Le comunali politiche
Prima di entrare nel merito, una piccola richiesta di comprensione: non manterremo la promessa di smettere di parlare di politica e di elezioni. Ma ci sono cifre più che parole e, magari, catturano di più l’attenzione. No, niente analisi sull’astensionismo né supposizioni su chi sia stato penalizzato o avvantaggiato dall’affluenza bassa. Anche perché, probabilmente, non ha spostato granché: si sono recati alle urne quelli convinti di farlo e quelli con un’idea chiara in testa perché è successa una cosa assai rara, dato che da un’elezione all’altra, dal piano sovranazionale delle europee a quello localissimo delle comunali, gli spostamenti di consenso tra gli schieramenti sono stati infinitesimi. Ottocento voti circa separano il risultato migliore del centrodestra e del centrosinistra, entrambi alle regionali, dal peggiore, che è stato alle europee per i primi e alle comunali per i secondi. Poca cosa che è facile da spiegare con la presenza di altri concorrenti che hanno attirato voti fuori dagli schieramenti: alle europee c’era Azione che ha probabilmente drenato qualche consenso tra i moderati di destra per poi riportarli in seno alla lista civica del presidente Cirio alle regionali. Alle Comunali c’era Andrea Foglio Bonda con il blocco civico centrista che parrebbe aver tolto peso a sinistra più che a destra. Diverso è il conto per i partiti. Analizzando Fratelli d’Italia e Lega, considerati il vincitore e lo sconfitto della coalizione, i primi lasciano poco meno di duemila voti alle comunali rispetto alle europee, i secondi quasi quattrocento. Sommando i due pacchi di consensi scomparsi, li si vede riapparire nella lista che portava il nome di Dino Gentile: 2.311 voti, più o meno pari a quelli persi dagli alleati. Quindi gli elettori sono rimasti là dove erano, a destra. Hanno solo cambiato partito ma non schieramento. Vale lo stesso a sinistra: assegnando gli ottocento voti in meno di schieramento ai centristi civici presenti alle comunali, i quasi cinquecento voti in meno del Pd rispetto al massimo e i settecento in meno di Alleanza Verdi Sinistra, passata dall’ottimo risultato delle europee a dimezzarsi nella corsa a palazzo Oropa, si ritrovano quasi per intero nei 1334 voti della lista civica a sostegno di Marta Bruschi. Da qui il monito per i partiti. Vogliono ampliare il loro consenso? Meglio farebbero a bussare casa per casa agli astensionisti. Chi vota già, si direbbe che lo faccia per convinzione e per questo è più difficile da schiodare via dalle sue ideologie. Se proprio bisogna punire qualcuno per aver lavorato male (rispetto al 2019 la Lega è crollata, con un assessore comunale uscente su quattro rieletto), lo si fa cambiando partito ma sempre nella stessa coalizione. Anche Marzio Olivero era assessore uscente. Eppure...
Ipse dixit
“A Biella abbiamo innescato una marcia che farà sì che si possa riportare di tutta questa campagna elettorale che la classe non è acqua”
(Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, commentando a Il Biellese la vittoria al primo turno di Marzio Olivero neosindaco di Fratelli d’Italia per Biella. Il riferimento è allo slogan della campagna della principale avversaria Marta Bruschi, “Come l’acqua”)
Conquistare Torino
Cinquanta consiglieri regionali, di cui quattro provenienti dalla provincia di Biella: è un risultato senza precedenti quello uscito dalle urne per il rinnovo del governo del Piemonte, inusuale per un territorio piccolino e spesso troppo leggero per avere tanti rappresentanti nella stanza dei bottoni a Torino. Invece tutto quello che poteva andar bene, per i quattro eletti, si è verificato. A Elena Chiorino, assessora uscente di Fratelli d’Italia, è bastato aspettare quello che sembrava scontato alla vigilia, la rielezione di Alberto Cirio alla presidenza. Il suo era il primo dei dieci nomi del listino bloccato, quello in cui non è necessario prendersi le preferenze, con la poltrona garantita in caso di vittoria. Non si è misurata con le urne, l’ex sindaca di Ponderano che cinque anni fa venne presa quasi di peso dalla campagna elettorale per farsi rieleggere nel suo paese, ma ha speso energie e risorse (anche