Una spiegazione alternativa sul lavoro
Oggi (dato pubblicato da Eco di Biella) saranno 522 i posti offerti a “Io Lavoro”, prima delle tre tappe della due giorni di Wooooow, il salone dell’orientamento professionale e scolastico che sarà ospitato fino a domani a Città Studi. Sono invece meno di un terzo, 150, le persone che si sono registrate perché un impiego lo stanno cercando. È vero che, tra le stanze di corso Pella, la situazione potrebbe cambiare in corso d’opera, con più persone che si aggiungeranno con il loro fascio di curricola stampati sotto il braccio. Ma così com’è il gioco delle cifre sembra una testimonianza, l’ennesima, di quello che gli esperti amano chiamare “mismatch”, parola inglese che indica la distanza, che il sistema-Biella sta provando sulla sua pelle, tra domanda e offerta di occupazione. Se il problema esiste, il salone “Io Lavoro” è una delle possibili risposte. Ma probabilmente non può essere l’unica. Analizzando da più angolazioni il problema, che a 6aBiella sta a cuore tant’è che ne parla spesso, c’è il sospetto che ci sia anche una differenza di mentalità tra generazioni. Il mondo dell’impresa biellese è stato a lungo abituato ad avere la fila fuori dai cancelli delle fabbriche: «A Biella c’è lavoro per tutti» era lo slogan che ha accompagnato in provincia ondate di immigrati, prima dal Veneto, poi dal Sud, infine dall’estero. Non era necessario mettere sul piatto di più: il lavoro in quanto tale, il “posto fisso”, era un’offerta allettante a sufficienza per chi altrove faticava a trovarlo, un impiego. Anche la scuola era lo specchio dei bisogni di famiglie e imprese: la scuola più popolosa era l’Iti con le sue varie declinazioni, dai tessili ai chimici ai meccanici, pronti per le filature, le tintorie, il meccanotessile appena dopo il diploma di perito. Nel 2023 gli iscritti all’indirizzo tessile-moda dell’Iti sono stati l’1,1% degli allievi del primo anno delle superiori. Nel 2022, nel mondo del lavoro, 6.523 persone hanno lasciato il lavoro in provincia di Biella per dimissioni: se si escludono quelle per giusta causa e quelle nel periodo di prova sono 5.900, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Lo stesso fenomeno, dicono i dati dell’Inps, si riscontra anche nel resto del Piemonte con la fuga volontaria anche da posti a tempo indeterminato. Di certo è il segnale che il posto fisso non è più il valore di una volta e, se lo è, sta sul piatto della bilancia insieme ad altri valori: «Dopo aver garantito i bisogni di base come lo stipendio fisso, entrano in gioco il desiderio di appartenenza in un’azienda positiva e inclusiva, il riconoscimento e la stima, l’autorealizzazione che ha a che fare con il senso dello stare al mondo che ogni persona individua in se stessa». Il virgolettato, da La Stampa di qualche giorno fa, è il pensiero di Silvia Basiglio, psicologa del lavoro che ha a che fare quotidianamente con aziende che cercano dipendenti e persone che cercano un lavoro nuovo. «È fondamentale» dice ancora Basiglio «che le imprese si attrezzino all’ascolto e alla gestione del lavoratore non solo per la crescita professionale, dallo stipendio alla carriera fino alla formazione, ma anche per l’equilibrio tra vita e lavoro e la condivisione dei valori di senso, sempre più presenti nelle scelte». Il tutto perché «l’idea di dedicare una vita intera a un'unica azienda era una certezza dei nostri genitori ma è stata superata». Sembra non bastare, insomma, creare un’occasione come quella di oggi in cui datori di lavoro e aspiranti dipendenti possano incontrarsi, né invitare i tredicenni a iscriversi alle scuole tecniche anziché a un liceo. Bisogna riempirla di contenuti, quella carriera tra i telai di cui la tradizione di Biella ha bisogno per perpetuarsi. O le ragazze e i ragazzi li cercheranno altrove.
