oggi alle 21 a Candelo nella sala 1 del cinema Verdi sarà proiettata la versione restaurata in 4K di “Il cielo sopra Berlino”, film del 1987 di Wim Wenders. La proiezione sarà in lingua originale con sottotitoli in italiano e sarà replicata domani. Alla stessa ora, nella sala 2, è in cartellone la versione in lingua originale con sottotitoli di Oppenheimer (Usa, 2023) di Christopher Nolan
Oggi alle 21,30 al Piazzo la stagione musicale del Biella Jazz Club prosegue nella sede di palazzo Ferrero con il concerto degli emiliani Sugarpie & the Candymen, ovvero la voce di Lara Ferrari con i musicisti Renato Podestà, Jacopo Delfini, Roberto Lupo e Alessandro Cassani
La campionessa ha trovato lavoro
Le tantissime medaglie nazionali, europee e mondiali in bacheca, i record, il palcoscenico di Ballando con le stelle nella prima serata Rai, quello retto benissimo del Festival di Sanremo: Nicole Orlando è tutto questo, oltre che un simbolo dello sport biellese e italiano. Ma aveva un cruccio: non trovava lavoro, nonostante corsi di abilitazione professionale frequentati e superati. Il che a trent’anni, con il sogno di costruire un po’ più di autonomia nella sua vita, era un peso. Almeno fino a ieri, come lei stessa ha annunciato sui suoi (tuttora seguitissimi) canali social: la sua foto con grembiule nero la ritraeva al tavolino della caffetteria di Città Studi. Insieme a lei c’era anche Stefano La Malfa, ex assessore comunale a Biella e tra i fondatori della cooperativa Raggio Verde che gestisce il punto di ristoro. E poi il messaggio: «Oggi è il compleanno di Stefano, quest’uomo con la barba e la faccia simpatica, e sapete cosa ha fatto? Ha fatto lui un regalo a me! Da oggi sono assunta: potete trovarmi al bar di Città Studi. Non vedo l’ora, vi aspetto». Le congratulazioni a lei e gli auguri di compleanno a La Malfa sono arrivati in men che non si dica da mezza Italia: Nicole Orlando è ancora una stella dei social e forse uno dei volti biellesi più noti da quando, nel 2015, fece incetta di titoli ai giochi mondiali per atleti con sindrome di Down in Sudafrica. Quella foto di lei sul podio, con l’orsetto mascotte della gara in mano e gli occhi commossi al cielo per dedicare la vittoria alla nonna scomparsa, la videro tutti. «Vietato dire non ce la faccio» è il suo motto, oltre che il titolo della sua biografia. La Malfa, ridendoci su anche lui via social, ha ricordato: «Un tempo, il motto scherzoso del Raggio Verde di fronte alle difficoltà era "Non ce la faremo mai!". Con l'ingresso di Nicole Orlando diventa “vietato dire non ce la faccio”».