economiche) come se dovesse conquistarsele, quelle preferenze. Ne ha beneficiato Davide Zappalà che, nella rumorosa campagna per le regionali, sognava un incarico a Torino come quello di dieci anni fa, quando fu nominato presidente di Csi, il consorzio dei servizi informatici per gli enti locali piemontesi. Il “Conte”, come è soprannominato fin dai tempi dei movimenti giovanili della destra cittadina, è stato il più votato della provincia: per la poltrona nel parlamentino piemontese lascia Biella e il posto da assessore ai Lavori pubblici, occupato per quasi tutti e cinque gli anni di legislatura salvo la quarantena che seguì alla mancata partecipazione a un bando per fondi europei. Di pubblica amministrazione ne ha masticata parecchia anche Elena Rocchi, reduce da un quindicennio da sindaca di Graglia. Alberto Cirio per la sua lista civica ha selezionato persone che non avessero tessere di partito ma che avessero esperienza tra la gente. Il suo profilo corrispondeva. Il resto lo ha fatto un buon consenso personale intorno alle 900 preferenze e l’esclusione di Forza Italia che, dovendo scegliere dove dirottare i voti che non poteva tenere per sé, ha dato indicazione di votare lei. La lista Cirio solo a Cuneo, a casa del presidente, ha fatto meglio che a Biella. E lei è una dei quattro consiglieri eletti dalla lista. Emanuela Verzella, terza donna e unica biellese di centrosinistra, ha dovuto vincere due derby prima di superare anche l’ultimo ostacolo: prima ha ottenuto la fiducia del suo partito in una votazione-ballottaggio tra gli iscritti con Valeria Varnero, poi ha conquistato più preferenze del candidato maschio, il segretario provinciale Rinaldo Chiola. Infine, spinta dal Pd che in provincia ha superato il 20%, ha scoperto all’alba di ieri che dopo il complicatissimo calcolo dei resti che assegna i seggi c’era un posto anche per lei, preside del Cpia, la scuola per gli adulti della provincia, quella dove spesso gli studenti arrivano in bicicletta dopo una giornata di lavoro e dopo aver affrontato un viaggio ben più lungo, da migranti.
Cosa succede in città
Oggi alle 18,30 al Piazzo il fondatore di Eataly Oscar Farinetti sarà ospite di Piazzoperosi, la rassegna culturale dell’Accademia Perosi. Farinetti presenterà il suo libro “Dieci mosse per affrontare il futuro nella terrazza di palazzo Gromo Losa. Le parole saranno accompagnate dalla musica del violinista Leonardo Vasile. Ingresso a due euro
Oggi alle 21 al Piazzo ci sarà un incontro dedicato alla fotografia di viaggio con il Biella Fotoclub e con le immagini scattate da Luca Guzzo. L’appuntamento è nella sala conferenze di palazzo Ferrero. Ingresso libero
Oggi alle 21 a Candelo prosegue la rassegna dedicata al fine vita al cinema Verdi con “Andare all’altro mondo”, un film realizzato nel 2023 da Remo Schellino che sarà ospite della serata. La rassegna è organizzata da Lilt e gruppo di pensiero sul fine vita. Ingresso a 6 euro
Numb3rs
Un altro dato negativo per l’economia biellese arriva dal rapporto periodico di Unioncamere sulle esportazioni: le esportazioni nei primi tre mesi del 2024 sono calate del 14,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, un dato ben al di sopra a quello complessivo del Piemonte (-2,1%) e anche sopra la media italiana. Si tratta di un salto all’indietro pesante dopo mesi di corsa verso l’alto seguiti al brusco stop per la pandemia e annunciati da qualche indicatore poco rassicurante già l’anno scorso. E si tratta anche del secondo parametro negativo dopo il calo della produzione industriale del 3,4% in totale e del 6,8% se si guarda al solo settore tessile. Il terzo segnale era emerso in inverno con la crescita a livelli altissimi delle domande di cassa integrazione, oltre l’800% nei primi due mesi del 2024. Secondo la stessa analisi di Unioncamere, a dire il vero, risulta cresciuto il valore del commercio con l’estero del comparto tessile, ma evidentemente è un buon risultato che non ha cambiato i destini biellesi. Il Piemonte, secondo le cifre e le percentuali, ha due facce: se il dato complessivo parla di un calo contenuto, a fronte della discesa rapida di Biella c’è anche il +10% della vicina Vercelli.