Ipse dixit
“Questa è della serie: a Biella non accade mai nulla. Poiché non succede mai niente io ieri pomeriggio non ho assistito (insieme ad altre 3000 persone) alla semifinale della Supercoppa di Pallavolo con in campo quasi tutta la Nazionale italiana, ieri sera non ho partecipato al bellissimo e intenso "Teatrandhalloween" (sold out), tredicesima edizione della bella performance di Ars Teatrando, sempre ieri sera non ho incontrato i quasi 200 visitatori che hanno colto l'occasione dell'apertura speciale per Halloween per visitare la mostra “Banksy, Jago, TvBoy e altri artisti controcorrente” al Piazzo (480 visitatori tra ieri ed oggi, anche grazie alla collaborazione con il Volley. Inoltre, verso le 24, all'uscita dalla mostra non ho attraversato la bella (ordinata e ben organizzata) festa di Halloween organizzata in coabitazione alla mostra a Palazzo Ferrero. piena di giovani. Oggi poi non ho assistito, al Forum, a una delle più emozionanti finali di volley degli ultimi anni insieme a 4000 tifosi, entusiasti di Biella e anche dell'organizzazione… Quindi se non accade nulla a Biella io mi sono sognato tutto: bene, in questo caso non svegliatemi perché una Biella così, dove si fonde la quantità di eventi con la loro qualità a me piace molto”
(Messaggio via Facebook di mercoledì sera di Michele Colombo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella)
Effetto adunata
Dicono le ricerche socioeconomiche sull’adunata degli Alpini che i primi beneficiari sul territorio sono bar, ristoranti e alberghi. Se prenotare il tavolino per un aperitivo un anno e mezzo prima è un po’ prematuro, le penne nere di mezza Italia si sono invece scatenate per assicurarsi un posto letto in vista del maggio 2025. Come scrive La Stampa, alcune strutture hanno già esaurito le stanze disponibili: «È stato bloccato il contingente massimo di camere disponibili e cioè novanta» ha raccontato Carolina Tosetti, direttrice di Agorà Palace di via La Marmora e dell’Augustus di via Italia. «Non c’è più un posto libero, siamo davvero felici di poter accogliere un numero di visitatori così elevato». Stessa situazione all’hotel Europa, il più vicino alla stazione San Paolo: «Noi siamo al completo» ha spiegato la responsabile Anna Dissegna, «ospiteremo dieci gruppi, e in queste ore, siamo costretti ad aprire le numerose mail di richiesta solo per rispondere in modo negativo». Ieri sera perfino su Airbnb, il servizio di chi affitta una fetta della propria casa o un alloggio vuoto per scopi turistici, i posti letto rimasti in città per il fine settimana dal 2 al 4 maggio 2025 erano appena due.
Cosa succede in città
Oggi alle 18 a Biella si inaugura la mostra “Nel nostro piatto”, una rassegna multimediale dedicata al cibo e alla consapevolezza di ciò che si mangia ospitata nella Sala Cervo di Cittadellarte. La mostra sarà visitabile sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 19 a ingresso libero fino al 10 dicembre
Oggi alle 20,45 a Tavigliano la chiesa parrocchiale ospiterà una rassegna di cori dal titolo “InCantando Tavigliano”. Si esibiranno i cori La Piuma, Gocce di Rugiada e Le Voci del Sabato. L’ingresso è libero ma saranno raccolte offerte per il restauro di un affresco di una cappella parrocchiale
Oggi alle 21 a Biella la figura di don Giovanni Minzoni, sacerdote ucciso cento anni fa in Romagna dai fascisti, sarà ricordata in un convegno nel teatro che porta il suo nome, nel complesso del Seminario. Interviene lo storico e biografo Andrea Bosio
Oggi alle 21 a Valdilana riprende l’attività del cinema teatro Giletti di piazza XXV Aprile a Ponzone. In attesa della presentazione della stagione in calendario domenica, questa sera sarà proiettato “Train de vie” (Francia-Belgio-Romania, 1998) di Radu Mihaileanu
L’anniversario dimenticato
Biella deve avere una sorta di allergia agli anniversari. Ogni anno le due date in cui Augusto Festa Bianchet venne picchiato a sangue e quella in cui morì in ospedale passano pressoché sotto silenzio, senza uno straccio di cerimonia ufficiale che ricordi alla città il fatto di cronaca nera più terribile degli ultimi anni, l’omicidio di un inoffensivo uomo senza fissa dimora. Allo stesso modo, almeno dal 2018 quando venne anche il presidente Mattarella, nulla o quasi accade per commemorare il giorno e la notte dell’alluvione della valle di Mosso. Era il 2 novembre 1968, 55 anni esatti ieri, quando un’inusitata quantità di pioggia gonfiò i torrenti, scatenò frane, portò via in un’onda di fango strade, case e persone. Tante persone: le vittime furono 54, cento le fabbriche rese inagibili, 250 le case diventate inabitabili. Fu una tragedia che non ha avuto eguali nella storia del dopoguerra in provincia. Ma non vale un appuntamento fisso che ne tenga viva almeno la memoria, tanto più in tempi in cui la coscienza sull’ambiente e sulla sua tutela sembrano provare a risvegliarsi. Per chi non volesse dimenticare il consiglio di lettura è “L’alba bianca” di Veronica Balocco. Pubblicato nel 2008, nel quarantesimo anniversario dell’alluvione, è a disposizione in undici biblioteche del sistema territoriale: Biella, Città Studi, Camera del Lavoro, Cossato, Vigliano, Andorno, Pollone, Occhieppo Superiore, Tollegno, Gaglianico e Pettinengo.