Non solo malto
I sinonimi di Biella e del Biellese contengono tutti, almeno da quando è morto Giorgio Aiazzone e con lui la martellante pubblicità del suo mobilificio, la parola lana: il comprensorio laniero, la capitale della lana, la provincia dei lanifici… Poi però si mette a fuoco meglio la situazione e si scopre che il presidente della locale Unione industriale non fila né tesse ma imbottiglia e distribuisce in tutto il mondo l’acqua minerale: Giovanni Vietti è amministratore delegato di Lauretana, che guida insieme ad Antonio Pola. E se si sommano le prime quattro imprese del settore alimentare per fatturato (Lauretana, Menabrea, Botalla formaggi, De Mori), in base ai dati del 2021, si superano i 100 milioni di ricavi. Non è più un dettaglio marginale e forse un trentennio fa non se lo sarebbe aspettato nessuno che una fetta dell’economia nostrana avrebbe avuto nel motore anche la spinta del buon bere e del buon mangiare. I piccoli colossi all’ombra del Mucrone hanno ognuno una storia di tradizione in cui affondare le radici e una spinta contemporanea per rinforzare tronco e rami. Menabrea e Botalla sono dirimpettai in via Ramella Germanin, hanno aperto insieme un museo dedicato alle loro produzioni (il birrificio più artigianale tra gli industriali è tra i più antichi d’Italia) e insieme hanno anche prodotto lo Sbirro, la toma aromatizzata alla birra. De Mori ha appena restaurato un vecchio negozio in pieno dentro per aprire una pasticceria e acquista spazi pubblicitari su Mediaset, mentre i suoi torcetti sono sugli scaffali di Eataly. Nel suo stesso settore ci sono Brusa, Massera, Patti. Quanto alle birre, BollediMalto che inizia oggi è la principale vetrina italiana per quelle artigianali e mette in prima fila i quattro marchi biellesi (Un Terzo, Elvo, Beer In, Jeb), nati piccoli, in costante crescita e tutti impegnati non solo nello spillare e imbottigliare ma anche nell’interfaccia diretto con i clienti, con i locali aperti vicino alla sede e nel cuore di Biella. L’impatto sul sistema economico locale non è ancora paragonabile a quello del tessile. Ma Giovanni Vietti resta il primo presidente dell’Unione industriale che arriva dal comparto alimentare e il secondo dopo Ermanno Rondi (fondatore di Incas, specialista in soluzioni per la gestione della logistica) a non appartenere al mondo della lana. Vorrà pur dire qualcosa se il suo settore è diventato degno di essere portavoce di un intero distretto produttivo.
Ipse dixit
“Credo che, quando avrà 15 anni, userò con mia figlia le stesse parole di Giambruno”
(Davide Zappalà, assessore ai Lavori pubblici a Biella e militante di Fratelli d’Italia, commentando su Facebook le parole del giornalista di Rete4, compagno di Giorgia Meloni, sul comportamento delle donne e gli stupri)
Conosci Eleonora Celano?
Spesso le idee buone e ambiziose si scontrano a tutta velocità addosso a un ostacolo particolarmente resistente: la mancanza di soldi. A Biella succede che se ne realizzino parecchie, invece, setacciando chi ha risorse a disposizione e aspetta solo qualcuno che le chieda nel modo giusto. Dietro simili successi, spesso, c’è un volto che normalmente sta nell’ombra. Eleonora Celano di professione è fundraiser e cultural project manager. Ovvero scrive progetti per attività culturali (ma anche sociali ed educative) e fa in modo che possano cercare e spesso ottenere i fondi necessari perché vengano messi in pratica. Di Fuoriluogo, la rassegna letteraria che comincia oggi, è una delle anime fin dalle prime edizioni e non può che esserci anche il suo lavoro, insieme a quello di Gianni Crestani, manager nel mondo del commercio e del marketing, e di Maria Cristina Origlia, giornalista e presidente del Forum della meritocrazia, dietro a un evento culturale che è cresciuto anno dopo anno portando a Biella nomi importanti della letteratura, del giornalismo, dell’economia, dello spettacolo, mescolando le eccellenze di Biella a quelle nazionali. Richiede risorse invitare e accogliere ospiti, trovare i luoghi per far sì che possano raccontarsi agli spettatori, costruire una reputazione che fa sì che chi è venuto a Biella una volta poi ci voglia tornare (un esempio su tutti: l’ex senatore e presidente del Consiglio designato Carlo Cottarelli). Eleonora Celano sa come scrivere un progetto che possa concorrere a un bando (e, prima ancora, sa dove trovare i bandi giusti) e come, di conseguenza, ottenere i finanziamenti. Vale per la cultura (nel progetto della compagnia di danza “Pratiche di slancio”, nata a Opificiodellarte, c’è la sua mano). Vale anche per il terzo settore: è stata fondamentale per portare a Biella i milioni di euro per le iniziative contro la povertà educativa sovvenzionate dal fondo sociale Con i Bambini, lo stesso che in città ha contribuito anche alla costruzione di Cascina Oremo, la casa della comunità educante fortemente voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella a una spanna da Città Studi. C’è la sua mano in BiArchive, il progetto legato agli archivi storici che ha portato anche all’applicazione e al sito web con i percorsi guidati per vedere Biella dal punto di vista delle testimonianze del passato (6aBiella ne parlò il 21 maggio). E c’è in “Biella incontra il design”, altro evento culturale del territorio. Sommando i finanziamenti raccolti e portati in città, un progetto dopo l’altro, la somma finirebbe per somigliare a un piccolo Pnrr culturale e sociale. Da oggi sarà in giro per le sedi degli appuntamenti di Fuoriluogo, ma nessuno la cerchi in prima fila. Per indole finirà per preferire un angolo un po’ più lontano dai riflettori, a godersi i frutti maturati grazie anche al suo lavoro.
Cosa succede in città
Oggi alle 9 a Biella riprendono gli appuntamenti con “Un giorno al museo”, laboratorio dedicato a bambine e bambini nelle sale del Museo del Territorio. L’emozione a cui è dedicato l’appuntamento di oggi è il disgusto. I posti sono andati esauriti in anticipo, così come è al completo l’ultimo appuntamento previsto per giovedì 7 settembre
Oggi alle 17 a Biella s’inaugura allo Spazio cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (via Gramsci angolo via Garibaldi) la mostra della pittrice romana Giosetta Fioroni, un evento legato alla rassegna Fuoriluogo (vedi sotto) e al ricordo di Guido Ceronetti che dell’artista era amico. La mostra resterà aperta fino a domenica 10 settembre con i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 17,30, sabato e domenica dalle 16 alle 19
Oggi alle 17 a Biella apre la piazza di BollediMalto per il primo dei cinque giorni della rassegna delle birre artigianali, degustabili in 22 postazioni per altrettanti microbirrifici e accompagnate da altrettanti stand di cibo da strada. Il programma musicale del giorno, sul palco montato di fronte al teatro Sociale Villani, è tutto biellese con alle 18 i Torpedo Blu, alle 20 i Bandberry Smoke e alle 22 i Sempre Noi, la cover band degli 883 e di Max Pezzali. L’ingresso in piazza è libero
Oggi alle 18,30 a Biella si apre la prima giornata di Fuoriluogo, il festival letterario della città che durerà fino a domenica. Ecco il calendario degli appuntamenti. Alle 18,30 al salone Biverbanca di via Carso 15 lo storico Carlo Greppi, in dialogo con Simone Ghelli, parlerà del suo libro “Un uomo di poche parole”, dedicato a Lorenzo Perrone, il “muratore di Auschwitz” che Primo Levi descrisse come colui che lo salvò. L’ingresso è libero. Alle 20,30 al negozio Bibosport di via Mazzini 17/b Fabrizio Lavezzato e Paolo Vialardi dialogheranno sul libro che hanno scritto a quattro mani, “Il gioco più bello della mia vita”, che parla di sport, podismo e della nascita del club sportivo-movimento Biella Running. Alle 21 nel piccolo teatro dell’Opificiodellarte in piazza De Agostini l’associazione culturale Aquilegia metterà in scena “Deliri disarmati” di Guido Ceronetti. Sil palcoscenico Eleni Monos, Luca Mauceri e Filippo Usellini. Dopo lo spettacolo è prevista una degustazione gratuita di birra Menabrea
Oggi alle 18,30 a Vigliano l’Oropa Music Festival fa tappa al castello di Montecavallo dove suoneranno violiniste Aubree Oliverson e Lora Markova, la violista Cassia Drake e la violoncellista Lena Angelina von Almen. Biglietti dai 10 ai 15 euro, in vendita da Cigna Dischi in via Italia. Con altri 15 euro si potrà partecipare alla degustazione dei vini prodotti grazie ai vigneti attorno al castello
Oggi alle 21 a Candelo torna la rassegna musicale estiva dedicata al jazz al ristorante Il Torchio, dentro le mura del Ricetto. Suoneranno i Koncept Groove, specializzati in pop, funky e acid jazz degli anni Ottanta e Novanta. Il concerto è per coloro che hanno prenotato un tavolo al ristorante al numero 015.2499028
Piccolo vocabolario della birra
Ogni volta che qualcuno si avvicina a una postazione di birra artigianale a BollediMalto e chiede una “piccola bionda”, da qualche parte nel mondo un germoglio di luppolo appassisce. Va detto che non è semplice per un bevitore occasionale orientarsi nelle sigle e nei nomi d’arte delle varie specialità, pane quotidiano di chi produce con la cura che si conviene a un piccolo stabilimento. Qui di seguito c’è una piccola guida per sentirsi un pochino meno spaesati. Per il resto basta chiedere: da oggi agli stand di piazza Martiri ci sono solo persone entusiaste di spiegare il frutto del loro lavoro. I termini lager e ale, per esempio, indicano il livello di fermentazione: bassa la prima, alta la seconda. Poi ci sono le distinzioni: la pale ale, traducendo letteralmente, è pallida, quindi di colore più chiaro. Dietro la sigla Ipa, c’è la locuzione “india pale ale”, chiamata così perché i primi produttori inglesi l’avevano pensata per essere spedita in India per coccolare i palati nostalgici dei coloni, aggiungendo più luppolo che ha caratteristiche antiossidanti. La american pale ale è un po’ meno pallida e tende ad avere sentori agrumati e fruttati. La belgian strong ale deriva da uno stile originario, appunto, del Belgio e si caratterizza per la gradazione alcolica più elevata. A proposito di colori la scura spesso si chiama stout, con l’orzo tostato tra gli ingredienti, proprio come la celebre (e non artigianale) Guinness, la chiarissima e meno trasparente nata in Germania è battezzata weizen, e tra i suoi ingredienti il frumento deve pesare per almeno il 50%. A proposito di geografia, la pils prende il nome dalla cità di Plzen nella Repubblica Ceca: i suo segreti sono il malto, il colore dorato, la schiuma spessa e l’amaro del luppolo. La bock invece arriva da Bassa Sassonia e Baviera, è di colore più scuro, gradazione più forte e in italiano la si potrebbe definire una “doppio malto”. La rauch invece prende il nome dalla parola tedesca che significa fumo: leggenda vuole che sia nata per caso nella città di Bamberg quando un silos di malto prese fuoco e i mastri birrai decisero di provare a usarlo lo stesso. Ne uscì una birra scura e affumicata che ancora si beve volentieri.